I know
11. Digli che tu *sai* cosa sta pensando
Bella.
«Non lo trovi irritante?»
chiese Emmett, riservandogli un sorrisetto sarcastico. Rosalie alzò gli occhi
al cielo per l’ennesima volta e Jasper cerco di assumere un’aria tranquilla, ma
so vedeva lontano un miglio che si strava trattenendo dal ridere
Edward Cullen, alzato lo sguardo dal suo pranzo perfettamente intatto, guardò
il fratello con una delle sue migliori occhiate omicide – che però era anche
una delle sue migliori occhiate sensuali, bastava chiedere alle primine della
Forks High School – e iniziò sbuffare, irritato, ma
l’altro sembrava non essersene minimamente accorto.
«Non poter sapere cosa stai pensando, cosa crede che tu sia, cosa pensa di te
…» aggiunse Emmett, sogghignando, mentre il fratello fulminava la sua mela – o
la seduceva, dipende da come si vede la cosa. «Probabilmente pensa che tu sia
uno psicopatico a giorno alterni» aggiunse, pensieroso.
Se Edward Cullen avesse potuto bruciare con lo sguardo, della mela non si
sarebbero trovate neanche le ceneri.
«Edward, hai intenzione di bruciarla con gli occhi, quella mela? » chiese
Alice, intervenendo a favore del povero frutto e afferrandolo in un decimo di
secondo, prima che il fratello potesse pensare di spappolarla. «Capisco che
dopo l’episodio del furgoncino tu ti senta incredibilmente eroico, ma ancora
non sei Superman e non sei capace di cacciare fulmini dagli occhi» lo informò,
gentilmente, rivolgendogli un sorriso di circostanza. Edward bruciò con lo
sguardo anche lei.
«Chissà cosa pensa, eh, Edward? » infierì Emmett, mentre Jasper tentava di
stabilizzare l’umore del fratello ad una calma e pacata armonia. Tentativo
fallito miseramente: Edward Cullen stava iniziando a perdere la pazienza. E
questo, se permettete, è un evento che ha dell’incredibile. «Chissà che pensa.
Tu che ne dici, Jasper? Secondo te cosa sta pensando, in questo momento? »
«Ma è ovvio, no? » intervenne Rosalie, distraendosi per un solo attimo dal
guardare il suo stupefacente riflesso nel retro del cucchiaio.
Il viso di Edward Cullen si irrigidì improvvisamente, tranne per la palpebra
dell’occhio sinistro, che iniziò a sbattere pericolosamente.
«Cosa è ovvio? » sibilò, minaccioso, con la palpebra sinistra che sembrava
indemoniata. Rosalie scrollò le spalle, indifferente alla crisi di nervi del
fratello acquisito.
«Cosa sta pensando quell’ameba di Bella Swan» rispose semplicemente, tornando a
specchiarsi nel cucchiaio e sistemandosi i capelli biondi. «Io lo so, lo sanno
tutti. E’ ovvio. Solo tu non lo sai».
Jasper ed Emmett cercavano di soffocare le loro risatine con poco successo,
mentre Alice metteva su un sorrisetto preoccupante e iniziava a tradurre l’inno
americano in aramaico.
Ma la cosa più incredibile era Edward Cullen. Fissava la sorella con
un’espressione di puro isterismo, le palpebre che battevano ora erano due e se
ne avesse avuta una terza, pure quella sarebbe impazzita. Persino i capelli
erano diventati elettrici.
«Nessun lo sa! Nessuno può saperlo tranne me! » sbottò Edward, con voce da
psicopatico, passandosi la mano tra i capelli impazziti. «Io sono Edward
Cullen, io leggo i pensieri, nessuno è migliore di me, io … io sono SuperEd! ».
Dopo questa rivelazione scioccante, al tavolo dei Cullen – scintillante come i
proprietari, ma solo con la luce del sole per non dare nell’occhio, eh! –
piombò un silenzio tombale – ahah,
tombale, ho detto tombale – e nessuno parlò per almeno un decimo di
secondo. Edward Anthony Masen Cullen, detto SuperEd, cadde in uno stato
catatonico. Le palpebre smisero di battere e i suoi meravigliosi e bellissimi
occhi di topazio liquido divennero vuoti e vitrei.
I Cullen lo guardarono per un istante, poi scrollarono le spalle e tornarono a
far finta di essere umano.
«Senti …» esordì Emmett, guardando la compagna con un sopracciglio inarcato e
l’espressione curiosa. «Cosa sta pensando Bella Swan davvero? »
Ci fu un secondo di silenzio. Le palpebre meravigliose del meraviglioso Edward
ritornarono a battere.
«Niente» disse infine Rosalie, riservando a tutti uno sguardo eloquente. «Che
volete che pensi, quella? Il cervello gliel’hanno dato coi punti del latte e
credo che abbiano anche sbagliato ad impiantarlo, perché ha un equilibrio
spaventoso».
Dopo quella giornata, Edward Anthony Masen Cullen detto SuperEd non si riprese
mai più.
Angolo Autrice
Nulla da dire, questa storia non fa ridere, lo so ç____ç
Non sono portata per il genere comico, che volete? Ehm, okay, la smetto.
Questa storia partecipa ad una meravigliosa iniziativa *w* che è davvero
geniale, eeeh.