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Autore: Akami92    22/09/2009    9 recensioni
[Un parto diabolico] [Buon White Midnight a tutte le Mosche Bianche (Mosconi compresi, eh!)]
E, naturalmente, c’era una novità gradita a tutte le donne: un nuovo Jonin. Ogni anno a Konoha si presentava un Jonin trasferito da un’altra regione alleata per fare tirocinio con uno dei maestri della Foglia; quest’anno, la fortunata metà femminile del villaggio poteva rifarsi gli occhi con Wataru Shikomoto: due metri di capelli biondi, occhi celesti, fisico impeccabile e cervello invidiabile. Appunto per questo, a Konoha non si parlava che di lui.
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ino Yamanaka, Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Your stupidity makes my head hurt

The man with an awesome ass.

 

Era primavera a Konoha: gli uccellini avevano già iniziato a cinguettare, gli armadi venivano repentinamente svuotati di cappotti e maglioni, sostituiti da maglie a maniche corte e pantaloncini, si diffondeva per le strade il profumo dei fiori nuovi sbocciati nel negozio degli Yamanaka.

E, naturalmente, c’era una novità gradita a tutte le donne: un nuovo Jonin. Ogni anno a Konoha si presentava un Jonin trasferito da un’altra regione alleata per fare tirocinio con uno dei maestri della Foglia; quest’anno, la fortunata metà femminile del villaggio poteva rifarsi gli occhi con Wataru Shikomoto: due metri di capelli biondi, occhi celesti, fisico impeccabile e cervello invidiabile. Appunto per questo, a Konoha non si parlava che di lui.

 

«No, ma l’hai visto?» esclamò Ino, indicando Wataru con lo sguardo mentre superava lei, Sakura, Tenten e Hinata per andare al campo allenamento dove aveva apprendistato con Ebisu-sensei.

«Hai visto che bel sedere?» rincarò Tenten, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso. «Mi piace quando cammina. Più di Neji. Neji sculetta.»

Tutte le ragazze la guardarono come se fosse posseduta.

«Ho già deciso dove andremo in luna di miele quando ci sposeremo.» informò invece Sakura, i cui occhi si erano da tempo trasformati in due enormi cuori rossi e pulsanti.

«A-assomiglia a Naruto-kun…» sospirò Hinata, conscia che ciò che aveva appena detto poteva considerarsi il complimento più grande mai uscito dalla sua bocca. «È solo più alto.»

«Certo. Più alto, più bello, più muscoloso, più bello, più intelligente, più bello… l’ho già detto più bello?» disse la bionda, mangiandosi Wataru con gli occhi.

E se le donne stravedevano per lui tanto da appostarsi dietro agli angoli più nascosti del villaggio solo per spiarlo o per avere la possibilità di vederlo passare come le Hinata della situazione, gli uomini non si sentivano minimamente minacciati da lui.

 

«No, ma l’hai visto?» esclamò Kiba, con voce riottosa. «Hai visto come sculetta? Cammina come se ci fosse solo lui come tirocinante.»

«Ehm… Kiba, c’è solo lui come tirocinante…» gli fece notare Choji, piuttosto imbarazzato: detestava quando gli altri parlavano male di uno dei nuovi arrivi soltanto perché non si sentivano più al centro dell’attenzione delle donne. Soprattutto Kiba.

«Sta di fatto che sia solo un belloccio biondo, quindi stupido.»

E soprattutto Shikamaru quando, inconsapevolmente, non si sentiva più al centro delle attenzioni di Ino.

«Ehi! Cos’hai contro i biondi?!» gridò Naruto, avventandosi su di lui con aria feroce.

«Sono stupidi, e tu ne sei l’esempio più calzante!» rispose Shikamaru, parando l’attacco di Naruto e proteggendosi da un eventuale secondo calcio.

«Una rissa?! Banzai!»  si lanciò Rock Lee, tentando di aggiungersi tra i due, ma venne prontamente fermato da Neji che, tenendolo per la cintura arancione, espresse il suo parere che, come al solito, riusciva a conciliare tutti i giudizi e riassumeva in poche parole lo stato d’animo di ognuno: «Lo odio.»

«Anche tu?» si lamentò Choji, il quale non aveva ancora capito perché tutti lo trovassero odioso, dato che non aveva ancora parlato con nessuno.

