Un gioco pericoloso
1.
Ron e Ginny si guardarono con aria triste.
La scuola stava per iniziare e forse uno di loro avrebbe
dovuto rinunciare a terminare gli studi.
Ginny sapeva già che sarebbe toccato a lei. In fondo a suo
fratello mancava solo un anno e poi avrebbe potuto cominciare a lavorare e
guadagnare qualcosa…
Malfoy senior era
riuscito a mettere le sue mani sporche nei cassetti del ministero ed
improvvisamente Artur Weasly si era ritrovato disoccupato.
Bill ed i gemelli cercavano di aiutare la famiglia come
potevano, ma era inutile girarci intorno, erano rimasti senza un soldo.
Harry, all’insaputa dei loro genitori, aveva proposto a
Ron e a Ginny di acquistare i libri per entrambi, ma l’orgoglio è una brutta
bestia ed i due rossi avevano rifiutato l’offerta.
Ora, specchiandosi negli occhi dell’altro, si chiedevano
se avevano fatto la scelta giusta.
Il primo settembre l’espresso per Hogwarts partì, lasciando
sulla banchina della stazione una mesta Ginny.
-
ehi,
avete sentito?
-
Come
mai? È incinta?
-
Macchè!
Magari! Peggio, molto peggio! I suoi genitori sono alla canna del gas! Loro
padre è stato sospeso dal lavoro e non possono permettersi di pagare i libri
per entrambi.
-
Che
storia! Peccato, però. Sarebbe stato meglio che avessero mandato Ginny e lasciato a casa
Ron. Lei è molto più carina!
Ron era furioso. Harry ed Hermione dovettero trattenerlo
dall’andare a picchiare quegli idioti e, col morale sempre più a terra, si
chiuse in un mutismo totale.
***
Circa due settimane dopo l’inizio della scuola, la porta
dell’aula di trasfigurazione si aprì all’improvviso ed una raggiante
Ginny fece il suo ingresso.
-
scusate
il ritardo! C’è stato un piccolo inconveniente, ma ora è tutto a posto.
La rossa guardò l’austera professoressa Mc
Grannit, che, trattenendo a stento un sorriso, le fece cenno di prendere posto
accanto ad una compagna.
Con l’aiuto di alcuni ex studenti, Ginny era riuscita a
recuperare quasi tutto il materiale di
cui poteva aver bisogno per affrontare il suo sesto anno.
Certo le mancavano alcuni libri e di sicuro non si sarebbe
potuta permettere un abito per la festa di Natale, ma l’importante per lei era
esserci!
2.
Il ritmo della vita era scandito dalle lezioni, dai
compiti, dalle notti passate a studiare o a ridere in compagnia delle sue
amiche.
Tutto era perfetto…o quasi.
Infatti era diventata il bersaglio preferito di tutte le
frecciate di Malfoy junior.
Non gliene risparmiava una e la cosa stava diventando
davvero seccante.
-
Ehi,
Weasly! Tra poco sarà Halloween, da cosa ti vestirai?
-
Lasciami
in pace, Malfoy.
-
Te
la do io un’idea: da stracciona! Gli abiti che indossi ora sono perfetti!
-
Malfoy,
sei dannatamente noioso!
Ma non erano gli insulti prevedibili di Draco ad
offenderla, piuttosto le occhiate dei suoi compagni di scuola.
In fondo tutti la pensavano come quel bastardo serpeverde,
ma lui, almeno, aveva il coraggio di dirglielo in faccia!
Decise così di tentare la fortuna per
risollevare la sua situazione.
Gli studenti di tutte le case organizzavano delle serate o
delle feste a tema, all’insaputa dei professori, e a lei era giunta voce che i
serpeverde avevano messo su una vera e propria bisca clandestina.
Draco, ovviamente, la faceva da padrone, ma chiunque
avesse voluto poteva partecipare, a patto che la posta in palio fosse adeguata.
Ginny una sera provò ad infiltrarsi, ma fu beccata
subito da uno degli scagnozzi di Draco.
-
Ehi,
capo, guarda chi abbiamo trovato qua fuori!
-
La
Weasly! Sei qui per vedere come ci si diverte o speravi di raccogliere qualche
spicciolo da terra?
-
A
dire il vero, volevo solo capire come passano il tempo i serpeverde, a quanto
pare le ragazze le dovete pagare…
-
Tutto
ha un prezzo. Perfino tu.
-
Tu
credi?
-
Non
lo credo, lo so!
-
Mi
sembri un po’ troppo sicuro di te. In fondo non mi conosci per niente.
-
Conosco
il valore dei soldi, soprattutto per coloro che non ne hanno.
-
Io
do valore maggiore ai sentimenti.
-
Sarà
così, se lo dici tu…
Ginny si allontanò, poi, poco prima di uscire dalla
sala comune verde e argento, si girò e chiese:
-
Toglimi
solo una curiosità: secondo te, quanto valgo, io?
-
Dipende
dalla posta in gioco. Torna da me con un’offerta ed io ti dirò il
controvalore.
I due giovani si lanciarono un’occhiata significativa,
dopodiché Ginny rientrò nella sua casa rossa e oro.
Malfoy era sinonimo di guai, questo era certo, ma quanto
le sarebbe piaciuto poter avere un po’ di soldi per prendersi qualcosa di
nuovo.
Non era mai stata attratta dagli abiti o dagli accessori
alla moda, ma aveva sedici anni e come tutte le ragazze della sua età, sognava
di poter essere, anche solo per una sera, la regina del ballo.
Ma cosa poteva dare in cambio? Non aveva nulla…
3.
Alcuni giorni più tardi Draco intravide la rossa
grifondoro mentre entrava in biblioteca.
La seguì con passo tranquillo, le mani in
tasca, e si accomodò di fronte a lei.
-
Non
sei più venuta.
-
Non
sono interessata.
-
Mi
era sembrato il contrario…Peccato.
-
Perché
peccato?
-
Perché
avevo già preparato un’offerta più che ragionevole.
-
Dovrai
farla a qualcun’altra.
-
Le
altre non hanno quello che hai tu.
-
Di
cosa stai parlando?
-
Ci
si può giocare qualunque cosa. Ed intendo proprio qualunque.
-
Non
sono una delle tue puttane, Malfoy. Non mi venderò.
-
Vedo
che hai capito.
-
Sei
così squallido…
-
Però ci sarebbe
un’ altra cosa che mi interessa…Una cosa che mi puoi dare solo tu.
-
Di
che diavolo parli? Io sono la stracciona, ricordi?
-
La
tua compagnia.
-
La
mia cosa? E secondo te dovrei andare in giro con te?
-
Ehi,
non esageriamo! Non mi farò vedere in giro con te. Però ti trovo
interessante. Potremmo giocarcela.
