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Autore: DumbledoreFan    03/10/2009    24 recensioni
Continuo della FanFiction "Obligation, Judgment or Truth?"
Sono passati più di tre anni dalla fine della scuola. Hermione ha lasciato Draco per partire e combattere in guerra al fianco di Harry. Draco lascia andare Hermione e accetta l'idea di vivere senza di lei, consapevole che probabilmente, non l'avrebbe più rivista. Dopo più di due anni finalmente la guerra finisce, facendo uscire vittoriosi Potter e tutti quelli che stavano dalla sua parte. Draco, senza più il peso di sapere Hermione in pericolo di vita, si prepara a voltare completamente pagina, con la notizia che la Grang sta per sposare Potter. Ma evidentemente, il destino aveva altri piani per loro, e un giorno Blaise si presenta nell'ufficio di Draco dandogli la notizia che dovrà intervistare Hermione...
Genere: Generale, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Obligation, Judgment or Truth?'
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Hello folks!! Sono un po' in ritardo sulla tabella di marcia eh? Mi dispiace. Avevo previsto due aggiornamenti per questa settimana, e invece è solo uno. Spero che comunque il capitolo vi permetterà di perdonarmi. In questi giorni purtroppo per la FF, sono stata quasi sempre con la mia migliore amica, e quindi la sera scrivevo poco...anche perchè la scuola mi fa svegliare tutte le mattine troppo presto. Ecco comunque il vostro capitolo!!
Enjoy the chapter!


“Draco! Sono così felice di rivederti!” esclamò finalmente Hermione tenendo entrambe le mani strette nelle mie. Io sorrisi bonariamente.
“Era tanto che non ci vedevamo…” replicai con ovvietà mentre mi allontanavo un po’. Lei annuì con il capo.
“Troppo, troppo!! Non potete immaginare quanto mi siete mancati!” ribattè emozionata guardandosi appena intorno.
“Io invece penso di poter immaginare…” rispose Blaise affiancando Hermione che si girò verso di lui sorridendogli dolce. Gli prese la mano e cominciò quasi a trascinarlo in giro per la casa.
“Wow, il vostro appartamento è strepitoso! E’ enorme!! E con arredamento di gran gusto direi…” commentò la riccia mentre osservava la stanza e buttava qualche occhiata di sfuggita alla cucina e alla sala da pranzo.
“Avevi dubbi? E’ l’appartamento di Draco Malfoy e Blaise Zabini. Per noi solo il meglio” dissi io con un sorrisino tronfio sulle labbra. La Granger si girò nella mia direzione e invece di lanciarmi uno sguardo infastidito, indignato o rassegnato, mi guardò ancor più raggiante. Sembrava…compiaciuta.
“Ti rendi conto?! Anche questo mi è mancato terribilmente!! I tuoi insopportabili, altezzosi e presuntuosi modi di fare! Ero proprio ridotta male!” sbottò divertita la Grang facendo scoppiare a ridere Blaise mentre io mi limitavo a sorridere. Quei modi erano una delle tante cose che amava di me. Non me l’aveva mai detto, eppure lo sapevo. Sapevo che non poteva resistere al mio sarcasmo e al mio egocentrismo, nonostante tutte le volte mi aggredisse con orgoglio. Non poteva resistermi. Avevo un ascendente su di lei che mi faceva sentire forte. Importante. Chissà come sarebbe diventato il nostro rapporto ora che quell’ascendente veniva a mancare.
“Beh sentiti ufficialmente parte di questa casa…come se fosse la vecchia stanza di Draco nei sotterranei! Ricordi? Era la nostra multiproprietà con Daphne, Theo e Pansy. Ora abbiamo cambiato appartamento ma la multiproprietà non è cambiata di una virgola!” replicò gioviale e divertito il mio migliore amico mentre Hermione si faceva piacevolmente stupita.
“Vuoi dirmi che ancora oggi, Theodore, Pansy e Daphne vi assediano qui la sera? Come a scuola?” domandò la riccia allegra.
“Precisamente Grang…ti rendi conto, non mi libererò mai di loro” risposi con un ghigno dando una pacca sulla spalla a Blaise.
“Lo dice solo per convenzione…in realtà non potrebbe vivere senza di noi” ribattè il moro dagli occhi cobalto.
