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Autore: Nejiko    30/09/2009    7 recensioni
"La divisa da poliziotto scivola via insieme al leggero vestitino rosa, finiscono stropicciati accanto al piccolo divano celeste, come pezze senza valore, raggiunte rapidamente da quei pochi indumenti rimasti.
La targhetta, posta appena sopra il distintivo, brilla sotto la luce tenue dell'abatjour appoggiata sul semplice tavolino in legno: capitano Hatake Kakashi."

La mia prima AU. Seconda classificata al "Kakashi and numbers" indetto da Bravesoul e vincitrice del premio "Emozione".
Pairing: Kakashi/Sakura - Kakashi/Ino.
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Kakashi Hatake, Pain
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'KakaSaku collection '
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Dimenticare

Ecco la mia primissima AU classificatasi seconda al contest "Kakashi and numbers" indetto da Bravesoul e vincitrice del premio "Emozione"

Personaggi assegnati:  Hatake Kakashi; Ino Yamanaka; Pain.

Titolo della canzone: Black Celebration - Depeche Mode

Non posso che essere soddisfatta per il secondo posto ottenuto.
Ringrazio la nostra giudice Bravesoul e mi complimento con tutte le altre ragazze, in particolare con Urdi per il primo posto.

Sperando di strapparvi qualche commento, vi lascio alla lettura ^^


 
 


 

Dimenticare

 



 

 

La mani scorrono avide sulla candida pelle; le labbra gustano a fondo, con disperazione, quel dolce contatto.

In quel piccolo appartamento di periferia, posto accanto alla ferrovia, l'ansimare di due corpi che si cercano è coperto dall'intenso rumore metallico della locomotiva che, fischiando, prosegue imperterrita il suo percorso.

I due amanti sembrano non curarsene: si baciano, si stringono, si spogliano. La divisa da poliziotto scivola via insieme al leggero vestitino rosa, finiscono stropicciati accanto al piccolo divano celeste, come pezze senza valore, raggiunte rapidamente da quei pochi indumenti rimasti.

La targhetta, posta appena sopra il distintivo, brilla sotto la luce tenue dell'abatjour appoggiata sul semplice tavolino in legno: capitano Hatake Kakashi.

 

Chi avrebbe mai detto che si sarebbe conclusa così quella lunga giornata.

Avrebbe dovuto essere un trionfo, un giorno da appuntare sul calendario, da festeggiare negli anni e, una volta diventato vecchio, da raccontare ai nipoti come la gloriosa impresa di nonno Kakashi.

Per anni ha atteso questo momento; per troppo tempo ha desiderato porre fine alle malefatte di quell'uomo braccato e sfuggito troppe volte alla giustizia ed ora che c'è finalmente riuscito, si aggrappa ad una giovane ragazza per non venir risucchiato dal rimorso.

Perché catturarlo gli è costato molto, più di quanto si sarebbe mai immaginato.

 

E' giovane ma pieno di dolore il cuore di quell'uomo che cerca disperatamente di non pensare, di non ricordare ciò che è successo solo alcune ore prime. Si è rifugiato in un sakè bar e poi su quel divano, fra le braccia della dolce cameriera che gli ha servito da bere.

Soffre e si dispera, mentre cerca consolazione in quel momento di irrazionale passione, incantato dalla luce di quegli occhi che gli ricordano così tanto lei, quell'amore così dannatamente sbagliato e da cui, forse, non riuscirà mai a trovar pace ora che gli è definitivamente sfuggito tra le dita.

Fra colleghi non può esserci alcuna relazione: essere poliziotti comporta rischi elevati figuriamoci se di mezzo ci sono pure i sentimenti, bisogna essere lucidi, razionali. Ancora più impossibile è l'amore fra un capitano e la sua giovane sottoposta, uno scandalo per l'intero comando.

Dopo una brillante carriera come la sua, come può non conoscere a fondo le regole basilari insegnate con rigore sin dall'accademia.