-
Ma
si può sapere di che cosa parli?
-
Poker.
Ci hai mai giocato?
-
Sì, ma solo
con fiches di plastica e biscotti al
posto dei soldi.
-
La
mia proposta è questa: io ci metto dei soldi, potrei azzardare, duecento
galeoni, e tu ci metti la tua faccia tosta.
-
Che
significa?
-
Che
se vinci tu, mi spenni 200 pezzi, se vinco io ti umilierò!
-
Non
se ne parla…
-
Tu
pensaci…in fondo è solo un gioco!
Il biondo si alzò senza fare alcun rumore e, senza
voltarsi, uscì dalla biblioteca.
Cosa intendeva con “umiliarla”? Non lo faceva
quotidianamente?
La rossa rimase a lungo nella stessa posizione, ripensando
alla conversazione avuta col serpeverde, finchè non sentì le gambe
informicolarsi. Era ora di muoversi e prendere una decisione.
La sera stessa, dopo cena, affiancò “casualmente”
Malfoy lungo le scale e chiese:
-
Spiegati
meglio
-
Non
qui. Non ora.
-
Perchè?
-
Non
lo sai che ad Hogwarts anche i muri hanno orecchie?
-
E
allora dove?
-
Alle
dieci, davanti alla stanza delle necessità. E vedi di non fare tardi. Odio
aspettare.
Puntualissima, alle dieci, Ginny si presentò nel posto
stabilito.
Draco era già lì, appoggiato a quella che sembrava
una normalissima porta. Fece un cenno con la testa alla rossa ed entrò, poco
galantemente, o forse giustamente, per primo. In fondo non era mica un appuntamento
amoroso!
L’interno sembrava più uno stanzino per le scope che una
vera e propria stanza.
-
Mio
Dio! Non potevi pensare a qualcosa di più arioso?
-
Siamo
qui per parlare, Weasly, non per altro…o sbaglio?
-
Allora
non perdiamo tempo. Spiegami meglio la tua proposta.
-
Come
sostengo da sempre, tutto ha un prezzo. Tu sostieni di non essere in vendita e
trovo che sia un proposito molto apprezzabile, da parte tua.
-
È la verità.
-
Ok.
Visto che non posso barattare i miei soldi con una notte in tua compagnia, credo
che mi accontenterò …dei tuoi vestiti.
-
Cosa?
-
Hai
capito bene: voglio i tuoi vestiti.
-
Non
se ne parla!
-
Si
chiama strip-poker. Chi perde deve togliersi un indumento, fino a rimanere
completamente nudo.
-
Scordatelo!
-
Io
trovo che l’idea sia carina.
-
Non
abbiamo più niente da dirci.
Ginny mise una mano sul pomello della porta, pronta ad
uscire, quando Malfoy proseguì
-
E
se ti proponessi una piccola variante?
-
Non
mi interessano le tue macchinazioni.
-
Diciamo
che per te, sarei disposto a chiudere un occhio sull’intimo.
-
Che
vorresti dire?
-
Che
potremo considerare chiusa la partita quando io avrò terminato
le mie fiches o quando tu rimarrai solo con l’intimo.
-
No.
-
E
dai, Weasly. La biancheria intima spesso è più castigata di certi costumi che
si vedono sulle spiagge.
-
No.
-
Pensaci,
ok?
-
Malfoy,
lo capisci il significato della sillaba “ no ” ?
-
…mmm…No!
E ridendo della sua battuta, uscì per primo
dallo sgabuzzino.
Ginny rimase ancora per qualche minuto, per pensare.
In effetti Draco aveva ragione. In estate indossava il
bikini senza farsi alcun problema, che differenza poteva fare…
Ehi! Un momento! Ecco come faceva Malfoy ad ottenere
sempre tutto! Ti metteva una pulce nell’orecchio e tu, senza nemmeno
accorgertene, finivi per dargli ragione!
No! Lei non ci sarebbe cascata!
E, sicura di sé, uscì spedita dalla stanza delle
necessità, certa di saper tenere testa a Malfoy.
Quanto si sbagliava!
4.
Alcuni giorni dopo, davanti all’ennesimo maglione smesso
da uno dei suoi fratelli, Ginny cominciò seriamente a rivalutare la proposta
di Draco.
Avrebbe potuto provare almeno una volta…anzi solo una volta.
La sera stessa, per paura di perdere il coraggio, andò davanti
all’ingresso della sala comune delle serpi e, prima di bussare, prese un bel
respiro.
Il barone sanguinario la guardava con stupore.
-
Emm….cosa
ci fa un grifondoro davanti a me?
-
Devo
parlare con Draco Malfoy.
-
L’ho
fatto passare poco fa.
-
Potresti
far entrare anche me?
-
Spiacente,
dolce fanciulla, ma senza parola d’ordine non posso.
-
Ma
lui, in un certo senso, mi sta aspettando!
-
Vorrei
davvero accontentarla, ma non posso venire a meno al mio dovere.
-
E
non c’è modo di fargli sapere che sono qui?
-
Bhè,
questo credo che si possa fare. Attenda qui, cara milady.
L’uomo del ritratto sparì dalla tela per ricomparire pochi
istanti dopo all’interno di un dipinto della sala comune.
-
Mi
scusino, lor signori, chi di voi mi sa dire dove posso trovare il signor
Malfoy?
-
L’ho
visto andare in camera sua.
-
Potreste
fargli sapere che una fanciulla di notevole bellezza lo attende fuori?
-
Una
bella ragazza? Te pareva! Tutte lui se le becca, quelle belle!
Detto questo un serpeverde andò a bussare
alla porta di Draco per dargli la missiva.
-
Una
fanciulla di notevole bellezza? Non mi fido molto dei gusti di quel fantasma…a
meno che non si tratti...
Draco si recò svelto all’ingresso, sperando di
trovare una certa rossa di sua conoscenza e quando, in effetti, aprendo la
porta, vide quell’inconfondibile cascata ramata, non riuscì a
trattenere un sorriso di trionfo.
Tutti lo paragonavano ad un serpente che prima ti incanta
e poi ti avvelena, e lui era quasi lusingato da questa definizione, ma a volte
si sentiva più come un ragno. Tesseva la sua tela per giorni e poi attendeva,
nascosto, che fosse la preda a recarsi da lui. La pazienza era una delle sue
virtù.
E ancora una volta aveva avuto ragione.
Eccola lì davanti a lui, la farfalla più
bella, che stava per essere avvinta dalla sua tela.
Non la fece accomodare all’interno, certo che ci fosse la
fila per vedere chi c’era con lui, ma si recò con lei lungo un corridoio buio
ed umido che circondava la casa delle serpi.
-
A
cosa devo la tua visita?
-
Sai
benissimo perché sono qui.