“Sì, conosco Draco…è dura ammetterlo per lui, e fidati è dura anche per me dirlo…eppure la vita senza di voi è…vuota. A parte la questione della guerra, che sconvolge tutto, e quella è una cosa a sé. In questi ultimi mesi, mentre cercavo di far tornare le cose come prima, mi sentivo davvero vuota…e quando mi sono imbattuta in quella foto del pigiama party ho capito cosa mi mancava. Mi mancavate voi. Pazzi, sclerati, trasgressivi, immorali e incuranti ragazzi, che sanno rendere la vita un po’ più speciale” disse Hermione con un sospiro guardando entrambi per poi, inaspettatamente, stringerci tutti e due in altro abbraccio. Preso alla sprovvista m’irrigidii, poi appoggiai un braccio sulle spalle della riccia mentre questa appoggiava la testa sul petto di Blaise. Mi staccai poco dopo lasciando che il mio migliore amico avvolgesse completamente la Granger che, voltò la testa verso di me interrogativa. Poi sorrise.
“Sono felice che non siate cambiati…e poi voi due vivete insieme!! Fantastico, penso che non avrei sopportato lo shock di sapere che abitate in due luoghi diversi! Inconcepibile!” fece staccandosi a sua volta da Bla.
“Lo so, talmente inconcepibile che non abbiamo considerato nemmeno l’idea…” ribattè il moro compiaciuto. Io fissai Hermione negli occhi, ignorando le parole di Blaise.
“Spero che tu stessa non sia cambiata” commentai atono, intrecciando saldamente il mio sguardo tempestoso al suo di nocciola. Lei fece spallucce e mi si avvicinò. Posò una mano sul mio braccio e mi sentii stranamente attraversare da una scarica elettrica…una sensazione che non sentivo da tempo, che mi sembrava di aver dimenticato. I suoi occhi non accennavano a staccarsi dai miei. Non li ricordavo così grandi e caldi, quasi rassicuranti.
“Li unici cambiamenti che trovarai in me sono quelli causati dalla guerra. Per il resto, sono sempre io. La Grang” rispose quasi con dolcezza, come se volesse rincuorarmi. Era ancora più vicina, e improvvisamente mi sentii a disagio, una cosa che in sua presenza non mi era mai capitata. Lei era rimasta la stessa. Ma le cose erano cambiate. Terribilmente cambiate. E io non potevo permettermi di essere lo stesso con lei. Me ne convisi fortemente. E allora cos’era quella strana voglia che sembrava risorgere dalla più profonda parte di me? Una parte dimenticata, accantonata, messa sottochiave. Una parte che non dovrebbe più esistere.
Indietreggiai appena sedendomi sul bracciolo della poltrona, rivolgendo a Hermione un mezzo sorriso.
“Bene, Grang…allora suppongo che tu vada ancora matta per il cibo italiano…ho cucinato una cenetta completa a base di antipasti mediterranei, pasta al pesto e bistecca alla fiorentina” ribattei cercando di smorzare l’attenzione, e soprattutto di concentrarmi sul qualcosa di più futile.
“Wow è fantastico!! Ehi ma…hai detto “ho cucinato”? Da quando il signor Malfoy super viziato cucina?” fece sarcastica lanciando uno sguardo divertito a Blaise che se la rideva senza ritegno. Io feci una smorfia.
“Da quando, per esigenze lavorative, mi snoo dovuto trasferire in un appartamento dove non c’è posto per Elfi Domestici, con Blaise, che prima di farlo cucinare mi avveleno direttamente da solo…” replicai a mia volta con sarcasmo. Hermione si aprì in un’espressione ironicamente raggiante. (o forse l’ironia la vedevo solo io)
“Hai smesso di sfruttare quelle povere bestiole?!” esclamò con gli occhioni luccicanti.
“Ehi ehi, solo perché non ho posto e…” provai a giustificarmi, ma ormai la riccia mi era praticamente, anzi letteralmente, saltata in collo come se le avessi dato la notizia più bella del mondo. Le cinsi involontariamente i fianchi e m’imposi con la forza di NON pensare a qualsiasi cosa o ricordo poco casto.
“Granger, calma!!” cercai di farla rinsavire e di allontanarla appena. Ma lei non voleva saperne.
“Hermione dai smettila! Dobbiamo andare a cena” riprovai con tono più deciso. Si bloccò all’istante e mi guardò curiosa e compiaciuta.
