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Autore: Florence    24/09/2009    10 recensioni
Sei come una cometa perduta, che è passata alta nel cielo incendiando la mia vita e concedendomi di conoscere il vero amore. Poi sei andato via e non tornerai più. *** La tua orbita non era ellittica: la tua luce si è persa nell’eternità. La mia si è spenta con te. *** Forse ho sbagliato e l’orbita percorsa dalla tua anima pura è tornata da me, come una cometa che torna a brillare nel cielo, quando ormai la sua luce si credeva spenta per sempre... *Questa storia si è classificata prima al contest "Edward & Bella" indetto da Malia85 sul forum Oblivion Malia*
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cometa by Florence

Questa fanfiction si è classificata prima al Contest a tema
"Oblivion Best Fanfiction Contest - Edward & Bella"
indetto da Malia85 sul forum:


Oblivion

 

Quattromilatrecentocinquantasette giorni, ventidue ore, quarantaquattro minuti e sedici secondi.

Tutto questo tempo senza di te...

Sei come una cometa perduta, che è passata alta nel cielo incendiando la mia vita e concedendomi di conoscere il vero amore. Poi sei andato via e non tornerai più.

A me resta solo l’atroce dolore di saperti parte della mia nuova natura, che non potrò mai condividere con te, che eri l’unico a dare un senso a tutto questo.

La tua orbita non era ellittica: la tua luce si è persa nell’eternità. La mia si è spenta con te.

 

Un nuovo ciclo, senza di te.

Una nuova casa, nuove identità; una nuova scuola sotto al cielo piovoso delle Highlands scozzesi.

Europa: per cambiare un po’. Perché qua riesco ad essere più lontana da te e dal tuo onnipresente ricordo che mi strazia l’anima e riduce a brandelli quel poco che resta di una coscienza perduta e destinata a sanguinare per l’eternità.

Senza di te.

 

***

Sono passati mesi, da quando siamo qua ed io posso vedere dall’esterno quel che siamo, con gli stessi occhi di un tempo: cinque ragazzi bellissimi e solitari. Un’intera scuola che ci guarda, ci ammira. Ci teme.

Piccole anime adolescenti che non sanno ancora cosa sia amare e morire.

Ogni giorno la stessa farsa. Lezioni inutili e noiose. Parlottio denso di pettegolezzi velenosi sul nostro conto. Una caccia che ha senso solo per sopravvivere, mentre io vorrei solo seguire la tua sorte e addormentarmi per sempre. Ogni giorno la nostra sfilata dalle aule alla sala della mensa: belli, imbronciati e solitari.

Ogni giorno...

 

Poi, d’un tratto, un odore dolcissimo e irresistibile che entra dalle mie narici dentro di me e mi sconvolge la mente e il corpo: d’un tratto non sono più in una dimensione staccata da quella vera. D’un tratto sono tornata alla realtà di una piccola scuola di provincia e qualcosa turba la mia immobilità.

D’un tratto so cosa significhi ardere per una sete incontrollabile e feroce...

 

-E quello chi è?-, serro le mascelle, mi aggrappo al tavolo in formica, attendendo l’ingresso della mia Sirena crudele e inattesa. Lo sento, sento che si avvicina... non un altro passo, ragazzo, oppure…

-Che ti prende, Bella?-, mi fratello posa la sua mano sulla mia spalla: sento che sto tremando sotto il suo tocco immobile. Lo sente anche lui e mi guarda aggrottando le sopracciglia. Tenta di calmarmi, inutilmente. Sono refrattaria al suo aiuto.

-I tuoi occhi…! Portala fuori di qui, veloce!-, sussurra agitata mia sorella e mi sento afferrare di peso da Emmett, che simulando uno scherzo tra fratelli, mi trascina fuori, nel cortile.

A dividermi dal sangue di quel ragazzo c’è solo il vetro sottile delle finestre della mensa. Sono chiuse e quell’odore intenso e indescrivibile non può arrivare fin qua. Inspiro una, due volte, profondamente, con gli occhi chiusi.

L’aria fresca e umida, odorosa di muschio e pioggia mista a catrame dell’asfalto del piazzale della scuola cancella dalla mia memoria olfattiva il suo odore, quell’odore che mi ha colpita come…

-Bella, va tutto bene?-, mi domanda Emm, abbassandosi alla mia altezza e posando entrambe le mani sulle mie spalle. Non oso guardarlo: quello che è successo è stato… imperdonabile.

