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Autore: b r i c i o l a    01/10/2009    5 recensioni
Piccola shot sul mio pairing preferito Draco e Hermione ... complici i tanto amati libri ^^
Il cielo quella mattina era di un colore talmente grigio, da far quasi ricordare i tempi dei Dissennatori.
Tutti i ragazzi, grandi e piccini, erano al riparo nei loro caldi letti, o davanti al fuoco, con una Burrobirra stretta tra le mani gelate.
Un inverno del genere non si vedeva da molto tempo, e tutti erano spaventati.
Persino i freddi Serpeverde, che avrebbero dovuto trovarsi a loro agio, imprecavano tra i denti per quell’improvvisa tempesta che si era abbattuta sulle loro teste.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Strange Love'
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 Buonasera!

Aggiorno per la quarta volta! Questa volta la fic è su Harry Potter, o meglio su Draco e Hermione. Ho molta fantasia in merito a questi due poveretti … è scritta di getto .. spero l’apprezziate!

Le recensioni sono sempre ben accette!

Baci

Scimmietta

P.S. ho postato una nuova shot, su Twilight … Dream se vi va, passate a darci un’occhiata!

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Il cielo quella mattina …

Il cielo quella mattina era di un colore talmente grigio, da far quasi ricordare i tempi dei Dissennatori.

Tutti i ragazzi, grandi e piccini, erano al riparo nei loro caldi letti, o davanti al fuoco, con una Burrobirra stretta tra le mani gelate.

Un inverno del genere non si vedeva da molto tempo, e tutti erano spaventati.

Persino i freddi Serpeverde, che avrebbero dovuto trovarsi a loro agio, imprecavano tra i denti per quell’improvvisa tempesta che si era abbattuta sulle loro teste.

Lei, la dolce Regina dal cuore caldo, si era rintanata tra i grandi e polverosi scaffali della sua amata biblioteca. Lì, se possibile, il gelo era ancora maggiore, e stretta in una miriade di maglioni di lana, cercava di non pensarci, dedicando il suo pensiero solo ai libri.

Era difficile però, ignorare i brividi che le facevano sbattere forte i denti, impedendole di concentrarsi.

Scosse più volte la testa, sciogliendo i muscoli, cercando il metodo più adatto per rilassarsi.

Tutta colpa di quell’odiosa donna di Madame Pince, che non voleva si accendessero fuochi magici, così vicino ai suoi preziosi libri.

Starnutì, soffiandosi poi il naso nel fazzoletto. Odiava l’inverno. Lei, bella Grifondoro amava il calore.

Quel dolce calore che solo l’arrivo dell’estate sapeva donarle.

Quel dolce calore che le faceva dimenticare tutti i suoi problemi.

In lontananza, riuscì a sentire il suono dell’orologio. Si era fatto abbastanza tardi. Sarebbe dovuta tornare immediatamente dai suoi amici, che forse, già la cercavano preoccupati per il castello.

Ma non ne aveva voglia. Quegli anni, passati nella paura di perdere le persone a lei più care, nel dolore di vederle soccombere, una dopo l’altra, la piccola Hermione Jane Granger era cambiata.

Se prima aveva paura di restare sola, ora, quei piccoli spazi di tempo che riusciva a ritagliarsi, lontano da tutti e da tutto, le facevano incredibilmente bene.

Si alzò dalla sedia, e barcollando sotto il peso dei numerosi libri che portava tra le mani, si diresse verso l’uscita.

Fu in quel momento che la sentì. Una voce maschile che imprecava.

“Porca put …”

E poi un rumore assordante di libri caduti sul pavimento di pietra.

Si diresse verso la fonte del rumore, e nell’angolo più lontano della sala, vide il povero disgraziato a terra, con una moltitudine di libri sulla testa e intorno al corpo.

Poveretto … deve essersi fatto molto male … ora lo aiuto …

Appoggiò i suoi libri sul tavolo più vicino, e corse ad aiutare il giovane. Senza pensare di avere una bacchetta pronta per l’uso, si mise a spostare i pesanti tomi con le mani.

Dopo soli due libri era già stremata.

“Stai bene? ti sei fatto molto male?”

