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Autore: shipsnthenight    25/09/2009    3 recensioni
Ok, la mia prima fanfic!
E solo una one-shot che mi è venuta di getto dopo aver visto Thuth or Consequences. Ovviamente TIVA!!!
>>>Dopo la missione di salvataggio in Somalia Tony ospita Ziva a casa sua per la notte...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Tony alzò gli occhi per l’ennesima volta dalla sua scrivania, solo per trovarsi davanti lo sguardo perso nel vuoto della donna che sedeva davanti a lui.
Era passata soltanto un ora da quando erano tornati dalla missione in Somalia, ma a lui era sembrata una vita.
Ogni volta che alzava gli occhi dal suo rapporto, vedeva in Ziva, nei suoi occhi, tutto il dolore e le sofferenze subite durante i suoi quattro mesi di prigionia. Non si muoveva quasi per niente, muovendo solo il braccio ogni tanto per bere qualche sorso d’acqua, non ce la faceva più a vederla così, non era più la Ziva che tutti loro ricordavano, era cambiata, e forse non sarebbe più ritornata la stessa.
Completò il suo rapporto più in fretta possibile e si rivolse a Gibbs: “Capo…”
“Andate a casa” disse Gibbs senza neanche lasciargli il tempo di finire la frase.
“Grazie capo”.
Tony si alzò dalla sua scrivania e si diresse verso quella di Ziva. La donna non si mosse quando lui la chiamò la prima volta.
Tony avrebbe voluto toccarla ma aveva paura di ciò che sarebbe potuto accadere, quindi chiamò di nuovo il suo nome, in tono più alto questa volta.
Vide gli occhi di Ziva riaccendersi per un attimo, poi, lentamente la donna girò la testa verso di lui, cercando di mettere a fuoco chi fosse l’uomo che le stava davanti.
“Tony…”
Lui le sorrise: “Andiamo a casa, è tardi”.
“Io non ho più una casa DiNozzo, il mio appartamento è…”
“Stai scherzano?!” la interruppe Tony, “Verrai a stare a casa mia! Non hai idea di quanto tu mi sia mancata in questi mesi! Ho creduto che tu fossi morta e ho rischiato di impazzire per il dolore! Per nessun motivo al mondo ti lascerò stare lontana da me almeno finchè non sarò sicuro che non correrai alcun pericolo!”
Tony riprese fiato e guardò Ziva dritta negli occhi. L’aveva fatto, aveva gettato fuori buona parte della frustrazione provata in quei mesi così strani e adesso si sentiva quasi sollevato, quasi.
Ziva lo guardò per un lungo attimo e poi si alzò in piedi: “Okay” disse soltanto.
Si avviarono verso l ‘ascensore insieme rivolgendo in veloce cenno di saluto a Gibbs.
Durante il viaggio in macchina nessuno dei due parlò, anche se erano entrambi felici di non ritrovarsi a dover affrontare quella notte da soli.
La casa di Tony non era molto grande, ma abbastanza spaziosa da accogliere entrambi.
Ziva uscì dalla stanza di Tony indossando una maglietta girgia di Tony con la scritta NCIS ed un paio di pantaloni blu che erano appartenuti ad una vecchia tuta.
Tony era seduto sul divano dove aveva sistemato delle coperte ed un cuscino.
“Io dormirò quì stanotte, tu puoi usare il mio letto” disse.
“Grazie” si limitò a rispondere Ziva.
Tony la guardò con un sorriso che lei non aveva mai visto sulla sua faccia: era un misto di gioia, dolcezza, commozione, un sorriso che non avrebbe mai creduto di vedere sul viso di uno come DiNozzo.
Lui battè leggermente la mano sul divano facendole segno d sedersi, e lei si rannicchiò vicino al lui tenendo la testa sulla sua spalla e tirando a se le gambe.
Rimasero immobili in quella posizione per un tempo interminabile, senza parlare, senza guardarsi. Ognuno dei due stava ripercorrendo con la memoria ogni avvenimento degli ultimi mesi, finchè Ziva chiese, con un sussurro quasi impercettibile: “Posso dormire con te stanotte?”.
Tony abbassò lo sguardo su di lei e sorrise, la prese in braccio e la portò nella sua stanza. La sistemò nel suo letto e a sua volta entrò sotto le coperte. Ziva appoggiò la testa sul petto di Tony e lui le passò un braccio intorno alle spalle.
La donna chiuse gli occhi, già quasi addormentata, mentre Tony continuava a guardarla.
Dio, come aveva potuto credere che fosse morta? Solo ora si rendeva conto di quanto la amasse. La conosceva da anni, eppure non si era …no, aveva fatto finta di non accorgersi di niente: di tutti gli sguardi, di tutte le parole che conducevano ad una sola conclusione.
I suoi pensieri furono interrotti quando il corpo di Ziva ebbe un sussulto, la vide irrigidirsi e poi aprire gli occhi di scatto, ansimando. Sapeva esattamente cosa le era appena successo, perché a lui era accaduta la stessa cosa, ogni notte, da quando aveva saputo della morte della sua partener.
“Ziva! Ziva! … tranquilla, è tutto a posto!”. Tony la strinse ancora più saldamente a se mentre lei riacquistava lucidità.
“Shhh … tranquilla … è tutto passato ormai, è solo questione di tempo, presto dimenticherai tutto.” continuò lui in un tono dolce e rassicurante, mentre sentiva la sua maglietta bagnarsi per le lacrime della donna.
“Adesso sono quì, non lascerò che ti accada qualcos’altro, te lo prometto.”
Continuando a piangere in silenzio, Ziva si strinse ancora di più a l corpo di lui, sentendo i muscoli rilassarsi, riaddormentandosi lentamente, finalmente tra le braccia dell’uomo che aveva scoperto di amare.
  
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