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Autore: SkyIsBlueck    23/09/2009    6 recensioni
Missing moment della mia ff "Un incontro fortunato". Per tutte quelle che si sono chieste come avessero fatto Nick e Kim a tornare insieme.
Dalla storia: "Non fa più male. Non fa più male. Non fa più male. Non fa più male. Cazzo, fa malissimo invece."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nick e Kim'
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Snow

 

Nevica

-Splendida, c’è da pagare l’affitto!- urla Jen dalla cucina-studio

-Splendida, non ho un centesimo- le faccio il verso allacciandomi le scarpe

-Da quando hai mollato la rockstar i dindini scarseggiano eh?- mi sfotte la mia BFF

-Vaffanculo- Sorrido affacciandomi nella stanza. Non fa più male.

Non fa più male. Non fa più male. Non fa più male. Cazzo, fa malissimo invece.

-Esco, devo fare delle fotocopie- la informo prendendo la borsa

-Copiona- è la sentenza di Jen. Lei è il lato intelligente della coppia, gli appunti se li prende personalmente –Fanne anche per me già che ci sei- ecco, appunto.

Rieccomi qua. Mi presento, per chi fosse nuovo di questi paraggi.

Mi chiamo Kimberly, ho quasi vent’anni, sono una matricola al Brooks college, a Los Angeles, divido un appartamento con la mia BFF nonché compagna di studi Jennifer (“divido” ancora per poco visto che, tanto per fare qualcosa, siamo indietro con l’affitto), guido una 500 fuxia dono del mio ex ragazzo per i miei Sweet 16 (che ci volete fare... ne ha di soldi da spendere lui!), e sono l’ex fidanzata di Nicholas Jonas (ve l’avevo detto che i soldi ce l’ha!).

Si, proprio quel Nicholas Jonas.

Quello che vi fa sbavare (lui o uno dei suoi fratelli), quello di cui sapete a memoria tutte le canzoni e spiate ogni mossa su “Cioè”, “People”, “E! News” o quel che è.

E se proprio volete farvi i fatti miei (impiccione!) sono stata io a lasciarlo.

Troppo gelosi entrambi, troppo forte la differenza di stile di vita, troppo forte la distanza quando lui parte per i suoi fantavolanti tour mondiali, troppo tempo dietro alla sua vita da star, rischiando di perdere la mia migliore amica, senza la quale non vivrei. E non scherzo.

Sono passati circa tre anni da quando ci siamo lasciati, e credo di aver pianto tanto da risanare tutte le risorse idriche del terzo mondo.

E ancora mi fa male ripensarci.

Certo, adesso vederlo in tv, o sentirlo alla radio non mi crea problemi, ma quando viene nominato senza preavviso come poco fa... è come un pugno nella pancia, forte, che ti mozza il fiato e ti fa venire gli occhi lucidi.

Cerco di non darlo a vedere, sono sempre stata una discreta attrice per mia fortuna, ma fa male. Oh, se fa male.

E mentre sono persa nel filosofico bilancio del mio passato, mi accorgo di essere arrivata davanti alla cartoleria, ma di aver dimenticato gli appunti da fotocopiare a casa. Merda!

Intanto che fotocopi l’aria, ricordati che se torni a casa senza la cena ti lascio a dormire sul pianerottolo =P” mi informa un messaggio di Jen. E ti pareva! Sono pure a piedi oggi! “facciamo due passi, dai! è una così bella giornata per essere dicembre! Eppoi ci sono già gli addobbi di Natale in giro...” e brava Kim, adesso ti voglio vedere a tacchinare (=camminare) fino al supermercato in...dieci minuti??? OhGesùGiuseppeMariaETuttiISantiAiutatemiVoi!!!!! Ho solo dieci minuti per arrivare al market e fare spesa prima che chiuda?? Nuao!

Comincio a correre precipitarmi verso la mia “agoniata meta”, ma girando l’angolo di corsa sbatto violentemente contro qualcuno proveniente dalla parte opposta alla mia, rischiando di compromettere il mio già imbarazzantemente precario equilibrio.

-Scusascusascusanonl’hofattoapposta!!!!!- mi giustifico velocemente, pensando invece “Guardare dove vai no eh? Sono di fretta io!!!!

-...Kimberly...?- Yes, I am. E tu che ne sai? E io perchè conosco la tua voce?

-...Nicholas...?- Oddio, non può essere...dimmi che sei il sosia che credevo di aver incontrato all’ospedale...

-Kim...quanto tempo. Sei bellissima, sai?- tu di più. Sei più bello di come ricordavo anche nei miei sogni migliori.

-Grazie...anche tu. Come stai?- cerco di essere gentile.

-Una favola!- esclama senza convinzione. –Non è vero, va da schifo da circa tre anni. E lo sai.- Si, lo so. E anche a me va da schifo da circa tre anni, ma non posso farci niente.

