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Autore: Bec77    02/10/2009    4 recensioni
Era sicuro di non conoscerla, però. Quelle movenze, quel modo di rivolgersi a lui, quelle mani che gli accarezzavano amorevolmente le guance... Nel sonno si prese la testa fra le mani, urlando di dolore. Non vide arrivare Mariabell e Ley, ma sentì le loro presenze lì a fianco al letto. Erano sicuramente preoccupati, probabilmente lo chiamavano... ma non li sentiva, se non come voci lontane, altri spettri dei suoi sogni. Vedeva solo quella ragazza, che gli faceva martellare il cuore nel petto e risvegliava in lui un senso di nostalgia.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HEARTBEAT

La incontrava per i corridoi, durante le lezioni, per strada. La incontrava ovunque, e il suo cuore, sempre (sempre!) faceva le capriole, gli balzava in petto e non lo lasciava in pace.
Il suo volto doveva forse ricordargli qualcosa o qualcuno? Era stata la sua padrona di casa, lo aveva ospitato durante il periodo in cui suo fratello maggiore Jaile lo perseguitava per maledirlo con un altro sortilegio, lo aveva accudito e probabilmente riverito, cosa che facevano sempre tutti i servi. Non se lo ricordava, quel periodo, ma doveva essere così per forza, altrimenti Ley e Mariabell glielo avrebbero detto, no?

- Sommo Alam? -
La voce fievole e preoccupata di Mariabell lo richiamò alla realtà. Abbassò lo sguardo su di lei, che lo aveva preso a braccetto e lo aveva condotto per i corridoi di quella strana scuola umana, piena di plebei. Fece per accarezzarle una guancia, calmarla, ma quella ragazza svoltò in quel momento l'angolo del corridoio e procedette a passo spedito verso di loro, guardandoli fieramente negli occhi.
Erano rossi.
I suoi occhi erano rossi, cerchiati: era forse stanca?
“Cosa ti prende, Alam? E' una sconosciuta, non dovrebbe importartene di lei!”, si disse. “Ma allora perché il mio cuore continua a perdere un battito quando la vedo? E' veramente solo un'estranea?”.
Quando gli passò a fianco, sbeffeggiata da Mariabell, lei non fece una piega: li guardò sicura di sé negli occhi e fece un fugace sorriso triste in sua direzione.
“Quegli occhi...” continuò a ripetersi Alam, vedendola voltarsi dopo aver risposto a Mariabell. “Cos'ho che non va, dannazione!” pensò frustrato, abbassando lo sguardo.
- Sommo Alam, voi non state bene. Forse dovremmo andare a casa... - sussurrò Mariabell in sua direzione. - State sudando, Vostra Altezza... -
Mariabell prese un fazzoletto dalla tasca e gli asciugò il sudore. Poi lo prese per mano con un sorriso e lo guidò fuori da lì, lontano da quella ragazza che gli faceva dolere il petto. Gliene fu davvero grato, anche se non glielo disse.

Era un incubo, senza dubbio.
Una voce femminile lo chiamava con voce piena d'affetto. Anzi, amore forse era il termine più corretto. Vedeva le sue labbra, muoversi quando parlava, il suo corpo, anche se non lo riconosceva... ma non vedeva i suoi occhi; non riusciva a vedere quegli occhi che sentiva di avere addosso, e senza di quelli era sicuro che non avrebbe mai potuto riconoscerla.
Nel sonno, Alam strinse una mano sul petto, girandosi fra le coperte madide di sudore. La notte era sempre un Inferno per lui da quando Mariabell era apparsa in quel mondo per stargli vicino, e lui aveva come la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Qualcosa che non riusciva assolutamente a ricordare.
L'incubo andò avanti.
La ragazza continuava a chiamarlo, a ridere e scherzare con lui. Alcune parole erano coperte dai propri lamenti, che riusciva a percepire persino nel sonno, e per questo non capiva interamente cosa ella diceva.
Era sicuro di non conoscerla, però. Quelle movenze, quel modo di rivolgersi a lui, quelle mani che gli accarezzavano amorevolmente le guance... Nel sonno si prese la testa fra le mani, urlando di dolore. Non vide arrivare Mariabell e Ley, ma sentì le loro presenze lì a fianco al letto. Erano sicuramente preoccupati, probabilmente lo chiamavano... ma non li sentiva, se non come voci lontane, altri spettri dei suoi sogni. Vedeva solo quella ragazza, che gli faceva martellare il cuore nel petto e risvegliava in lui un senso di nostalgia.
Ma nostalgia per cosa, se non la conosceva nemmeno? Aveva qualche legame con quella ragazza, quella plebea che si permetteva di insultarlo chiamandolo “scemo” in pubblico, ignorando la differenza, il divario che c'era fra loro? Doveva esserci, ma allo stesso tempo sentiva che mancava qualcosa. Qualcosa che era stato strappato via con la forza.
Risolse che quell'incubo era solo frutto dello stress, che il suo subconscio aveva rielaborato a piacimento. Aveva preso le sembianze di quella plebea che lo infastidiva e le aveva ripetute. Sicuramente.
Dopotutto, perché doveva mancargli qualcuno (o qualcosa) che non aveva mai incontrato – perché non esisteva, in realtà?
Ma quel senso di nostalgia rimase, e continuò a tormentarlo. Sempre.


* * *
Note finali:
#1. Questa storia partecipa all'iniziativa di Criticoni, Criticombola. Il prompt utilizzato è il seguente: 24. "Why do I miss someone I never met?" (Cadence of her last breath, Nightwish)
#2. La storia si ambienta, come probabilmente avranno notato tutti coloro che hanno seguito il manga, fra il volume 3 e 4, quando Alam si dimentica tutto ciò che riguarda Airi a causa di un “agguato” messo in atto da Mariabell, Razu e sua madre Widua, che rinchiudono il suo amore per la ragazza in una scatolina magica. Detto questo, spero di non aver scritto cavolate e che vi sia piaciuta XD
   
 
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