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Autore: MillyMalfoy    22/09/2009    4 recensioni
Quando il destino si impunta non vi è nulla che possiamo fare per fermarne il corso. Scritta per celebrare uno degli amori più puri: quello di ShikaIno. White Midnight per sempre!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Se mi avessero detto che la pioggia avrebbe cambiato per l’eternità la mia vita, non sarei mai più uscito di casa senza prima aver ascoltato le previsioni del tempo

La mia tempesta perfetta

 

 

 

 

Se mi avessero detto che la pioggia avrebbe cambiato per l’eternità la mia vita, non sarei mai più uscito di casa senza prima aver ascoltato le previsioni del tempo.

Ma la vita è sempre imprevedibile, ed è proprio per questo che vale la pena viverla: ogni giorno fino in fondo.

Mi chiamo Shikamaru Nara, e questa è la storia di come imparai a non dimenticare mai l’ombrello a casa.

Voi mi avrete sicuramente visto, incontrato in qualche storia, in qualche racconto.
Avrete sicuramente avuto un’amica che vi avrà narrato di me disperata: di quel ragazzo svogliato, di quel tipico ragazzo trasandato e disimpegnato che sembra vivere su un altro pianeta, quel tipo di  ragazzo estremamente intelligente, ma pigro che vorreste cambiare a tutti i costi e fare innamorare follemente di voi, ma che non potete perché lui non si cambia…

 

 

Se mi avessero detto che i soldi spesi dalla parrucchiera sarebbero andati gettati al vento, avrei avuto una crisi di nervi abbastanza eccessiva, ed è proprio per questo che il futuro è un grande mistero, perché altrimenti chi avrebbe voglia di viverlo?

Mi chiamo Ino Yamanaka e questa è la storia di come capii che avrei dimenticato per sempre a casa l’ombrello a casa.

Voi mi avete sicuramente vista e invidiata, vista e amata.

Sono la tipica ragazza che non passa mai inosservata, sempre elegante, dai lunghi capelli biondi, i grandi occhi azzurri e un corpo da mozzare il fiato. Sono la tipica ragazza che ogni ragazzo vorrebbe frequentare, l’amica con cui nessuna ragazza vorrebbe uscire, la più carina della classe, se non della scuola…

 

 

Avevo una vita tranquilla, non vi era eccitazione, né caos, solo calma e pigrizia. Ero un semplice tecnico di computer che lavora sottopagato per una multinazionale di telefonia mobile. Una madre che mi lavava e stirava i vestiti, un piccolo appartamento che condividevo con il mio migliore amico Choji, e un quoziente intellettivo sopra la media in grado di salvarmi da ogni genere di impegno e seccatura. Non vi era nessuno più bravo di me a scappare da doveri e contrattempi. La fatica non è di questo mondo, per lo meno non per me...

E non vi è fatica peggiore di dover sopportare una ragazza…

 

 

Ho fatto la mia prima pubblicità all’età di cinque anni, e sono una modella da quasi quindici. Sono quel tipo di ragazza sempre solare e piena di impegni e amici.

Specialmente uomini, perché gli uomini sono tutti stupidi… puoi sempre rigirarli come vuoi, basta un sorriso ben tirato e una minigonna corta oltre il limite dell’immaginazione.

La mia famiglia è benestante e ho viaggiato abbastanza da sapere come gira il mondo e  per aver imparato che posso ottenere quello che voglio in questa vita, senza nemmeno dover faticare particolarmente.

Sono bella, simpatica e intelligente, ma soprattutto sono l’unica padrona della mia vita…

 

 

Poi un giorno Choji mi trascinò in una stupida festa di paese, voleva presentarmi l’amore della sua vita, e come potevo dire di no al mio migliore amico?

Così lo seguii e incominciai a girare perso per le vie di quel minuscolo borgo, nulla m’interessava realmente e nulla lo avrebbe fatto, se non fosse incominciato a piovere….

 

 

La peggiore tempesta della mia vita.

