Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: damaristich    23/09/2009    13 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lasciatemi non commentare la mia assenza dai dai daiJ.

 

Siccome sono mancata per un po’, vi faccio una breve ricapitolazione per farmi perdonare, però vi consiglio ugualmente di leggere la storia se ancora non l’avete fatto. E lo dico perché se no capirete poco e niente! Io mi sono appena emozionata nel leggerla ancora una volta… (e non badate ai primi capitoli, sono pieni di errori, che prima o poi correggerò!) Se conoscete bene la storia saltate tutta la seguente parte in corsivo:

 

Il sapore delle lacrime: riassunto capitoli 1-35

 

Edward ha lasciato Bella dopo il suo compleanno, ma non è completamente fuggito. E’ rimasto a osservare il dolore della sua amata da lontano. Dopo mille sofferenze i due si riuniscono. Bella ha sofferto moltissimo della separazione e non riesce a staccarsi  da lui neanche un attimo. L’unica volta che Edward l’ha abbandonata per andare a caccia è successo il patatrac! Bella viene rapita da un vampiro con strani poteri: è uno scudo potentissimo che blocca l’azione di ogni tipo di altro potere. Bella viene rinchiusa in Italia, in un sotterraneo, e rimane lì, subendo violenze sessuali dal suo rapitore (Lestat) e dal commissionario del rapimento, che si scopre essere Laurent. Grazie ai poteri di Lestat, i Cullen non riescono a vedere dove si trovi Bella nè cosa le sta accadendo ma riescono comunque a entrare in contatto con due spie inviate dagli organizzatori del rapimento, dalle quali comprendono che Bella si trova in Italia. Quindi, insieme al Clan di Denali si dirigono a Roma.

Ma, tumulti interni nel gruppo dei vampiri carcerieri, portano alla morte di Lestat. Finalmente Alice riesce a vedere dove si trova Bella. Tutti i vampiri avvertiti dell’arrivo dei Cullen, si preparano a combattere uscendo velocemente dalla casa. Laurent esce dalla camera di Bella appena prima di violentarla, lasciando la porta aperta con l’intenzione di rientrare ma gli vieni impedito da una chiamata urgente dei “ piani superiori”. Bella rimane a essere sorvegliata dalle altre guardie, le quali ignorano la porta aperta, vanno in aiuto dei loro simili nella battaglia contro Cullen/Denali. Bella, rimasta sola fugge. E’ notte fonda, e la città è lontana. Incontra un altro commissionario del rapimento cioè Victoria. Mentre lei la tortura picchiandola le rende più chiaro il quadro della situazione, conscia che l’avrebbe uccisa di lì a poco. Le spiega che i veri mandanti di tutto sono i Volturi, che l’hanno usata come esca per giungere ai Cullen e le fa credere che i Cullen sono morti. Bella è distrutta dal dolore e supplica la vampira di ucciderla ma COLPO DI SCENA! Arriva Edward che la salva mentre lei perde i sensi. Bella rimane incosciente fino al suo risveglio. Si trova a Denali, in una casa vicino a quella del Clan. Edward non sa niente dell’accaduto, ma Bella porta i segni fisici e psicologici delle violenze subite. Dopo un po’ riesce a raccontare al suo amato cosa è realmente accaduto in quella prigione. A questo punto, i Denali vogliono incontrarla, cosa accadrà?

Inizio capitolo 26: Buona lettura!

 

Ma il mio piano d’evasione venne troncato ancora una volta sul nascere dalla stretta di una fredda mano attorno al polso. Non mi serviva guardare il viso di Alice per vedere che grazie al suo dono,  mi aveva vista fuggire da quel salone  a gambe levate per mai più tornarci.

Presi un altro grosso respiro e girai completamente l’angolo, conscia che tutti i vampiri presenti, grazie all’udito particolarmente sviluppato, avevano di certo sentito l’incedere affannato del mio cuore e i miei passi incerti e zoppicanti da umana.

Tanya, la venere bionda dei miei incubi-ero certa fosse lei- se ne stava abbarbicata su un bracciolo del divano di casa, accanto ovviamente al mio Edward che era l’unico a non aver finto di non avermi udita arrivare. Quanto a me, dovevo avere uno sguardo alquanto deluso per via della loro vicinanza, perché vidi nei suoi occhi una scintilla di tristezza, eco della mia.

