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Autore: MelMelMely    05/10/2009    1 recensioni
Un'altra festa in un lussuoso salotto dell’Upper East Side, champagne, caviale e vestiti da minimo un milione di dollari. Favoloso, penserebbe la maggior parte della gente, ma non se hai 16 anni, ti chiami Chuck Bass e oltre a essere il figlio di uno degli uomini più ricchi di tutta Manhattan sei abituato a festini a base di scotch, fumo (e con fumo non intendo sigarette) e sesso. Tutte le avventure di GOSSIP GIRL raccontate dal punto di vista di CHUCK!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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1.01  BUON GIORNO UPPER EAST SIDE  

Una festa a casa di Blair, la ragazza del suo miglior amico Nate, ecco il programma di Charles, detto Chuck, Bass. Era già in ritardo così sveglio la ragazza che dormiva accanto a lui, non ricordava nemmeno come si chiamasse e le chiese, non molto gentilmente, di andarsene. La donna gli lanciò un occhiata strana, raccolse i suoi vestiti sparsi per il pavimento e uscì sbattendo la porta. Chuck Chiamò il suo autista personale dicendogli di fargli trovare la limousine sotto casa, o meglio fuori dal Palace Hotel, uno degli alberghi di suo padre, di cui occupava la suite presidenziale. Si alzò dal letto e fece una doccia veloce, era in perfetto orario, ma poi perse venti minuti per vestirsi. Chi ha detto che gli uomini non sono vanitosi!! Alla fine optò per una camicia rosa, il nuovo completo di Armani e mocassini italiani. Infilò il cappotto, prese la sua amata sciarpa di cachemire e uscì. Arrivato a casa Waldorf prese l’ascensore e si ritrovò nel salotto già pieno di gente. Prese un bicchiere da uno dei vassoi portati dai camerieri e andò a sedersi sul divano tra Kati e Isabel.  Poco dopo vide Blair e Nate avvicinarsi.                                                                                                                 - Nate, ti va una boccata d’aria fresca? – chiese all’amico, facendo un gesto con la mano che era chiaramente un invito ad uscire per fumarsi una canna.                                                                                                    - Magari al ritorno – replicò lui.

- Magari se torna! – aggiunse Blair trascinandolo nelle sua stanza.

La festa era abbastanza noiosa, Kati e Isabel non facevano che guardare i rispettivi cellulari. A un certo punto entrambe assunsero una strana espressione.

- Indovinate che c’è su Gossip Girl? – fece Kati.

- Hanno visto Serena scendere dal treno alla Grand Central – aggiunse Isabel.

- Bene, ci stavamo giusto annoiando ultimamente – disse Chuck.

Pochi minuti dopo Serena Van der Woodsen in persona era comparsa sulla porta. Bella come sempre: lunghi capelli biondi, gambe chilometriche, uno schianto, abbracciò Blair e pochi minuti dopo se ne andò.

Chuck appoggiato allo stipite della porta d’ingresso si godette lo spettacolo: a quanto pare nemmeno B sapeva del ritorno di S! Blair fu strana per tutta la sera, evidentemente la ricomparsa della migliore amica non le era stata poi tanta gradita; e pensare che nemmeno conosceva il segreto di Serena, il motivo per cui se ne era andata.

 

La mattina dopo Chuck si svegliò solo nel suo letto al Palace. Doveva sbrigarsi: primo giorno di scuola, terzo anno. Per chissà quale ragione aveva dato retta a suo padre, che gli aveva detto di cercare di comportarsi come un normale adolescente, e aveva dato all’autista il giorno libero. Ora gli toccava un viaggio in autobus: perfetto, per fortuna Nate si era offerto di accompagnalo.

- Serena era arrapante da morire ieri sera  – cominciò, mentre il pullman si fermava chissà dove per l’ennesima volta. – C’è qualcosa di sbagliato in quel livello di perfezione deve essere violato -

- Sei troppo disturbato – ribatté Nate.

- Però sai che ho ragione. Vuoi dirmi che se ti capitasse l’occasione… -

- Ho una fidanzata -

- Voi due state insieme dall’asilo e non avete ancora sancito l’accordo –

- Sancire l’accordo,  ma come ti viene? –

Il solito Nate. Doveva volere davvero bene a quella ragazza, lui a quest’ora se l’avrebbe già fatta di sicuro. Blair era senza dubbio una bellissima ragazza e se non ci provava con lei era solo perché lei e Nate stavano insieme.

- Andiamo – Erano arrivati alla loro fermata.

Un tizio salito dalle parti di Brooklyn li stava seguendo o era  una sua impressione?

