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Autore: Fiamma Drakon    30/09/2009    3 recensioni
Tradita.
Era l’unica parola che riusciva a trovare per descrivere la frustrazione e la rabbia che si erano riversate in lei, potenti e letali, devastando quel fragile accenno di fiducia che aveva faticato tanto ad affiorare nel suo animo distrutto dal male della sua infanzia.

I sentimenti e i pensieri di Lucy quando vede Kouta e Yuka insieme alla festa.
[Personaggi: Lucy]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Tradimento Tradita.
Era l’unica parola che riusciva a trovare per descrivere la frustrazione e la rabbia che si erano riversate in lei, potenti e letali, devastando quel fragile accenno di fiducia che aveva faticato tanto ad affiorare nel suo animo distrutto dal male della sua infanzia.
Tradita.
La scena che le si parava dinanzi agli occhi non lasciava addito a dubbi, mentre il suo cervello lavora febbrilmente cercando di comprendere le motivazioni che avevano spinto l’unico del quale si era fidata a tradirlo: Kouta, il suo amico, l’unico nel quale aveva così ardentemente sperato di poter confidare, in compagnia di un’altra ragazza, in lacrime dinanzi a lui.
- C-con mio cugino... -.
Le riapparve alla mente la risposta che Kouta le aveva dato quando lei gli aveva chiesto con chi sarebe andato alla festa di quella sera.
Era stata una menzogna, un inganno.
Anche la sua amicizia lo era: tutto un imbroglio per prendersi gioco di lei, ancora una volta, come quei ragazzini dell’orfanotrofio.
Quegli stessi ragazzini che aveva ucciso e smembrato solo poco tempo prima, macchiando se stessa e l’intorno del purpureo del loro sangue.
Era fuggita, avrebbe fatto bene a rimanere sola, ad uccidere anche lui fin da subito, invece di fidarsi, di cercare in lui il sostegno che non aveva mai avuto.
In fondo, l’aveva sempre saputo, nonostante avesse cercato di rifuggire quell’idea: per lei, così diversa, in quel mondo non c’era posto.
Non c’era mai stato e mai ci sarebbe stato.
Allora createne uno...
Un sibilo suadente, una voce carica di persuasione troppo forte perché potesse ignorarla le risuonò nella testa.
Ora si trovava in un luogo buio, dinanzi a qualcuno o qualcosa in ombra, che tuttavia i suoi sensi percepirono come familiare, molto, incredibilmente familiare.
In questo mondo non c’è posto per quelli come te... discriminati, calpestati, insultati. Gli umani non hanno rispetto per voi... perché risparmiarli? Perché lasciare che dominino ancora su questo mondo?
Tu hai il potere di distruggerli, piegarli come fragili bamboline di carta al tuo volere.
Tu puoi ciò che loro non possono...
Tutte quelle parole che fuoriuscivano dalla bocca di quella misteriosa ombra trovavano un riscontro quasi inquietante nel suo intimo.
Era tutto vero, per quanto si sforzasse di negarlo: non c’era mai stata una persona al mondo che le avesse voluto bene, che fosse stata sincera con lei e le fosse stata amica.
Aveva confidato in Kouta e ne era rimasta bruciata: l’aveva ingannata.
Tradita.
Hai confidato troppo in coloro che non ti accettano... hai riposto fiducia in una convivenza che non potrà mai esistere.
Non lo capisci? Non potrete mai convivere in pace...
Per quanto le facessero male quelle parole, sapeva perfettamente che quell’ombra aveva ragione: aveva ucciso delle persone innocenti per trovare un rifugio che potesse definire “casa”, anche se solo per breve tempo.
Il sangue e i cadaveri che si era lasciata alle spalle erano la prova di ciò che quell’ombra affermava: a priori, non c’era modo di convivere in pace.
Era troppo diversa.
Non vuoi fargliela pagare...? Ti ha tradita con un’altra ragazza, ti ha imbrogliata, ingannata, raggirata... si è preso gioco di te... non desideri vendicarti?
Nel suo profondo, la frustrazione che provava iniziava a premere, cercando di farsi sentire più forte di quanto fosse in realtà, come metafora del fuoco che veniva gettato sulla polveriera che rappresentava la sua ira nascosta.
Quelle frasi erano dirette dritte ai suoi punti dolenti, quelle giunture deboli che lasciavano spiragli nei quali facilmente potevano insinuarsi dubbi di tale entità da poter cambiare radicalmente un individuo, fino a renderlo l’esatto opposto di ciò che era.
Era tutto quanto vero: erano tutti i suoi punti deboli, i suoi dubbi, le sue insicurezze.
Erano troppo giusti perché fosse solo una coincidenza.
- M-ma tu... chi sei? - domandò, incerta.
- Io? - chiese a sua volta l’ombra, in tono di ironico scetticismo a quella richiesta - Non l’hai ancora capito...? -.
Si ritrovò faccia a faccia con quell’ombra, che d’un tratto le apparve dinanzi con quanta più nitidezza possibile, tanto da suscitarle varie ondate di brividi.
Io sono te...
Quel viso che fissava di rimando il suo, così vicino da sembrarle irreale, era deformato da un ghigno che esprimeva una tale malignità folle da intimidirla alquanto, tanto da farla cadere sul quel suolo buio.
Io sono quella parte di te che fino ad ora hai rifiutato... ma grazie a me, avrai il potere di vendicarti. Io posso far sì che ci sia un luogo per te, in questo mondo.
Posso darti la forza per distruggere coloro che ti disprezzano, la forza di spazzare via tutto quanto.
Accetta cosa sei veramente... e diventerai invincibile...
Le tese una mano, fissandola con sguardo folle, sadico.
Accettare “l’altra se stessa” o rimanere com’era?
Era arrivata al bivio decisivo, ne era certa: da un lato, avrebbe potuto continuare a rifuggire il mondo, continuando ad essere disprezzata e ad uccidere per trovare un luogo dove poter stare per breve tempo, prima di riprendere la fuga, oppure divenire più forte, capace di crearsi una casa stabile e di distruggere coloro che l’avevano fatta soffrire.
All’improvviso, rivide fugacemente Kouta dinanzi a lei, vicino alla bambina in lacrime.
Quella visione le suscitò nuove ondate d’emozioni.
Non fu difficile scegliere...

- Ehi, ragazzina! Togliti di mezzo!!! -.
Un uomo era giunto alle spalle di Lucy con l’intento di passare per la strada in mezzo alla quale lei era ferma.
Un piccolo crocchio di gente si radunò attorno a loro, attirata dal fracasso.
- Che fai, ti sei imbambolata? Levati!! Mi hai sent...?! -.
Un istante ed un mulinello di sangue s’innalzò nel cielo, tracciando archi in aria, ricadendo poi, simile a pulviscolo vermiglio, sul suolo, disegnando strati concentrici di macchie attorno alla figura della bambina, macchiata anch’essa di quella linfa dall’odore ferroso, mentre alzava gli occhi a guardare colui che l’aveva tradita, l’obiettivo della sua vendetta.
Kouta non c’era più e nemmeno la bambina.
Ma non le importava: l’avrebbe ritrovata e l’avrebbe soppressa.
Era la sua vendetta per quel tradimento che nel suo animo aveva lasciato solo un amaro ricordo, uno dei tanti che già affollavano la sua mente.
L’aveva tradita e ingannata.
Per questo, meritava di subire la sua vendetta.
   
 
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