Guardo oltre i vetri, nella sala della mensa, cerco lo sguardo di Alice, annaspo tra volti anonimi invano, cercando di capire cosa mi è accaduto solo pochi istanti prima ma… d’un tratto rivedo quel volto che è impresso a fuoco nella mia anima ferita, lo so, lo sento…

E’ lui… E’ tornato…

-Bella?-, Emmett mi scrolla tra le sue mani come se fossi un pupazzo, ma io…

-Bella… Era un... cantante?-, chiede soltanto ed io, senza distogliere gli occhi dall’immagine impacciata del nuovo ragazzo, che sto fissando imbambolata e che ho scambiato per un angelo che non c’è più, annuisco, rapita e, stranamente, euforica e pudica. Che scema che sono stata. Per un istante ho pensato che fosse lui…

Ma lui non tornerà…

Emm, con la grazia di un elefante, mi scompiglia i capelli, sballottandomi qua e là: ride, lui, mentre io…

-Ricordati che non te lo puoi bere, intesi?-, mi spiega, come potrebbe fare ad un cane che cerca di addomesticare. Lo fulmino con il mio sguardo e, lui lo sa, il mio sguardo può ferire.

Deglutisco, come se fosse possibile per me sentirne davvero la necessità: eppure, sì, io sento la necessità di far scorrere qualcosa in gola. Qualcosa di caldo, di dolce, di denso e pulsante. Qualcosa che plachi la sete che brucia nella mia carne e mi faccia provare quella sensazione incommensurabile e irripetibile che so che proverei.

-Non lo berrò…-, mormoro piano, cercando altra aria, perdendomi nei lineamenti misteriosi eppur familiari di quel ragazzetto appena arrivato al liceo. Ha i capelli scompigliati, credo siano rossicci e le lentiggini sul naso.

Come diavolo fa ad avere le lentiggini qua, dove il sole non batte mai?

Poi mi sovvengono le voci che circolavano nelle settimane passate: il ragazzo viene dall’America, da New York. E’ solo, perché la sua famiglia non si interessa di lui. L’hanno messo al mondo con l’unico scopo di lasciarlo solo al suo destino.

Si avvicina ad un tavolo solitario, si siede, urta con lo zaino un compagno alle sue spalle, chiede scusa infilando una mano nei suoi capelli rossi, imbarazzato.

Capelli rossi… una fitta squarcia il mio petto e l’aria svanisce via.

-Sai… hai la stessa faccia che aveva… lui…-, Emm mi sorride dolce, ma io non posso fare a meno di fulminarlo con lo sguardo assassino.

Non ha pronunciato il suo nome, ma lo ha ugualmente riportato a galla nei ricordi dolorosi e cattivi.

-Lui se n’è andato-, dico soltanto e, inspirando quanta più aria possibile, decido che devo affrontare i miei spettri e rientrare nella sala affollata.

 

Mi rivedo piccola e fragile, in un altro luogo, in un altro tempo.

Quando ancora ero Isabella Swan.

Quando ancora ero viva e il mio più grande sogno doveva ancora iniziare e terminare, come il passaggio di una cometa solitaria.

Quando ancora dovevo incontrare il vampiro di cui ho preso il posto tra i Cullen e che mi ha tolto l’anima.

 

Mi muovo sospesa in una dimensione parallela, fatta di ricordi e immagini che non riesco ad afferrare e trattenere per me.

Vedo una giovane ragazza impacciata e vergognosa.

Vedo una lugubre giornata di pioggia e un gruppo di Dei, che sfilano davanti alla ragazza e vanno a riunirsi attorno ad un tavolo, fingendo di pranzare.

Vedo il viso meraviglioso e terribile di quel ragazzo così strano, sento l’eco del cuore della ragazza, che ha smesso di battere assieme a lui, e il fruscio del sangue che affluisce alle sue guance, che diventano di porpora.

Mi rivedo sola e spaurita, mentre lui, lui…

 

-Va meglio, sorellina?-, da quando lui non c’è più, anche Rosalie mi vuole bene. Si è abituata all’idea di avere in casa una vampira bella quanto lei. Forse di più.

La verità è che ho perso l’anima, l’amore e tutto quello per cui valeva la pena vivere, in cambio di una vuota eternità in un corpo meraviglioso e invidiabile.

La verità è che ho perso lui…

Maledizione…

-Vorresti piangere, eh?-, un bisbiglio che mi compatisce, al mio orecchio.

-Che diavolo vuoi, Jazz?-, mi rialzo immediatamente dalla sedia accanto a loro: meglio andare ad affrontare i miei spettri che non lasciare che mi commiserino.