- Ci stai pedinando o è un’impressione? – gli chiese malamente.

- No, io vado nella tua stessa scuola. Abbiamo la stessa divisa è un caso secondo te? –

- Spiritoso – aggiunse Nate.

Era senz’altro qualche sfigato dei quartieri bassi con una borsa di studio.

 

Dopo le lezioni Chuck e Nate fecero una passeggiata a Central Park parlando del più e del meno mentre si fumavano una canna.

-  È buona questa roba –

- Ne avrò bisogno. La madre di Blair è in campagna -

- Si? Allora io dovrei fregare un po’ di viagra a mio padre, oppure il Paxil a mia madre? Nate stai finalmente per scopare con la tua ragazza, hai l’aria di uno che va al patibolo -

- No sto bene –

- Dillo a Chuck amico. Tu e Blair state insieme da una vita, ora qual è il problema? -

- Nessun problema. È che, hai mai la sensazione che la tua vita sia già pianificata? E che farai la fine dei tuoi genitori? –

- Certo che sei un po’ negativo -

- Insomma non abbiamo diritto alla felicità? -

- Sta a sentire Socrate, quello a cui abbiamo diritto è un fondo fiduciario, forse a una casa agli Hamptons o una bella malattia, ma la felicità non sembra essere contemplata quindi adesso fuma e sancisci l’accordo con Blair perché di certo ora hai diritto a una scopata -    

 

Tornato nella sua camera al Palace, Chuck tolse la divisa scolastica e indossata una giacca color lavanda e una camicia rosa coordinata al fazzoletto da taschino, scese nella hall.

-Permesso, scusate – disse, facendosi largo tra la gente che occupava la stanza. Una piacevole sorpresa ad allietare il suo pomeriggio: Serena al bancone del bar tutta sola, intenta a sorseggiare un Martini.

- Amo questa città. Dovrò dire ai miei che nell’hotel che hanno appena comprato servono alcolici ai minorenni –

- E se prendi un drink  tu servono anche i maiali –

Oh, la ragazza aveva voglia di giocare…

- Adoro il tuo linguaggio sconcio –

- Tu adori se una donna ti parla –

- In realtà la preferisco quando sta zitta –

- Mi sono mancate le tue battute –

- Recuperiamo, togliamoci i vestiti, guardiamoci negli occhi… -

- E se prendessi da mangiare? Ho bevuto a stomaco vuoto -

- Avevo sentito dire che avevi smesso -

- È un’occasione speciale -  

- Che dici, ti andrebbe del formaggio grigliato con olio al tartufo? A te piace il tartufo -

- Tanto da sapere che non è nel menù –

- Ho buoni agganci –

- Soltanto perché ho fame –

Arrivati in cucina lo chef  preparò subito quello che Serena voleva. Possedere un albergo poteva tornare utile. Forse quella sera Chuck non avrebbe dormito da solo.

- Alfonso, sei stato grande. Quindi buona serata. Chiudi prima la cucina – disse Chuck al cuoco, infilandogli una banconota da 100$ in tasca. Anche il fatto di essere ricchi aiutava molto.

- Mamma mia quanto è buono – disse Serena, seduta su un tavolino con le gambe penzoloni.

Era ora di concludere l’affare.

- Se stai cercando un modo per ringraziarmi avrei un paio di idee -

- È un panino Chuck –

Lui le posò una mano sulla gamba, accarezzandole la coscia nuda.

- Senti non è il caso, veramente –

- Hai paura che Nate lo scopra? -

- Come? –

- L’anno scorso, al matrimonio degli Sheppard. Io lo so perché te ne sei andata. La migliore amica e il suo ragazzo. Roba di classe Serena. Credo che tu mi assomigli, più di quanto immagini –

- No, no, quella è acqua passata sto cercando di cambiare –

- Mi piacevi più prima – concluse Chuck avvicinandosi a Serena e cercando di baciarla anche se lei opponeva una certa resistenza.

- Dai smettila, Chuck smettila. Smettila, smettila. Chuck no. Lasciami –

Okay, forse stava esagerando. Infatti un istante dopo Serena uscì di corsa dalla cucina riuscendo ad allontanarlo con un calcio nei gioielli di famiglia. Si, a quanto pare aveva esagerato e essere piegati in due per il dolore ne era la conferma.

 

Ore 20: “Bacio sulle labbra”. Nuovo giorno, nuova festa.