Ciò però non smorzò il suo entusiasmo. Edward si alzò fulmineo dal divano con un grosso sorriso luminoso stampato sul volto: era così radioso che parve illuminare tutta la stanza. Mi tese  dolcemente e con fare galante, una mano che io, nonostante la gelosia che mi infiammava la gola, afferrai come niente fosse.

Si schiarì la voce e con mio rammarico anche quel semplice suono apparve dolce e sensuale: tremai. Bruciante di gelosia. Non poteva darmi fastidio perfino questo! Ero da curare.

< Vi presento la mia fidanzata, Isabella > Disse Edward orgogliosamente, e la cosa non potè che riempirmi di una malcelata gioia. Tutti quanti si voltarono, smettendo di conversare tra loro.

< Piacere… di conoscervi > Sussurrai sommessamente alzando lo sguardo dal pavimento, e quando vidi che avevo l’attenzione di tutti addosso, sentii le guance avvampare: perfetto! Avevo fatto la figura della bambina timida, per di più umana, davanti a un gruppo di vampiri centenari.

< Oh che dolce! E’ arrossita >  Edward ridacchiò avvicinandomi ancora di più a sé con fare protettivo.

Ad aver parlato era una donna che stava abbracciata a un grosso vampiro dagli occhi d’oro. Mi accorsi che non solo Tanya, ma tutti loro irradiavano una bellezza inaudita, paragonabile a quella dei Cullen. La vampira si avvicinò a me lentamente, ed era chiaro che lo faceva in modo cauto, senza perdere l’innata eleganza che contraddistingueva quelli della sua specie: probabilmente era stata messa in guardia, sapeva che ero rimasta molto scossa dai recenti incontri con vampiri sconosciuti. Rabbrividii al solo pensiero. Mi tese la sua mano pallida ed io l’afferrai, ovviamente era gelida, ma liscissima.

< Piacere io sono Carmen, e lui.. > fece per indicare l’uomo da cui si era allontanata < è Eleazar > Aveva un viso rassicurante che scintillò di gioia quando mi vide sorriderle. Per un momento mi parve Alice, allegra e spensiera.

< e loro invece sono.. > Inizio a dire indicando con un ampio gesto della mano le altre due componenti della famiglia, ma non potè finire. di parlare che sopraggiunsero le dirette interessate: Tanya e un’altra vampira bellissima, dai folti capelli mori

< Io sono Tanya piacere > dunque avevo maledettamente ragione <  …e lei è Kate >

La vampira era più bella di quanto pensassi. Sentii un grosso peso gravarmi sul cuore all’idea che quell’essere perfetto fosse stato nudo davanti ad Edward con solo una trasparente camicia da notte a fingere di celare il suo corpo statuario. Come aveva potuto Edward, scegliere una umana goffa come me davanti a cotanta perfezione? Quasi non feci caso alla presentazione dell’altra vampira, Kate, a cui strinsi anche la mano. Continuavo a fissare Tanya, scioccata, assorbendo la perfezione del suo volto. Il suo viso era alla mia altezza, ma lo splendore che irradiava era folgorante.

 Sentii la mano di Edward stringere la mia con delicatezza mentre rassicurante, ne sfiorava con il pollice il dorso. Al suo gesto mi accorsi di tremare:

< Pia.. piacere mio > Sussurrai cercando di trattenere i fremiti.

In me sentivo aggrovigliarsi un mucchio di sentimenti: gelosia, tristezza e angoscia principalmente bruciavano all’altezza del cuore come tizzoni ardenti tanto che non riuscivo più a mantenere un filo di razionalità.