-
In
effetti lo immagino, ma, ti prego, non togliermi la soddisfazione di sentirtelo
dire!
-
Malfoy,
se davvero ci tieni, non esagerare. Non ho tutta la determinazione che mi
attribuisci!
-
Al
contrario credo che tu sia più che consapevole del guaio in cui ti stai
cacciando da sola. Ma se sei arrivata fin qui…non ti tirerai indietro proprio
ora!
-
…uff…
-
Avanti,
dillo!
-
…voglio
fare una partita a poker.
-
Vuoi
giocare contro di me?
-
Ci
sono altre possibilità?
-
No.
In questo caso mi arrogo del diritto di prelazione. Ti ho invitata io, per cui
la sfida è fra noi due!
-
Prima
però devi promettere una cosa: non ci saranno i tuoi amici a guardare, ok?
-
Vuoi
davvero giocare a strip-poker chiusa da sola con me in una stanza? Attenta,
Weasly, potrei credere che vuoi approfittare di me!
-
Tranquillo!
Non attenterò alla tua virtù e tu farai altrettanto con me. D’accordo?
-
Mmm…devo
pensarci.
-
Allora
pensa in fretta. La mia proposta scade questa sera. Se entro le dieci non mi
darai una risposta da domani dovrai sborsare 400 galeoni, se vorrai giocare con
me.
-
Vedo
che ci sai fare, con le trattative!
-
Imparo
in fretta.
-
Non
ti terrò sulle spine. Accetto le tue condizioni.
-
Quando,
dove e a che ora?
-
Domani
sera. La stanza delle necessità. Alle dieci.
-
Ci
sarò.
-
Ci
sarò anch’io…Puoi scommetterci!
Detto questo si salutarono con un breve cenno, ed ognuno
andò per la sua strada.
Ginny era terrorizzata. Ora non poteva più tirarsi
indietro, ma solo sperare solo in un colpo di fortuna e in una serie di carte
vincenti.
Draco, invece, era euforico. Dio! Sarebbe stata una serata
memorabile. Avrebbe lasciato Ginny letteralmente in mutande. L’avrebbe
umiliata. Alla faccia di quello stoccafisso del suo ragazzo…San Potter!
5.
Come da accordi, la sera dopo Ginny andò
all’appuntamento con Draco.
La stanza delle necessità era addobbata in perfetto stile
casinò. Tavolo verde, luci soffuse ed anche un bar, con un discreto numero
di bevande.
Draco stava già mescolando le carte, ma Ginny lo bloccò.
-
Se
non ti dispiace vorrei verificare che non siano truccate.
-
Non
ti fidi di me?
-
Affatto!
-
Fai
bene!
Il biondo porse il mazzo alla rossa, che formulò
l’incantesimo “svela inganni” ma, a sorpresa, le carte risultarono essere
perfette.
-
Ti
stupisce?
-
In
effetti ero quasi certa che avresti barato.
-
Sono
un bravo giocatore, non ho bisogno di imbrogliare.
-
Staremo
a vedere.
-
Però, giusto
perché tu lo sappia, so bluffare molto bene.
E le lanciò uno sguardo carico di promesse,
mentre la bocca si piegava in un ghigno.
Fecero un paio di mani di riscaldamento, giusto per
studiarsi a vicenda, poi cominciarono a puntare sul serio.
Le monete d’oro di Draco calarono un po’ ma,
contemporaneamente, alcuni vestiti di Ginny finirono sul pavimento.
Dopo un paio d’ore Ginny, sotto lo sguardo divertito di
Draco, dovette dichiararsi vinta. Un po’ avvilita, si alzò, recuperò i suoi
abiti e cominciò a rivestirsi.
-
Cosa
credi di fare?
-
Ho
perso. Torno nella mia sala comune.
-
Tu
sei libera d’andare, ma gli abiti li ho vinti onestamente, per cui me li devi
lasciare!
-
Che
cosa? Ma io non posso andare in giro per la scuola con solo l’intimo indosso!
-
Ci
dovevi pensare prima…
-
Ecco
cosa intendevi per “umiliarmi”!
-
Touchè, mon chèri!
-
Sei
un verme!
-
Hai
paura che Potterino ti sgridi nel vederti rientrare così?
-
Cosa
c’entra Harry con questa storia?
-
Non
è il tuo ragazzo?
-
Non
più.
-
Interessante.
-
Perché?
-
Perché
posso alzare la posta.
-
Non
ci conterei, fossi in te.
-
Avanti,
dai. Ti accompagno.
-
A
che pro?
-
Ti
faccio strada e verifico che non ci sia nessuno in giro.
-
Non
potresti semplicemente ridarmi i miei vestiti?
-
Le
vincite del gioco sono dei trofei. Credo che metterò la tua
gonna tra i miei cimeli preferiti!
Detto ciò, il biondo e la rossa percorsero
i corridoi della scuola stando attenti ai rumori sospetti.
In prossimità della sala comune dei grifoni Draco si fermò e lasciò che Ginny,
che si era sempre nascosta alle sue spalle, ormai giunta sana e salva a
destinazione, lo sorpassasse.
Un istante prima che scomparisse dietro al quadro della
signora grassa la richiamò:
-
Ehi,
Weasly?
-
Che
c’è?
-
Domani
stesso posto e stessa ora?
-
No.
-
Neanche
se raddoppio la posta?
-
No.
-
Conto
fino a tre. Uno.
-
No.
-
Due.
-
No.
-
Tre.
-
Uffa!
Ok!
-
Brava
Weasly.
-
Stronzo.
-
Ah,
un’altra cosa, Weasly…
-
Cosa,
Malfoy?
-
Non
sei niente male, vista da dietro!
Ginny rimase di stucco, imbarazzata e rossa in volto,
mentre Draco andò via ridendo di gusto.
6.
Gli incontri serali proseguirono con regolarità.
A volte Ginny vinceva, ma il più delle volte finiva col
ritrovarsi a dover seguire Draco, per i corridoi della scuola, per non farsi
scoprire in desabilliè.
-
Stasera
è l’ultima volta che vengo da te.
-
Perché?
Non ti diverti più?
-
È che il mio guardaroba è piuttosto limitato e se perdo ancora dovrò
presentarmi alle lezioni in pigiama!
-
Capisco.
-
Per
cui...il gioco finisce qui.
***
Il giorno dopo, durante la colazione, arrivarono i gufi
con la posta e, fra questi, ne arrivò
uno con una grande scatola destinata a Ginny.
La ragazza l’aprì curiosa e all’interno trovò due divise complete, nuove di zecca, con
lo stemma dei Grifondoro. Nessun biglietto.
Poco dopo incrociò Draco nel corridoio e gli si
avvicinò:
-
A
cosa devo il regalo?