“Avevo dimenticato quanto fosse bello il mio nome pronunciato da te” disse quasi in un sussurro, con un sorriso radioso. Un bellissimo sorriso. Rimasi impassibile anche se dentro di me si stava scatenando, piano piano, una tempesta. Una tempesta che mi faceva sentire debole, vulnerabile. Succube. Eppure non potei ignorare che anche io, anche io avevo pensato la stessa cosa quando lei mi aveva chiamato per nome. E ora, mi saltava in collo e mi diceva quelle parole, come se si fosse dimenticata che ora abbiamo due vite diverse, che lei sta per sposare Potter, che ora non dovremmo comportarci come eravamo abituati. Lei sembrava completamente serena, sembrava che non avesse un solo pensiero, che per lei fosse tutto normale. Forse lei non sentiva la nostalgia farsi un masso sempre più pesante e scomodo, forse lei non si sentiva ferita personalmente nell’orgoglio perché non riusciva a reprimere quell’inopportuno desiderio. Cercai di riordinare tutto con diligenza. Io avevo il controllo. Dovevo avere il controllo.
“Non ti ci abituare…Grang suona meglio! E ora forza…la cena ci sta aspettando!” ribattei ghignando. La riccia finalmente si alzò e Blaise le fece strada verso la sala da pranzo. Ci sedemmo al tavolo circolare apparecchiato con tutti i toni del blu, e con un colpo di bacchetta feci comparire nei piatti l’antipasto.
“Mione, ti dispiace se poso qui la penna prendi-appunti? Mi annoterà quello che dici, almeno non me ne dimentico…ti prometto che non userò affermazioni compromettenti contro di te!” fece il moro facendo ridere Hermione. Aveva una risata più cristallina, più pura. Una risata che forse aveva trattenuto a lungo.
“Anche se sei una Serpe, stranamente mi fido di te…ma bada bene…solo di te!” rispose lanciandomi un’occhiata con frecciatina annessa.
“Beh è ovvio…mai fidarsi di me. D’altronde…è sempre colpa mia, no?” replicai ironicamente facendo scoppiare entrambi in una fragorosa risata che contagiò anche me.
“Oddio quanto tempo che non lo sentivo! E’ colpa di Draco! Ormai era il nostro tormentone!” esclamò la Granger senza smettere di ridere.
“Va beh, era la verità in fondo…99 su 100, c’eri sempre tu nel mezzo, Dra!” ribattè il mio migliore amico. Io alzai gli occhi al cielo.
“Solo perché sono un genio…” bofonchiai fintamente indignato. Cominciammo a mangiare sempre ridacchiando di quella vecchia battuta (che era vecchia solo per Hermione visto che a me la ripetevano ancora almeno dieci volte al giorno). Poi Blaise si fece quasi serio e si rivolse alla ex Grifondoro.
“Lo so che magari non è uno degli argomenti più rosei ma…mi serve anche per l’intervista. Vorrei che tu ci raccontassi un po’…beh della guerra” disse il moro dagli occhi cobalto. La Granger annuì senza mostrare il minimo turbamento. Infatti, si girò verso di me con un sorriso intimando:
“Solo se il biondastro trattiene i suoi insopportabili commenti” 
Io alzai nuovamente gli occhi al cielo e acconsentii con il capo e con un sorriso. Hermione si portò il bicchiere alle labbra, poi lo posò e si voltò di nuovo verso Blaise.
“E’ stato qualcosa di…sconvolgente. Giorno e notte convivevamo con la paura, con la morte. Sempre a pensare a dove nasconderci, sempre dietro a piste inverosimili, senza indizi, senza notizie, senza esperienze, a rincorrere qualcosa che non sapevamo riconoscere, di cui non avevamo certezze. E intanto, intorno a noi, le persone morivano, così come se niente fosse, vite e vite venivano sottratte senza una vera ragione, senza un vero scopo, in un istante. Bastava solo un istanta a far finire una vita. E noi potevamo essere i prossimi. Ogni momento poteva essere l’ultimo. Non sono stati di certo bei giorni. Però ne è valsa la pena. E’ una cosa che dovevo fare. Non potevo permettermi di abbandonare Harry, non l’avrei lasciato per nulla al mondo. In una situazione tanto precaria, quanto crudele, per riuscire ad andare avanti lui aveva bisogno della cosa più certa che avesse: gli amici” raccontò Hermione atona, come se ormai avesse ripetuto troppo spesso quelle cose, come se ormai fossero solo un ricordo lontano e insignificante, come se fosse dovuto.
“Ecco questo è interessante…il rapporto fra di voi durante la guerra, parlami di quello…” fece Blaise per poi mettersi una mano sulla bocca e guardare desolato la Granger.
