Buonasera!
Aggiorno per la quarta volta! Questa volta la fic è su Harry Potter, o
meglio su Draco e Hermione. Ho molta fantasia in merito a questi due poveretti
… è scritta di getto .. spero l’apprezziate!
Le recensioni sono sempre ben accette!
Baci
Scimmietta
P.S.
ho postato una nuova shot, su Twilight … Dream se vi va, passate a darci un’occhiata!
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Il cielo
quella mattina …
Il
cielo quella mattina era di un colore talmente grigio, da far quasi ricordare i
tempi dei Dissennatori.
Tutti
i ragazzi, grandi e piccini, erano al riparo nei loro caldi letti, o davanti al
fuoco, con una Burrobirra stretta tra le mani gelate.
Un
inverno del genere non si vedeva da molto tempo, e tutti erano spaventati.
Persino
i freddi Serpeverde, che avrebbero dovuto trovarsi a loro agio, imprecavano tra
i denti per quell’improvvisa tempesta che si era abbattuta sulle loro teste.
Lei,
la dolce Regina dal cuore caldo, si era rintanata tra i grandi e polverosi
scaffali della sua amata biblioteca. Lì, se possibile, il gelo era ancora
maggiore, e stretta in una miriade di maglioni di lana, cercava di non
pensarci, dedicando il suo pensiero solo ai libri.
Era
difficile però, ignorare i brividi che le facevano sbattere forte i denti,
impedendole di concentrarsi.
Scosse
più volte la testa, sciogliendo i muscoli, cercando il metodo più adatto per
rilassarsi.
Tutta
colpa di quell’odiosa donna di Madame Pince, che non voleva si accendessero
fuochi magici, così vicino ai suoi preziosi libri.
Starnutì,
soffiandosi poi il naso nel fazzoletto. Odiava l’inverno. Lei, bella Grifondoro
amava il calore.
Quel
dolce calore che solo l’arrivo dell’estate sapeva donarle.
Quel
dolce calore che le faceva dimenticare tutti i suoi problemi.
In
lontananza, riuscì a sentire il suono dell’orologio. Si era fatto abbastanza
tardi. Sarebbe dovuta tornare immediatamente dai suoi amici, che forse, già la
cercavano preoccupati per il castello.
Ma
non ne aveva voglia. Quegli anni, passati nella paura di perdere le persone a
lei più care, nel dolore di vederle soccombere, una dopo l’altra, la piccola
Hermione Jane Granger era cambiata.
Se
prima aveva paura di restare sola, ora, quei piccoli spazi di tempo che
riusciva a ritagliarsi, lontano da tutti e da tutto, le facevano
incredibilmente bene.
Si
alzò dalla sedia, e barcollando sotto il peso dei numerosi libri che portava
tra le mani, si diresse verso l’uscita.
Fu
in quel momento che la sentì. Una voce maschile che imprecava.
“Porca
put …”
E
poi un rumore assordante di libri caduti sul pavimento di pietra.
Si
diresse verso la fonte del rumore, e nell’angolo più lontano della sala, vide
il povero disgraziato a terra, con una moltitudine di libri sulla testa e
intorno al corpo.
Poveretto … deve essersi fatto molto
male … ora lo aiuto …
Appoggiò
i suoi libri sul tavolo più vicino, e corse ad aiutare il giovane. Senza
pensare di avere una bacchetta pronta per l’uso, si mise a spostare i pesanti
tomi con le mani.
Dopo
soli due libri era già stremata.
“Stai
bene? ti sei fatto molto male?”
Iniziò
a parlare, cercando di capire se il malcapitato non aveva perso i sensi. In un
libro, aveva letto che in caso di trauma cranico, era necessario non far addormentare
l’infortunato.
“Si
si … grazie … sto bene …”
Il
cuore le balzò in petto. Conosceva quella voce. L’aveva derisa per anni, e ora
la ringraziava. Certo, non sapeva neanche chi fosse.
“Ma
… ma … sei la Granger?”
Ecco
.. neanche il tempo di aprire bocca che aveva già capito.
“S-si
… Malfoy?”
