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Autore: Sophie Ondine    26/09/2009    5 recensioni
Come ci si può sentire ad osservare il ragazzo che si desidera in disparte , sul ramo di un albero mentre lui balla con un’altra ragazza? Di sicuro non esiste nulla di più frustrante, e Rin lo sa bene. Figlia di un semplice autista di una ricca famiglia, i No Taisho. Ma tutto cambia quando la vita offre a Rin l’opportunità di realizzare il suo sogno: diventare una giornalista. Ma per far in modo che il sogno diventi realtà deve partire per Parigi. E partenza sia! Ma cosa potrà mai accadere al suo ritorno?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*A life like Sabrina*

C'era una volta a Long Island , a una trentina di miglia da New York, una grande tenuta che ospitava una graziosa fanciulla.
Si trattava di una vasta proprietà che occupava molte persone di servizio, c'erano diversi giardinieri per la manutenzione delle aiuole e del grande parco, un marinaio incaricato di pulire lo yacht e non mancavano gli specialisti con il compito di mantenere in perfetta efficienza il campo da tennis comprese la piscina all'aperto e quella invernale. Mentre ad un brav'uomo senza un particolare titolo era affidata la fontana che ospitava George, il pesciolino.

C'era anche un autista di nome Kosuke Satsuki, era un autista di alta classe così come le otto macchine di cui doveva prendersi cura. E aveva due figlie, Kanna e Rin.

Rin era la figlia maggiore e da quando aveva otto anni si occupava non solo nella pulizia delle macchine insieme al padre ma anche della sua sorellina Kanna ,di appena un'anno.

La bambina , da quando era nata, aveva avuto la fortuna di stringere amicizia con la figlia del padrone di casa. La piccola Ayame.
I padroni di quella tenuta erano i componenti della famiglia No taisho.

Il capo famiglia era il signor Inu No Taisho, magnate nel mondo dell'edilizia e legato in seconde nozze con la baronessa Izayoi.
I figli del signore erano quattro.

Il primogenito si chiamava Sesshomaru ed era il figlio della prima moglie , che dopo quattro anni di matrimonio aveva deciso di rifugiarsi su un'isola paradisiaca con il suo boy toy.
Alto, austero, nobile ed evanescente, il ragazzo possedeva un carattere molto chiuso ed attacato così tanto alle sue abitudini da risultare addirittura noioso.

Inu-Yasha, nato dalla relazione ancora clandestina di Izayoi e Inu No Taisho e , soprattutto, fuori dal sacro vincolo del matrimonio, era il "bastardo" della famiglia. Purtroppo si sa che nell'alta società si bada più alla forma che al contenuto e nemmeno a quel bambino, con i suoi occhioni dorati, era stato risparmiato ciò.
Forse proprio per questo il bambino riceveva attenzioni e coccole extra dalla madre diventando più arrogante di quanto non fosse già.

I gemelli erano gli ultimi. In realtà veniva chiamati gemelli solo per il fatto di essere nati dallo stesso parto.
Sia fisicamente che caratterialmente erano l'uno l'antitesi dell'altro. Rossa e dolce la piccola Ayame, moro e dispettoso Bankotsu.



In una calda mattina di luglio il signor Kosuke Satsuki lucidava con un panno beige di pelle di daino la Bmw grigio metallizzata.
Quella mattina avrebbe dovuto accompagnare il signorino Sesshomaru in ufficio da suo padre, un modo come un altro per insegnare al figlio maggiore il mestiere di imprenditore. Nonostante la macchina non avesse imperfezioni, graffi o segni di sporcizia l'autista, che ben conosceva i gusti di Sesshomaru, continuava a strofinare con un certo vigore il panno sulla carrozzeria dell'auto.

-Mi raccomando , Rin, pulisci bene i cerchioni!- disse poi Kosuke.

Dall'altra parte dell'auto spuntò una testolina scura, con i capelli in disordine e un buffo codino laterale. La bambina , di appena dieci anni, con un altro panno in mano, disse:-D'accordo , papà!-

Riprese anche lei a passare il panno con maggior vigore, ma non durò a lungo.

-Rin! Rin! Rin, presto vieni! Kagome sta arrivando!- gridò una bambina di dieci anni come Rin dal balcone della sua stanza da letto.

La bambina indossava una graziosissimo vestito giallo che forse faceva un po' a pugni con i suoi capelli rossi legati in due codini.

La diretta interessata alzò lo sguardo verso il balcone e vide Ayame sbracciarsi e dimenzarsi come una scimmia.
A Rin si illuminarono gli occhi. Un sorriso si dipinse sul suo visetto tondo. Senza dire una parola al papà abbandonò il panno facendolo cadere nel grande secchio di plastica azzurro pieno di acqua sporca.

Il signor Satsuki alzò di scatto la testa , continuando a strofinare il panno, e urlò a sua figlia, che già stava correndo verso l'entrata principale della villa dove c'era Ayame che l'aspettava impaziente,:- Rin! Dove stai andando?-

-Scusami, papà! Devo andare a salutare Kagome!- urlò la bambina a sua volta per rispondere al padre. Aveva voltato la testa indietro continuando la sua corsa.