-Beh è stato bello averti...incontrato.- Scontrato semmai...- Ora scusa ma sono di fretta- cerco di svicolare, eppoi non è neanche una bugia.

-Ti accompagno- non è una domanda. Fa scattare l’antifurto della sua Mustang, dalla quale era appena sceso. È la stessa che aveva l’ultima volta.

-La 500 non c’è più?- si informa mettendo in moto

-Passeggiata- borbotto. Non gli dirò che per più di un anno non sono entrata in garage per non vederla, perchè mi ricordava troppo lui, non gli dirò che c’è ancora una sua impronta di scarpa, fatta un giorno qualunque, che è diventato speciale perchè passato con lui. Non gli dirò quanto mi costa essere qui, nella sua macchina, impregnata del suo profumo. Lo stesso che c’è su quella famosa felpa che non gli ho mai restituito, e che tengo come una reliquia.

-Destinazione?- chiede

-Qualunque alimentari ancora aperto- rispondo telegrafica. Fammi.scendere.da.questa.macchina. Per favore.

-Arrivati- mi informa dopo pochi minuti. –Ti aspetto qui- lo so. Lo faceva anche quando stavamo insieme, per evitare le orde di fan.

-Come prima- mi lascio sfuggire

-Come sempre- lo sento correggermi mentre chiudo la portiera.

Faccio la spesa il più in fretta possibile, spintonata dalle tante casalinghe dell’ultimo minuto, ed esco fuori. Vedere la sua auto lì, come una volta, mi stringe lo stomaco. E vorrei lasciare le buste a terra e scappare lontano, correre più veloce dei miei ricordi, per riuscire finalmente a non soffrire.

Invece cammino fino alla sua auto, carico le buste nel portabagagli, pieno di scatole, buste, strumenti e cartacce. Neanche questo è cambiato.

Salgo in auto, lo informo dell’indirizzo. Si mostra sorpreso ma non troppo, che non abbia preso alloggio al campus. –Me lo ricordo...- afferma, riferendosi a quando pianificavo il nostro futuro, e puntualizzavo di volere un appartamento fuori dal campus, per poterci incontrare più facilmente.

Guida al margine dei limiti, con abilità, canticchiando le canzoni che passano a radio KIIS, tamburellando con le dita sul volante, a tempo.

Cerco qualcosa che sia cambiato in quella macchina, nel suo viso perfetto, nelle sue abitudini di guida...qualcosa, qualsiasi cosa capace di convincermi che non c’è più posto per me nella sua vita, che non c’è posto per lui nella mia... Ma è rimasto tutto uguale: la ruga sulla fronte quando deve eseguire una manovra complicata, l’unghia del pollice destro leggermente più mordicchiata da una parte, segno che deve scrivere nuove canzoni ma non ha ispirazione, uno dei bottoni sul colletto della camicia lasciato slacciato “Perchè fa più figo”, come aveva sapientemente spiegato Joe...era rimasto tutto immutato, purtroppo e per fortuna.

Scendo dall’auto, lascio la spesa davanti alla porta, suonando il campanello e riscendendo le scale prima che Jen abbia tempo di apparire sul pianerottolo.

È ancora lì, proprio dove lo avevo lasciato, accanto all’auto, appoggiato alla portiera del passeggero, le mani in tasca, le gambe incrociate, la destra davanti.

-Ti inviterei ad entrare- non è vero- ma dentro è un disastro- questo è vero –abbiamo fatto l’albero da poco- bugia –e ci sono ancora le scatole degli addobbi in giro- verità.

-Ricordi il natale che abbiamo passato insieme?- mi chiede. Ovvio, come potrei dimenticarlo? Ricordo ogni.singolo.momento passato con lui.

-Frankie voleva la neve, come in New Jersey, e Kevin cercava di convincerlo che in California non ha mai nevicato- sorrido, tralasciando volontariamente il “noi” del discorso.

-E tu ed io che decoravamo quell’albero immenso- tu ed io. Non noi. È incredibile come una semplice parola possa ferire

-Tu ed io...- sussurro senza accorgermene.

-Suona male, vero?- sorride tristemente –anche a me piaceva di più quando eravamo “noi”.- già...non sai quanto...

Sai perchè ero in città?- chiede, cambiando discorso. Faccio segno di no con la testa, preferisco non parlare, non so come potrebbe risultare la mia voce.

