Era solo un Padawan.
Eppure sarebbe dovuto essere
colui che avrebbe plasmato la fortuna di tutti.
Alla morte di Qui-Gon , Obi-Wan ricevette da Yoda (emissario del consiglio) la
carica di maestro Jedi. Ora era suo compito addestrare Anakin.
-cosa ne sarà
di me ora- domandò Anakin triste come tutti i presenti per la scomparsa
di Qui-Gon.
-il consiglio mi dato il
permesso di addestrarti, tu diventerai un Jedi, te lo
prometto-
Ricorda. Aveva incontrato
Padme, quando stava fuggendo, protetta dai Jedi, dalla
Federazione dei Mercanti e fin da subito le sembrò un creatura celestiale.
-tu sei un angelo?-
-come?-
-un angelo, ne ho sentito parlare da dei piloti stellari capitati quaggiù-
confermò sorridendole.
-tu sei
uno strano bambino- gli proferì ricambiando.
Da quel incontrò il suo
destino venne segnato.
Dopo essere stato liberato,
insieme ai due Jedi Qui-Gon e Obi-Wan partì alla volta della repubblica.
Sarebbe diventato un Jedi. Lui era il prescelto.
Ora era un apprendista e
Obi-Wan gli insegnava le vie della forza. Imparava in fretta. Molto
precocemente.
Intanto anche Padme era
cresciuta. Ora era un’illustre senatrice alla quale vengono
affidati per proteggerla i due Jedi...ma i guai per lei non sono finiti. Nonostante ciò che le accadeva intorno non poteva non
provare per il giovane Skywalker qualcosa che andava ben oltre il semplice
affetto.
-non sopporto l’idea di
nascondermi! Lotto da un anno perché non passi il Decreto...e
non sarò qui a vedere come finirà!-
-a volte bisogna mettere da
parte l’orgoglio e fare quanto ci viene richiesto-
-sei cresciuto davvero-
commentò sbalordita. Era cresciuto, e molto anche!
-gia...e Obi-Wan no sembra accorgersene...- cominciò a far fluttuare un oggetto
sferico che si trovava a pochi centimetri di distanza dalla sua mano-...non mi
fraintendere, Obi-Wan è un grande maestro, è saggio come il maestro Yoda e
potente come il maestro Windu, sono più che grato di essere suo
apprendista...ma per certi aspetti...sono più avanti di lui- appoggio la sfera
che stava fluttuando in aria e si voltò verso Padme che continuava ad
osservarlo mentre sistemava i propri effetti personali negli appositi bagagli -sono
pronto per affrontare le prove, ma secondo lui...sono troppo imprevedibile...e
non mi fa progredire-
-è frustrante?-
-a dir poco!- enfatizzò il
giovane Jedi - non sta mai a sentirmi...non vuole capirmi...non è giusto!-
-i maestri tendono a vedere
in noi i difetti più di chiunque altro-
-lo so-
ammise guardando in faccia la realtà.
-Ani, cerca di non crescere
troppo in fretta-
-ma io sono
cresciuto...l’hai detto anche tu mi pare- osservò con
fare tra malizioso e schietto.
-per favore non guardarmi
così- osservò allo stesso modo.
-perché?-
-mi metti a disagio ecco
perché!- fece uscendo di scena.
-scusate- disse mentre la vedeva allontanarsi. In lui si stava
accentuando qualcosa che ai Jedi non era permesso
provare. Un sentimento che lo avrebbe portato alla rovina e a quella di coloro
che lo amano.
Si sentiva strano quando le
stava vicino. Diventava nervoso, sudava, cosa che al maestro Kenobi non
sfuggiva.
Ora aveva il compito di
accompagnare la senatrice sul suo pianeta natale: Naboo. Doveva svolgere il
compito ora, come Obi-Wan, in qualità di emissario del
consiglio gli aveva ordinato.
-stavo pensando che deve essere dura aver donato l’esistenza ai Jedi...non puoi
fare le cose che ti piacciono...-
-stare con le persone che
ami- ....
-ti è permesso amare?
Credevo fosse proibito ai Jedi- .....
-l’attaccamento è proibito,
il possesso è proibito...la compassione che io definirei amore assoluto,
illimitato e al centro della vita di un Jedi...- lei
ascoltava stupida le parole che uscivano dalla bocca del ragazzo, pensando che
era davvero cresciuto in questi anni.
-...quindi si può dire che
noi siamo spronati ad amare-
-come sei
cambiato- notò ad alta voce.
-sei come ti ricordo nei miei sogni, non sei cambiata Padme- la ragazza
abbassò lo sguardo evidentemente con una nota di leggero imbarazzo.
Il palazzo di Padme situava
su un isola, intorno ad esso, acqua. Aveva un aria felice nonostante ciò che le stava accadendo intorno
e specialmente, ciò che provava dentro se stessa.
