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Autore: BloodySeras    28/09/2009    5 recensioni
Non avrebbero mai dovuto iniziare a frequentarsi in quel modo: non bastava il fatto che fossero due donne ( il che era semplicemente scandaloso per un Black), che avessero 22 anni di differenza, che lei fosse la seguace più fedele del Signore Oscuro e che lei invece stesse dalla parte del piccolo, patetico Potter…la ciliegina sulla torta era che Tonks era sua nipote!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Nimphadora Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuna delle due sapeva spiegare il perché di quella dannata attrazione che provavano l’una per l’altra

 

Nessuna delle due sapeva spiegare il perché di quella dannata attrazione che provavano l’una per l’altra.

Non avrebbero mai dovuto iniziare a frequentarsi in quel modo: non bastava il fatto che fossero due donne ( il che era semplicemente scandaloso per un Black), che avessero 22 anni di differenza, che lei fosse la seguace più fedele del Signore Oscuro e che lei invece stesse dalla parte del piccolo, patetico Potter…la ciliegina sulla torta era che Tonks era sua nipote!

Bellatrix si passò una mano nei folti capelli scarmigliati, maledicendosi un’altra volta per aver accettato di incontrarla ancora, in una foresta della Scozia che era diventata il loro rifugio.

Avrebbero dovuto smettere di vedersi, pensò mordicchiandosi il labbro inferiore. Ma non ce la faceva, non riusciva a dirle di no. Ma soprattutto, non riusciva a negarsi quella strana relazione.

Perché non poteva definirsi amore, vero? Non si era mai innamorata veramente; conosceva l’adorazione, la riverenza e la devozione per il suo Signore, e una certa insofferenza coniugale per Rodulphus, ma l’amore…non sapeva cosa fosse. Anzi, a dire il vero credeva che non esistesse affatto. Non c’era niente di delicato e sincero in questo mondo.

O almeno, questo era quello che le era stato insegnato fin da bambina: combatti per il tuo onore, disprezza chi ti è inferiore, mai lasciar trapelare alcun tipo di sentimento etc etc.

Poi però sogghignò soddisfatta al pensiero che se Andromeda avesse saputo cosa facevano lei e la sua adorata figliola, minimo sarebbe svenuta.

Guardò lo strambo orologio a forma di ciondolo che le aveva regalato Tonks pochi giorni fa, e si accorse che la ragazza era parecchio in ritardo. Magari si era dimenticata.

Oppure si era finalmente stancata di lei e non voleva vederla mai più. Sarebbe stato meglio così, per tutte e due. Finire prima che le cose diventassero serie, pericolosamente serie.

Ma dopotutto non lo erano già? Strinse i pugni, cercando di controllare la rabbia; perché doveva capitare proprio a lei la disgrazia non solo di infatuarsi, ma di infatuarsi di una sporca mezzosangue!

Sua parente! Doveva rinsavire, tornare la solita Bellatrix sadica, fredda e calcolatrice.

Fece per voltarsi e smaterializzarsi, ma una voce trafelata la fermò. “Bella! Bella sono arrivata!”, gridò correndo verso di lei la giovane Auror.

Nella foga di raggiungerla, Tonks inciampò e quasi cadde ai piedi della zia, che rivolgendo gli occhi al cielo, sospirò per la sua incredibile goffaggine.

Bellatrix odiava i ritardi, le parevano uno spreco del suo tempo. “Venti minuti di ritardo signorina Nymphadora, ha una buona giustificazione?”

I capelli di Tonks diventarono rossi per un momento, odiava essere chiamata col quel nome. “Si dia il caso signora Lestrange, che sia stata trattenuta alla riunione di Auror a causa di una recente aggressione a dei Babbani da parte di un manipolo di Mangiamorte…non è che per caso lei sa dirmi qualcosa al riguardo?”

La strega più anziana finse di non aver capito a cosa si stesse riferendo, guardandosi intorno con noncuranza.  “Ah sì? No, non ho sentito nulla al riguardo..che notizia tragica!”

Tonks la guardò incredula, possibile che fosse così spietata?  “Ok, ok non dirmi niente. Non vorrei certo ficcare il naso negli affari del tuo amato padrone. Comunque, non sono qui per litigare.”

