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Autore: KikiWhiteFly    04/10/2009    3 recensioni
A Marta - sasusakuxxx -, bentornata tesoro!.
“Cosa? Dillo, Sakura”, la incitò. Si chiese cosa le prendesse, la ragione per cui sentiva il viso bagnato. Quelle stesse lacrime che le avevano percorso le guance più volte, facendo leva sullo zigomo, fermandosi poco prima delle labbra, poi sfregate contro le braccia, in un gesto impulsivo. Stavolta non fermò quelle stelle morenti, le lasciò scorrere libere, ribelli, fiere e indomite.
Le lacrime d'amore non si devono mai vergognare.
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hai vinto ciò che hai perso, Sakura.








A Marta – sasusakuxxx – che mi è mancata tanto <3.

Al suo grande ritorno, glielo avevo promesso, le avrei scritto

una fan fiction di buon ritorno!.

E stammi su, capito? <3.






Nasce il sentimento, nasce in mezzo al pianto,

e si innalza altissimo

e va'”.


- Il mio canto libero, Lucio Battisti –





Sasuke rialzò il petto dal suolo, affaticato. Il respiro affannato ne era la prova, il torace era martoriato, come se qualcosa gli avesse trapassato la pelle, da parte a parte. Era sangue quello che grondava dall'addome, colava dalla fronte, si confondeva col color onice dei capelli, mescolandosi ad un vermiglio troppo lucente per i suoi gusti.

Gli era davanti, immobile, una figura affaticata, tanto quanto lui. Teneva in mano la sua Kusanagi, la stessa spada che il grande Uchiha aveva armeggiato con tanta destrezza davanti i suoi occhi. Ora, sulla lama d'acciaio, vi era un liquido rossastro che cadeva con una certa lentezza sul suolo arido, andando a sporcare le rocce immacolate.

Non avrei voluto farlo io, ma devo farlo”, sillabò lei, gli occhi che si alzavano in cielo, scorgendone il sole, dietro le burrascose nubi.

Fallo allora”, Sasuke trovò il coraggio di voltarsi toccando con la schiena il suolo, mostrando il suo petto, il sangue e il sudore che grondavano da esso, gli occhi chiusi, come se aspettasse un segno.

Sospirò laconicamente, Sakura; si morse le labbra con veemenza, osservando quel barlume di gioia illuminargli le iridi petrolio.

Sai Sasuke... Se tu me lo chiedessi adesso, se tu...”, faticò a continuare, anche adesso il cuore le batteva forte. Adesso, doveva covare odio dentro il suo cuore e struggersi per la rabbia, e bestemmiare per la frustrazione; lui aveva ucciso tutti, tranne lei.

Ma era proprio lei – ora – che aveva il coltello dalla parte del manico.


Uccidilo. Non l'avresti già dovuto fare, Sakura?



Cosa? Dillo, Sakura”, la incitò.

Si chiese cosa le prendesse, la ragione per la quale sentiva il viso bagnato. Quelle stesse lacrime che le avevano percorso le guance più volte, facendo leva sullo zigomo, fermandosi poco prima delle labbra, poi sfregate contro le braccia, in un gesto impulsivo. Stavolta non fermò quelle stelle morenti, le lasciò scorrere libere, ribelli, fiere e indomite.


Le lacrime d'amore non si devono mai vergognare.



Se tu me lo chiedessi adesso, Sas'ke-kun...”, s'abbassò alla sua altezza, sfiorò il suo petto, il sangue non la schifava, anzi, lo odorò bene, come per bearsi di quella sensazione. La lama della katana scorreva sul petto del ragazzo, creava invisibili circonferenze, non pressava troppo sullo sterno, già martoriato dai precedenti colpi. Le gambe dell'Haruno andarono ad impattare contro il kimono – o almeno: ciò che ne era rimasto, solo brandelli – del ragazzo, aderendo al suo corpo.

Chiedimelo, Sasuke-kun”, quell'onorifico non l'aveva mai tolto dal suo nome, anche adesso che meritava di essere chiamato Uchiha. Non riusciva ad odiarlo, perché poteva solo amarlo, non poteva dividere i due sentimenti. Certo, la ferita ancora bruciava, avrebbe arso per sempre. Tutto ciò che vedeva attorno a sé era deserto, desolazione, vuoto.