“Scusami, scusami tanto…parlo come un giornalista! Mi dispiace!” si affrettò a dire realmente mortificato. Hermione gli rivolse un sorriso bonario.
“Tranquillo Bla, non ti preoccupare…tu sei un giornalista! Lo so che non lo fai in cattiva fede…e poi ormai ci sono abituata” rispose tranquilla accarezzando la mano del moro. Poi fece un sospiro e ricominciò a parlare.
“Beh…all’inizio c’era tanta energia, eravamo affiatati e le difficoltà le affrontavamo con impeto. Le cose che sapevamo ci sembravano le più importanti, tutto quello di cui avevamo bisogno. Ma piano piano, ci siamo resi conto che non avevamo niente, se non mere ipotesi, il pericolo era sempre maggiore, la morte sempre più vicina…eravamo sempre più nervosi, più tesi, e sempre più…isolati. C’ è stato un periodo in cui addirittura ci siamo ritrovati a litigare come dei pazzi. Eravamo sfiniti, non ne potevamo più. Poi, grazie al cielo, siamo rinsaviti. Non potevamo abbandonare, dovevamo andare avanti, ed essere più uniti che mai. Se ci fossimo divisi saremmo stati ancora più vulnerabili, invece insieme eravamo forti. Ci siamo dunque calmati, impegnati veramente, e i nostri rapporti sono diventati indissolubili. Ci siamo arresi all’idea che eravamo gli unici su cui poter fare affidamento, da cui ricevere calore, amore, stima, affetto, tutto quanto di positivo poteva esistere mentre la guerra cercava di farlo sparire” raccontò Hermione. Non sembrava turbata, al contrario felice che potesse parlarne. Forse era felice che ci fosse Blaise ad ascoltarla. Provai ad immaginarmi in quella situazione, e ammisi fra me e me che doveva essere stato orrendo. Finalmente capivo appieno perché i miei genitori avevano combattuto con tutte le loro forze per tenermi lontano da tutto quello, per farmi vivere una vita normale. La riccia si voltò verso di me e mi lanciò uno sguardo insicuro.
“Mi…mi è capitato di…beh di…incontrare, se così si può dire…tuo padre. Tu eri al sicuro?” mi domandò incerta, come se avesse paura di dire qualcosa di sconveniente, che avrebbe potuto ferirmi. Io mi aprii in una risata cristallina, divertita ma con un pizzico di amarezza.
“Vuoi farmi credere Granger, che mentre combattevi con i tuoi amici, ti preoccupavi per me?” ribattei con sarcasmo. Lei mi guardò indignata.
“Certo che mi preoccupavo per te!! Come potevo non farlo?! Credevi che avessi semplicemente smesso di credere che esistevi?” replicò stizzita.
“Credevo semplicemente che avessi cosa più importanti a cui pensare…ed era vero” risposi impassibile fissandola negli occhi. Avevo dimenticato quanto era combattiva, quanto era determinata, quanto era orgogliosa. E quanto mi piaceva per quello. Alle mie parole, Hermione inarcò un sopracciglio.
“Non mi dire…Draco Malfoy che non si considera la cosa più importante del mondo…” esclamò sarcastica.
“Non mi dire…Hermione Granger che invece mi considera la cosa più importante del mondo…” esclamai a mia volta con sarcasmo.
“Non mi dire…Draco Malfoy e Hermione Granger che battibeccano ancora come due ragazzini…” replicò Blaise scoppiando a ridere insieme alla Hermione, mentre io scuotevo il capo ghignando.
“Comunque Grang, se t’interessa davvero, i miei genitori si sono impegnati per tenermi fuori da tutto questo…avevano fatto già abbastanza sbagli con me…volevano rimediare” spiegai atono con espressione impassibile. Lei mi guardò dispiaciuta.
“Non mi avevi mai parlato di questo…” rispose posando una mano sulla mia. Io la scansai dolcemente, sorridendole.
“Non avevi mai avuto il coraggio di chiedermi “allora Draco, quand’è che diventi un mangiamorte?”. E comunque odio parlare dei miei problemi, quelli sono miei, e s’è qualcosa che non riesco a tollerare…è la compassione” ribattei con tono leggermenta amaro, per poi aprirmi in un sorrisino sarcastico.
“Sai, non sono Potter, io…” commentai ironico mentre Hermione annuiva sorridendo.
“Oh lo so bene…” ribattè la riccia. Blaise s’intromise di nuovo nella conversazione.