-
Non
so di che cosa stai parlando.
-
I
vestiti che ho ricevuto stamattina…
-
Io
non ne so niente.
-
Davvero?!
-
Evidentemente
i tuoi avranno grattato il fondo di un qualche calderone e avranno trovato quei
due stracci.
-
Se
tu non ne sai niente, come fai a sapere che sono due, i completi?
Draco, preso in contropiede, si lasciò scappare
un breve sorriso, poi aggiunse:
-
Non
sono un regalo, ma solo un anticipo.
-
Cioè?
-
Gioca
ancora con me…
-
Ma
io
-
Niente
“ma”. Ci vediamo stasera. In camera mia.
-
Come
sarebbe “in camera tua”?!?
Ma lui era già lontano.
* * *
Più tardi, in camera di Draco.
-
che
ne dici di una mano cieca?
-
Cioè?
-
A
carte coperte. Chi ha la mano migliore vince. È solo questione di fortuna.
-
Lo
scopo?
-
Rende
il gioco più interessante, no?
Fecero un paio di partite e la fortuna arrise alla rossa,
che si trovò con un bel mucchietto di monete d’oro in tasca.
-
Mi
hai spennato, Weasly…brava!
-
Non
sembri arrabbiato.
-
Perché
dovrei? Hai vinto onestamente.
-
Bhè…allora
vado. Stasera non ho nemmeno bisogno della guardia del corpo.
-
Infatti.
Si guardarono per un paio di secondi, senza dire nulla,
poi Draco prese la parola:
-
Che
ne dici di restare ancora un po’?
-
Speri
di rivincere i tuoi soldi?
-
No.
Volevo solo chiacchierare un po’ con te.
-
Davvero?
-
È una richiesta molto assurda?
-
Abbastanza,
visto che viene da te!
-
Bhè,
fa uno sforzo e rispondimi.
-
…mmm…ok!
E così rimasero a parlare, senza alcuna
pretesa, senza secondi fini e senza maschere. Solo per il gusto di godere uno della
compagnia dell’altra.
* * *
Col passare delle sere il poker divenne solo una scusa per
potersi incontrare.
-
Stasera
sono io che voglio cambiare la posta in gioco
-
Che
cosa proponi, Weasly?
-
Se
perdo avrai i miei vestiti
-
Come
sempre
-
Se
vinco…voglio i tuoi!
-
I
miei abiti?
-
Sì
-
Mmm…interessante.
Credo che si possa fare.
-
Ottimo!
-
Sicura
che vuoi solo quelli?
-
Sì…per ora.
I due giovani si guardarono intensamente, cercando di
capire quanto c’era di scherzoso e quanto invece di interesse reciproco.
Il feeling e l’attrazione erano tangibili e nessuno
avrebbe ceduto facilmente.
Ginny contava sulla forza di volontà del ragazzo e si
permetteva di stuzzicarlo.
Draco contava sul suo fascino, convinto che lei sarebbe
caduta ai suoi piedi.
Forse entrambi contavano troppo sull’altro.
Ma se uno dei due avesse ceduto?
Fecero una sola partita, mettendo in palio l’intero
ammontare della posta.
Una mano, un cambio e poi Ginny scoprì le carte.
Doppia coppia.
Draco guardò la ragazza, fece un sorriso
sghembo, poi si alzò e si mise di fronte a lei.
-
hai
vinto.
-
Allora
devi darmi i tuoi vestiti.
-
Toglimeli
tu.
Prese le mani della rossa e le mise sul suo petto.
Ginny tremava. Perché anche quando vinceva lei finiva per
sentirsi imbarazzata?
Ma non poteva tirarsi indietro ora.
Gli sfilò la cravatta, poi cominciò a
slacciare la camicia del biondo, scoprendo la sua pelle diafana e perfetta.
Ebbe qualche difficoltà nello slacciare la cintura dei
pantaloni, facendo sorridere Draco.
Infine lui rimase in boxer, davanti a lei. Eppure non era minimamente
imbarazzato, anzi sembrava piuttosto soddisfatto della situazione.
Rimasero a guardarsi a vicenda poi, più per togliersi
dall’imbarazzo che per vera curiosità, Ginny si allontanò da quella
pelle che irradiava calore, prese le cinque carte che Draco aveva lasciato
coperte sul tavolo da gioco e le voltò.
- un tris?
- già.
- avevi vinto tu!
- ho bluffato.
- perché?
- essere spogliato dalla ragazza più bella della scuola mi
pare una vittoria, non una sconfitta!
- ma non è giusto.
- hai ragione, non è giusto. Per cui…
- per cui?
- credo che ora stia a me spogliare te!
E senza aspettare, cominciò a sbottonare lentamente la
camicetta di Ginny che, immobilizzata dalla sorpresa, lo lasciò fare.
Poco dopo erano entrambi solo con l’intimo indosso.
La situazione era, a dir poco, ad alta tensione.
Sarebbe bastato un gesto o una frase e avrebbero capitolato
seduta stante.
Ma nessuno dei due era disposto a cedere per primo.
Draco riprese la parola.
-
che
ne dici di un’altra mano?
-
E
quale sarebbe la posta in gioco?
-
Se
vinco io dovrai baciarmi.
-
E
se perdi?
-
Ti
bacerò io, no?
-
Ma
è la stessa cosa!
-
Assolutamente
no!
-
E
che differenza farebbe?
-
È complicato da spiegare a parole, che ne dici di passare ai fatti?
-
Nemmeno
per idea!
-
Baciami,
Weasly!
Draco era come il pifferaio magico. La sua voce era musica
per le orecchie di Ginny che si ritrovò a sfiorare le labbra del
serpeverde senza poter fare nulla per impedirlo.
La pelle scoperta bruciava a contatto con quella
dell’altro.
Pochi istanti dopo le loro bocche erano incollate. Le mani
di Draco accarezzavano il volto infuocato di Ginny, mentre la ragazza era
rapita da un vortice di sensazioni.
Staccarsi fu quasi doloroso.
Con le fronti ancora a contatto si fissarono a lungo,
senza saper bene cosa fare.
Il primo a riprende contatto con la realtà fu Draco.
-
forse
dovresti tornare in camera tua…è pericoloso
per te, restare qui con me, stasera.
-
Credo
che tu abbia ragione.
-
Io
ho sempre ragione!
-
Sei
il solito presuntuoso!
-
Ma
sa hai appena detto d’essere d’accordo con me!
-
È vero, ma sei presuntuoso lo stesso.
-
Mi
adori anche per questo!
-
Io
non ti adoro affatto!
-
Altrochè
se mi adori! Anzi, mi ami da impazzire, ma sei così testarda
da non volerlo ammettere!
-
Io
non ti amo!
-
E
allora perché mi hai baciato?