«È troppo… effemminato.»

«Che?!»

«Ahaha! Neji ha fatto centro!»asserì Kiba, ridendo.

«E poi… ha un odore strano addosso…» aggiunse Naruto, annuendo lentamente e dando l’idea di saperne una in più del diavolo.

«Si chiama profumo, Naruto. Gli uomini se lo mettono quando…» tentò di spiegare Choji, giustificando il forte odore che emanava quando, camminando, lasciava la scia.

«Sono gay.» completò per lui Kiba, provocando in tutti nuove risate. «Andiamo… quanti di voi si profumano per andare ad allenarsi? È solo un bellimbusto! Neanche Neji si cura così tanto! Lui profuma solo di balsamo!»

«È shampoo, Kiba, per l’ennesima volta: shampoo!»

«Chiamalo come vuoi, per me sai di balsamo alla camomilla!»

«Wataru è forse l’unico furbo tra voi uomini delle caverne…» s’intromise una voce femminile da dietro le loro spalle: le ragazze, come un gruppo di militari in ritiro, stavano in formazione. Davanti Ino aveva uno sguardo inquisitore e le mani sui fianchi come soleva fare quando aveva qualcosa da ridire, dietro di lei Tenten e Sakura con le braccia conserte lanciavano sguardi intrisi di odio, infine Hinata stava in disparte, torturandosi le ciocche di capelli con le mani.

«Lui ci tiene al suo aspetto, qualsiasi cosa faccia. È bello e sexy, a differenza di qualcuno di mia conoscenza.» attaccò Ino, lanciando un’occhiata eloquente a Shikamaru, il quale aprì la bocca nel tentativo di ribattere.

«Ragazzi, ci conviene andare…» sussurrò Choji, conoscendo i suoi due migliori amici. Armati di terrore e consapevolezza di ciò che sarebbe toccato a Shikamaru, gli uomini si allontanarono di soppiatto, lanciando occhiate di supporto, seguiti dalle ragazze, che non vedevano l’ora che Ino si facesse valere.

«Sai, carissima» cominciò Shikamaru, facendo un passo avanti e abbassando lo sguardo, ricercando le parole giuste per parlarle. «due sono le certezze nella mia vita: il fatto che fortunatamente non passerò mai il resto dei miei giorni con te, e che ho sempre ragione. Perciò ti dico: il tuo caro Wataru è gay. È un gay così gay che ce l’ha stampato in fronte.».

«… certo. E io sono Orochimaru.»

«Scommettiamo?»

«Oh, quello che vuoi. Un uomo così perfetto non può essere gay!» sbottò la ragazza, con veemenza. «Tra l’altro, non è che lo dici perché sei geloso?» domandò poi, con una punta maliziosa nella voce.

Quel pensiero fece rabbrividire Shikamaru: «Ma non mi hai sentito, oca giuliva?» alzò la voce stizzito da una tale insinuazione. «Una delle mie certezze è che non finirò mai la mia vita con te, per fortuna!» quasi gridò.

Ino stette per qualche secondo in religioso silenzio. Shikamaru si sentì in colpa per ciò che aveva detto: forse aveva ferito i sentimenti di Ino, a cui piaceva sempre essere apprezzata dalle persone.

«Ino, io…» tentò il ragazzo, cercando di riparare le cose.

«Ti dimostrerò che ti sbagli, con Wataru.» proferì, seria. Detestava non avere ragione, ma ancora di più detestava non essere presa sul serio da Shikamaru. «E quando sarai inginocchiato davanti a me, vergognosamente prostrato per implorare le mie scuse, ti colpirò con tutte le mie forze!» s’infiammò, mostrando il pugno a pochi centimetri dal viso del ragazzo.

«Ino, non accadrà mai.» ridacchiò il ragazzo con il codino, scuotendo la testa. Davvero Ino era convinta che lui si sarebbe persino prostrato per chiederle scusa? Ma soprattutto, davvero era convinta che Wataru non fosse dell’altra sponda?

Mentre Shikamaru rideva, Ino gli si avvicinò con fare piuttosto provocante. Il giovane si bloccò di scatto, incapace di dire o fare qualunque cosa. I loro nasi quasi si sfioravano e lui poteva sentire il respiro caldo della ragazza sulla sua pelle.