Il ragazzo dai capelli rossicci si volta verso di me, sostiene il mio sguardo per un istante, poi abbassa quegli occhi verdi come smeraldi e incassa la testa tra le spalle, sospirando. Scuote impercettibilmente il capo e riprende a punzecchiare la pizza nel suo piatto con una forchetta di plastica.

Devo avvicinarmi a lui.

Voglio avvicinarmi a lui.

Guardarlo, sentire ancora quel profumo irresistibile e ardere per la sete che il suo sangue agita nella mia carne.

Voglio farlo perché è la stessa sete che ha sofferto lui...

 

Il rosso si alza, si avvicina al banco della frutta, il suo sguardo mi sfiora appena, come se avesse paura di ferirsi. Il suo odore torna prepotente alle mie narici.

Mi sforzo di non respirare.

E’ come una calamita ed io sono pericolosa.

Molto assetata e molto pericolosa.

Ci sono i miei fratelli a proteggerlo. Lo so io e lo sanno loro.

E’ una sfida, la mia, contro le cicatrici che il tempo non ha portato via dal mio cuore.

Solo capendo quello che lui ha passato, forse io potrò tornare a respirare e vivere…

 

Sei stato mandato per mettermi alla prova, non è vero, ragazzino?

Per farmi patire ancora le fiamme della mia trasformazione? Per far sì che sconti i miei peccati bruciando ancora, come allora?

 

Il dolore più grande, però, non è stato quello.

Non sono stati i miliardi di aghi incandescenti conficcati nella mia pelle, dentro la mia testa, negli occhi e sul cuore, no… Non è stato il fuoco liquido che ha percorso le mie vene e le arterie, bruciando la carne e rendendola sterile alla vita, no… E neanche l’attimo in cui il mio cuore ha accelerato impazzito e poi, di colpo, si è fermato, è commensurabile con quello che ho patito quando ho realizzato che lui…

 

Ti sono parsa anche io così fragile e appetitosa, amore mio? Sei stato anche tu consumato come me dalla sete che gratta maligna sulla gola e fa sputare fiotti e fiotti di veleno amaro come la bile? Hai guardato anche tu, per la prima volta, i miei occhi spauriti e hai pensato quanto fossi indifesa e patetica?

Hai osservato con interesse la mia giugulare pulsante, immaginando quanto delicato fosse il mio collo, come sto facendo io, avvicinandomi, passo dopo passo a questo ragazzino che ti somiglia così tanto?

Se tu fossi stato umano…

Finora non sono mai stata capace di immaginarti fragile e indifeso… mortale…

Di che colore avevi gli occhi, amore mio? Non me l’hai mai saputo dire ed io…

 

Il ragazzino dall’odore appetitoso e irresistibile mi guarda di nuovo, arrossendo: occhi verdi che affogano nel nero senza fine lasciato dall’esplosione della mia anima. Una supernova di dolore che ha portato via ogni traccia di umanità in me.

Mi guardi, piccolo umano ignaro del pericolo che si sta avvicinando a te?

Cosa vedi? Una ragazza bellissima e splendente? Una ragazza che vorresti portarti a letto subito per poi vantartene con gli amichetti? Eh, cosa vedi, piccolo, insignificante, diavolo tentatore?

Perché sei comparso nella mia vita? Perché hai riaperto la ferita purulenta che non riesce a smettere di sanguinare e che, unica, mi ricorda che, secoli fa, anche io ho avuto un cuore?

 

Sono davanti al ragazzo, sento il suo cuore accelerare, la mia sete fondersi al veleno e confondere i miei sensi, facendo sì che la sua fragile immagine vada a sovrapporsi a quella che cerco, invano, di dimenticare. L’immagine di lui, di lui che non c’è più…

Allungo una mano verso il cibo: prima regola, mantenere le apparenze.

Anche il ragazzo fa lo stesso.

Ha visto la mia stessa mela. Non mi guarda più.

Guarda solo quella mela.

La afferriamo in contemporanea e le nostre mani si sfiorano. I brividi che scorrono sulla sua pelle di burro vanno a fondersi con quelli che percorrono  il marmo della materia oscura di cui sono ormai costituita e lo incrinano.

E la sottile crepa che parte dalla mia mano si propaga, spaccando la scorza della vampira che ha perso il compagno della sua eternità, per troppo amore. Si propaga e delinea una linea invisibile e profonda, che sale su, sempre più su, fino al mio cuore.

 

Crack.

 

La mela rotola a terra.