Perché un angelo come Edward stava ancora con me? Avrebbe dovuto abbandonarmi per stare con una al suo livello. Con una vampira bella e forte, come Tanya. Cosa potevo donargli io che non fossero problemi su problemi? Era palese, non ero abbastanza, non ero degna di quell’angelo la cui mano marmorea stringeva la mia. Mi si mozzò il respiro e a quel punto, sopraggiunse ancora una volta il terrore dell’abbandono. I ricordi della mancanza di Edward nella mia vita erano ancora vividi:

i mesi dopo il mio compleanno e le notti di prigionia mi passarono davanti agli occhi come terribili fotogrammi: il dolore lancinante nel petto ogni volta che pensavo a lui, l’aria che entrava nei polmoni ma che non mi dava vita, e le lacrime, fiumi di lacrime che non avevo neanche la forza di asciugare brillarono vivide davanti ai miei occhi, nei ricordi. Strinsi i denti, erano passati pochi attimi dal mio saluto a Tanya, eppure erano bastati a prendermi ed a gettarmi in un baratro buio. Sarei morta, se lui mi avesse abbandonata ancora una volta, la mia vita avrebbe perso ogni valore, per me l’universo sarebbe divenuto qualcosa di informe e vuoto, buio. Senza luce, senza gioia, Senza vita. Mi voltai verso Jasper, certa che stesse sondando il mio animo. Infatti lo vidi in un angolo, mano per mano con Alice che l’aveva raggiunto. Mi guardava con uno sguardo preoccupato, stringendo i denti per non farsi coinvolgere dai miei sentimenti, mentre Alice alternava lo sguardo tra me e lui, preoccupata anch’essa. Di certo Edward sentiva ciò che io provavo mediante Jasper e questo fece crescere in modo esponenziale la mia angoscia. Quando pensai di dover fuggire da quel luogo per evitare di scoppiare in lacrime davanti a tutti, vidi Alice scattare, insieme a Edward che, con finta naturalezza,  abbandonò la mia mano per cingermi con un braccio le spalle,. In realtà, ne ero convinta, cercava di non farmi fuggire. Alice aveva visto, Alice vedeva sempre.

A quel punto,  avvertii chiaramente come una nuvola di pace avvolgermi calmandomi: riconobbi il potere di Jasper su di me. Chiusi per un attimo gli occhi. Pochi altri attimi e non tremavo più. La vampira di nome Carmen parlò ancora facendo distogliere la mia attenzione della due splendide vampire che avevo davanti.

< Spero che la stanza sia di tuo gradimento > Le annuii convinta, cercando di non scoppiare a ridere per la sorte del povero letto. Il mio umore era cambiato radicalmente. Mai prima d’ora avevo avvertito il potere di Jasper così intensamente su di me.

< grazie, è veramente splendida! >  Le risposi sorridendo.

< Carmen dovresti vedere come hanno apprezzato quei due! > Tuonò Emmet. Ma prima che il mio sguardo potesse incenerirlo e il ringhio di Edward avvertirlo, continuò < Il letto è già andato! Si sono dati da fare i piccioncini! >

< EMMETT! > Un coro non proprio soave di voci lo ammonì rimbombando nel salone: io Esme Alice e Rosalie al suo fianco che gli aveva anche assestato un bel pugno sulla spalla, lo guardavamo in cagnesco mentre lui se ne stava immobile e accigliato: sembrava un cagnolino spaesato in formato armadio.

< Aia amore!! > Emmett, grande e grosso com’era si massaggiava il braccio. La cosa mi avrebbe fatta ridere se non avesse fatto, CIO’ CHE AVEVA APPENA FATTO.

< te lo sei meritato Emm! > gli rispose irosa Rosalie < Non puoi dire certe cose.. lasciagli la loro privacy no? Se gli piace essere “vivaci” in quel frangente chi siamo noi per… > La guardavo scioccata! Cosa diceva! Sentivo il mio viso avvampare ogni momento di più:

< Rosalie! Insomma! > Questa volta Edward esplose mentre lei lo guardava scioccata!

< Dai Ed, capisci cosa intendo, noi ne abbiamo demolite di case! > Edward si coprì gli occhi con una mano squotendo il capo.

< Si Rosalie, va bene… > Assentì arreso.

Nel mio piccolo però, tentai di difendermi. Non avevamo certo distrutto il letto per… insomma… atti impropri!

< Carmen.. i…io cioè. Noi non.. > chinai lo sguardo osservandomi i piedi < … non è che, ehm.. stavamo… non è stato per… > Balbettavo senza requie, e la mia arringa di scuse venne interrotta da una fragorosa risata: alzai il viso. Ridevano tutti quanti, perfino Carlisle, l’uomo, beh.. vampiro, più pacato del mondo si reggeva la pancia con una mano.