«Ridi, ridi… non riderai più quando domani, o persino stasera, mi vedrai uscire con lui, tenendoci per mano.» soffiò la ragazza, fulminandolo con gli occhi. Detto questo si voltò di scatto, colpendo uno Shikamaru imbambolato con la lunga chioma bionda e allontanandosi di corsa.

 

Il cadetto Nara rimase qualche secondo a fissare il vuoto, paralizzato. Improvvisamente, da dietro le aiuole che costeggiavano la strada, balzarono fuori i ragazzi, ridendo e scambiandosi delle gomitate complici.

«Chi era quello che era convinto che non avrebbe mai trascorso la vita con lei?» abbaiò Kiba, tirando una forte pacca sulla schiena dell’amico. «A giudicare dal rigonfiamento dabbasso direi che qualcun altro non è del tuo stesso parere…» disse, facendo scoppiare gli altri in un a grassa risata.

Ma se gli uomini esprimevano poeticamente il reciproco compiacimento per la faccia completamente assente del Nara, il quale aveva dimenticato come si parlava, le ragazze avevano ascoltato il discorso di Ino e la stavano seguendo, curiose di imparare dalla maestra di seduzione le mosse più utili per abbordare il nuovo arrivato.

La bionda si era fermata, cominciando a camminare tranquillamente, per evitare di arrivare davanti all’uomo della sua vita paonazza in viso per la corsa e con il fiatone.

Lo intravide davanti al fruttivendolo, mentre con una grazia che nessun uomo terreno poteva avere chiedeva a Bonou-san un casco di banane.

«Ehi, tu!» gridò, senza pensarci due volte, facendo in modo che tutte le persone che si trovavano lì intorno la guardassero come fosse pazza.

Completamente nascoste dietro un lampione, le tre ragazze si batterono una mano contro la fronte.

 

«Iniziamo bene…» sospirò Tenten, subito zittita da Sakura: «Zitta! Vuoi che ci scopra?»

Hinata si guardò intorno rassegnata, chiedendosi come Sakura potesse pensare che Ino non le avrebbe mai viste dietro un lampione.

Esattamente alla loro destra, mimetizzandosi con delle foglie attaccate ai vestiti, i ragazzi spiavano Ino, bramosi di sapere chi tra i due sposi avesse ragione.

«Tu credi che Ino…?» tentò Naruto, subito colpito da una gomitata violenta di Kiba.

«Idiota! È ovvio che abbia ragione Shikamaru!»

«Certo che è davvero un ragazzo giovanile…» commentò Rock Lee, assottigliando gli occhi per mettere meglio a fuoco Wataru.

Quattro pugni lo colpirono in testa.

«Psst!» furono richiamati dalla voce di Tenten. «Dove avete lasciato Shikamaru?»

«È così sicuro di aver ragione che non ha voluto venire…» rispose Choji, sorridendo eloquentemente a Tenten, subito ricambiato.

«Ora basta! Glielo sta chiedendo!»

 

«Dicevi a me?» le domandò Wataru, avvicinandosi ad Ino e tenendo ben stretto il sacchetto con le banane. La ragazza notò che nella sua voce c’era qualcosa di strano.

Cacciò in gola un boccone amaro e tirò fuori tutto il suo charme: «Sì! Sei nuovo, vero? Come ti chiami?» gli domandò, guardandolo dritto negli occhi quasi tentasse di ipnotizzarlo.

«Wataru Shikomoto. Estasiato di fare la tua conoscenza.» le porse la mano libera dal sacchetto e gliela strinse con dolcezza, come se non volesse farle del male. Poi sorrise, scoprendo una serie di denti bianchissimi: «E qual è il tuo?».  Le gambe di Ino tremarono alla vista di tanta bellezza tutta insieme.

 

«Che stretta da gay…» disse Neji, nello stesso momento in cui le ragazze sospirarono, portandosi una mano al cuore.

 

«I-Ino Yamanaka.» rispose, dopo un lieve tentennamento iniziale. Non poteva permettersi di fallire. «Sono la figlia dei fiorai Yamanaka, hai presente? Quelli proprio a cento metri da qui…» indicò con grazia un’insegna di legno avanti a loro, arricciandosi i capelli intorno ad un dito.

