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Autore: Vale_Hiwatari    03/06/2005    1 recensioni
Una ragazza, cinque ragazzi, un castello strampalato, un amore, una vita in pericolo... In un universo alternativo, una storia che parla d'Amore, di Morte e di altre Sciocchezze. **** Lo so, non sono brava con i commenti... Voi che siete più bravi però lasciatemene uno^^ E' la prima fic su BeyBlade che scrivo, mi farebbero piacere le vostre opinioni.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takao Kinomiya, Max Mizuhara, Kei Hiwatari, Rei Kon
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Kei entrò in punta di piedi nella stanza.

Hikaru: Che fai?

Kei sobbalzò

Kei: Nulla, nulla. Mi hai spaventato.

Si avvicinò alla finestra e aprì di poco le imposte. Poi si sedette sul letto, accanto a lei.

Kei: Come stai? Va meglio?

Hikaru: Sì, grazie. Meno male che ho trovato questa casa… Posso sapere dove sono?

Kei: A casa di Takao Kinomiya. Lui vive con suo nonno.

Hikaru: No, No… Intendevo su che stella.

Kei: (stella?? È pazza) Sei sulla Terra. In Giappone.

Hikaru: Ah. Giappone. Terra. Okay.

Kei: E tu da dove vieni?

Inutile. La ragazza già dormiva.

 

L’indomani erano ancora in vacanza, ma dato che sarebbero dovuti tornare a scuola il giorno successivo i cinque ragazzi stavano studiando.

Hikaru comparve verso le 10.00 sulla soglia, vestita e lavata.

Hikaru: ‘giorno…

Takao: Dormito bene?

Hikaru: Benone, grazie. Ma ho ancora un po’ di mal di testa.

Max: Ci credo, avevi 40 di febbre solo ieri!!!!

Rei: Allora, da dove vieni? Che ci fai qui?

Hikaru: Lontano… Come faccio per andare a scuola?

Takao: Il nonno ha già sistemato tutto. Per te va bene rimanere qui ancora un po’?

Hikaru: Finché non starò meglio… sì!

Rei: Senti, come fai di cognome?

Hikaru: Katou… Me lo avevate già chiesto.

Rei: Ma questo cognome non esiste.

Hikaru: Finché cerchi sugli elenchi del Giappone…

Max: Quindi non sei Giapponese?

Hikaru: Direi proprio di No. Basta con le domande, dovete fare i compiti per casa!

Ridacchiò. Poi sparì in cucina. Si sentirono delle chiacchiere, poi silenzio. I cinque continuarono a fare i compiti per l’indomani.

 

L’indomani

Prima uscì Kei, da solo. Quando stava per chiudere il cancello vide Hikaru.

Hikaru: Aspetta!!!!!

Kei: Vieni.

Tutti e due si incamminarono.

Kei: Che classe fai?

Hikaru: La prima superiore e… Oh! Scusami, scusami, scusami!!!!

Kei la guardò sbalordito

Kei: Scusarti per cosa???

Hikaru: Ma… per quello che ho pensato, no?

Kei: ??? (È pazza)

Hikaru: No, non sono pazza… Vuoi dire che…

Kei: Come facevi a sapere cosa stavo pensando???????

Hikaru: Non sai leggere nel pensiero?

Kei: Nessuno la sa fare. Cos’è, un giochetto per costringerti a pensare ad una cosa e poi indovinarla?

Hikaru: Nel posto da dove vengo ci leggiamo tutti nel pensiero!

Kei: E da dove vieni, da cartoonia?? (Sussultò. Aveva fato una battuta!!! E a voce alta, per di più!!! Non capitava tutti i giorni) Qui nessuno può leggere nel pensiero.

Ripeté, forse più per convincersene da solo, che non per convincere lei.

Hikaru: Che strano! E non sapete nemmeno trasmutarvi?

Kei: No.

Hikaru: Come no??? Noi possiamo prendere qualsiasi forma!!!

Kei: E come fate per i ladri?

Hikaru: Ah, ma sappiamo riconoscere un oggetto o un animale vero da una persona. E per viaggiare, come diamine fate?

Kei: Le automobili, o gli aerei. Ma si può sapere da dove cavolo vieni???

Hikaru: Ti basti sapere che è molto lontano da qui.

Guardò in cielo. Per il resto del tragitto rimasero in silenzio.

