“Il tuo sorriso può
racchiudere la mia essenza,
così rossa, così debole, così evidente.
Non c’è nulla sai, che
io possa fare per togliermela di dosso
E’
una maledizione.”
In quella fresca mattinata Angelina, passeggiò per una via abbastanza stretta,
rude, alla fine c’era un mendicante che predicava le sue solite quattro parole e chiedeva un pezzo di pane.
Rivolse lo sguardo verso il cielo, con una mano, con lui riusciva a toccarlo e sentirlo…
Quel candido azzurro.
Ma ora, poteva solo cadere e osservare i cocci dei suoi bei momenti,
petali di rose rosse che lamentavano il proprio amore,
una volta caduti essi non potevano sperare ne di rialzarsi, ne di essere rialzati
potevano solo piangere una realtà ormai non più esistente.
Nell’aria cominciava a fluttuare un dolce profumo, incoraggiato da un timido venticello mattutino,
Era stupendo, grazioso come un piccolo e vulnerabile bambino.
Un bambino,
già,
qual’ è la vera madre per un bambino?
Troppe lo diventano e troppe cercano di togliersi da dosso
questo nome
Come se fosse un ratto di fogna.
Questo nome per lei era ancora più distante del cielo, lei che avrebbe tanto desiderato averlo,
avrebbe tanto desiderato sentirsi chiamare da qualcuno mamma invece che Madame Red,
lei questo desiderio non avrebbe mai potuto realizzarlo.
Troppe non lo cercano e troppe lo ottengono,
Troppe non lo vogliono e troppe lo ottengono.
Non c’è nulla sai, che
io possa fare per cercare di vestirmi con questo nome,
perdonami, amore mio.