 

«La mossa dei capelli… è spacciato! Nessuno le resiste quando fa la mossa dei capelli!» esultò Sakura, ridacchiando.

«Dio quant’è bella.» sussurrò Kiba, chiudendo la bocca che si era spalancata alla vista della “mossa dei capelli”.

 

«Oh, Ino. Un nome davvero delizioso.» sorrise ancora, carezzandole la ciocca di capelli che la giovane stava torturandosi. «Lasciali stare, sono così belli e morbidi…» disse, senza un minimo di imbarazzo.

Ino sentì improvvisamente caldo sulle guance e se le coprì con le mani, radiosa.

«Come sei galante… non sono abituata a tanti complimenti…» ciacolò civettuola.

 

«Awww… siamo sicure sia davvero un essere umano?» mormorò Tenten, completamente presa dai modi di fare del ragazzo.

«Brutto gay.» gracchiò Neji.

«Neji, è la terza volta che lo dici di tua spontanea volontà… non è che sei geloso anche tu?» domandò Tenten, facendogli l’occhiolino.

Lo Hyuuga si voltò di scatto, mascherando il rossore.

 

 

«Una come te dovrebbe essere avvezza a complimenti di questo genere, invece…» Wataru le carezzò una guancia, guardandola dritto negli occhi. Non sembrava provare il minimo imbarazzo nel flirtare così apertamente con lei.

«Ma quanto sei dolce…» rispose Ino, tutta un sorriso. «Mi piacerebbe che ci vedessimo spesso, ora che so che persona meravigliosa sei…»

«Perché no? Che ne dici se ci vediamo stasera? Potremmo fare una passeggiata e conoscerci meglio… Ci troviamo qui alle sette.» propose Wataru.

Ino annuì, essendo quella l’unica cosa che era in grado di fare ancora.

I due si salutarono con un casto bacio sulla guancia e, quando Wataru si fu allontanato, Ino si voltò, ancora incredula.

 

«L’ha fatto!» gridò Sakura, battendo il cinque con Tenten. Le due guardarono i ragazzo e fecero loro la linguaccia.

Kiba, Neji e Naruto, ancora scioccati, non riuscirono a replicare. La loro mascella toccava terra: Shikamaru aveva sbagliato! Quel tizio non  era gay!

 

«Ehi, voi!» urlò Ino, rabbuiandosi subito. «Cosa ci facevate lì? Non mi stavate spiando, vero?»

 

«Presto! Immersione!» gridò Naruto, e tutti gli uomini si tuffarono nei cespugli, scappando via.

 

«Tsk! Uomini…» scosse la testa Ino, sospirando. Riprese subito il buonumore, sapendo di aver vinto contro Shikamaru.

«Gli sbatterò in faccia la verità!» gridò, cominciando a correre nella direzione dove aveva lasciato Shikamaru.

 

Il Nara nel frattempo era riuscito a riacquistare completa padronanza del proprio corpo e si era sdraiato su una panchina ad osservare il cielo.

Il suo udito sopraffino intercettò il suono di un cinghiale in corsa e capì subito che era Ino che stava correndo verso di lui.

«Probabilmente per scusarsi.» pensò Shikamaru, sorridendo nella mente.

 Tuttavia, quando la ragazza fu davanti a lui, capì dal suo sguardo che non era chiaramente lì per scusarsi.

«Sei fortunato che ti rimanga ancora una certezza nella vita, dato che non hai sempre ragione.» iniziò, misteriosa. Un senso di compiacimento la illuminava.

«Che intendi dire?»

«Beh, signor so-tutto-io, Wataru non è gay. È anzi una persona meravigliosa che ha accettato di uscire con me stasera.»

La mascella di Shikamaru parve quasi cadere. «Certo. Tu sei famosa per uscire con gay: Sai, Wataru… voglio proprio vedere…» tentò di mantenere autocontrollo, cercando di non palesare il proprio stupore.

«Non ci credi? Avanti, stasera mi accompagnerai all’appuntamento e vedrai con i tuoi occhi. E io ti sfotterò tutta la sera.»