E così si è ritrovato a fingere che fosse una fra le tante, a guardarla impugnare la pistola e battersi per la giustizia, senza mai dirle quanta angoscia provasse nel profondo del suo cuore vedendola coinvolta in sparatorie e incursioni. Al termine di ogni difficile giornata ha atteso il suo ritorno, fissando la porta d’ingresso, nascondendo l’ansia dietro il foglio di giornale. Solo vedendola rientrare con i colleghi, vedendola sorridere al fianco di Naruto e Sasuke nel solito bar dietro al commissariato, riusciva a ritrovare la sua proverbiale calma.

Li ha sempre osservati mantenendosi a distanza, senza mai dimostrare quanto si sentisse legato a quei tre, per non sentirsi vulnerabile, non più di quanto già non lo fosse. Ha sempre continuato ad indossare quella stupida maschera di formalità, fino all’ultimo, ed ora non può che chiedersi a protezione di chissà poi che cosa. Di se stesso? Della carriera? Del prestigio del distretto? Della buona riuscita di una missione?

Che importanza hanno tutte quelle stramaledette scuse ora che lei non c'è più? Ora che loro non ci sono più.

 

Mentre bacia con fervore il collo di Ino, mentre le carezza i fianchi e si nutre di lei, della sua passione, non riesce a cancellare il ricordo di quell'ultimo sorriso, di quegli occhi di smeraldo senza paura. Vivida è l’immagine di quel cenno, di quel pollice alzato appena prima di abbassare la visiera dell'elmetto: l’ultimo saluto prima di attraversare quella porta che avrebbe segnato la sua fine.

Vorrebbe essere morto anche lui.

 

Dalla morte di Obito, il suo primo collega, si è ripromesso che non sarebbe più successo. Nonostante sa in cuor suo quanto quel desiderio sia irrealizzabile, si è sempre battuto perché nessuno dei suoi compagni potesse ripetere quella tragica fine, cadendo in servizio.

Ma lei è caduta, sotto gli spari di quell'uomo, e cadendo ha raggiunto i corpi senza vita di Naruto e Sasuke.

Quel bastardo glieli ha strappati tutti e tre, gli ha strappato ogni cosa: il suo amore inconfessato e quei due ragazzi che ha visto crescere sin da bambini e che ha amato come figli.

Poca importanza ha ora quella notizia osannata dai giornali e dalle emittenti televisive, e che lui stesso, per mesi, aveva desiderato sentire: la cattura di Pain, capo della pericolosa società criminale Akatsuki.

Ora che tutto è concluso, avrebbero potuto festeggiare. Ma senza di loro, a cosa serve brindare? Che c’è da festeggiare? La cattura di un criminale? Di un ricercato? Di un folle assassino?

Pain vive, sicuro, dietro le solide sbarre di una cella che gli garantiscono l'incolumità. Mentre Sakura, la sua dolce e piccola Sakura, è morta. Così come si è spento l’allegro sorriso di Naruto e lo sguardo impenetrabile di Sasuke, trafitti dai proiettili di quell'uomo senza Dio e senza pietà che, prima o poi, grazie ai suoi sporchi soldi, tornerà libero.

Libero di uccidere, libero di spacciare, libero di causare altro dolore.

Non c'è nulla da festeggiare in un giorno così nero, niente che valga lo sforzo di sollevare il bicchiere colmo fra risa e schiamazzi. Tre ragazzi sono morti, le loro giovani vite sono state spezzate per una giustizia che non funziona, che non funzionerà. Una città sporca come quella non può essere cambiata.

 

Tormentato dai sensi di colpa per non essere riuscito a salvare quanto di più caro avesse, è entrato in quel bar in cerca di una sbronza che potesse cancellare il suo dolore, quella fitta insostenibile che sembrava volergli squarciare il petto.