“E
ti pareva … tra tanta gente proprio tu dovevi venire ad aiutarmi?”
“Sempre
gentile Malfoy, mi raccomando. Comunque per me puoi anche rimanere lì sotto ad
ammuffire!”
Soffiò
come un gatto arrabbiato. Lo odiava, lo odiava con tutta se stessa. Proprio non
riusciva a sopportarlo dopo tutto quello che lei e i suoi amici avevano dovuto
subire per colpa sua.
È un essere odioso, ora vado via e non
lo aiuto più. Così impara a trattarmi male.
“E
va bene Granger, scusa. Ora mi aiuti?”
Non
poteva crederci. Rimase imbambolata per un minuto buono. Le aveva chiesto
scusa. Roba da non credere.
Soffiando,
pur non essendo più arrabbiata, riprese a spostare i libri. Dopo dieci minuti,
finalmente, il bel capo biondo del giovane Malfoy venne alla luce.
Hermione
distolse lo sguardo. Pur essendo un odioso Serpeverde, pur essendo figlio di
Mangiamorte, pur essendo Draco Malfoy, no poteva negare neanche lei quanto
fosse bello.
Del
bambinetto con la vocetta acuta e maligna e con i capelli pieni di gel, non era
rimasta traccia. Davanti a lei, ora c’era un dio greco, perfetto in tutta la
sua bellezza.
Da
sotto la maglietta aderente si riuscivano a scorgere i pettorali scolpiti; le
gambe robuste e ben dritte erano fasciate da quei jeans stretti che gli stavano
a pennello; i capelli, di un biondo quasi bianco, rilucevano fini alla luce; e
gli occhi … ah gli occhi di quel benedetto ragazzo. Erano capaci di metterti
K.O.
Volta la testa Hermione, su fa la
brava! Ecco .. non lo guardare .. che è meglio.
Contro
la sua volontà, la giovane eroina distolse lo sguardo, posandolo sul tavolo più
vicino.
Malfoy,
se ne accorse, e ghignando le parlò.
“Che
c’è Granger? Affascinata da un bel Serpeverde come me?”
“Oh
ma sta zitto Malferret. Piuttosto, ringrazia!”
“E
chi dovrei ringraziare, di grazia?”
“Me!!
sono io che ti ho tirato fuori da quei libri. Un minimo di riconoscenza!”
“E
va bene Granger .. Grazie. Contenta?”
“Così
va meglio!”
Cavoli … si è fatta carina la Granger.
Non me ne ero mai accorto …
Malfoy
scosse la testa, anche lui cercando, invano, di scostare lo sguardo. Ma si sa,
gli occhi son fatti per guardare.
La
Granger era davvero messa bene. non troppo grossa, né troppo magra, di
dimensioni aggraziate. L’ammasso informe di paglia dei suoi capelli, si era
trasformato in un cioccolatoso nido di dolci e invitanti boccoli. Gli occhi,
quasi dorati, rilucevano di coraggio e determinazione, e le labbra … piccoli e
carnosi petali di rosa. Un incanto per gli occhi.
“Beh
Malfoy … la cena mi aspetta … ci si vede in giro”
Hermione,
imbarazzata per lo sguardo che il ragazzo le aveva rivolto, girò la testa,
prese il suo libro e si diresse verso l’uscita. Sentiva la necessità di mettere
quanta più distanza tra lei e il ragazzo.
Aveva
paura … paura che potesse accadere qualcosa di irreparabile.
Malfoy
la guardò andare via, stupendosi lui per primo per tutte quella attenzioni.
Insomma, era la Granger! La mezzosangue amica di Potty e Lenticchia! Quella che
la aveva tirato un gancio destro al terzo anno! Quella … quella che si era
fatta una donna stupenda …
Sospirò,
andando verso la Sala Grande. Lo stomaco brontolava.
Una settimana dopo
Era
passata una sola settimana da quell’incontro in biblioteca.
Hermione
non ne aveva fatto parola con nessuno, neanche con i suoi migliori amici.
Soprattutto con loro. Temeva ciò che potessero dirle … temeva le occhiate che
gli avrebbero lanciato.