-...venivamo qui nei periodi
di ritiro, tutti i giorni andavamo a nuoto a quel isola...- fece appoggiandosi
al parapetto -adoro l’acqua!- enfatizzò sospirando osservando l’isolotto di
fronte a sé che le portava alla mente piacevoli ricordi -...poi ci stendevamo
sulla sabbia ad asciugarci al sole e provavamo dal canto a indovinare il nome
degli uccelli-
-non mi piace la sabbia, è ruvida,
granulosa...- sorrise - e s’infila dappertutto...- si fermò
ad osservare Padme e subito dopo il suo braccio scendendo fino alle mani
-...non come qui... qui tutto è liscio e levigato - la sua mano diede inizio ad
una carrellata di carezze che partirono dalle mani congiunte di lei fino ad
arrivare alla spalla finendo col sfiorarle la schiena. Entrambi si divorano con gli occhi profondamente. Un momento durato un eternità. Sempre più vicini. Ancora. Le loro labbra si
erano unite in un dolce bacio.
-no! Non dovevo
farlo- si pentì la ragazza.
-scusa-
Era bello starle accanto, proteggerla. Lo faceva
sentire importante. Diversamente da qualsiasi altro incarico affidatogli.
Ora si osservano,
profondamente. Esprimono con gli occhi ciò che non riescono
a dire con le parole, entrambi consapevoli della trasgressione che avrebbero
potuto compiere.
-da momento in cui ti ho
incontrata, quanti anni sono ormai, non è passato un giorno senza che pensassi
a te, e adesso che sono di nuovo con te soffro da morire...- lei lo guardava
con quella sua aria dolce che nonostante la crescita gli era permasa -più sto vicino a te, più mi
tormento...e al solo pensiero di stare un attimo senza di te mi sento
soffocare...- enfatizzò fissandola negli occhi -sono ossessionato da quel bacio
che non avresti mai dovuto darmi...- dall’espressione di Padme si poteva capire
che il ragazzo aveva tutte le ragioni, le quali lei, condivideva appieno malgrado
il suo cuore aveva da ridire -...ho una ferita nel cuore e aspetto che un altro
bacio la rimargini...tu mi sei entrata nell’anima che si tortura per te...- era
difficile. Si trovava in una situazione molto complicata che andava contro
tutto quello che gli avevano insegnato, sentiva di avere paura e ai Jedi la
paura non è concessa. La paura è la via
per il lato oscuro, essa conduce all’ira, l’ira all’odio, l’odio conduce alla
sofferenza...questo gli disse il maestro Yoda la prima volta che fece
visita al Consiglio dei Jedi -...io...che devo fare? Dimmelo tu e io lo farò-
in risposta ricevette uno sguardo -se soffri come soffro io, ti prego dimmelo-
agli occhi della senatrice suonò quasi come una supplica.
-non posso...non possiamo lo
sai, è una cosa impossibile-
-nulla è impossibile Padme,
ascolta ti prego...-
-no ascolta tu...non viviamo
nel mondo dei sogni, guarda in faccia la realtà...tu studi per diventare un
Jedi ed io...io sono una senatrice...seguire la strada dei sentimenti ci
porterebbe dove non ci è concesso andare, qualunque cosa proviamo l’uno per
l’altra- gli occhi di Anakin si illuminarono al suono di quelle parole -allora
provi qualcosa anche tu-
-non ti lascerò rinunciare
al tuo futuro per me- sentenziò
-tu mi chiedi di essere
ragionevole...è l’ultima cosa che riuscirei a fare, beh credimi tanto non
provare quello che provo per te... ma non posso-
-non cambierò mai idea-
confermò rimanendo nella sua posizione. Nel vederla così decisa Anakin decise
di andarsene ma si bloccò appena fu alla porta.
-forse potremmo
fare in un altro modo...tenerlo nascosto- ipotizzò.
-e vivere nella menzogna? Che non resterebbe nascosta
anche se lo volessimo?...Io non ci riuscirei, tu si?
Riusciresti?-
-no hai
ragione ci distruggerebbe-
Obi-wan era stato catturato
dal conte Dooku. Era in pericolo. Lo sapeva. Sapeva che il suo maestro
rischiava la vita.
Sebbene il consiglio gli aveva dato ordini precisi, lui decise di agire di testa sua.
Insieme a Padme si recò su Geonosis, il pianeta dove il maestro Kenobi veniva tenuto prigioniero cadendo in trappola a loro volta.
Entrambi ora erano spacciati, avrebbero dovuto
combattere o morire.
-non avere paura- le disse.
-non ho paura di
morire...sto morendo un po’ ogni giorno da quando sei rientrato nella mia vita-
-non capisco, che vuoi
dire?-
-ti amo-
-come mi ami?- si sentiva
leggermente confuso - mi sembrava che avessimo deciso
di non innamorarci...per non dover vivere nella menzogna che avrebbe distrutto
noi e la nostra vita-
-la nostra vita sta per
essere distrutta comunque- ricordò - io ti amo...-
-ti amo perdutamente- precisò avvicinandosi a lui - prima di morire, volevo che lo
sapessi- di nuovo un bacio. Due labbra calde che si uniscono.