La fermo con una mossa del piede. Come aveva fatto lui.

La prendo tra le mani e la porgo al mio diavolo tentatore dagli occhi di smeraldo.

Deglutisco mentre lui la prende nelle sue mani e mi sorride.

-Grazie-, dice piano e la sua voce colpisce la mia anima nascosta tra le pieghe della solitudine in cui mi sono rifugiata.

-Prego-, rispondo e vedo il suo sorriso allargarsi un po’, al suono della mia voce. Si allarga e, d’un tratto, si inclina da una parte, con fare scanzonato. Come il suo...

Mi sento portata via in un ricordo senza tempo, su un pianeta che non esiste più. E’ come una pugnalata in pieno petto, come uno schiaffo sul volto di cera di una madonna immacolata. Vacillo e, senza pensare, prendo aria e il suo profumo meraviglioso invade la mia testa, lasciandomi sospesa in volo sopra le ali di mille farfalle colorate. Stordita e confusa, ubriaca e felice.

-Come ti chiami?-, domando con voce tremante.

Il ragazzo sorride ancora e mi porge la sua mano, troppo grande per il suo corpo esile. Troppo matura per essere quella di un ragazzino che non sa cosa sia la vita e il dolore.

-Edward-, risponde ed io mi perdo ancora in quegli occhi color di un sogno che temevo di aver dimenticato.

 

Forse ho sbagliato e l’orbita percorsa dalla tua anima pura è tornata da me, come una cometa che torna a brillare nel cielo, quando ormai la sua luce si credeva spenta per sempre...

***

Disclaimer: i personaggi e gli argomenti trattati appartengono totalmente a S. Meyer. La storia è di mia fantasia e non intende paragonarsi a quella concepita e pubblicata da S. Meyer.

***

Twilight, New Moon, Bella Swan, i Cullen, i Volturi sono copyright di Stephenie Meyer. © Tutti i diritti riservati.

La storia narrata di 'Cometa', le circostanze e quanto non appartiene a Stephenie Meyer è di invenzione dell'autrice della storia che è consapevole e concorde a che la fanfic venga pubblicata su questo sito. Prima di scaricare i files che la compongono, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli altrove, né la modifica integrale o di parti di essi, specialmente senza permesso! Ogni violazione sarà segnalata al sito che ospita il plagio e verrà fatta rimuovere.
© 'Cometa' Tutti i diritti riservati.
 

 

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Questo è il bellissimo premio per aver conseguito il mio risultato nel contest: un grazie speciale a Malia per l'idea e la gentilezza sconfinata e a Valle per aver realizzato l'immagine!

Ed ora... ecco la scheda di Malia85 relativa alla mia ff:

Scheda Valutativa fan fiction.



Titolo: Cometa
Autore: Florence
Traccia: Primo incontro in mensa
Bella vampira, Edward umano
Rating: verde

Scheda tecnica.



Contenuto: Una Bella vampira tormentata da un ricordo lontano, sono anni che ha perso il suo amore e il suo cuore è duro come il marmo che compone il suo corpo immortale. Ma sembra che una luce debba ancora attraversare il cielo Bella. Un ragazzino mortale viene a sconvolgere tutto in un attimo. Così somigliante a “lui”, Edward Cullen, il vampiro che l’ha fatta innamorare, che ha conquistato il suo cuore. Chi è? E’ solo il suo contante? Si tormenta a causa della sua vicinanza, ma non demorde si avvicina. E il finale è sconcertante, tutto si incrina, tutto sembra avere un nuovo senso. Edward sembra essere tornato, eppure… chissà…
Aderenza alla traccia data: ti sei attenuta al tema e all’argomento da me dato sviluppando la traccia unicamente in mensa e creando una storia dalle tinte insolite. Il tempo sembra fermarsi e prendere nuova vita, hai dato un significato ed un senso profondo ad ogni momento sempre attenendoti strettamente alle indicazioni da me date. Non sei affatto uscita fuori tema.
Stile: Semplice, ma complesso, attento, profondo. Direi equilibrato, il giusto compromesso tra profondità e ricercatezza, il mix vincente per una storia di valore e di qualità. L’attenzione ad ogni termine è palese, ma è anche evidente come vuoi sempre trasmettere qualcosa attraverso ogni frase, senza dare mani nulla per scontato cerchi di arrivare direttamente al cuore utilizzando la parola nel modo corretto.
Correttezza ortografica e grammaticale: non ci sono errori. La grammatica e l’ortografia sono corrette. Il tuo lavoro è impeccabile.
Proprietà lessicale rispetto al rating scelto: Non ti perdi in neologismi inutili che potrebbero far perdere la scorrevolezza che ciò che stai scrivendo, ma altresì non perdi mai di vista i termini che possono dare profondità e spessore a ciò che scrivi. Quest’attenzione, questo equilibrio, fanno delle tue scelte lessicali una miscellanea di semplice e ricercato che rendono il tutto di qualità, pur rimanendo il testo nel suo complesso chiaro e comprensibile.
Giudizio complessivo: Il testo è “variegato”, non ci sono mai ripetizioni o termini che si ripetono costantemente, se non per preciso tuo pensiero di far risaltare qualcosa all’interno del testo. Come la parola “lui”, che è stata una scelta molto felice, dando veramente quella sensazione di disperazione, quasi di stanchezza e tanto tormento che Bella sente. Tutto è scorrevole, fluido da leggere, ma il testo non perde di profondità, tutt’altro. E’ di uno spessore non indifferente. Complimenti, brava.




