Brothers…
Cap 1.Al diavolo tu e il
metal!
Ti odio fratellino,ti odio,ti odio,TI ODIO!Possibile
che tu non capisca mai i miei sentimenti?Possibile che tu debba sempre farmi
del male?Lo fai apposta,vero?Lo so,che tu ti diverti a provocarmi,a farmi i
dispetti e a sparlare di me,è una tua abitudine fin da piccolo…Ma in questo
momento soprattutto mi fai soffrire come un cane,in questo bruttissimo periodo
della mia adolescenza…Papà si è risposato con una vecchia megera che non mi
piace neanche un po’ e che dovremo tenerci in casa per tutta la vita…Io patisco
un sacco a causa sua,non mi va proprio a genio,è terribilmente antipatica…Con
papà non posso parlarci,lui è di sicuro dalla parte di “mamma”,come la chiama
lei,le mie amiche e i miei amici non si accorgono di me,mi odiano perfino,tu
sei l’unico che può tirarmi su di morale ed aiutarmi ad andare avanti…E invece
che fai?Mi prendi in giro davanti ai tuoi amici,ecco cosa fai!Tu fai solo i
tuoi comodi,ascolti la tua maledetta musica metallara,I system of a down,i deftones
e quella gente là…Tu vai da Jeffry a provare col basso,tu vai in giro a
rimorchiare ragazze…Io invece sai che faccio ogni notte?Io piango sotto le
coperte,soffro,e cerco di non far rumore per non disturbare nessuno…Sai che il
mio cuore è pesante come un masso?Sai che la mia mente ogni giorno è affollata
da pensieri estremamente pessimi?Sai che il mio corpo freme dalla voglia di
farsi del male?SAI CHE VOGLIO VOLERTI BENE?Demone,ecco cosa sei,sei solo un
ragazzo insensibile che non sa comprendere l’umanità fragile di sua sorella più
piccola…I tuoi maledetti diciotto anni non ti servono a niente?Solo a svagarti
come vuoi?Ma lo sai almeno che esisto anch’io e ho bisogno di te,solo di te in
quest’istante più che in ogni altro?Ma tu non vuoi proprio capire,sei proprio
un deficiente,ecco cosa sei…TI ODIO!
-Ehi
Tessa,che stai facendo?-mi domanda incuriosito Demo.
Mi sforzo
di fingere il più possibile,cercando di non mostrare tutto il mio odio verso te
e il mio rimpianto.Come sempre mi nascondo dietro un falso sorriso,e rispondo
con finta serenità.
-Niente,penso
al tempo,oggi è molto bello vero?-
Una
figura da schifo,ecco cosa.Si vede lontanto un miglio che penso a tuttaltro.Lui
la beve per fortuna e mi risponde un po’ distratto.
-Sì,hai
ragione,vabbeh,ora vado,ci vediamo domani,bye bye!-
-Ciao…-alludo
io.
Lui
sparisce dietro l’angolo.Resto ad osservare l’erba che calpesto per qualche
secondo,sono seduta su un’altalena,con la testa bassa di sempre.Poi però decido
che è ora di andare,in fondo sono le sei del pomeriggio,è ora di tornare a casa
mia…Sì,magari lo fosse…Mi incammino per la solita strada deserta,in cui le case
colorate dall’arancione del cielo producono un effetto molto suggestivo ai miei
occhi.Silenzio e nient’altro,è come se fossi in un’altra dimensione,lontana da
tutto e da tutti.Devo ammettere che questa strada è uno dei rarissimi posti in
cui si sta bene,tranquilli,e in cui si respira un’aria pura,del tutto diversa
da quella tremendamente inquinata del centro…Gli alberi,si muovono
sincronizzati e i fiori emanano un buonissimo profumo,primaverile,e dire che
siamo in autunno…
-TESSA!-urla
una voce il mio nome.
Mi fermo
e mi giro per vedere chi mi sta chiamando.Ah,è Jeffry,il chitarrista del gruppo
di mio fratello,un ragazzo di diciassette anni,alto 180 cm,occhi castano
chiaro,pizzetto e capelli in tinta unita un po’ lunghi…Un tipico rockettaro,non
per questo è un grande amico del mio caro fratellino…Mi raggiunge a velocità
supersonica,mettendomi quasi k.o. con una delle sue solite ed odiose botte
sulle spalle.Io cerco di tenermi in equilibrio,e per fortuna ci riesco,ma con
abbastanza fatica,le sue mani sembrano delle gigantesche gru,troppo manesco per
i miei gusti…Mi sorride felice,sembra che gli sia successo qualcosa di
bello,quindi gli chiedo il motivo di quel suo enorme sorriso a trentadue denti.
-Bè,che
hai?Per una volta ti è andato bene il compito di mate?-domando pigra,ma con
accento malizioso.
Lui mi
risponde con un altro sorriso,annientando il mio tentativo di stuzzicarlo.Ah,è
inutile,con lui litigare è impossibile…
-No,la
matematica rimarrà sempre una materia sconosciuta nel mio cervello,come le
ragazze del resto…-risponde ironico.