Sono venuto a cercarti. Ho pensato che tre anni fossero abbastanza per dimenticarti, invece mi sono ritrovato a pensarti ogni giorno di più. E ho provato a lasciarti stare, ti giuro che c’ho provato davvero! Ma ogni...volta che incontravo una ragazza, c’era qualcosa che mi ricordava te. “questa ha i capelli come i suoi, questa ha la R moscia come lei, anche a questa quando ride si forma una specie di ruga sotto l’occhio...” ero venuto a vedere come te la cavavi, se eri riuscita dove io avevo fallito. Ero venuto a vedere se nella tua vita c’era ancora posto per me.- confessa guardandomi negli occhi. Distolgo lo sguardo, ho bisogno di assimilare la notizia. Nick mi alza il mento con due dita, costringendomi a guardarlo.

-C’è posto per me?- chiede. –C’è posto per noi?-

-Non lo so- rispondo sinceramente, leggendo la delusione nei suoi occhi color cioccolato

-Io...non voglio, non voglio e non posso, soffrire di nuovo così tanto come negli ultimi tre anni. Ti giuro che vorrei con tutta me stessa poter cancellare questi giorni in cui sono stata senza di te...- vedo un barlume di speranza in fondo al suo sguardo –ma cosa succederà al prossimo tour? O la prossima volta che per fare la fidanzata della star dovrò rinunciare a qualcosa a cui tengo davvero? O quando mio cugino Zack mi verrà a trovare? E quando si organizzerà un’allegra rimpatriata con tutta la cucciolata Disney? Si rovinerebbe tutto di nuovo.-

-Non succederà. Io...sono disposto a tutto pur di non farlo succedere! Basta una tua parola, una sola, e sono fuori da tutto. Fuori dalla Disney, dalla band, dalla musica...mi sono diplomato, posso trovare un lavoro. Ma voglio te. Voglio te fino all’ultimo sguardo, all’ultimo istante, all’ultimo giorno che avrò**. Voglio te. Il resto non conta.- confessa tutto d’un fiato, e mi costa uno sforzo enorme trattenermi dal gettargli le braccia al collo, ma non posso permettergli di farmici credere, o peggio, di fare davvero quello che ha detto

-No...non dire così...non te lo chiederei mai, lo sai-

-Senti, tutti credono che la mia vita sia bella e facile, ma non è così.

Ho dovuto fare un sacco di rinunce per arrivare dove sono; ho rinunciato ad un’infanzia normale per Broadway, ho rinunciato alla scuola pubblica per i tour, ho rinunciato alla privacy per i fan...ma ho realizzato tutti i miei sogni di bambino, e fino a prima di conoscerti credevo di avere il mondo ai miei piedi, ed era fantastico. Ma adesso rinuncerei di nuovo a tutto per una vita normale con te. Non chiedo altro, solo un po’ di normalità. Vorrei uscire di casa senza la scorta; vorrei fare la spesa con te discutendo su cosa acquistare, invece di doverti aspettare in auto; vorrei passeggiare per mano con te senza che la notizia diventi di dominio pubblico; vorrei persino andare in un ristorante senza aver prenotato e sentirmi dire che non c’è posto, finendo a dividere un panino in due al parco...perchè è questo che fanno le persone normali. E io non posso farlo, a meno di non andare da qualche parte al centro della foresta amazzonica, o tra i ghiacci del polo Nord.- abbassa la testa quasi fosse una colpa.

Mi getto tra le sue braccia, in lacrime, rischiando di farci cadere a terra. Non avrei resistito un secondo di più senza sentire le sue labbra sulle mie. Lo stringo più forte che posso, non vorrei lasciarlo andare mai più.

Sento qualcosa di freddo, anzi ghiaccio che si posa sulla mia mano; non ci faccio caso finchè Nick si separa da me (con mio sommo disappunto) e alza lo sguardo verso il cielo, ormai nero. della sera.

-Nevica- sussurra, mentre piccoli fiocchi di neve si posano dispettosi tra i nostri capelli.

-Nevica- ripeto contro le sue labbra, riprendendo a baciarlo.

In California, com’era giusto che fosse, non aveva mai nevicato a memoria d’uomo. Ma da quel lontano giorno, due settimane prima di natale la neve ricopre con il suo manto candido tutta la città.

Angolo dell’autrice

*È pronta a decapitare chiunque le contesterà qualcosa* okok scherzo (ma non troppo), le critiche sono ben accette, anzi ci servono!!!! Però non siate troppo drastiche, perchè queste cinque paginette (quindi neanche tante) mi sono costate la bellezza di TRE pomeriggi, mentre al massimo ne uso uno e mezzo.

Potete facilmente immaginare quindi la fatica che si cela dietro questa missing moment, quindi... commentate per favoreeeee!!!!!

Questa storia non è scritta a fini di lucro, Nick Jonas appartiene esclusivamente a se stesso (se vinco al Superenalotto me lo compro, alla faccia vostra ha!!!!) e qualunque riferimento a cose, fatti o persone realmente esistenti è da considerarsi puramente casuale. Invece Jen e Kim sono mie creazioni.

**frase liberamente tratta da “Voglio te” di Antonello Venditti

   
 
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