Scheda processo creativo.



Spunti: una vampira piuttosto “vuota” questa Bella, inizialmente sembra aver perso tutto ed essere entrata nel circolo vizioso e monotono dell’eternità. Poi ecco la tua cometa, ecco il ritorno di Edward, ecco che un ragazzino misterioso le fa perdere la testa, in tutti i sensi, vampiresco ed emozionale. Chi è lui? Perché gli somiglia? Tanti perché. Veramente le sue emozioni sono un fiume in piena. Di questo ragazzo sappiamo molto poco, eppure chissà… tu lasci tutto aperto, a volte nei suoi sguardi sembra sia consapevole di lei, che la “riconosca”, a volte no. Interessante…
Originalità dell’idea: Unica. Direi che la tua idea è stata schiacciante. Non avrei mai immaginato una cosa simile. Difficile. Non so come ti sia potuta venire in mente. Ma davvero la morte e il ritorno di Edward paragonati a una cometa, così, portando a galla tutte le sensazioni umane o meno in Bella è stato veramente originale.
Scrittura creativa: Hai saputo creare e con la tua idea e con le tue parole, un testo raro e unico. Le emozioni che scorrono in Bella e persino nel ragazzo che noi vediamo lontano sono palpabili. Sentivo la sua nostalgia, il suo dolore, la sua agonia di fronte a lui, anche la sua rabbia dall’esserne così attratta, la sua meraviglia, la sua umanità il suo stupore. Tutto fatto a regola d’arte.
Capacità di attrarre il lettore: Senza dubbio in questo senso hai un dono. Il lettore si sente catapultato nel tuo mondo e fino in fondo hai tenuto col fiato sospeso. Chi sarà questo ragazzo? Nonostante la sua assenza Edward era sempre presente. Nel cuore di lei, negli occhi di quel raggazzo, negli atteggiamenti e nei sentimenti di lei, nel tremore di quel giovane, negli sguardi di lui. Tutto era ben congeniato e ponderato.
Potenziale immaginifico: Immaginare Bella non è stato difficile. Vederla in difficoltà, in mensa, ripensare al suo passato, al suo amore, vivere il suo tormento, sperare con lei in qualcosa di “miracoloso”. Sarà Edward? Speriamo di sì, viene da dirsi. E’ stato fin troppo semplice immedesimarsi in lei, provare tutti i sentimenti, e vivere intensamente tutti i momenti. Tutto correva nel modo giusto di fronte agli occhi.



Scheda giudizio complessivo soggettivo.


Una storia senza alcuna ombra di dubbio molto originale. Valida, affatto scontata, descritta in modo estremamente comprensibile, chiaro, profondo, dalle tonalità forti, intense. Tante le emozioni, tanti i sentimenti che si susseguono, come le immagini. Vorrei tanto stare nella mente di quel ragazzo e sapere se in lui ci fosse consapevolezza. Quando scuote la testa e la guarda sembra consapevole. Sarà imbarazzo? Sarà stupore? Oppure… sarà che sono troppo romantica. Ma per questo mi piace questa storia. Nulla è detto, tutto è sottinteso. Nonostante i sentimenti di lei siano chiari, lui è un fulmine a ciel sereno, sereno per modo di dire, non sappiamo nulla dei pensieri di questo ragazzino. Chissà… Edward chi è. Sei tornato veramente Edward Cullen? Sei tu? Molto brava anche a giocare con questo. Complimenti.

 by Malia

Una sola parola: Grazie... *__*

   
 
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