“Ecco a proposito di Potter…com’è nata fra di voi?” domandò il moro riprendendo in mano le redini della conversazione. Un po’ perché gli serviva per l’intervista, un po’ perché io e la Granger avremmo potuto continuare a battibeccare all’infinito. Era sempre stato uno dei nostri passatempi preferiti.
Hermione a quella domanda si lasciò andare ad un sorriso sospirato.
“Non è che fra me e Harry è nata…fra me e lui c’era sempre stata. Dal primo giorno che lo incontrai, lui è stato il mio primo vero amico. Piano piano è diventato una delle persone più importanti della mia vita, condivedevamo un rapporto unico. Era qualcosa d’inspiegabile. Durante la guerra, eravamo soli più che mai, ma insieme riuscivamo a non sentirci soli…ci siamo resi conto che eravamo l’unica cosa di cui avevamo bisogno. E in quel momento avevamo un disperato bisogno di amore. Voleva, dovevamo sentirci amati, sennò non saremo sopravvissuti. E io amavo Harry, e lui amava me. Ogni delusione, ogni sconfitta, ogni paura, ogni perdita, veniva consolata dalla consapevolezza che eravamo insieme, e che niente ci avrebbe diviso. E’ con l’amore che siamo riusciti a vincere questa guerra” raccontò, questa volta con la felicità negli occhi, in un’espressione quasi sognante. Odiavo per principio le cose così sdolcinate, le manifestazioni dei sentimenti così palesi, una cosa che proprio non accettavo. Ma sentire la Granger parlare così di Potter era ancora peggio. Specialmente sapendo che, a suo tempo, lei aveva rinunciato a questo suo grande amore, che tanto decantava, per me. Sembrava che per lei, lui fosse sempre stato l’unico, che non ci fosse nessuno come lui, che non avesse bisogno di nessun altro. Ma invece, una volta, aveva avuto bisogno di me. Aveva preferito me a lui, nonostante il mio comportamento sbagliato, i miei insopportabili difetti, nonostante non fossi dolce, gentile e perfetto com Potter, aveva preferito me. Ora invece c’era solo Potter.
Il loro amore aveva fatto miracoli, a quanto diceva. E io mi sentivo stranamente…infastidito. Non era mai successo prima. Avevo accettato con il sorriso la notizia che Hermione si sarebbe sposata con Potter, era giusto così, dopo tutto quello che avevano passato. Era naturale. E io ormai l’avevo dimenticata da tempo. Per me rimaneva come una sfocata utopia. Ora invece era lì. Era lì a qualche centimetro da me. Che elogiava Potter come se fosse la cosa più bella che le fosse mai capitata. Come se non si ricordasse di me, del nostro amore, come se non si ricordasse che proprio io, a quei tempi il suo peggior nemico, l’avevo portata via da suo amato eroe. Era da egocentrici, eppure non accettavo di sentirmi messo in disparte da Potter. Mi astenei dal commentare comunque, come facevo di solito, come avevo promesso. Sarebbe stato patetico, il mio orgoglio me lo impediva. Se andava bene alla Granger…beh peggio per lei. Io avevo di meglio di cui occuparmi.
“E ora che siete tornati alla vita normale, cos’è cambiato?” chiese Blaise interessato. Guardava Hermione con occhi luccicanti, gli si leggeva in volto quanto era felice, e io non potevo non esserlo di conseguenza.
“Beh il punto sta proprio nella vita normale…entrambi stiamo lavorando per riconquistare quella quotidianità che ci era stata strappata via…riprendere le vecchie abitudini, i vecchi piccoli problemi…non vediamo l’ora di cominciare a litigare per il disordine, le dimenticanze, e questi problemucci domestici…per poi scoppiare a ridere ripensando a quando i problemi erano altri. Ridere perché un tempo litigavamo perché eravamo a pochi centimetri dalla morte senza sapere cosa fare dove andare, e possiamo raccontarlo. Perché insieme siamo sopravvissuti e niente è più così importante…” rispose Hermione dilungandosi particolarmente per far sì che Blaise potesse scrivere un bell’articolo. Mentre finevamo di cenare il mio migliore amico continuò a fare domande alla Granger che rispondeva sempre con qualcosa di toccante o dolce, rischiando di farmi venire il diabete. Ascoltavo mangiando tranquillamente mentre i due si scambiavano confidenze. Ogni tanto, quando Hermione diceva qualcosa di particolarmente sdolcinata nei confronti di Potter, alzavo gli occhi al cielo senza farmi vedere.