Mi voltai verso Edward stizzita, aspettandomi da lui un po’ di serietà e invece era lì, a cercare di tenersi una risata tra le labbra, che proruppe ugualmente quando lo guardai supplicante.

< Tesoro tranquilla > Mi disse dolce, ancora con residui di ilarità del tono, stringendomi a se. Incrociai le braccia.

< Scusami Carmen > La sua voce angelica vibrò in prossimità della mia testa < è stata colpa mia, l’ho rotto in uno scatto di rabbia, ma Alice ha già provveduto a prenderne un altro, arriverà domani.

< Ma tranquillo Edward, nessun problema >

< TUTTE SCUSE! > Ruggì Emmett ancora una volta. Oh! Ma era troppo! Questa volta fui io a scattare.

< Emmet! Finiscila > Silenzio generale. Mi guardarono tutti a bocca spalancata, evidentemente non si aspettavano una mia reazione dato che fino a quel momento avevo solo balbettato monosillabi incomprensibili. < non vorrei essere costretta a raccontare a Rosalie di certi siti salvati tra i tuoi preferiti sul pc >  Risi orgogliosa mentre tutti scoppiarono ancora una volta a ridere e il sibilo di Rosalie vibrò nella stanza.

< Emmett. Quali siti? >

< no Rosie… è che > Ma ancor più bello fu vedere Rosalie che si congedava stringendo per il gomito Emmett, che grande e grosso la seguiva docile cercando di dare spiegazioni, mentre lei lo guidava fuori dal salone.

Una risata trillò per la stanza, era di Tanya, sussultai, quando rideva era ancora più bella. Maledizione. MALEDIZIONE! “aiuto Jasper” Pensai tra me gettando uno sguardo fugace verso di lui:

< ti stimo Isabella! > Mi disse Tanya raggiante:

< Bella > Risposi automaticamente ancora scioccata perché mi rivolgeva la parola. Mi sorrise. Perché era cosi stupenda!! Perché!

< Bella. > Ammiccò < Nessuna aveva mai messo in riga il caro Emmett in quel modo! Bravissima >

< oh beh > risposi intimidita < Grazie.. >

Sentii le labbra di Edward posarsi sui miei capelli:

< E’ anche per questo che la amo immensamente >

Ok, i criceti nella mia testa erano svenuti. Mi sentivo le guance in fiamme.

< Edward, cosi la imbarazzi! > Esme,era sempre amorevole, proprio una mamma. Le sorrisi e lei mi restituì il gesto, dolce come sempre.

< Allora tesoro, come ti senti oggi? > Ci interruppe Carlisle, chiaramente per stemperare la tensione.

< Mi sento meglio, grazie Carlisle, sono solo beh.. solo  un po’ stanca > In effetti stare in piedi non giovava per niente alla mia constola malconcia.

< Vieni > Edward mi condusse sul grande divano facendomi accomodare sulle sue gambe, mi appoggiai automaticamente al suo petto.

< E’ normale, se senti qualche dolore più forte dillo a me o ad Edward, ci sono gli antidolorifici, li ho presi per te >

< ok, grazie Carlisle >  Ero certa non ne avrei usufruito. Probabilmente Edward sarebbe impazzito d’ansia se gli avessi detto: sento dolore! Non faceva che chiedermi continuamente della costola, del polso, della testa. Se non l’avesse fatto con tanto amore avrei sicuramente sbottato ad ogni sua richiesta! Ma era Edward, e l’amavo con tutta me stessa.

< Tesoro la vuoi una fetta di torta? > Annuii vigorosamente a Esme che sorrise radiosa. Come rifiutare un suo dolce?

 Dopo pochi secondi avevo tra le mani un piattino con una fetta gigante di torta al cioccolato ricoperta da una montagna di panna.  Di certo i vampiri non avevano  beh chiaro il concetto di porzione di cibo, ma in quel frangente non mi dispiacque.Senza far caso a ciò che avevo intorno immersi il cucchiaino in quel capolavoro e lo indirizzai verso la bocca, ma lo strano silenzio che avevo intorno mi fece alzare lo sguardo.

Con il cucchiaino a mezz’aria guardai i vampiri che avevo intorno: mi fissavano tutti quanti. Alternai lo sguardo sui loro visi imbarazzata.