«Va bene. Così sarà ancora più imbarazzante per te vedere la litigata che farà con il suo ragazzo perché vuole uscire con un’amica

 

Quella sera, alle sei e cinquantatrè minuti, Ino si precipitò fuori da casa sua, facendo svolazzare il vestitino striminzito che aveva indosso, dove già l’aspettava Shikamaru, psicologicamente pronto per scoppiare nella risata più grassa della sua vita.

Alla vista di Ino si chiese perché le ragazze dovessero sempre vestirsi in modo provocante al primo appuntamento: che bisogno c’era di insinuare nelle menti di quei poveri ragazzi pensieri perversi, quando magari loro desideravano solo una serata tranquilla?

Si diede dello stupido e rise silenziosamente.

«Che ti ridi?» lo fulminò Ino, portando le braccia alla vita e tirando ancora di più l’abitino intorno al seno, tanto che uno dei bottoni che aveva il compito (inutile) di coprire la scollatura fu sul punto di saltare via.

«È perché sei vestita come una… preferisco non dirlo.»

Ino si sistemò appena l’abito, allungandolo sotto il sedere, poi si portò una mano alle tempie. «La tua stupidità mi fa venire mal di testa: è un vestito splendido, questo. È uno di quelli vedo-non vedo.» rispose con professionalità, cominciando a camminare in direzione del luogo nel quale doveva trovarsi con Wataru.

«No, Ino. È un vedo-vedo anche troppo!» sbraitò il ragazzo, incrociando le braccia al petto e sbuffando.

«Ma sta’ zitto!»

Quando giunsero davanti al fruttivendolo, Ino vide Wataru arrivare incontro a loro con un grande sorriso stampato in viso.

«È troppo alto per te.» commentò Shikamaru, imbronciato. Era davvero un bel ragazzo, quel Wataru.

La ragazza saltellò dalla gioia, allargando le braccia per salutarlo. Il vestito salì poco sopra il sedere e a Shikamaru ebbe una panoramica piuttosto dettagliata delle mutandine di Ino.

«Ino, copriti, santo cielo!» s’infervorò, afferrando il fondo del vestito e tirandolo in basso. «Ti si vede tutto!»

«È questo il punto, genio!» esclamò la ragazza, tirandogli uno schiaffo sulle mani. «È sexy. E seduce.»

Il ragazzo era sul punto di replicare con qualche parolina colorita, quando (purtroppo) Wataru li raggiunse.

«Ciao, Ino! E ciao anche a te!» salutò il biondo. «Purtroppo non so il tuo nome, sono arrivato da poco…» si giustificò, sempre sorridente. «Sei il ragazzo di Ino?»

«No!!!» negarono all’unisono i due, guardandosi con ribrezzo.

«Oh. Bene.» disse Wataru, guardando intensamente Shikamaru, il quale sentì un brivido gelato attraversagli la schiena.

Ino, sentendosi lasciata in disparte, si mise tra i due. «Andiamo?» domandò, allegra e seducente.

«Sì, sì, aspetta solo un attimo che sto aspettando un amico perché mi porti una cosa che ho lasciato da lui ieri.»

«Oh. D’accordo…»  annuì Ino. La serata non stava andando come si era prospettata: Wataru non era rimasto a bocca aperta dal vestito, non si era ingelosito nel vedere Shikamaru con lei e non le era ancora saltato addosso.

E lei si sentiva un candelabro tra Wataru e Shikamaru.

C’era qualcosa di incredibilmente sbagliato in quella situazione.

Lanciò un’occhiata al Nara, che ricambiò con uno sguardo terrorizzato, quasi richiedesse aiuto.

Il silenzio innaturale che si era venuto a creare tra i tre si ruppe quando Wataru sospirò illuminandosi come il sole nel vedere correre verso di lui Sai.

«Hai lasciato questi da me, scemotto…» gli disse Sai, una volta raggiunti, porgendogli un paio di boxer attillati neri.

«Come farei senza di te…» sospirò il biondo prendendo i boxer con grazia e lanciando all’altro ragazzo uno sguardo dolce e affettuoso.

«Oh, come farei io.» sottolineò Sai.

Ino non poteva credere ai suoi occhi: Wataru era gay… e stava con Sai! Si sentì svenire.

Shikamaru non poteva credere ai suoi occhi: Wataru era gay… e ci stava provando con lui! Si sentì svenire.