Iniziò a parlare, cercando di capire se il malcapitato non aveva perso i sensi. In un libro, aveva letto che in caso di trauma cranico, era necessario non far addormentare l’infortunato.

“Si si … grazie … sto bene …”

Il cuore le balzò in petto. Conosceva quella voce. L’aveva derisa per anni, e ora la ringraziava. Certo, non sapeva neanche chi fosse.

“Ma … ma … sei la Granger?”

Ecco .. neanche il tempo di aprire bocca che aveva già capito.

“S-si … Malfoy?”

“E ti pareva … tra tanta gente proprio tu dovevi venire ad aiutarmi?”

“Sempre gentile Malfoy, mi raccomando. Comunque per me puoi anche rimanere lì sotto ad ammuffire!”

Soffiò come un gatto arrabbiato. Lo odiava, lo odiava con tutta se stessa. Proprio non riusciva a sopportarlo dopo tutto quello che lei e i suoi amici avevano dovuto subire per colpa sua.

È un essere odioso, ora vado via e non lo aiuto più. Così impara a trattarmi male.

“E va bene Granger, scusa. Ora mi aiuti?”

Non poteva crederci. Rimase imbambolata per un minuto buono. Le aveva chiesto scusa. Roba da non credere.

Soffiando, pur non essendo più arrabbiata, riprese a spostare i libri. Dopo dieci minuti, finalmente, il bel capo biondo del giovane Malfoy venne alla luce.

Hermione distolse lo sguardo. Pur essendo un odioso Serpeverde, pur essendo figlio di Mangiamorte, pur essendo Draco Malfoy, no poteva negare neanche lei quanto fosse bello.

Del bambinetto con la vocetta acuta e maligna e con i capelli pieni di gel, non era rimasta traccia. Davanti a lei, ora c’era un dio greco, perfetto in tutta la sua bellezza.

Da sotto la maglietta aderente si riuscivano a scorgere i pettorali scolpiti; le gambe robuste e ben dritte erano fasciate da quei jeans stretti che gli stavano a pennello; i capelli, di un biondo quasi bianco, rilucevano fini alla luce; e gli occhi … ah gli occhi di quel benedetto ragazzo. Erano capaci di metterti K.O.

Volta la testa Hermione, su fa la brava! Ecco .. non lo guardare .. che è meglio.

Contro la sua volontà, la giovane eroina distolse lo sguardo, posandolo sul tavolo più vicino.

Malfoy, se ne accorse, e ghignando le parlò.

“Che c’è Granger? Affascinata da un bel Serpeverde come me?”

“Oh ma sta zitto Malferret. Piuttosto, ringrazia!”

“E chi dovrei ringraziare, di grazia?”

“Me!! sono io che ti ho tirato fuori da quei libri. Un minimo di riconoscenza!”

“E va bene Granger .. Grazie. Contenta?”

“Così va meglio!”

Cavoli … si è fatta carina la Granger. Non me ne ero mai accorto …

Malfoy scosse la testa, anche lui cercando, invano, di scostare lo sguardo. Ma si sa, gli occhi son fatti per guardare.

La Granger era davvero messa bene. non troppo grossa, né troppo magra, di dimensioni aggraziate. L’ammasso informe di paglia dei suoi capelli, si era trasformato in un cioccolatoso nido di dolci e invitanti boccoli. Gli occhi, quasi dorati, rilucevano di coraggio e determinazione, e le labbra … piccoli e carnosi petali di rosa. Un incanto per gli occhi.

“Beh Malfoy … la cena mi aspetta … ci si vede in giro”

Hermione, imbarazzata per lo sguardo che il ragazzo le aveva rivolto, girò la testa, prese il suo libro e si diresse verso l’uscita. Sentiva la necessità di mettere quanta più distanza tra lei e il ragazzo.

Aveva paura … paura che potesse accadere qualcosa di irreparabile.

Malfoy la guardò andare via, stupendosi lui per primo per tutte quella attenzioni. Insomma, era la Granger! La mezzosangue amica di Potty e Lenticchia! Quella che la aveva tirato un gancio destro al terzo anno! Quella … quella che si era fatta una donna stupenda …

Sospirò, andando verso la Sala Grande. Lo stomaco brontolava.

Una settimana dopo

Era passata una sola settimana da quell’incontro in biblioteca.