< Ehm… vi da fastidio che mangio io.. posso andare… di là >  Probabilmente veniva fame anche a loro, e non mi andava di essere appetibile ai loro occhi, erano pur sempre vampiri!

< No amore… > Edward mi accarezzò dolcemente una guancia. Eleazar interruppe la sua spiegazione.

< Ci dispiace di averti messa in imbarazzo, vedi, nonostante siamo vegetariani, lo siamo da meno tempo e per noi risulta ancora complesso vivere a stretto contatto con gli umani, ed era molto che non vedevano qualcuno mangiare cibo, perdona la nostra invadenza >

< oh… > sussultai < Ok, no, voglio dire,  non c’è problema, pensavo che la cosa vi facesse… insomma.. venir fame, per questo io… ecco… > Tutti quanti risero e sentii Edward baciarmi la spalla e sussurrarmi un dolce “ti amo” che fece andare in corto il mio sistema nervoso. Quando finirono di ridere Tanya parlò con la sua voce sensuale che mi irritò non poco, infatti vidi Jasper sussultare e di conseguenza Edward prese a accarezzarmi un fianco. Dolce, protettivo.

< No cara, non sei appetibile per noi, non che tu abbia un cattivo odore.. >

< Tanya! > Vidi sussurrare Carmen.

< No tranquilli, intendevo che, probabilmente se un pensiero del genere venisse in mente a qualcuno di noi Edward ci farebbe fuori in un istante > Lui sghignazzò.

< Quanto meno, la porterei molto lontano da voi. > Sorrisi.

< Comunque.. Bella > Mi voltai verso Tanya che mi indicava < La tua torta sta…> Ossrvai il cucchiaino che grondava panne e lo portai al volo alle labbra. Wow. Chiusi gli occhi assaporandone il gusto.

< Buonissima Esme >

Mentre tutti discorrevano tranquillamente delle novità, della vita a Denali, di pettegolezzi sui vari clan di vampiri in giro per il mondo,io finii di gustarmi la torta di Esme, eppoi rimasi abbracciata ad Edward, a godere delle sue carezze, e dei sui baci, rubandogliene di tanto in tanto uno sulle labbra perfette, sulle quali le mie si modellavano. Dopo un po’ mi ritrovai a guardare fuori dalla grande vetrata. Si affacciava sul giardino. Il cielo era completamente bianco.  Nevicava abbondantemente e ciò rendeva il paesaggio simile ad un mondo fatato. Tutti intorno alla casa, gli alberi erano ricoperti da una spessa coltre di neve argentea e brillante e perfino i piccolissimi rami, grazie probabilmente all’assenza di vento, ne ospitavano su di loro vari centimetri. Tutta quella neve era caduta in poche ore. Non per caso, ci trovavamo in Alaska. Osservavo il paesaggio incantata, rapita da tanta bellezza. I discorsi dei vampiri erano diventati un brusio di sottofondo, basso e ovattato. Edward mi fece riscuotere dall’atmosfera idilliaca in cui mi trovano, parlandomi all’orecchio:

< Amore vuoi uscire fuori? > Gli sorrisi raggiante.

< Lo sapevo > Disse contento Edward per poi rivolgersi agli altri. < Scusate, noi usciamo un po’ fuori, faccio vedere a Bella quanto è stupendo qui intorno >

< Certo caro! Andate! > Ci disse Carmen. Prima che però potessi alzarmi dalle sue gambe Edward mi prese in braccio.

< Edward mettimi giù > Sussurrai arrossendo.

< Che fai amore, ora ti vergogni di me, uh? > Sillabò lentamente vicino al mio orecchio facendomi salire i brividi.

< uhm, io.. io… > Pigolai e lo vidi sorridere. Mi accucciai sul suo petto. Mi sentivo protetta, mi sentivo felice, era quello il mio posto.

< Edward, ci sono cappotto, sciarpa e cappello poggiati sul letto di bella >

< QUALE? IL LETTO CHE AVETE SFONDATO? > la voce di Emmett sopraggiunse dall’altra stanza e Edward scosse il viso senza badarci. L’esclamazione venne seguita da un “Aia! Rosy cavolo!!! Hai colpito sul punto di prima!” “ sta zitto Emmett” Ridemmo tutti. L’angoscia di prima pareva un ricordo stando tra le braccia del mio angelo protettore.