“Pensi di avere abbastanza per il tuo articolo? Mi sono stufata di parlare sempre di me! Sembro Draco!!” si lamentò la Grang girandosi verso di me con un sorrisino divertito.
“Ehi, io non parlo di me, io faccio parlare di me. E’ diverso” ribattei sarcastico. Hermione si mise a ridere.
“Giusto…comunque il concetto di egocentrismo è quello…” replicò ghignando.
“Sì, Hermione, tranquilla è abbastanza…farò il possibile per metterti in buona luce…una cosa praticamente nuova per me” rispose Blaise ridacchiando.
“Che ne dite di andare a gustarci il dessert in salotto, con un buon bicchiere di liquore invecchiato?” proposi alzandomi in piedi e sparecchiando con un colpo di bacchetta. Entrambi annuirono e ci spostammo in salotto. Blaise si spaparanzò senza ritegno sul divano, io invece mi accomodai più compostamente sulla poltrona. Con mia sorpresa Hermione, invece di accocolarsi sul divano con Blaise come faceva di solito, specie quando eravamo in Sala Comune di Serpeverde, si sedette sul bracciolo della poltrona passandomi il braccio intorno alle spalle e appoggiando il capo sul mio.
“Ti dispiace?” mi chiese girando appena il viso verso il mio. Sentii il suo caldo respiro infrangersi sulla mia pelle, e cercai di non pensare a quando quel respiro mi faceva impazzire.
“Se non dispiace a te…” ribattei facendo spallucce. Sentimmo un ticchettio alla finestra e Bla si alzò facendo entrare un piccolo gufo e raccogliendo la lettera che portava.
“Scusate, devo rispondere…torno subito” disse prima di sparire in camera sua.
“Draco…” mi chiamò la riccia dopo qualche istante.
“Dimmi…” replicai interrogativo. Lei si sedette sulle mie ginocchia e si strinse ancor di più a me, mentre io cercavo di rimanere impassibile e di non desiderare Hermione come la desideravo anni fa.
“Io voglio che tu torni a far parte della mia vita, come lo eri prima che partissi…” fece tirando fuori dalla maglia una catenina. Aprì il ciondolo e vidi che al suo interno c’era la foto che ritraeva me, lei e Blaise che dormivamo insieme.
“Ricordi? Quella sera capii più che mai che fra noi si era creato qualcosa d’indissolubile. Ho bisogno di voi per tornare alla mia normalità, specie di te. Vuoi tornare a far parte della mia vita?” mi domandò girando completamente il volto verso di me. Eravamo ad appena qualche centimetro, e la voglia di baciarla si faceva sentire fastidiosa. Sospirai appena e distolsi lo sguardo, cominciando ad accarezzarle i folti capelli ricci.
“Non me ne sono mai andato”


Spazio dell'Autrice.

Draco comincia a rendersi conto che prova ancora qualcosa per Hermione, ma, guarda che strano, non vuole ammetterlo!! E dice che è tutta questione di orgoglio se è infestidito dalla Grang che parla di Potter...e sicuramente è vero. Ma non è solo quello!! Ovviamente Dra ancora non lo capisce...ma vedrete che piano piano se ne accorgerà. In questo capitolo Hermione racconta abbastanza dettagliatamente della guerra e del suo rapporto con Potter...e non ha fatto venire il diabete solo a Draco, fidatevi. Non avete il dubbio però che, visto che ha preferito Malfoy a Potter già una volta, questo non possa ripetersi? Ma no, Hermione è una brava ragazza, ama Harry e lo sta per sposare...Harry è il ragazzo giusto per lei, no? NO!! Eh, ma farglielo capire è dura!! Vedrò che posso fare xD Che carina poi Hermione che cerca il contatto con Draco *-* Si siede anche sulle sue ginocchia!! *.* Ok la finisco!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!!

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, ribadendo che vi adoro follemente:

pikkola_Lilith
Beckyx
mv3028
Rima_Brandon
kikkina malfoy
anna96
debby12
Ili91
cocochanel87
foxina
kiamilachan
sanguisuga
musicmylife
ginsan89
zamby88
PinkFloydFan
Dark_Angel
Rituzza_95
fandracofiction
flydreamer
renesmee cullen
laretta
_Polla_
Piccola_Star

e tutti quelli che hanno letto!!

That's all folks!
   
 
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