Chiedimelo”

Supplicò, mentre una lacrima cadde involontariamente dal suo volto e si sciolse sul petto di Sasuke, quasi a volerlo purgare dal peccato che aveva commesso.

Potrei ribaltare la situazione a mio favore”, la guardò negli occhi, gelido.

Indagò nel suo sguardo, indugiando con meticolosità sulla sfumatura più chiara delle sue pupilla. Sakura piegò le labbra in un sorriso amaro, mentre premeva con più decisione la punta della lama.

Non sei cambiato affatto”, respirò a fatica, si pulì il rivolo di sangue nato nel mezzo del labbro inferiore. Sfregò con decisione il dorso della mano, irruenta; Sasuke studiò i suoi gesti meccanici, disegnandoli nella propria mente.

Tu invece sì”

E fu silenzio. Fugaci sguardi, furtive occhiate, sorrisi amareggiati e ghigni poco comprensibili... la magia di un momento macabro, quell'incantesimo da cui sentiva ancora di essere stregata, gli occhi di Sasuke erano una trappola, e lei ci era caduta - di nuovo.

Vieni con me”, sussurrò, flebile.

Attonita, sconvolta, sbalordita. Sakura pressò una mano sul cuore, constatando che batteva all'impazzata; cercò di nascondere quella sicurezza prima celata, mentre gli supplicava una preghiera uscir dalla sua gola, mentre protestava per quella sua freddezza - immutabile ed egocentrica freddezza.

Il volto della kunoichi era piegato dal dolore, gli occhi si fecero piccoli come fessure, i suoi smeraldi erano pietre allo stato grezzo e strizzò le iridi, applicando con forza la Kusanagi sul corpo di Sasuke.

Mi dispiace”, inclinò di lato il capo, mentre affondava con una certa audacia la spada. E intanto osservava l'espressione di Sasuke farsi rabbuiata, sofferente; trafisse il suo petto, probabilmente gli aveva già rotto qualche costola, poiché avvertì un lieve crack che si spezzò all'interno del suo corpo. “Ci sono persone che non riescono a tradire, Sas'ke... Nemmeno per amore”, proferì quell'ultima frase con tono assai sofferente.

Sakura vide un sorriso indugiare per la prima volta sul volto marmoreo di Sasuke, stava arrivando la fine, la sentiva vicina, ora che anche il cielo si stava scurendo, coprendo la volta originariamente limpida.

Morirò comunque”, sorriso amaro.

Le parole morirono in gola, soffocate dal silenzio, inghiottite dal pianto.

A te la scelta...”, alzò un braccio, un moto di dolore nel suo corpo, le labbra incurvate dolorosamente in basso. Sovrappose la sua mano a quella della kunoichi, sfiorando la Kusanagi, compagna fedele di tante vittorie.

La prima sconfitta... Fa male, Sas'ke?. “... Veloce e indolore, o lenta e atroce”, tentò d'essere ironico.

Le diede una mano, per render la morte più dolce, più bella. La luce alla fine del tunnel, la spirale dell'Inferno che sembrava volerlo inghiottire ad ogni costo. “Stavolta non ci sarà una prossima volta, Sas'ke”, spinse la Kusanagi nella carne ormai squarciata del ragazzo, penetrando con una certa lestezza nei suoi organi, sentendo il dolore quasi agonizzante di Sasuke.

Cosa fa' più male... La morte o la vita?

È come un gioco da tavolo... Una pedina giusta, una sbagliata, una in avanti, una indietro.


S c a c c o M a t t o.


Arigato, Sakura”


Hai vinto, Sakura... E allo stesso tempo hai perso.

Hai vinto ciò che hai perso.

Game Over.




Fine










Come vedete sempre storielle allegre, eh?.

Stavo diventando troppo mielosa. Morte atroce, sangue, morte atroce ancora *_*. Mio Dio, come mi mancavano *___*.

Dedicata a Marta, ritornata in patria *_*. Tanto sapevi già che sarebbe finita in tragedia, no? <3.

Per quanto riguarda la storia, spero vi sia piaciuta, ho deciso che Domenica aggiorno un bel po' di cose °°, quindi non abbiate paura se il mio nome quest'oggi ricorrerà spesso in prima pagina.


Baci, Ki_chan =D.




   
 
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