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Autore: Shainareth    01/10/2009    5 recensioni
[Gundam SEED Destiny] «Mi colpevolizzerai ancora per molto?»
«Certo», gli rispose confusamente la ragazza, il cucchiaio fra le fauci, gli occhi lucidi per la rabbia e le lacrime represse. Avevano litigato, e loro non lo facevano mai. Per consolarsi, allora, avevano deciso di barricarsi in cucina e di svaligiare il freezer per affogare il dispiacere nel gelato.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato, Shinn Asuka
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Playboy




Lo sguardo che gli riservò da dietro le tre pile di contenitori ermetici di plastica, ormai vuoti, era tutto un programma. Il giovane sospirò: fra i due, quello che avrebbe dovuto essere maggiormente irritato era proprio lui, non lei.

   «Mi colpevolizzerai ancora per molto?»

   «Certo», gli rispose confusamente la ragazza, il cucchiaio fra le fauci, gli occhi lucidi per la rabbia e le lacrime represse. Avevano litigato, e loro non lo facevano mai. Per consolarsi, allora, avevano deciso di barricarsi in cucina e di svaligiare il freezer per affogare il dispiacere nel gelato.

   Tutto era iniziato a causa di uno degli uomini della scorta di Lacus Clyne, in visita a Orb dopo un incontro avuto giorni prima con il Presidente dell’Eurasia. Era un soldato che loro non avevano mai visto: era alto, imponente, bello e, come se questo non fosse bastato, dotato di modi di fare da playboy incallito. Un vero pericolo per il gentil sesso, insomma. E benché questi non se ne fosse ancora reso conto, aveva commesso l’errore più grave della sua vita, spingendosi là dove nessun altro uomo avrebbe osato.

   «C’era davvero bisogno di chiedere a Lacus Clyne di allontanarlo?»

   La Principessa posò le stizzite iridi dorate su Shinn. «Mi piacerebbe sapere per quale dannata ragione ci hai seguiti.» Se lui avesse avuto un po’ di amor proprio, pensò l’Ammiraglio Zala, avrebbe evitato di rimanere nella stessa stanza con Cagalli, perché quando lei era arrabbiata era meglio starle lontani.

   «Per difendere Athrun da te», disse il minore di loro. «E anche perché avevo fame», aggiunse, aprendo una confezione di gelato al caffè. Ne avrebbe volentieri assaggiato un po’ di quello al cioccolato, ma la padrona di casa se ne era impadronita e lo aveva già fatto fuori dieci minuti prima.

   Troppo depressa per ribattere, il Delegato preferì non cogliere la provocazione e tornò a mangiare. A quel punto, il pilota del Justice si permise di preoccuparsi. «Non ti sembra di farne un dramma?»

   «Tu dici?», rispose lei, sarcastica.

   «La vittima sono io, non tu.»

   «Athrun ha ragione», si intromise ancora l’asso della Minerva, attirandosi un altro sguardo infastidito. «Avresti dovuto prendertela con lui due anni fa, non ora.»

   L’Ufficiale di Orb lo fissò interdetto, non riuscendo a capire a cosa lui si stesse riferendo. Cagalli, invece, pareva finalmente distrarsi dalla propria umiliazione, generata dalla sconcertante scoperta che quel maledetto soldato sconosciuto avesse messo gli occhi sul suo amante – al quale, poveretto, una volta comprese le intenzioni di quello, si erano rizzati i peli sulla nuca in seguito ad un brivido freddo che lo aveva scosso da capo a piedi.

   «Di che parli?», volle sapere la fanciulla.

   Shinn agitò il cucchiaio per aria, come se fosse stato una bacchetta magica. «Lunamaria, Meyrin, quella Meer Campbell… All’epoca sì che se la spassava.»

   «Shinn!», urlò Athrun, balzando in piedi e battendo violentemente i palmi delle mani sul ripiano del tavolo. «Quando mai io avrei…!»

   «Luna non ti sorprese forse a letto con la sosia di Lacus Clyne?», continuò imperterrito l’altro, riprendendo a raccogliere il gelato dal fondo del contenitore.

   «Fu un malinteso!», ribatté l’Ammiraglio, furioso, non afferrando le intenzioni dell’amico. Quest’ultimo, infatti, stava soltanto cercando, seppur in modo contorto, di far ragionare la Principessa, facendole notare che non era poi così grave che il suo innamorato fosse stato insidiato da un uomo: essendo Athrun eterosessuale, si presumeva che avrebbe senz’altro rimesso il tipo al suo posto, magari a suon di pugni. Il vero pericolo, insomma, quello da cui lei si sarebbe dovuta guardare, era costituito dall’orda di spasimanti tutte curve che, pur non volendo, il figlio di Patrick Zala riusciva ad attirare a sé come mosche col miele.