Certo,lui
è conosciuto nella mia famiglia per essere il più gran sfigato di tutti i tempi
in campo sentimentale.Le sue storie non durano più di una settimana,anche
perché non è che lui da bravo gentiluomo dedichi la maggior parte del tempo a
curare il rapporto con la sua ragazza,ma al contrario continua a fare quello
che vuole,come se non fosse mai stato fidanzato,e giustamente la sua momentanea
“dolce metà”,si stufa e lo molla,così su due piedi…E lui non ha ancora capito
perché succede sempre così…è proprio tonto come mio fratello,non c’è verso!Ad
un certo punto tira fuori dalla sua pesantissima borsa a casacca,che arriverà a
toccare abbondantemente terra se non lo fa già,un sacchetto contenente vari
cd,e me lo porge soddisfatto.Io guardo perplesa quello che c’è dentro e cerco
di analizzare meglio il tutto,tirando fuori un po’ alla volta tutti i cd.
-Che è
sta roba?-domando seccata.
Lui mi
sfila il sacchetto dalla mano e comincia a fare un’ esibizione di tutta la roba
che vi è dentro.Si schiarisce la voce e fa:
-Ebbene,il
primo che vedi è un cd dei Pantera,molto potente e cattivo,questo qui invece
che vedi con un tizio con la maschera è di un gruppo che io adoro,gli Slipknot,questo
invece…-
Oh,no,l’ennesima
lezione sul rock-metal,basta non ce la faccio più!Già mio fratello mi rompe le
scatole con questa storia,dicendo che io ascolto “musicaccia comune”,e mi
costringe a seguire le sue meravigliose lezioni sulla storia del rock,con tanto
di dimostrazione pratica,assoli assordanti di chitarra,giri di bassi e
smanettamenti di batteria…E ora ci si mette pure lui?E no,eh,stop please!
-Ok,ok,Jeff,la
tua lezione la rimandiamo la prossima volta,ora ho altro da fare…-interrompo
sbrigativa.
Poi mi
allontanto da lui velocemente.Pensate che lui sia rimasto lì impalato e dopo
però sia ritornato indietro lasciandomi così stare?Ma figuriamoci,lui non
farebbe mai una cosa del genere…Visto che quell’ebete è così geniale da non
capire che sto molto male,mi segue come un cagnolino,e mi assilla con domande
assurde di cui sa già la risposta…MAMMA MIA,QUANTO ODIO PURE LUI QUANDO FA
COSì!
-Ma lo
sai che potresti entrare nel nostro gruppo?Tuo fratello dice che la tua voce
assomiglia a quella di una gatta in calore,ma per me hai una bella voce…-
Ed ecco l’ennesima
gentilezza di mio fratello che mi fa soffrire ultriormente.Sopporto
silenziosamente,per evitare spargimenti di sangue in seguito alla mia folle
ira,e cerco di rispondere il più gentilmente possibile al mio amico.
-No
grazie,tanto la sai già la risposta…-
-M-ma…-cerca
di controbattere lui.
-Ora se
non ti dispiace,vorrei tornare a casa…-concludo seccata.
E comincio
a correre,allontanandomi velocemente da lui.Non sento più nulla,tranne la voce
di Jeffry che mi urla dietro le solite parole,cioè:
-MA IL
TUO TALENTO è SPRECATO!-
Lo so
perfettamente,non serve che me lo ricordi!Devo dire che ha ragione lui,sono abbastanza
brava a cantare,perché dicono che la mia voce è molto melodiosa ed intonata…Ma
è evidente che non canterò mai in un gruppo,specialmente in quello di mio
fratello,al massimo canto in chiesa ogni tanto alla domenica…Una leggera
lacrima bagna la mia guancia destra,ma è solo l’inizio di una lunga serie di
gocce salate,che come sempre cadranno copiose,simili ad una cascata.Ora ritorno
a casa,dove di sicuro appena entrata sentirò la voce squillante e severa di mia
“mamma”,chiamarmi e come al solito sgridarmi per chissà quale motivo astruso…Poi
mio papà concorderà con lei appena aprirà bocca e ripeterà tutto quello che
sbraiterà lei,come un registratore,e poi per concludere alla grande mi
appiopperanno chissà quale stupida punizione…Che schifo di vita la mia,non mi
va bene niente,se solo tu Ray mi dessi una mano,ma il tuo aiuto equivale a
chiedere ad un mulo di andare a scuola…Vabbeh,dovrò cavarmela da sola,come
faccio sempre,tanto non c’è altra soluzione,quindi…Asciugo le mie insulse e
amare lacrime,ormai sono davanti a casa,non posso mostrarmi ridotta così,con
gli occhi gonfi e i mocci al naso…Cammino pesante verso la porta,attraversando
il mio giardino che chissà quand’è stata l’ultima volta che il papà l’ha curato…Forse
quando è morta la mia mamma,forse…Indugiando un po’,poi però infilo la chiave
nella serratura ed apro la porta molto lentamente.Entro senza far rumore in
casa,ma sono fin troppo sgammabile,è un mio enorme difetto…Purtroppo sento la
voce squillante di “mamma” interpellarmi prontamente,invitandomi a raggiungerla
in cucina…Ah Ray,se solo tu potessi svegliarti un po’ fuori e capire in che
razza di situazione mi trovo!