-
Era
solo una scommessa!
-
Ma
se non abbiamo nemmeno dato le carte!
-
Eh?
-
mi
hai baciato di tua iniziativa. È la prova che mi ami!
-
Tu
sei completamente fuori!
-
E
allora come te lo spieghi?
-
Devi
avermi fatto un incantesimo di confusione!
-
Con
quale bacchetta? Vorrei farti notare che sono in boxer.
Come se se ne fosse resa conto solo in quel momento Ginny
realizzò d’essere praticamente mezza nuda davanti ad un ragazzo mezzo nudo.
Diventò rossa come un peperone, infilò in fretta
i suoi vestiti e scappò dalla camera di Draco.
Il ragazzo fece giusto in tempo a prenderla per un polso,
l’avvicinò e disse
-
buona
notte, piccola.
E le diede un bacio sulle labbra ancora schiuse per lo stupore.
Poi sorrise e la lasciò andare.
7.
Il week-end successivo ci fu l’uscita ad Hogsmeade.
Ginny andò in compagnia di alcune sue amiche
e, quando fu davanti alla vetrina del negozio di abiti da ballo, si fermò per
ammirare il capo più bello che avesse mai visto. Le amiche cominciarono a
commentare a voce alta.
-
Mio
Dio! Costa 2.800 galeoni!
-
Sì, ma è una
favola!
-
Nessuna
di noi può permettersi un abito così.
-
Che
peccato però…è splendido!
Ginny non emise fiato.
Nascosti in una scatola di latta, sotto al suo letto,
aveva quasi 3000 galeoni. Avrebbe potuto permettersi quello e, con un po’ di
fortuna, anche un paio di scarpe adatte.
Quanto le sarebbe piaciuto presentarsi la sera del ballo
di Natale avvolta da quella stoffa meravigliosa!
Soffocò un sorriso compiaciuto al
pensiero e seguì le amiche dentro a mielandia.
Draco, in lontananza, aveva seguito tutta la scena e
sorrise a sua volta.
Sapeva esattamente quanti soldi aveva Ginny (in fondo
glieli aveva dati lui) e già immaginava la rossa mentre scendeva le scale della
scuola vestita come una principessa. Sarebbe stata meravigliosa.
***
La sera stessa i due ragazzi si incontrarono per giocare
insieme.
Ginny era euforica.
-
Come
mai così agitata?
-
Oggi
mi sono innamorata di un vestito per il ballo e devo assolutamente vincere
almeno 200 galeoni per prendere le scarpe adatte. Per cui, Malfoy, mettiti il
cuore in pace, perché ho intenzione di spennarti!
-
Lodevole
da parte tua avvisarmi!
-
Al
bando le ciance! Giochiamo?
-
E
se io cambiassi la posta?
-
Non
puoi! Io ho bisogno di quei soldi!
-
Questo
lo so, ma è la mia vincita, che voglio negoziare.
-
Ovvero?
-
Se
vinci tu ti darò 200 galeoni, se vinco io…
-
Cosa?
-
…Voglio
il tuo intimo!
-
No!
S’era detto che quello non si toccava!
-
Voglio
solo le mutandine…potrai tenere
indosso tutti gli altri vestiti!
-
Perché?
-
Sono
un feticista.
-
Malfoy
stai mentendo.
-
In
effetti…
-
E
allora perché?
-
La
verità?
-
La
verità.
-
Mi
piace l’idea di saperti senza…
-
…
-
Ti
ho sconvolta, Weasly?
-
Direi!
Draco cominciò a mescolare le carte
-
Guarda
che non ho detto di sì…
-
Ma
nemmeno di no…
-
Senti
io…non so…
Draco continuava a fissare Ginny, senza distogliere
nemmeno per un attimo i suoi occhi grigi e glaciali da quelli caldi della
ragazza.
-
Lo
stai rifacendo!
-
Che
cosa?
-
Mi
stai incantando!
-
Ed
è male?
-
No,
ma mi confondi le idee!
-
E
allora?
-
…ci
devo pensare…
-
Mentre
ci pensi posso darti 400 galeoni?
-
400?
Perché?
-
Perché
vorrei saltare la parte in cui giochiamo e avere subito il mio premio!
-
Ci
capisco sempre meno.
-
Non
cercare di capirmi, Ginny. Devi prendermi così come sono!
-
Prenderti?
-
È un baratto. I miei soldi per le tue mutandine.
Ginny rimase ancora per qualche secondo incerta, poi,
pensando che in fondo non avrebbe fatto nulla di male, accettò lo
scambio.
-
Però me le
tolgo in bagno.
-
Te
ne do 600 se lo fai davanti a me.
-
Assolutamente
No!
-
Sicura?
-
Assolutamente
sì.
E prima di cambiare idea si chiuse nella stanza attigua.
Non si sarebbe mai spogliata davanti a lui. Nemmeno per
600 galeoni. C’era un limite a tutto!
Quando uscì, visibilmente imbarazzata,
consegnò a Draco il suo indumento, che lo prese con delicatezza e se lo mise
in tasca.
Era completamente vestita, eppure il fatto che lui sapesse
che sotto non aveva niente, non la faceva stare tranquilla.
Prese i soldi che Draco le aveva promesso, poi, prima che
lui potesse provare ad ammaliarla di nuovo, scappò letteralmente via.
8.
Draco non fece nulla per fermarla.
Ormai la conosceva meglio di quanto lei stessa potesse
immaginare e sapeva che aveva bisogno di stare da sola.
Si sdraiò sul suo letto, tirò fuori
dalla tasca il suo trofeo e se lo portò sul viso, per respirare il
profumo proibito della ragazza che, ormai da diverso tempo, popolava tutti i
suoi sogni.
Sorrise fra se, mise quel tesoro sotto al suo cuscino e
poi uscì dalla sua camera.
Nello stesso momento Ginny era in camera sua, in pigiama,
nel suo letto, con il viso affondato sul cuscino.
Come aveva potuto cedere così facilmente? Come faceva Draco a
farle fare tutto quello che voleva lui?
Ad essere onesti, però, doveva ammettere che le piaceva
stare con lui…e poi baciava divinamente!
No! Non doveva pensare a lui in quei termini.
Un lieve bussare alla finestra la destò dai suoi
pensieri.
Si alzò malvolentieri, probabilmente era
un gufo per una delle sue compagne di stanza, invece, quando aprì il vetro,
davanti a lei c’era niente meno che Draco in persona, a cavallo della sua
scopa.
-
Malfoy?!
Cosa ci fai qui?
-
Sarei
entrato dalla porta, ma non conosco la parola d’ordine per il tuo dormitorio!
-
E
questo ti autorizza ad entrare dalla finestra?
-
Ma
io non voglio entrare…
-
Oh…
-
…Voglio
portare fuori te!