I vantaggi di avere una limousine? Il party pre party. Chuck, Kati, Isabel, Nate e Blair, (chissà come lei lo aveva perdonato anche se era andato a letto con la sua ormai ex migliore amica) una bottiglia di champagne, un paio di canne. Che la festa abbia inizio! Sebbene fosse Blair l’organizzatrice arrivarono che la festa era già nel pieno del suo svolgimento, ma si sa che le persone più importanti sono sempre quelle che arrivano per ultime. Una volta nel locale Chuck si mise subito alla ricerca di una ragazza per la serata.    E eccola, bionda, magra, carina, completamente spaesata.

- Chi è la novizia? – chiese a Kati.

- Jenny Humphrey, è del primo anno -

- Adoro la carne fresca, è cosi… -

- Fresca – concluse Isabel per lui, che come al solito stava attaccata al cellulare.

- Notizie di lei su Gossip Girl? –

- No –

- Finché non te la rimorchi – puntualizzò Kati.

Preda localizzata. Non restava che avvicinarsi e fingere di non voler solo scopare, anche se l’intento era proprio quello.

- Ciao, sono Chuck  – disse tendendole una mano.

- Lo so, insomma ciao, sono Jenny – rispose lei afferrandogliela.

- È un piacere conoscerti –

- Anche per me –

- Grazie -    

Ci furono alcuni secondi di silenzio durante i quali lui continuò ad accarezzarle la mano che non le aveva ancora lasciato. Poi continuando a tenerla per mano disse:

- Andiamo a parlare in un posto più tranquillo –

- Okay –

E presi due bicchieri e una bottiglia di champagne la condusse su per delle scale, lontano dalla festa.

Il pesce ha abboccato subito, ma dobbiamo anche ammettere che il ragazzo ci sa proprio fare!

- Questo è decisamente più tranquillo, ma sai dove stiamo andando oppure… -

- Qui è perfetto – la interruppe fermandosi in un punto qualsiasi del corridoio che portava al tetto.

- Allora, hai detto che volevi parlare. Di che cosa vuoi parlare? –

- Di quanto sei fantastica – sussurrò lui avvicinandosi e cominciando a baciarla. Lei rispose al bacio ma solo per pochi istanti e quindi si scansò.

- Okay mi dispiace, se, se non hai voglia di fare niente tranquilla. Ricominciamo daccapo – Il solito trucco del fingersi pentito

- Si –

- Si? -

- Ricominciamo tornando alla festa? –

- Bevi un bicchiere di champagne, dai -

- Perché no –

- Bene – concluse versando lo champagne. Pochi minuti dopo erano seduti su delle scale e si stavano baciando.

- Forse non era così male –

- Beh, sai davvero come far sentire speciale un uomo –

-  Vieni con me. Da qua su si vede tutta la città – aggiunse indicando il tetto.

- Non fa un po’ freddo fuori? –

- Posso prestarti la mia giacca. Blair e Nate vengono qui su da noi, dopo la festa –

- Blair? Okay -

E la portò sul tetto cominciando a baciarla e toccarla.

- No – si lamentò lei.

- Zitta –

- Fermo -

Dopo tutto era solo del sesso, un po’ di divertimento per entrambi, che male poteva fare?

- No, smettila -

Perché si lamentava tanto?

- Hey, Jenny! –

- Chuck, lasciala stare! –

Perfetto, erano arrivati a rovinargli la festa. Serena, insieme a un ragazzo.

La lasciò andare e lei corse via gettandosi tra le braccia del ragazzo.

- Stai bene? – chiese il ragazzo a Jenny.

- Si – rispose lei.

- Figlio di puttana – inveì il ragazzo gettandosi su Chuck e prendendolo per la camicia, ma lui riuscì a liberarsi.

- Qual è il tuo problema? È una festa. Succede amico, e comunque tu chi sei? –

- Insomma quante volte te lo devo dire? Andiamo nella stessa scuola. E io mi chiamo Dan Humphrey e quella lì è mia sorella – urlò sferrando un pugno che prese Chuck in piena faccia.

- Basta Dan, dai andiamo via – lo chiamò Serena e si diresse verso Chuck dandogli una spinta – Chuck, non azzardarti mai più a toccarla –

- Hai finito di vivere troia. Non ti dimenticare che so tutto – era proprio incazzato.

Prese la sciarpa che aveva buttato a terra e ci si tamponò il naso. Si diresse verso l’uscita per vedere se se n’era già andato e vi trovò Blair che guardava un taxi dove lui e Serena erano evidentemente appena saliti.

- Meglio che non si faccia più vedere – disse la ragazza.

- Io invece spero che lo faccia – disse e tornò dentro.

  
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