< Grazie Alice > Fece Edward scotendo la testa.

 

 

E tra le sue braccia ci incamminammo su per le scale, verso la camera… dal letto sfondato.

Edward mi depositò delicatamente sulla poltroncina, accucciandosi ai miei piedi, con i gomiti poggiati sulle ginocchia, mi osservava e io deviavo puntualmente il suo sguardo.

< uhm uhm… dobbiamo fare un discorsetto io e la piccola qui presente > Mi canzonò. Non potei fare a meno di sorridere. Quando mi chiamava piccola le mie labbra si tendevano automaticamente in un sorriso. Gettai uno sguardo al suo viso: gli occhi d’oro stillavano una dolcezza disarmante. E le labbra rosate erano… no! Ferma. Non guardare le labbra! Distolsi lo sguardo e  mi morsi il labbro per nascondere l’atroce desiderio di lui.  Sentivo il cuore in gola, così, di colpo, come raramente era successo.

< ah! Ti ho vista sorridere > Il mio sorriso si allargò completamente, fui incapace di trattenerlo. Fortuna che non aveva letto il desiderio nei miei occhi. Il bruciante bisogno che avevo di sentire la sua pelle gelida sulla mia calda mi lacerava. Mi strinsi le ginocchia al petto.

< piccola? > Lo guardai, e questa volta, inevitabilmente, mi persi.

Annegai nei suoi occhi con un groppo alla gola che mi tolse il fiato. Era così, perfetto che avrei voluto piangere, e ridere, e gridare. I capelli erano splendenti, ogni piccolo frammento della sua pelle mi emozionava, mi chiamava, mi invitava a accarezzarlo, a baciarlo. Avrei voluto parlare, ma cosa c’era da dire? Era davanti a me, in tutto il suo splendore eterno. Di colpo la brama di lui divenne veramente troppo forte. Era così intensa che faceva male. Mi tesi, verso di lui, con le mani tremanti.

< Bella… Amore > Edward mi guardava con uno sguardo sorpreso, gli occhi spalancati, lo sopracciglia arcuate, le labbra appena aperte. I miei occhi ne registravano la bellezza ma non riuscivano a comprenderla completamente

< Amore… > Soffocai le sue parole accarezzandogli le labbra: e una scossa di pura elettricità mi fece tremare. Lo sfioravo e non riuscivo a parlare. Lasciavo  solo scorrere le mani lungo il suo viso. Estasiata, perché c’era così tanto che, le parole divenivano solo suoni superflui.

< piccola… stai tremando.. > Ero incantata dalla sua voce, dalla sinuosità delle sue labbra. Tutto quello era troppo, troppo per poter essere assorbito.

< Ehi… > le sue mani mi strinsero dolcemente i polsi e il mio cuore si fermò,  singhiozzando un battito dopo l’altro mentre, occhi negli occhi, sentii una lacrima scendermi sulla guancia.

< Edward io… > volevo spiegargli cosa sentissi, quanta confusione avvertivo. Volevo, dare un senso a ogni sensazione, ma non riuscivo a trovare le parole per descriverle

< ti amo così tanto che… guardarti mi toglie il respiro. > Sussurrai. < Non riesco a ragionare, non riesco a pensare, è semplicemente, Troppo. Non riesco.. non riesco a… >

Ma lui, senza dire una parola, mi circondò con le sue braccia, forse aveva capito, forse in minima parte sentiva ciò che sentivo io. In piccola parte. Edward mi cullava, dolcemente, senza dire una parola. Quanto a me respiravo rapita il suo profumo. E nel profondo, sentivo la brama crescere. Il bisogno di lui mi strappava via ogni forza. Mai! Mai come quel momento l’avevo desiderato così tanto. Sentivo il cuore battermi nel petto. Rimbombare. E l’udiva chiaramente anche lui.

 Dopo un tempo che parve infinito lo sentii sussurrarmi all’orecchio

< Amore, ho bisogno di parlare con te, da solo. Vuoi ancora uscire? Ti terrò in braccio, non ti stancherai > Sorrisi posandogli un bacio sul collo, dove il mio capo si era rifugiato.

< Usciamo > Assentii.

 

 

To be continued

 

 

 

 

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: damaristich