Sapeva
da sola che ci aveva pensato troppo. Prima, Malfoy, meno lo sentiva, lo
nominava o lo pensava, meglio stava. Ora era diventato un pensiero fisso.
Stava
pensando a lui anche in quel momento.
Oh smettila Hermione! È Draco Malfoy,
alias Furetto!
Si
dette una mano sulla fronte, sperando di riuscire a far sparire che pensieri
dalla sua testa.
Mossa
sbagliata. Le venne il mal di testa.
Era
la seconda ora di lezione, con il professor Vector, e non riusciva più a star
tranquilla. Il mal di testa era peggiorato.
“Professore
potrei andare in infermeria? Non mi sento bene!”
“Certo
signorina Granger … vada pure!”
La
Grifondoro uscì, trascinandosi dietro la borsa e incamminandosi verso
l’infermeria. Sperava di trovarla vuota, ma ahimè. Si sbagliava di grosso.
All’interno,
c’era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.
Non
ce la fece più. Svenne.
Cazzo! È svenuta! Porca miseria!
Draco
corse incontro alla ragazza, prendendola da terra.
La
vicinanza con il suo corpo, e il dolce sapore di miele che emanava gli fece
girare la testa. Non aveva mai sentito un profumo migliore di quello. Mai.
La
portò sul letto più vicino, distendendola e poi corse a raccogliere le sue
cose.
Proprio
in quel momento entrò Madama Chips.
“Signor
Malfoy! Cosa è successo?”
“La
signorina Granger. È svenuta”
“Si
sposti .. lasci fare a me”
Armeggiò
con la bacchetta per qualche istante, e poi Hermione si riprese.
“Signorina
Granger! Resti ferma, le porto una vestaglia. Lei da qui non si muove!”
Madama
sparì nel suo ufficio, e Draco posò lo sguardo su Hermione.
Le
guance erano rosse, e gli occhi lucidi. Forse aveva la febbre.
Signore! Può una mezzosangue essere
così bella?
Si
chiese, incapace di dare un nome a quella cosa che sentiva dentro. Era
agitazione, mista a paura, mista a ansia.
“Come
ti senti?”
“B-bene
… m-mi dispiace d-di essere svenuta”
“Tranquilla.
L’importante è che tu non ti sia fatta niente”
Sorrise,
cercando, per la prima volta, di infonderci dentro tutta la dolcezza di cui era
capace.
Dopotutto
non era difficile farlo.
Madama
tornò con una veste, e intimò a Hermione di cambiarsi.
La
ragazza guardò Draco con un sopracciglio alzato, e lui, sbuffando, capì di dover
uscire.
Attese
fuori dalla porta solo dieci secondi. Pensava fossero sufficienti,e invece si
sbagliava. Di quattro virgola cinquanta secondi.
“Malfoy!
Ma insomma! Mi sto cambiando!”
La
Granger, in solo intimo era davanti a lui, bella come una Dea. L’amichetto dei
paesi bassi iniziò a farsi sentire, prepotentemente.
“S-scusa
… c-credevo avessi f-finito …”
“Si,
e di grazia, spiegami come faccio a cambiarmi in cinque secondi!”
“E
che ne so io … sei tu la strega più brava qua!”
Hermione
arrossì a quell’affermazione. Era la prima volta che le faceva un complimento.
Anche
Draco arrossì. Era la prima volta che Hermione gli rivolgeva un sorriso così
bello.
Si
avvicinò per aiutarla con i lacci dietro la schiena, e poi le rimboccò le
coperte. Come un fidanzato premuroso.
“Grazie
Draco!”
Quelle
parole furono un bisbiglio, che nonostante tutto lui riuscì ad udire.
Il
cuore freddo e impassibile, prese vita tutt’un tratto. Riprese a battere,
veloce, come un corridore. Pompava sangue caldo, che gli inondò le guance.
Come lo aveva potuto cambiare in poco
più di una settimana?
Mistero.
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Disclaimer
Questa
storia è di mia fantasia e scritta senza alcuno scopo di lucro. Essa prende
solo in prestito i personaggi di J.K.Rowling