CIAO A
TUTTI!
QUESTA FF CHE STO SCRIVENDO NON SO BENE COSA SIA E DOVE MI PORTERA', SO
SOLTANTO CHE MI FRULLAVA PER LA TESTA E PERCIO' HO DECISO DI PROVARE A
SCRIVERLA.
I CAPITOLI SARANNO BREVI, LO DICO PER AVVISARVI PERCHE' MOLTI
AMANO I
CAPITOLI LUNGHI MA NON CREDO DI AVERE IL TEMPO DI SCRIVERE MOLTO TUTTI
I
GIORNI.
GLI AGGIORNAMENTI SARANNO GIORNALIERI, AL MASSIMO OGNI DUE GIORNI.
MI RACCOMANDO RECENSITE ED ESPRIMETE LA VOSTRA OPINIONE SIA ESSA
POSITIVA O
NEGATIVA.
ED ORA ECCO A VOI IL PRIMO CAPITOLO.
Anche quell'anno gli studenti di Hogwarts erano quasi tutti tornati a
casa per
le vacanze di Natale, così il castello si era spopolato e i
corridoi vuoti si
presentavano tetri e silenziosi.
Solo lo scalpitio delle suola delle scarpe di due ragazzi che correvano
rovinava la lugubre sensazione di un brivido lungo la schiena.
"Maledizione! Possibile che nessuno li abbia invitati per le
vacanze?" si domandò Severus.
I due ragazzi voltarono l'angolo di corsa e si scontrarono con il
professore di
Pozioni, rovinando tutti e tre per terra.
"Signor Potter e signor Paciock!" si adirò Piton "Nonostante
sia
periodo di vacanza nessuno vi autorizza a considerare Hogwarts come il
vostro
personale parco dei divertimenti!".
"Ci scusi professore" disse Harry frettolosamente rialzandosi, mentre
Neville, a bocca aperta, non riusciva a proferire parola.
"Esiste un motivo che giustifichi il vostro comportamento o stavate
correndo per sfizio?" domandò Piton.
Neville, ancora a terra, si fece piccolo. Non aveva alcuna intenzione
di dare
spiegazioni al suo professore. Avrebbe dovuto confessare azioni che
già si
pentiva di aver compiuto, ovvero: essere uscito dal dormitorio durante
le
ultime tre notti, essere andato nella Foresta proibita, e aver rubato
erbe
dalle serre della scuola. E tutto ciò lo aveva fatto assieme
all'unica persona
che il professore, sempre secondo Neville, avrebbe volentieri ucciso,
cioè
Harry Potter. No, ucciso non lo avrebbe mai ucciso. Ma
chissà quante cose
terribili aveva fatto il suo imponente e autoritario professore quando
ancora
era un Mangiamorte!
Neville
ingoiò le sue ansie, quando la
risposta di Harry lo fece irrigidire ancora di più
:"Corriamo per
sfizio!".
"Insolente!" sbraitò Piton "Non le bastava mettersi nei guai
da
solo, vero? Doveva coinvolgere anche un altro studente!".
Poi voltandosi verso Neville, che nel frattempo si era rialzato,
continuò:
"Il preside sarà informato!".
"E di cosa? Stavamo solo correndo!" disse Harry, ma le sue parole si
persero nell'aria e, se anche arrivarono al professore, quest'ultimo
non le
considerò degne di una risposta, e dando le spalle ai due
Grifondoro se ne
andò.
Neville si sentiva in imbarazzo per il suo poco coraggio, del resto era
un
Grifondoro, e rivolgendosi all'amico disse: "Forse abbiamo sbagliato a
non
dirgli niente!".
Harry non credette alle sue orecchie: "Ma stai scherzando! Ci farebbe
espellere
in un secondo!".
"Allora dovremmo dirlo a Silente!" continuò Neville.
"Secondo te dovrei andare a dirgli che io non voglio la
responsabilità che
spetta al Prescelto! Che forse si sbagliano e io non sono l'unica
persona che
possa uccidere Voldemort!" disse Harry.
"Ci prenderebbero per pazzi e non ci ascolterebbero! Ma forse dovremmo
avvisare Hermione e Ron delle novità!" tentò
Neville.
"No, lasciamo che trascorrano un Natale sereno. Del resto non dobbiamo
fare niente di pericoloso!" si giustificò Harry.
"Dobbiamo solo contattare una persona, che non è del tutto
una persona e
che è molto difficile da uccidere e che ha ucciso decine o
forse centinaia di
persone e chiedergli se può uccidere Voldemort al tuo
posto!" riassunse
tutto d'un fiato Neville.
"Già, detto così non è un
granché! Però sappiamo che per la parte che
è
una persona è buono, e
che aiuta le
persone che si trovano in difficoltà!" spiegò
Harry, ma Neville non
sembrava del tutto convinto.
"Lo so, contattare un vampiro può essere pericoloso ma,
Neville, questo
vampiro ha un'anima! Ci siamo già informati abbastanza,
Angelus non esiste più,
ora c'è soltanto Angel e io credo che ci
aiuterà!" disse Harry mentre
Neville sorrideva debolmente all'amico, e in cuor suo sperava che i
vampiri non
avessero i canini molto affilati.