Procedeva spedita rassicurando il padre, le suole delle sue scarpe da ginnastica calpestavano forte il terreno. Fece per voltarsi davanti ma non fece in tempo a puntare gli occhi davanti a sè che il suo naso cozzò su qualcosa, anzi su qualcuno.

In quel momento l'unica cosa che riusciva a sentire era il dolore lancinante al naso. Si portò le mani sulla parte offessa e le premette contro come se fosse in grado, con quel piccolo gesto di far cessare il male.
Dopo pochi secondi incominciò a muoverlo.

-Ahi!-riuscì a dire.

Nel frattempo la persona su cui aveva sbattuto il naso non si era mossa. Rin alzò gli occhi e rabbrividì.

Il signorino Sesshomaru la guardava impassibile.

Mannaggia! Che brutta figura aveva fatto. Poi il signorino Sesshomaru le faceva davvero paura. Era sempre serio.

-Mi scusi, signorino- disse abbassando la testa e superandolo di corsa. Sesshomaru roteò la testa mentre la bambina si dirigeva nella direzione della piccola Ayame. Non disse nulla, come al suo solito, e si avviò verso la macchina.
Il signor Kosuke subito agguantò il berretto blu previsto dalle regole della casa. Aprì la porta al ragazzo e lo fece accomodare.

-Vostra figlia maggiore è molto irrequieta,Kosuke- si limitò a dire Sesshomaru mentre apriva una valigietta da ufficio, che gli fu regalata dal padre il giorno del suo diciottesimo compleanni, estraendo carte con sopra numeri e grafici.
La macchina partì.

Nel frattempo Rin aveva raggiunto Ayame.

-Cos'hai fatto al naso? Sembra un pomodoro gigante!- la informò la rossa. Rin continuava a massaggiarsi il naso.

-Potresti andare al circo e lavorare come clown- continuò Ayame con tono canzonatorio.

-Non è vero!- urlò subito Rin arrabiata.

-Invece sì!-

-Invece no!-

-Sì!-

-No!-

-Insomma, basta!- sbottò infine una terza voce dal nulla.

Le bambine sollevarono contemporaneamente la testa. Affacciato alla finestra del secondo piano della villa c'era Inu-Yasha.
I capelli erano arruffati, la faccia stanca. Tra le mani teneva un libro dalla copertina rigida di colore verde.

-Smettetela di litigare!- continuò il ragazzino quattordicenne poggiandosi sul davanzale.

Ayame, che adorava stuzzicarsi con il fratello maggiore, incrociando le braccia al petto, disse:-Perchè, ti diamo fastidio? Tanto te fai finta di studiare!-

-Dannata! Perchè non prendi esempio da Sesshomaru che se ne sta sempre zitto?- rispose Inu-Yasha con aria beffarda.

Rin abbassò il capo e si coprì le labbra con le mani per poter sorridere senza essere vista. Inu-Yasha non aveva detto nulla di male ma per Ayame era una specie di insulto poichè trovava suo fratello Sesshomaru un po' noioso e lei odiava molto la noia. Soprattutto odiava essere etichettata come una persona noiosa.

Ma la rossa non ebbe il tempo di ribattere perchè la signora Izayoi uscì dall'ingresso principale.

-Ayam, Rin, fareste meglio a sbrigarvi. Kagome è già arrivata!- disse la donna.

Le piccole assunsero l'espressione di chi dimentica qualcosa e , all'improvviso, le ritorna in mente. Senza dire una parola, scambiandosi uno sguardo complice, iniziarono una corsa forsennata, lasciando dietro di loro solo due sguardi stupiti. Ad essere in testa era Rin, abituata da sempre a fare lunghe corse da quando andava in campagna dai nonni materni.
Ayame, invece, aveva già il fiatone.

Uscirono dal cancello principale e si diressero verso l'altra villa. Dovettero superare un bel tratto di strada per dover raggiungere una macchina nera appena lavata. L'autista indossava, come il padre di Rin, una divisa scura.
Nel sedile posteriore c'era una bambina minuta, con lunghi capelli corvini. Le bambine iniziarono ad agitare le braccia e a chiamare la bambina a gran voce.

-Ehi, Kagome!-

La bambina si voltò di scatto e le si illuminò il viso. Il sorriso partiva da un orecchio e finiva dall'altro. Con un gesto veloce aprì la portiera e saltò giù.

-Ciao!-salutò allegra.

Rin era euforica. L'estate era appena cominciata.


RIECCOMI QUA, A TORMENTARVI CON LE MIE STORIELLE! A PROPOSITO, VI PIACE QUESTA NUOVA APPENA SFORNATA???
SAPETE, MI è VENUTA IN MENTE DOPO AVER VISTO IL FILM "SABRINA" ( DA QUI IL TITOLO) CON LA MITICA AUDREY HEPBURN. PER CHI CONOSCE IL FILM AVRà GIà NOTATO CHE LE PRIME RIGHE COINCIDONO CON LA PARTE INTRODUTTIVA DEL FILM. MA NON PREOCCUPATEVI, QUESTA NUOVA FAN FICTION SARà TUTTA IN RAN UGAJIN92 STYLE!!!

PER QUANTO RIGUARDA LE MIE ALTRE STORIE VI CHIEDO SOLO DI AVERE PAZIENZA!

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RAN UGAJIN92
  
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