Unico cliente vista l'ora ormai tarda, si è appoggiato al bancone, sedendosi sul logoro sgabello di legno che scricchiola sotto il peso del suo corpo stanco e provato. Non ha nemmeno guardato in faccia la cameriera, ha ordinato rimanendo ad osservare quel liquido scuro che gli è stato posto davanti. Ha trangugiato il peggior rum della sua vita mentre la televisione, ancora accesa, ha riproposto le immagini del blitz. Non si è voltato ad osservarla, quelle immagini sono scolpite dentro di lui. In quel momento ha desiderato con tutto se stesso cancellare il viso dei suoi ragazzi sdraiati a terra in quell’orribile pozza scarlatta, cercando di ricordare unicamente i loro sorrisi, le loro battute pungenti, le loro risate serene.

E’ rimasto in silenzio, ascoltando la voce del giornalista.

Un servizio pessimo a suo giudizio, capace solo di evidenziare la grandezza di quel mostro; solo un piccolo accenno agli eroi caduti in battaglia, un misero spazio per decine di vite.

Pain, il solo sentirne il nome gli ha fatto venir voglia di precipitarsi alla prigione per strangolarlo con le sue stesse mani.

<< Che crudeltà... >> .

Sono state le prime parole di quella cameriera a risvegliarlo dai suoi istinti omicidi. Lentamente ha alzato lo sguardo dal bicchiere per posarlo, sorpreso, su quel giovane volto.

<< Parlano di quel mostro, ma non dicono nulla dei ragazzi che sono morti per rendere questa città un posto più sicuro. >> ha proseguito la cameriera una volta accortasi dell'interesse dell'uomo.

<< Già. >> Non è stato in grado di dire altro, non se l'è sentita.

<< Se non ci fossero persone come voi, per la gente comune come me sarebbe finita da un pezzo! >> ha esclamato decisa prima di afferrare il liquore dall’armadietto sotto il bancone, quello dove vengono conservate le bottiglie di qualità. << Avanti, offre la casa capitano Hatake. >> Ha continuato riempiendo il bicchiere ormai vuoto.

 

Non ricorda con esattezza quante volte quel bicchiere si sia riempito e poi svuotato, non ricorda nemmeno come abbiano raggiunto quell'appartamento, ne chi abbia iniziato quel gioco, ma ora ringrazia per ciò che la sorte gli sta offrendo. Perché Kakashi sente la necessità di dimenticare, di trovare un appiglio per poter andare avanti, per togliersi di dosso quel maledetto odore di morte che lo circonda.

Mentre ansima, mentre cerca di raggiungere il culmine di quel piacere carnale, non può che illudersi: si aggrappa alla speranza che brilla negli occhi della ragazza stretta al lui, alla voglia di vivere che Ino racchiude in tutta la sua spensieratezza, in quella giovinezza che è appartenuta anche a quei ragazzi, sperando di venirne contagiato, di ritrovare un motivo per guardare avanti con fiducia. Ha bisogno di credere in qualcosa per potersi osservare allo specchio senza abbassare lo sguardo, vergognandosi di se stesso. Deve sapere che Sakura, Sasuke e Naruto non sono morti invano, ma che le loro vite sono state versate per proteggerne altre.

 

Un ultimo gemito, un ultimo bacio prima di sdraiarsi al suo fianco, prima di trovare un po’ di quella pace che, forse, è solo frutto della stanchezza e dell’appagamento.

Il profumo di lei, della sua pelle morbida, culla il suo riposo su quel piccolo divano che inizia ad essere scomodo.

La guarda, ammaliato dalla bellezza di quei lineamenti così dolci, catturato da quelle labbra rosee e sottili. Le sposta piano quella ciocca ribelle che le nasconde in parte quei suoi occhi di un azzurro intenso.

Realizzando ciò che è successo, non può che sentirsi in colpa; ma poi fissa quel volto e quell’aria così serena: anche se l’ha appena conosciuta, quella ragazza è già riuscita a farlo star meglio.

 

Ino sorride, stretta fra le braccia di quell’uomo, assaporando quel senso di sicurezza che ha sempre cercato.