Io dovevo semplicemente sorridere dall’alto del palco e assecondare i deliri di un presentatore troppo stanco e ubriaco. L’ennesima inutile e monotona festa di paese, dove non succede mai nulla di diverso, di animato. Eppure quel pomeriggio qualcosa accadde, perché ad un tratto il cielo si rabbuiò e improvvisamente incominciò a piovere, e io, perfettamente pettinata e truccata, non potevo bagnarmi, ero troppo carina….sarebbe stata una tragedia troppo grande, così…

 

 

Cosa credi di fare?” chiese seccato Shikamaru guardando contrariato la furia bionda che si era riparata sotto il suo ombrello. Sotto il quale c’era già lui, tante grazie.

“Proteggermi dalla pioggia!” esclamò serena Ino, controllando di avere i capelli ancora ben piastrati. Sbuffò.

“E scusa a chi avresti chiesto il permesso di infilarti sotto il mio ombrello?” continuava imperterrito Shikamaru, pur seguendo con lo sguardo  celato i movimenti della ragazza.

“Io non ho bisogno del permesso di nessuno!” rispose irrispettosa alzando le spalle lei, mostrandogli la lingua.

“Allora credo che ti bagnerai!” rispose lui allontanando l’ombrello dalla testa di lei, che appena incominciò a sentire le fredde gocce bagnarle la pelle iniziò ad urlare furiosa: “SEI SCEMO, O COSA?” mentre con i pugni gli batteva sul braccio.

Ok, ok…ho capito, ma smettila di picchiarmi!” disse lui riportando l’ombrello sulla testa di entrambi.

“Tanto smetterà in fretta questa pioggia,no?” asserì lui, più per sua speranza che verità.

“Non lo so, il cielo è così bianco che potrebbe piovere per sempre!” rispose lei con lo sguardo rivolta verso l’alto.

Quello fu il primo momento da quando le si era avvicinata in cui Shikamaru si concesse il lusso di osservarla. I capelli le cadevano lungo il collo, così lungo e bianco. Avrebbe voluto leccarlo… no, no Shikamaru Nara! Il ragazzo cercò di riprendere quel poco di controllo che aveva sui suoi pensieri e sospirò: “Non può piovere per sempre!” .

“Tu cosa ne sai, sei un meteorologo?” chiese lei inviperita, e Ino Yamanaka aveva sempre ragione!

“No, ma a differenza tua sono un genio!” sbottò a sua volta Shikamaru, infilando la mano libera nella tasca e sperando vivamente che la pioggia smettesse al più presto.

Era di certo la ragazza più carina che avesse mai visto, ma anche la più snervante e seccante… ma in fin dei conti non lo erano tutte?

“Sarai anche un genio, ma l’intensità della pioggia sta aumentando e io ho le scarpe aperte, quindi credo che sia meglio spostarci almeno sotto le tettoie dei negozi” disse lei osservandosi attorno: la piazza era diventata deserta in poco tempo, il palco coperto d’acqua, tutti i presenti assembrati sotto le tettoie dei negozi e loro due soli, stretti sotto un minuscolo ombrello vicino ad un albero.

“No, forse dovremmo dirci addio e io dovrei dirigermi verso la mia macchina!” ribatté lui,  parlando più a se stesso che a lei.

“Così mi abbandoneresti sotto la pioggia?” chiese sconvolta lei. Nessun ragazzo aveva mai disdegnato la sua presenza, il suo stretto contatto, ma a lui sembrava scivolare addosso la frizione che i loro due corpi erano costretti a mantenere per non bagnarsi.

“Potrei, sarebbe sicuramente molto divertente, e oltretutto una volta terminata la pioggia potrebbero cambiare il programma della sera e nominarti Miss maglietta bagnata…” rispose lui sogghignando.

“Sei un porco bastardo!” gridò lei picchiandogli la spalla per la seconda volta, e lui colto alla sprovvista si sbilanciò rischiando di cadere, ma con un rapido movimento riuscì a mantenersi saldo in piedi. Il problema fu che questo movimento lo portò a tirarsi dietro l’ombrello, e fu così che per la seconda volta lei fu bagnata dalla pioggia e che lui venne etichettato come deficiente.

“Ora andiamo sotto le tettoie e mi dai l’ombrello in modo che se hai intenzione di cadere o ucciderti, io per lo meno non venga bagnata!” spiegò lei trascinandolo per il braccio sotto le tettoie.