-
Vuoi
rapirmi?
-
Dai,
Weasly! Vieni a fare un giro con me!
-
Ma
sono in pigiama!
-
E
allora? Per dove andremo noi va benissimo!
-
E
si può sapere dove avresti intenzione di portarmi?
-
Monta
su e lo scoprirai!
Ginny guardò di sottecchi il biondo.
In realtà impazziva dalla voglia di stare con lui. Per cui
sorrise e scavalcò il davanzale.
Con la ragazza stretta fra le braccia, Draco partì a razzo.
L’aria autunnale era fredda, ma i loro corpi, a stretto
contatto, non le permettevano di insinuarsi.
Con il fiato in gola e la voce un po’ più alta per
sovrastare il vento Ginny chiese:
-
Ora
me lo dici dove siamo diretti?
-
Ha
qualche importanza?
-
No,
non credo…ma sono solo curiosa.
-
Come
sempre!
-
Ormai
mi conosci!
-
Più
di quanto immagini! Comunque siamo quasi arrivati a destinazione.
Infatti, pochi
minuti dopo, Draco atterrò dolcemente sulle rive di un lago.
-
Che
posto è?
-
Siamo
dietro alla collina che circonda la scuola.
-
Non
c’ero mai venuta…è bellissimo!
-
Ho
scoperto questa specie di golfo pochi anni fa. Quando voglio stare da solo
vengo qui.
-
E
perchè mi hai voluto svelare questo tuo segreto?
-
Voglio
restare solo con te, Ginny.
-
Stai
ancora giocando, Draco?
-
No.
Niente giochi, nessun bluff. Voglio solo fare l’amore con te!
Il cuore di Ginny fece una capriola.
Draco aveva mille difetti,
ma era certamente la persona più schietta e diretta che avesse mai
conosciuto.
Non sapeva cosa fare ma, a quanto pare, il suo corpo
rispose per lei.
Si avvicinò al principe delle serpi e cominciò a baciarlo
dolcemente.
L’abbraccio leggero divenne più profondo, man mano che le
loro labbra prendevano confidenza.
Mani sempre più desiderose di scoprire una dimensione
nuova cominciarono ad accarezzare, esplorare, svestire e toccare territori
inesplorati.
Infine Draco sollevò la ragazza per poi sdraiarla in
un provvidenziale giaciglio fatto di foglie secche.
Si amarono senza vergogna, senza timore. Consapevoli che
fin dall’inizio, da qualche parte nel cielo, fra le stelle o nei fondi tè della
Cooman, era scritto che doveva andare così.
E chi erano loro due per contrastare il volere del
destino?
Restarono abbracciati a lungo. Scambiandosi tenerezze e
baci lievi come sospiri di vento.
Poi, quando la luna fu alta nel cielo, Draco riaccompagnò Ginny
nella sua camera.
Facendo attenzione a non svegliare le sue amiche, la rossa
rientrò nello stesso modo con cui era uscita.
Il biondo aspettò di vederla all’interno, si
avvicinò per rubarle un ultimo bacio a fior di labbra e poi sussurrò.
-
Scusa
se ti ho rapita.
-
Non
hai nulla di cui scusarti.
-
Allora
posso rifarlo?
-
Tutte
le volte che vuoi!
Le sorrise felice e volò via.
9.
Anche se nessuno dei due lo aveva detto apertamente, ormai
i loro incontri erano un appuntamento fisso.
Si amavano con tenerezza e passione e poi restavano a
parlare per ore.
-
Fra
una settimana c’è il ballo di Natale. Ci andiamo insieme?
-
Mi
piacerebbe molto ma…
-
Che
problema c’è?
-
Ecco…non
ho il vestito…
-
E
quello che avevi visto a Hogsmeade?
-
Alla
fine non l’ho preso…
-
Come
mai? Con tutta la fatica che hai fatto per trovare i soldi!
-
Lo
so…ma ho pensato che quei soldi avrebbero fatto più comodo ai miei.
-
Quindi
li hai spediti a casa?
-
Sì. E poi
spendere così tanto solo per un pezzo di stoffa non aveva senso…
-
Che
peccato, però! Saresti stata splendida…
-
Se
vuoi andarci con un’altra…
-
Certo
che no! Non intendevo questo!
-
Allora
ok.
* * *
La sera della vigilia di Natale erano tutti in fermento.
Le ragazze si rimiravano allo specchio, cercando di
aggiustare i capelli ribelli o il trucco sbavato, i ragazzi controllavano
impazienti gli orologi ed i bouquet di
fiori che avrebbero donato alle loro dame.
Bhè, tutti tranne Ginny. Lei era vestita con una semplice gonna
a pieghe nera ed un maglioncino rosso. Era graziosa, ma non sembrava certo una
principessa.
Poi una delle sue amiche richiamò la sua
attenzione.
-
Ginny,
guarda! C’è una scatola sul tuo letto!
-
Come?
-
Sì, ed è del
negozio di abiti di Hogsmeade! Dai! Aprila subito!
Ginny, tentennando appena, aprì la grande
scatola color avorio, e l’abito dei suoi sogni improvvisamente fu tra le sue
mani.
Era senza parole! La prima a rompere lo sgomento fu una
sua compagna di stanza, alla quale fecero eco tutte le altre presenti.
-
Oh,
mio Dio! Ma è meraviglioso!
-
È l’abito più bello del mondo!
-
Non
solo del mondo ma di tutto il sistema solare!
-
Avanti
dai! Vallo a provare!
-
Ehi,
ci sono anche le scarpe, qui!
Ginny alzò lo sguardo sulle sue amiche, si
cambiò svelta ed in pochi istanti divenne l’immagine di un sogno.
-
Sei
bellissima! Chiunque sia il tuo cavaliere, resterà senza fiato!
-
Perché
non hai voluto dirci chi è?
-
Tanto
tra poco lo scopriremo!
-
Noi
intanto andiamo avanti. Tu sistemati i capelli e poi fa la tua entrata
trionfale!
E la lasciarono sola a rimirarsi nello specchio.
* * *
Quando la musica cominciò a diffondersi, Ginny fece il suo
ingresso ed un brusio sommesso fece eco.
Ginny era davvero…graziosa con la sua gonnellina nera a
pieghe e con il suo maglioncino rosso.
Le amiche, curiose, le andarono vicino.
-
Ginny!
Perché ti sei cambiata?
-
Non
era per me quel vestito.
-
Ma
cosa dici? Era sul tuo letto!
-
Ti
dico che non era per me. Ora, se volete scusarmi, vorrei qualcosa da bere.
Intanto Draco s’era avvicinato alla rossa, i cui occhi,
con suo sommo stupore, lampeggiavano d’ira.
-
non
hai ricevuto il mio regalo?