L’inizio di un nuovo destino.
Erano felici. Nessuno sapeva
di loro. Della loro unione. Ora si erano sposati. Sembrava fosse successo tutto
così in fretta. Il loro primo bacio, l’indecisione del loro amore, il
matrimonio ed ora...ora Padme era incinta. Erano felici.
Ma la felicità non dura allungo.
Erano le sue premonizioni
che lo tormentavano, prima sua madre ed ora...Padme, e stava morendo! No, non
poteva permetterlo. Aveva giurato sulla tomba si sua
madre che avrebbe fatto morire più nessuno.
Fu questa la scintilla che
accese quella miccia, quella trasformazione che lo avrebbe condotto al Lato
Oscuro della Forza.
La sua,
più che una scelta è stata incoscienza. Credeva che i Jedi fossero contro la
Repubblica, contro il cancelliere Palpatine ma non fu così. Aveva aiutato il
Lord dei Sith ad uccidere il maestro Windu e per paura di perdere anche Padme
si alleò con lui.
Dopo il tradimento al
Consiglio Anakin si rifugiò sul pianeta lavico Mustafar. Padme, dopo aver
saputo che Obi-wan avrebbe dovuto ucciderlo si recò da lui. Il maestro Jedi la
seguì arrivando sul pianeta dove avrebbe incontrato il suo ormai non più
apprendista.
-perché mi hai tradito Anakin?- gli domandò il maestro -perché ti sei lasciato
prendere dal lato oscuro -
-i Jedi hanno tradito la
repubblica- sentenziò .
-è tutto falso, è stato il
cancelliere Palpatine, ci ha messi uno contro l’altro-
obiettò esponendogli la vera versione dei fatti.
-io sto dalla parte della
repubblica, ora scegli... o stai con me o sei mio nemico- ultimò.
-ti volevo
bene Anakin- disse estraendo la spada laser.
-così va
il mondo Obi-Wan - proferì facendo altrettanto.
Quella che iniziò, fu una
battaglia furibonda, colpi di spada si udivano a chilometri di distanza.
Intorno a loro, lava. Erano soli. No, non lo erano. Anakin con la sua ira e
quella voglia di potere che lo facevano combattere con
rabbia. Obi-Wan con un dolore nel cuore: doveva uccidere il suo discepolo.
Ancora colpi di spade. Lava
ovunque. Entrambi stanchi di combattere. Ed ora il peggio.
-Anakin sarò
sempre più in alto- disse Obi-Wan.
-non conosci ancora la mia
vera forza- saltò come solo i Jedi sanno fare. Un
colpo di spada. Anakin era a terra dolorante. Il suo mentore gli aveva tagliato
entrambe le gambe ed il bracco sinistro. Gemeva dal dolore.
-io ti odio!- gli gridava.
-ho fallito con te Anakin! Tu
eri il prescelto! Avesti dovuto combatterli i Sith non allearti con loro!- gli
urlava tutto il suo dolore che non poteva non provare, sebbene fosse un Jedi, non poteva non sentire quello che in realtà sentiva
- ti volevo bene! Eri mio fratello!- se ne andò lasciandolo solo con tutto il suo dolore.
Se solo non avesse ascoltato Palpatine.
Se solo avesse dato ascolto al suo mentore.
Se solo avesse avuto fiducia nel consiglio.
Se solo non si fosse mai innamorato di Padme.
Se solo non fossero mai venuti a Tatooine.
Tutto questo non sarebbe mai
accaduto.
Ora dopo aver perso entrambe
le gambe e le braccia è diventato per lo più una
macchina.
-Lord Fener, puoi sentirmi?-
-si mio maestro, dov’è
Padme? È al sicuro? Sta bene?-
-sai...nella tua ira l’hai uccisa-
-non è possibile! Non potrei
mai farlo!- la sua incombente ira fece tremare e tutta
la stanza e la zona circostante, i macchinari scoppiarono, i vetri si ruppero.
Urla di dolore. Le sue urla di dolore. Anakin o meglio Lord Fener urlava. Con
le sue mani credeva di avere ucciso coloro che amava
più do ogni altra cosa al mondo: sua moglie e suo figlio.
Credeva che con i poteri dei
Sith avrebbe potuto salvarla. Lo credeva ma in realtà il suo è stato un vero e
proprio patto con il diavolo poiché doveva accettare il corso delle cose.
Lui era
l’eletto, il bambino nato dalla forza stessa, era destinato a portare
equilibrio nella forza non a distruggerla.
Ora è diventato un mostro. No è solo un perdente che a causa della sua sete di potere
ha distrutto la vita di tutti compresa la sua.
Infondo
nel suo cuore essendo nato dalla forza stessa era rimasto un Padawan.
Si, Anakin era solo un
Padawan.