   «Capisco…», si sentì mormorare con tono stanco. Entrambi si volsero verso la ragazza, fortemente attoniti: si erano aspettati che lei rovesciasse tutto all’aria e li picchiasse senza tanti complimenti, coprendoli dei più volgari e ricercati insulti. Invece non lo fece. Rimase immobile a guardare il gelato alla fragola che stava per portarsi alla bocca.

   «Cagalli?»

   «Quindi», riprese lei, «donne, uomini, bambini, animali… Fra poco ti correranno dietro anche le pietre.»

   La sua guardia del corpo ci mise un attimo per seguire il discorso. «Ehi, galoppi troppo con la fantasia», rispose, disgustato da quell’elenco.

   «A questo punto non mi rimane molto da fare», sospirò Cagalli, lasciando cadere il cucchiaio ed alzandosi dalla sedia. Dopo di che, piantò gli occhi in quelli del giovane in un modo tale che quest’ultimo rimase fortemente turbato, e, con uno scatto improvviso, lo afferrò per i capelli scuri, strattonandolo verso di sé con vigore. «Userò questa tua bella fronte spaziosa per imprimerti a fuoco le parole Property of Cagalli Yula Athha», ringhiò con voce cavernosa. Athrun rimase impietrito, e se non avesse temuto di lasciarle in mano lo scalpo, avrebbe volentieri chiesto a Shinn di affrettarsi a chiamare un esorcista.

   Quest’ultimo, però, pareva non voler correre in suo aiuto, anzi. «Fossi in te, l’ultima cosa che gli marchierei è proprio la fronte: non è a quella che mirano.»

   «Shinn!», protestò di nuovo il suo ex-Comandante, terrorizzato dall’idea che Cagalli potesse seguire il suo consiglio.

   «Ora non prendertela con lui!», iniziò finalmente ad urlare lei, strapazzandogli ancora la chioma. «Sono stufa di stare sempre lì a soffiare come un gatto randagio contro chiunque ti giri intorno!»

   «Allora non dovresti neanche prendertela con me, sai?!», osò ribattere l’imputato, cominciando a perdere la sua proverbiale pazienza.

   «Sai che ti dico?! Che ti pianto e me ne vado col primo che passa!», fu l’ultima parola del Delegato, fuori di sé.

   Si udirono il tonfo di una sedia che cadeva in terra e quello di una porta che sbatteva. I due spostarono la loro attenzione su Shinn: si era eclissato in un lampo.

   «Bastardo», borbottò la bionda, spintonando via l’altro giovane. Prese perciò anche lei la strada che l’avrebbe portata fuori di lì, e Athrun la richiamò indietro, senza ottenere nulla. «Ormai ho deciso, è inutile che tenti di fermarmi», lo mise in guardia la ragazza.

   Lui le andò dietro, bloccandola per un polso, e proprio quando stavano per iniziare di nuovo a litigare, qualcuno varcò la soglia. «Che è successo?» Loro rimasero in silenzio, guardando l’ignaro arrivato con sguardo inebetito. «Ah, un attimo fa Shinn mi ha travolto nel corridoio… Sembrava che scappasse da una morte orrenda.»

   «Sta’ zitto», bofonchiò Cagalli, abbassando il capo e mettendo su un musino offeso che avrebbe potuto fare concorrenza a quello che mostrava nella foto del giorno del suo terzo compleanno, quando si era arrabbiata con sua madre perché l’aveva costretta a mettere un grosso fiocco rosa fra i capelli. Si accorse che Athrun era sul punto di scoppiare a ridere e la cosa la innervosì ancora di più. «Credi davvero che questo basti a farmi desistere, vero?»

   «Non vedo come potresti mettere in atto la minaccia di poco fa. Anzi, ti sfido a mantenere la parola», la prese in giro lui.

   La Principessa si divincolò poco elegantemente dalla sua presa e subito agguantò il loro ospite per un braccio, avvinghiandosi saldamente ad esso. «Andiamo», affermò, decisa.

   «Dove?», chiese quello, mostrandosi lievemente a disagio.

   Lei lanciò un’ultima, furtiva ed orgogliosa occhiata a colui che adesso avrebbe dovuto essere il suo ex-amante, e prese a trascinare lontano la sua nuova vittima. «Te lo dico dopo, intanto seguimi», gli ordinò sottovoce.

   «Cerca di non farle fare troppo tardi, fuori sta facendo buio», si raccomandò Athrun, rimanendo indietro col sorriso ancora sulle labbra, le mani sulle anche.

   «Tranquillo, ci penso io», si sentì rassicurare.

   «Grazie, Kira.»













Mi è venuta voglia di gelato. Alla nutella, possibilmente.
Chiedo scusa per errori, sviste, ripetizioni e quant'altro: mamma non sta mai zitta. Anche alla shot di ieri devo apportare un paio di modifiche per la medesima ragione. ç_ç
Ringrazio e saluto i lettori, Atlantislux, ElseW, Gufo_Tave, hinata_chan, kari16, Kira Yamato, Lightning_, Lil_Meyer, maryrobin, NicoDevil, Rinoa87heart e Solitaire.
Shainareth





  
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