-
Sì.
-
Perché
non l’hai messo? Non era quello il vestito che ti piaceva?
-
Il
vestito è bellissimo, ma non posso indossarlo.
-
Perché?
-
Perché
non l’ho pagato io.
-
Che
cosa significa?
-
Non
voglio di questi regali. Non da te.
-
Io
non capisco…
Ginny lo fissò furiosa, poi uscì dalla sala
da ballo, ma Draco non era certo il tipo da lasciarsi intimorire e la seguì fino alla
scalinata.
Intanto la maggior parte dei ragazzi presenti s’era
fermata per seguire la scena che si presentava ai loro occhi.
-
Ginny,
fermati!
-
Draco,
non voglio parlarne.
-
HO
DETTO FERMATI!
-
NO!
-
Cosa
diavolo significa che non vuoi regali da me?
-
Proprio
non ci arrivi, eh?
-
Spiegamelo,
per l’amor del cielo!
-
Non
sono venuta a letto con te per avere in cambio un vestito!
-
Che
cosa c’entra il fatto che vieni a letto con me?
-
NON
SONO UNA PUTTANA!
-
CHI
TI HA MSSO IN TESTA UNA STRONZATA DEL GENERE?
-
E
ALLORA PERCHE’ MI HAI COMPRATO QUEL VESTITO?
-
E
DA QUANDO MI SERVE UN MOTIVO PER FARE UN REGALO ALLA MIA RAGAZZA?
-
Co..cosa?
la tua …ragazza?
-
Ginny…ma
dove hai gli occhi?
-
Io…non
capisco…
-
Sono
innamorato di te! …da mesi, ormai.
-
…non
me l’hai mai detto…
-
Pensavo
fosse palese! Mi sono inventato di tutto pur di rimanere solo con te!
-
Io
credevo che per te fosse solo un gioco…
-
All’inizio
era così, ma poi…
-
…Poi?
-
Lo
sai.
Ormai l’arrabbiatura aveva lasciato spazio alla dolcezza.
Si erano avvicinati, le mani intrecciate, gli occhi negli
occhi. Poi le loro labbra si unirono in un bacio mozzafiato.
Un coro di stupore si liberò tra i presenti, ma al di sopra di
tutto si sentì il grido strozzato di Ron (il cui mento aveva raggiunto i sotterranei
di Hogwarts)
-
ditemi
che è un incubo!
-
Sì, Ron, stai
dormendo e questo è un incubo.
-
Ditemi
che quella lì che sta baciando Malfoy non è mia sorella!
-
No,
Ron, la ragazza coi capelli rossi che sta baciando Malfoy non è tua sorella.
-
State
mentendo, vero?
-
Sì, Ron,
stiamo mentendo.
-
Ditemi
che non è vero che è andata a letto con quel furetto!
-
Ehm…Ron…
-
NOOOOOOOOO!
10.
Draco e Ginny stavano insieme ormai da diversi mesi ed era
abbastanza facile imbattersi in loro mentre si baciavano teneramente.
Ma era molto più facile incontrarli mentre litigavano.
Non erano mai d’accordo su nulla. Se uno diceva bianco
l’altro rispondeva nero. Se uno diceva andiamo l’altro rispondeva stiamo.
I corridoi di Hogwarts erano il loro campo di battaglia
preferito.
-
Ehi,
amico, se fossi in te non andrei da quella parte.
-
Perché?
-
Ho
appena schivato un libro volante.
-
Ginny
e Draco?
-
Esatto.
-
Presto
uno dei due farà fuori l’altro.
-
Io
spero che vinca Ginny.
-
Non
saprei. Anche lui non scherza mica.
-
Ehm…scusa
un attimo…ma…non sono loro quelli lì?
-
Dove?
-
Là,
vicino alla quercia.
-
Bhè…effettivamente
sembrano loro.
-
Nessun’altro
in questa scuola ha dei capelli così biondi …e quella testa rossa può essere
solo di un Weasly, quindi…
-
…o
Draco sta baciando Ron…
-
…e
lo credo molto improbabile…
-
…o
s’è rimesso con Ginny!
-
Di
nuovo.
-
Già.
Chissà se dureranno fino a domani!?
-
Mah…
* * *
Qualche giorno dopo, in biblioteca.
-
ora
ho due ore di pozioni, poi sono libero. Ci vediamo più tardi?
-
Ma
non ci eravamo lasciati, noi due?
-
Davvero?
Ormai ho perso il conto.
-
Non
più tardi di stamattina hai detto che non mi sopporti più…
-
questo
è un dato di fatto, ma non significa niente di più.
-
Credo
d’aver bisogno di una legenda in cui mi spieghi bene quando mi stai mollando e
quando invece ti irrito e basta.
-
E
quindi?
-
Quindi
cosa?
-
Ci
vediamo più tardi o devo cercarmi un’ altra ragazza?
-
Lo
sai che sei stronzo?
-
Fa
parte del mio fascino.
-
Scendi
dal piedistallo, Malfoy!
-
Ora
devo scappare o Piton questa volta mi disfa! A dopo, Weasly!
Sfiorò le labbra della rossa con un
bacio e poi corse verso l’aula di pozioni.
Ginny rimase, come sempre, senza parole.
Malfoy era il ragazzo più difficile con cui fosse mai
stata.
Era incostante, arrogante, presuntuoso, saccente, stronzo,
bastardo, eppure solo lei sapeva quanto poteva essere dolce, gentile, generoso,
romantico e appassionato! …e poi, inutile negare l’evidenza, era
incredibilmente bello…e a letto era superlativo!
Mio Dio! Stava di nuovo arrossendo al solo pensiero di lui,
nudo, che l’abbracciava stringendola forte.
Sospirando, lasciò che un sorriso facesse capolino
sul suo volto.
Fra solo due ore si sarebbero rivisti.
11.
La cosa assurda era che, di solito, volavano parole
grosse, urlate in faccia a muso duro. A volte Ginny lanciava anche qualche
oggetto che Draco schivava con sguardo di sfida, come a dire: “ tutto qui
quello che sai fare? ”, ma la lite si sgonfiava come un palloncino lasciato
andare e tornavano insieme più felici che mai.
Solo una volta capitò un litigio più duro dei
precedenti e chi era presente capì immediatamente d’essere di fronte
ad un evento diverso.
I due ragazzi avevano discusso circa le colpe dei loro
padri e, dopo essersi urlati contro di tutto, ora si fissavano in silenzio,
senza dire nulla, senza un fiato. Solo i loro occhi tradivano la tensione.
Fu Ginny a rompere il silenzio e lo fece sussurrando:
-
Quindi
è finita?
-
Credo
di sì.
-
Forse
è meglio così, non facciamo che litigare…
-
Siamo
troppo diversi.