«D’accordo, ti lascio alla tua uscita! Ciao! Ciao Ino, ciao Shikamaru!» Sai si congedò tornando indietro.

Wataru lo guardò da dietro per qualche secondo, poi tornò a concentrarsi su Shikamaru.

«Allora, andiamo?» si rivolse a Ino, non battendo ciglio alla vista del suo abito succinto.

Ino, presa dal panico, non fu capace di fare altro che prendere Shikamaru e, tiratolo per il colletto verso di lei, baciarlo.

Il giovane Nara, sentendosi strozzare per poi ricevere un bacio dalla ragazza con la quale stava litigando da quando l’aveva conosciuta, fece l’unica cosa logica che poteva essere fatta: chiuse gli occhi e ricambiò.

Quando si allontanarono, l’uno più incredulo dell’altra, Wataru li guardò con odio: «Ma voi mi avevate detto di non stare insieme.» sbottò, con quasi le lacrime agli occhi, guardando Shikamaru con un’espressione da cagnolino bastonato.

«Ehm… scherzone!» rise Ino, isterica, prendendo Shikamaru per un braccio e scappando via, lasciando il povero Wataru solo con il cuore spezzato per aver perso l’uomo più affascinante che avesse mai incontrato, dopo Sai.

 

«Mio Dio, mio Dio...» continuava a ripetere Ino, come una pazza, camminando lungo un sentiero che aveva preso per scappare dalla situazione imbarazzante creatasi con Wataru.

«Ino, calmati! Te l’avevo detto, io. Ma tu non mi ascolti mai…» le rinfacciò Shikamaru, ancora intontito dal bacio ricevuto e dalla foga con cui era stato trascinato via.

«Tu… tu… odioso… schifoso…» balbettò la ragazza, furente, cominciando a colpirlo con tutta la forza che aveva. «Potevo ricondurlo sulla retta via se non fossi venuto con me!» gridò, tirandogli un cazzotto sul naso.

«Ino, cazzo!» la fermò il ragazzo, prendendola per il polso. «È stata una tua idea!» erano pericolosamente vicini. «Anche quella di baciarmi.» sussurrò, chiudendo gli occhi e avvicinando le proprie labbra contro quelle di Ino.

Ricevette solo uno schiaffo.

«Come ti permetti! Non eri tu quello a dire che non avresti mai passato il resto della tua vita con me?» ridacchiò, con riacquistata malizia. «Se mi baci ora, sarò tua per sempre.» e sporse le labbra, in atto di sfida.

Shikamaru rimase imbambolato a guardarla: le cose non stavano andando come voleva lui. Non pensava che lei si sarebbe fatta avanti, a ricercare il bacio che avrebbe suggellato la sua prigionia. «Che?!» esclamò, incredulo. «È uno scherzo, vero? Tu non vuoi davvero stare con me.»

Ino tornò seria e fissò lo sguardo su di lui: «Sappi anche che se mi rifiuti ora, non mi avrai mai più.» affermò.

Il ragazzo scosse la testa, incredulo: «Ma cosa stai dicendo? Da quando vuoi me? Fino a cinque minuti fa scalpitavi per quello là!» la prese per le spalle, scuotendola, tentando di farle tornare il buonsenso, nonostante nel profondo sperasse che le parole di Ino corrispondessero al vero.

La Yamanaka non batté ciglio, restando impassibile. Shikamaru indietreggiò vedendo la sua determinazione.

«Non ci credi?!» sbottò Ino.

«Per niente.»

La ragazza lo afferrò per un braccio e glielo girò dietro la schiena. «Ti odio. Stupido di un Nara.» sibilò, tirandogli una ginocchiata in mezzo alle gambe, lasciandolo poi andare.

«Ora ci credi?» domandò, adirata.

«Forse…» mormorò, tenendosi stretto la parte lesa. «Ma c’era bisogno di castrarmi? In questo modo ci perdi anche tu, sai?» le lanciò un’occhiata eloquente, tirandosi in piedi.

Ino arrossì, più dalla rabbia rinnovata che dall’imbarazzo, forse, e corse contro di lui, per dargli il colpo di grazia. Fu bloccata prontamente dalle mani del ragazzo che, scese a cingere i fianchi, l’attirarono a sé con violenza.