Non ha dimenticato il padre, ucciso dai sicari di Akatsuki. Anni fa si è rifiutato di pagare per la loro protezione e per questo è stato punito.

Era poco più di una bambina quando successe, eppure è stata lei a prendersi cura della madre, a mandare avanti, una volta cresciuta, l’attività del padre.

L’ha fatto senza mai pesare troppo sulle spalle della donna che l’ha messa al mondo, guardando avanti, con il suo carattere forte e deciso, eppure fragile allo stesso tempo.

Perché è innegabile, suo padre le è sempre mancato.

Per questo in quel caldo abbraccio, sente la nostalgia di qualcosa che le è stato tolto troppo presto.

Non sa perché, ma in cuor suo spera che lui resti.

 

 

Il sole sorge, l’alba di un nuovo giorno entra piano nel piccolo appartamento, illuminando quel piccolo divano oramai vuoto.

E’ passata una settimana da quel dannato giorno.

A terra, abbandonata, una divisa scura si mescola alla stoffa colorata di un vestito femminile. Il distintivo brilla, baciato da quei primi caldi raggi; il nome sulla targhetta non è cambiato.

La biancheria, disseminata lungo il tragitto, sembra disegnare un percorso che conduce alla camera da letto. Lì, un uomo dorme tranquillo, abbracciando una giovane donna dai lunghi capelli dorati. Il suo viso è sereno, i suoi lineamenti sono finalmente distesi.

E’ tornato Hatake Kakashi, Ino lo sta aiutando.

Non ha dimenticato la dolce Sakura. Non ha dimenticato nemmeno Naruto e Sasuke, e non lo farà mai. Custodirà il loro prezioso ricordo per sempre, nel profondo del suo cuore, accanto a quello di Obito. Andrà avanti, nonostante tutto proseguirà il suo cammino, consapevole che il dolore è parte integrante del suo essere, della sua scelta di vita.

Ma ora qualcosa in lui sta cambiando.

Forse ha di nuovo qualcosa da proteggere, forse qualcuno che pian piano inizierà ad amare.

Forse sarà una storia di una settimana o di un mese, forse quella che durerà per tutta la vita. Ma ciò che conta è che ora una ragione per continuare a credere nel domani l’ha trovata.

 

 

 

Fine

 


Il giudizio:

Seconda classificata: Neji4ever con Dimenticare.
Grammatica:8/10
Stile: 8.5/10
Attinenza alla traccia: 10/10
Attinenza alla canzone:10/10
Trama: 9/10
Originalità: 9.3/10
Gradimento personale: 5/5
Tot: 59.8/65

Commento. UAO!! Ciò quando l’ ho letta sono rimasta scioccata, mi hai fatto commuovere alla fine. Direi fantastico!! Unica grande pecca, che poi grande non è, la grammatica. Errori di punteggiatura e spelling che con un attenta rilettura potevano essere evitati tranquillamente. Un piccolo appunto: Pein in realtà si scrive Pain e abajour è abatjour, poi sake si scrive sakè. Lo stile, beh, sono stata stretta con te. La fic è incantevole, si lascia leggere e l’ atmosfera costruita è geniale, tormentata, disperata, con un pizzico di luce, ma alcune scene sono narrate quasi troppo superficialmente. Sono davvero puntigliosa su certe cose…
Grazie a questa ambientazione la canzone ci sta in modo fantastico, si incastra con la storia, soprattutto se la ascolti mentre la correggi… fantastico, non è una songfict eppure la canzone ci sta. Che dire sulla trama? Quasi perfetta, e originalità molto alta, ma abbassata di un poco a perché Kakashi come poliziotto lo si legge molte volte. Ma l’ impostazione che hai dato tu è molto… beh, Originale!!
Gradimento personale … Pieno. Mi hai commossa, mi hai fatto provare il dolore di Kakashi, la sua voglia di annullarsi nell’ alcol, e poi di rinascere. Complimenti.




 

 

 

 


   
 
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