-
Ho
sempre saputo che non saremmo durati a lungo.
-
Dovevamo
aspettarcelo, prima o poi.
-
Già.
-
Già.
-
A
questo punto che facciamo?
-
Non
so. Forse dovremmo salutarci così.
-
Ok.
-
Ok.
-
…
-
…
-
Allora,
addio.
-
Sì. Addio.
Entrambi si guardarono ancora per qualche secondo, per
imprimere l’immagine dell’altro nei propri ricordi, poi, come in un duello, si
diedero le spalle e cominciarono a camminare allontanandosi sempre più.
Dopo una decina di passi, Draco si fermò, incerto.
Che diavolo stava facendo? Non voleva che finisse, con
lei. Non voleva perderla.
Si voltò pronto a correrle dietro per
tutta la scuola, se necessario, pronto ad umiliarsi davanti a tutti, pur di
poterla riabbracciare, ma non ce ne fu bisogno, perché, nell’attimo esatto in
cui si voltò, lei stava già volando verso di lui.
Gli si buttò fra le braccia, aggrappandosi
come un naufrago ad un salvagente e, tra le lacrime, gli stava dicendo le
stesse cose che lui aveva solo pensato.
-
Draco!
Ti prego! Non lasciarmi! Ti giuro che cercherò di cambiare. Farò tutto
quello che vuoi. Ma ti scongiuro, non lasciarmi.
-
Sei
una stupida! Non farlo mai più!
-
Cosa?
-
Lasciarmi
così! Mi hai fatto perdere almeno cinque anni di vita!
-
Ma
io credevo che tu non mi volessi più…
-
Dai
troppo peso alle parole, Weasly! Non dicevo sul serio.
-
È la verità?
-
Certo,
sciocca! Ti amo da impazzire! Credevi davvero di poterti liberare di me così
facilmente?
-
Non
è uno scherzo?
-
Questa
volta ho avuto davvero paura. Mi verranno i capelli bianchi, per colpa tua!
-
Draco
io non ci capisco più niente.
-
Facciamo
un patto. Litighiamo e urliamo fino a sfinimento, ma non lasciamoci più. Non
potrei sopportarlo!
-
Sono
d’accordo con te e ti prometto che cercherò di cambiare.
-
No!
Non farlo! Ginny, tu mi piaci esattamente così come sei. Con le tue mattane ed i
tuoi bronci! Prometti di non cambiare mai e di amarmi per sempre!
-
Lo
prometto! E tu? Mi amerai sempre?
-
Finchè
avrò fiato, finchè avrò cuore, finchè avrò forza, io vivrò per te!
Si scambiarono un lunghissimo bacio, poi Draco la sollevò in braccio
e la condusse in un luogo più intimo, dove poter suggellare il loro ritrovato
amore.
Lei pensa che io sia
importante
che non ho un
difetto dentro e fuori dal letto
Lei pensa che in
fondo sia dolce
però all’occorrenza so anche esser forte
Per lei son speciale
io e non me ne ero mai accorto io
Io che non so mai se
è amore o soltanto un altro errore
però lei è fantastica così
E non gliene frega
niente anche se sa perfettamente
che io non sarò mai un santo o giù di lì
Io perdo la testa
ancora un po’
ma questa volta
giuro non lo so se mi difenderò
Lei pensa che ho
solo paura
se a volte dal
niente io metto le mura
Per lei io riesco a
esser grande
anche quando mi
perdo tra le mie domande
Sarà sempre un
duello con te
ma se io resto qui
mi va bene così!!!
( “Speciale” G. Grignani )
12.
Lucius Malfoy guardava fuori dalla finestra, mentre sua
moglie e suo figlio erano seduti nel salotto di Malfoy Manor.
-
Quindi
è vero?
-
Sì.
-
Esci
con la figlia di Artur Weasly?
-
Esatto.
-
Ti
rendi conto di che razza di famiglia siano?
-
Io
non amo tutta la famiglia Weasly, ma solo Ginevra.
-
Sai
benissimo che sono tutti molto uniti. Stare con lei significa imparentarsi con
tutti.
-
Ne
sono consapevole.
-
E
nonostante questo…
-
…continuo
ad amarla alla follia!
-
Draco,
inutile dire che mi hai colto di sorpresa…ma perché proprio la Weasly?
-
Non
l’ho deciso. È successo e basta.
-
Tu
sei sicuro che lei non stia con te solo per i tuoi soldi?
-
Stai
scherzando, vero?
-
Perché?
Non lo credi possibile?
-
Papà,
se avesse puntato solo ai soldi, avrebbe scelto Potter, no?
-
Corretto.
-
Non
credere che per lei sia stato facile dire ai suoi che esce con me. Non sono
proprio benvisto a casa sua!
-
Lo
immagino.
-
Se
per te è un problema, andrò via da Londra. Non mi importa
dove sarò, mi basta sapere che lei sarà con me.
-
Non
essere precipitoso. Fammi fare un paio di telefonate.
-
Che
cosa intendi fare?
-
Credo
che domani mattina il signor Artur Weasly riceverà una lettera di
reintegrazione al suo posto di lavoro…
-
È possibile?
-
Non
esiste la parola “ impossibile ” nel vocabolario dei Malfoy!
-
Grazie,
papà!
-
Lo
faccio solo perché non voglio un pezzente per consuocero!
Lucius si voltò per guardare suo figlio, visibilmente
sollevato, poi spostò lo sguardo sul volto aristocratico di sua moglie, che sorrideva soddisfatta.
Draco andò a dare la bella notizia a Ginny,
mentre Malfoy senior si avvicinò alla
consorte.
-
Contenta?
-
Sì, per ora.
-
Che
cosa intendi dire?
-
Che
dovrai imparare a comportarti civilmente con i Weasly. Draco è innamorato di
quella ragazza e non permetterò che tu, con le tue macchinazioni,
rovini la loro storia d’amore!
-
Ma
Cissy…
-
Niente
ma! È vero che nessuno è così pazzo da mettersi contro un
Malfoy, ma tu vedi di non metterti contro di me! Perderesti!
-
Sei
una strega.
-
Peggio:
sono una madre!
Si sorrisero reciprocamente, per poi abbracciarsi felici.
*** *** *** ***
*** ***
n.d.a.
Ed ora, (vi tocca), i ringraziamenti:
un grazie, come sempre, a chi legge i miei viaggi mentali.
Due grazie a chi legge i miei viaggi mentali e ha pure il
coraggio di lasciare un commentino.
Tre, quattro, cinque, dieci, mille grazie a tutti coloro
che, in modo più o meno tangibile, mi spronano a continuare a scrivere ed a
migliorarmi.
Farò del mio meglio e spero di non deludervi mai!
Vi
voglio bene!
Strabaci
Frency70