 Bellatrix alzò un sopracciglio. “E per cosa allora?”

“Per vedere te.” Ci fu un momento di silenzio, e Bellatrix distolse lo sguardo da lei. Non sapeva cosa dire, e ciò la imbarazzava. Non le era mai capitato di non sapere cosa dire, o cosa fare. Non poteva permettersi di essere vulnerabile. “Bene, ne sono contenta- finse un autocontrollo che sentiva di non avere- e come va con quel tipo con cui stai uscendo, Lupin giusto?”

 “Ho smesso di vederlo.”, disse risoluta la Tassorosso, fissandola negli occhi.

 “Ah.” Bellatrix era a corto di parole. Cosa voleva, che la pregasse di fuggire con lei, di amarla fino alla fine dei suoi giorni e già che c’erano di adottare un bambino? “Come mai?”

“Lo sai bene il perché. Non è lui che mi interessa, Bella.” Si avvicinò a lei, sfiorandole la mano, ma Bellatrix si ritrasse di scatto.

“Basta! Non dobbiamo più indulgere in questa perdita di tempo! Per quanto divertente sia stato il nostro rapporto mia cara, temo che sia tutto finito!” La voce stridula della Mangiamorte riecheggiò per un attimo nella foresta.

Tonks respirò a fondo, tentando di mantenere la calma. “E così per te è stato solo un gioco? Dimmi Bella, dimmi la verità! Io per te sono solo un diversivo, un passatempo, non è così? Rispondimi!”

“Certo che è così! Ah! Sei solo un’inutile mezzosangue, ti ho usata per il mio piacere ed ora non mi servi più nipotina cara!” Ma nonostante la risposta di Bellatrix fosse più che convincente, Tonks non ci voleva credere. Benché la sua voce fosse come acido, i suoi occhi, anche se velati di malvagità e follia, raccontavano tutt’altra storia...o forse si sbagliava?

“Ti capisco sai, hai paura. Ma puoi sempre cambiare, non devi credere che tutto sia perduto…Ci sono io con te, e non ti lascerò sola! Fidati di me Bella, possiamo-

“NO! NO! Non possiamo! Non dobbiamo! Non è giusto!” Non poteva cedere. Sentiva qualcosa dentro di sé sgretolarsi, e un barlume di speranza farsi avanti timidamente nell’oscurità del proprio animo.

Forse avrebbero potuto vivere insieme e  felici.

Forse avrebbe potuto abbandonare la Bellatrix che uccideva e torturava per divertimento.

Forse avrebbe potuto scusarsi con Potter per aver ucciso l’ultima persona che poteva considerare come la sua famiglia.

Forse avrebbe potuto scusarsi con Paciock, per aver torturato i suoi genitori.

Forse avrebbe potuto riparare a tutti i suoi sbagli.

Forse avrebbe potuto fare tutto questo, in un'altra vita. Ricacciò indietro la luce, per abbracciare le tenebre. Per sempre.

Rapida come un felino afferrò la bacchetta e la puntò contro la nipote. “Va via o ti ucciderò. Non scherzo.”

Ma Bella io…io ti amo! Non farmi questo! Non farci questo…” in lacrime la giovane tentò di avvicinare l’altra, invano.

Ho detto vattene. Non ci vedremo più. Anzi sai che ti dico piccola pezzente? Me ne vado io!” E in un attimo sparì, così come era apparsa, come se non fosse mai stata lì.

 

Quando attraverso degli informatori le arrivò la notizia che Tonks non solo aveva sposato Lupin, ma stava anche aspettando un figlio da lui, non poté trattenersi dal sorridere amaramente. E così si era fatta una famiglia. Se lo meritava. Strinse nelle mani ossute il ciondolo, ricordando il momento in cui lei glielo aveva donato. “E questo cos’è?”, aveva chiesto sospettosa. “Bella è un regalo! Per te!” Il sorriso radioso della ragazza le era parso la cosa più bella che avesse mai visto.

Si scosse bruscamente dai quei pensieri: la battaglia finale era ormai alle porte. Doveva finire i preparativi per il trionfo dell’ Oscuro Signore.

Scagliò il bicchiere di vino contro la parete della sua stanza. Ormai non aveva più nulla da perdere.

 

 

 

 

 

  
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