«Ora baciami, scema.» disse il ragazzo. E Ino obbedì.

 

«Quindi è davvero… no, non ci credo…» si lamentò Tenten, completamente distrutta dal racconto di Ino, abbracciandola.

Dietro di lei, Kiba parò il palmo della mano davanti a Neji, aspettando che il ragazzo battesse un cinque complice, ma ciò che ricevette fu un pugno sul naso.

«Grazie, amico.» ruggì.

«Ma… e la nostra luna di miele?» domandò Sakura a se stessa, guardando il vuoto paralizzata. «Che ne sarà della Terra dell’Acqua…» quasi piangeva.

«Sakura-chan, mi sacrificherò per te!»

«Andrai tu in crociera con Wataru, Naruto? Da quando hai cambiato sponda?» rise Kiba, tirando un pacca sulla spalla dell’amico.

«Ti ammazzo!» gridò Naruto, colpendo Kiba nello stomaco.

«Ragazzi! Basta!» Choji si parò tra loro, da paciere. «Dopotutto Shikamaru l’aveva detto, ragazze. Di che vi stupite? Lui ha sempre ragione…»

«Già… a volte è così seccante avere sempre ragione.» disse Shikamaru, come rassegnato e al tempo stesso seccato dalla sua posizione di so-tutto-io.

«Oh, ma di una cosa il nostro Nara si è profondamente sbagliato…» ridacchiò Tenten, guardando Sakura e Hinata con aria da superiore.

«Cosa sai che io non so.» proferì Kiba, stupito. «Io so tutte le novità di Konoha, pettegolezzi compresi.» fece finta di non vedere gli sguardi divertiti che si scambiavano i suoi amici. «Parla, donna!»

«Beh… ieri, mentre Hinata, Sakura ed io, spiavam… ehm, controllavamo che l’appuntamento di Ino filasse liscio come l’olio… abbiamo avuto l’occasione di vedere qualcosa che ti distruggerà, Shikamaru.»

«Oh, no…» fu l’unico commento che fuoriuscì dalle labbra del Nara.

«Shikamaru ed Ino si sono baciati! Tante volte!» gridò Sakura, eccitata.

«E io ho dimostrato che Shikamaru non ha sempre ragione, demolendogli entrambe le certezze: lui finirà i suoi giorni con me, e ne sarà felice.» fulminò Shikamaru con lo sguardo, aspettandosi un assenso.

«Sì, padrona.» fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima di essere assordato dalle risate di tutti.

 

E vissero tutti felici e contenti fino alla fine dei loro giorni.

 

 

 

«Mi ha lasciato lì, capisci?» singhiozzò Wataru, svestendosi sul letto di Sai, mentre l’amante lo aspettava già sotto le coperte.

«Sì, che atto di cafoneria…» sospirò Sai, più interessato al fondoschiena del giovane che a ciò che stava dicendo.

Wataru si voltò verso di lui. «È ingiusto!»

«… fortuna che non hai un  pene piccolo come Naruto.» disse Sai, interrompendolo.

«Oh. Sciocchino.»

 

Anche Wataru, dopotutto.

 

 

Ebbene sì, lo ammetto, fa schifo.

Il mio piccolo e lievemente (?) stupido contributo per il White Midnight! Sono un genio (?) della comicità (???) e me lo dico da sola.

Un piccolo spazio per ringraziare la mitica zia che come al solito mi ha seguito nel cammino tortuoso di questa fic, soprattutto dandomi l’idea!

 

Dedicata a tutte le MB che, come me, adorano Ino e Shikamaru comici e che sperano di non dover mai innamorarsi di uno come Wataru.

Akami

 

P.S. Mi raccomando, leggete anche le altre! *-*
P.P.S. Sì, Neji usa il balsamo alla camomilla. Ecco svelato il suo segreto, donne. Ora potrete tutte avere capelli morbidi e setosi come i suoi.

Questa storia non vuole offendere nessuno. Non ho nulla contro gli omosessuali e non voglio che qualcuno si offenda leggendo questa fanfiction. La storia è stata scritta soltanto al fine di intrattenere, non vuole essere una presa in giro nei confronti di nessuno.

 

   
 
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