Hermione non ne aveva fatto parola con nessuno, neanche con i suoi migliori amici. Soprattutto con loro. Temeva ciò che potessero dirle … temeva le occhiate che gli avrebbero lanciato.

Sapeva da sola che ci aveva pensato troppo. Prima, Malfoy, meno lo sentiva, lo nominava o lo pensava, meglio stava. Ora era diventato un pensiero fisso.

Stava pensando a lui anche in quel momento.

Oh smettila Hermione! È Draco Malfoy, alias Furetto!

Si dette una mano sulla fronte, sperando di riuscire a far sparire che pensieri dalla sua testa.

Mossa sbagliata. Le venne il mal di testa.

Era la seconda ora di lezione, con il professor Vector, e non riusciva più a star tranquilla. Il mal di testa era peggiorato.

“Professore potrei andare in infermeria? Non mi sento bene!”

“Certo signorina Granger … vada pure!”

La Grifondoro uscì, trascinandosi dietro la borsa e incamminandosi verso l’infermeria. Sperava di trovarla vuota, ma ahimè. Si sbagliava di grosso.

All’interno, c’era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.

Non ce la fece più. Svenne.

Cazzo! È svenuta! Porca miseria!

Draco corse incontro alla ragazza, prendendola da terra.

La vicinanza con il suo corpo, e il dolce sapore di miele che emanava gli fece girare la testa. Non aveva mai sentito un profumo migliore di quello. Mai.

La portò sul letto più vicino, distendendola e poi corse a raccogliere le sue cose.

Proprio in quel momento entrò Madama Chips.

“Signor Malfoy! Cosa è successo?”

“La signorina Granger. È svenuta”

“Si sposti .. lasci fare a me”

Armeggiò con la bacchetta per qualche istante, e poi Hermione si riprese.

“Signorina Granger! Resti ferma, le porto una vestaglia. Lei da qui non si muove!”

Madama sparì nel suo ufficio, e Draco posò lo sguardo su Hermione.

Le guance erano rosse, e gli occhi lucidi. Forse aveva la febbre.

Signore! Può una mezzosangue essere così bella?

Si chiese, incapace di dare un nome a quella cosa che sentiva dentro. Era agitazione, mista a paura, mista a ansia.

“Come ti senti?”

“B-bene … m-mi dispiace d-di essere svenuta”

“Tranquilla. L’importante è che tu non ti sia fatta niente”

Sorrise, cercando, per la prima volta, di infonderci dentro tutta la dolcezza di cui era capace.

Dopotutto non era difficile farlo.

Madama tornò con una veste, e intimò a Hermione di cambiarsi.

La ragazza guardò Draco con un sopracciglio alzato, e lui, sbuffando, capì di dover uscire.

Attese fuori dalla porta solo dieci secondi. Pensava fossero sufficienti,e invece si sbagliava. Di quattro virgola cinquanta secondi.

“Malfoy! Ma insomma! Mi sto cambiando!”

La Granger, in solo intimo era davanti a lui, bella come una Dea. L’amichetto dei paesi bassi iniziò a farsi sentire, prepotentemente.

“S-scusa … c-credevo avessi f-finito …”

“Si, e di grazia, spiegami come faccio a cambiarmi in cinque secondi!”

“E che ne so io … sei tu la strega più brava qua!”

Hermione arrossì a quell’affermazione. Era la prima volta che le faceva un complimento.

Anche Draco arrossì. Era la prima volta che Hermione gli rivolgeva un sorriso così bello.

Si avvicinò per aiutarla con i lacci dietro la schiena, e poi le rimboccò le coperte. Come un fidanzato premuroso.

“Grazie Draco!”

Quelle parole furono un bisbiglio, che nonostante tutto lui riuscì ad udire.

Il cuore freddo e impassibile, prese vita tutt’un tratto. Riprese a battere, veloce, come un corridore. Pompava sangue caldo, che gli inondò le guance.

Come lo aveva potuto cambiare in poco più di una settimana?

Mistero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Disclaimer

Questa storia è di mia fantasia e scritta senza alcuno scopo di lucro. Essa prende solo in prestito i personaggi di J.K.Rowling

 

 

 

 

 

   
 
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