“Mi spieghi perché hai così paura dell’acqua, strana ragazza senza nome?” chiese lui mentre suo malgrado la seguiva, per poi aggiungere “capisco che tu non sia molto avvezza a lavarti, ma è un abitudine che dovresti approfondire!”.

Questa volta la gomitata della ragazza raggiunse le costole di lui, che lanciò un gemito di dolore e lasciò andare la presa sull’ombrello che lei prontamente afferrò sussurrando un “finalmente” che irritò ancora di più il ragazzo che intento a massaggiarsi la zona dolente mugugnò: “Non c’è arma più terribile che la verità”.

“Solo perché non hai ancora assaggiato il mio famoso calcio nei maroni!” rispose lei determinata.

Lui sorrise: quella ragazza era davvero una seccatura, ma per lo meno non era stupida.

Dopo qualche – a suo parere sempre troppo poco – attimo di silenzio, la voce della ragazza si rifece sentire: “Odio queste feste di paese, ma devo pur pagare anche io i conti” esclamò, parlando più con se stessa che con il ragazzo al suo fianco.

“La prima e sicuramente ultima cosa su cui siamo d’accordo: anche io odio queste stupide fiere di paese!” concordò Shikamaru di tutto cuore.

“Grandina!” esclamò lei ignorando l’ultima provocazione del ragazzo, che osservando i chicchi di ghiaccio scendere rapidi sul terreno esclamò: “Mendokuse!”.

“Io o la pioggia?” chiese lei sconcertata.

“Entrambe!” rispose lui, che non si sarebbe mai lasciato scappare l’occasione di punzecchiarla.

“Non mi conosci nemmeno!” protestò lei.

E meno male!” rispose lui.

“Io ti piacerei” ribatté lei con estrema sicurezza.

“Non credo” rispose lui con altrettanta ostinazione.

“Ti sbagli, tu mi ameresti…tutti mi amano!” si impuntò lei.

“Tutti, meno che io!” rispose ancora una volta lui.

“…Infatti tu sei uno stupido” rispose sempre più indispettita lei.

e tu una seccatura” rispose lui.

“E tu, tu…” aveva incominciato lei, ma una macchina passò davanti a loro calpestando una pozzanghera e sollevando un’onda di acqua sporca. Shikamaru si girò afferrandola per la vita e stringendola a sé, per proteggerla.

Una volta passata la macchina, lui si ritrovò i pantaloni zuppi di fango e acqua e lei avvinghiata al suo collo.

Poi sentì quel profumo che lo paralizzò, non aveva mai odorato nulla di più delicato e intrigante, sensuale e inebriante. Le annusò i capelli senza rendersene conto, ma Ino lo fece e arrossì, per poi allontanarsi delicatamente da lui e incontrare gli occhi di lui incontrarne gli occhi, improvvisamente, illogicamente, sbarrati dalla sorpresa e liquidi per il desiderio.

“Accompagnami alla macchina” gli ordinò lei con un filo di voce.

Lui per la prima volta in quella giornata non rispose, non disse nulla, le afferrò semplicemente il braccio e si lasciò indicare la strada….

 

 

 

Salve a tutti, mi chiamo Shikamaru Nara e oggi sono l’uomo più felice del mondo, sono l’uomo che sposerà l’amore della sua vita e che vivrà un’intera esistenza con l’unica donna che l’abbia amato senza volerlo cambiare, che l’abbia capito senza volerlo lasciare.

Un giorno di pioggia ci siamo incontrati e in un altro giorno di pioggia ci sposiamo. Sono l’uomo che ama e che non avrà mai noia e tranquillità al suo fianco, ma che non vede l’ora di passare ogni notte in bianco con lei, di vederla varcare la soglia di questa grande chiesa con indosso il vestito più candido del mondo, che non vede l’ora di poter uscire insieme a lei e stringerla a sé sotto questa feroce pioggia. Perché lei è stata la mia tempesta perfetta.

 

 

 

 

 

Ecco qui, scritto di fretta e furia, senza nemmeno una grande ispirazione, quindi chiedo umilmente scusa, ma dovevo celebrare anche io questo grande amore...ShikaIno is Love…e che ogni giorno sia uno ShikaIno day!

  
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