 

In classe

Prof.: Lei è Hikaru, è una nuova compagna di classe!

Hikaru: Piacere, mi chiamo Hikaru Kamiya

Prof.: C’è un posto libero là, vicino a Kei Hiwatari. Mi hanno detto che vi conoscete già.

Hikaru: Vero…

Prof.: Vai a sederti, su!

Hikaru si sedette. Era nell’ultima fila, nell’angolo.

Hikaru: Non sei un tipo che si mette in mostra, eh?

Kei: (???????) No.

Per il resto della lezione di matematica non dissero altro.

 

In cortile

Hikaru si sedette sotto un albero e aprì con delicatezza lo zaino

Hikaru: (Meno male! Si è salvato tutto…)

Kei la vide. Non sapeva come mai, ma quella ragazzina dai capelli rossi gli faceva uno strano effetto. Sembrava che venisse da un posto lontanissimo, e che ne avesse nostalgia. Voleva aiutarla, ma non sapeva come farlo. Si avvicinò e prese il suo pranzo.

Hikaru: Vuoi sederti?

Disse, scostandosi un poco.

Kei: Grazie, posso?

Hikaru: Ma… certo!!!!!

Si sedette anche lui, e tirò fuori dal suo sacchetto un panino.

Hikaru: Che cos’è???

Kei: Un panino. Che fa schifo. Ma dato che è l’unica cosa che c’’è…

Hikaru: Panino? Si mangia, per caso?

Kei: Certo che si mangia, che domande sono??

Hikaru: Dai, fammelo assaggiare! Ti do un po’ del mio pranzo!

Kei non era troppo sicuro di voler accettare, ma dopo un attimo di esitazione decise che non poteva esistere niente di peggio dei suoi panini, così disse:

Kei: D’accordo, tieni, assaggia.

Hikaru gli porse il suo sacchetto, Kei le allungò il suo.

Aprirono contemporaneamente, e contemporaneamente dissero:

Kei/Hikaru: Mmmmh, che bontà!!!

La differenza fra il contenuto dei due sacchetti era notevole; (Cosa c’era in quello della ragazza? N.D. Hikari) (Un momento, ora lo dico! N.D. Autrice)

Kei/Hikaru: Ti piace?

Hikaru ridacchiò. Tutti e due presero a mangiare. Intanto che quei due si ingozzano, io vi dico che cosa c’era nei sacchetti dei due ragazzi.

Nel sacchetto di Kei c’erano solo due panini, uno al prosciutto e l’altro al salame.

In quello di Hikaru (Decisamente quello che preferisco!!! N.D. Autrice) c’erano un sacco di cose buone: un piatto di riso, che chissàcome non si era rovesciato; due involtini primavera, che chissàcome non si erano spatasciati; Un piatto di spaghetti di soia intatto e una fettona di torta-gelato con fragole e lamponi; due bastoncini.

Kei: Era squisito… Mai mangiato così buono qui a scuola.

Hikaru: Erano davvero buonissimi, grazie per avermeli dati, non erano certo all’altezza del mio misero pranzo.

Kei sorrise. Era raro che lo facesse. Subito si rimproverò per averlo fatto. Prima una battuta, poi sorrideva. Avrebbe fatto prima a scappare col circo, e diventare pagliaccio.

Hikaru: In questo “Giappone” si mangia sempre così bene?

Kei: Sempre. Però i miei panini fanno schifo.

Hikaru: Accipicchia! Se questi fanno schifo quelli buoni come sono??

Kei era sbalordito. Cosa si mangiava nel posto da dove veniva lei? Merda secca? Perché solo quella poteva essere peggio dei suoi panini. Suonò la campana. Tutti e due rientrarono.

 

A casa di Takao, quel pomeriggio

Takao: Ho finito i compiti!! Ci alleniamo al Bey?

Max: All right!!! Andiamo dai!

Kappa: Aspettatemi, ragazziiii!!!!!!!

Rei: Su, venite, che aspettate????

Disse rivolgendosi ad Hikaru e a Kei.

Kei: Che fai, vieni o no? Prendi il tuo Bey e usciamo.

Hikaru: Il mio… cosa???

Kei: Bey Blade. La trottola. Il coso che si lancia… Questo!!!

Disse tirando fuori Dranzer e sventolandolo sotto il naso della ragazza.

Hikaru: Oh. Vuoi dire il mio Always!!!

Tirò fuori il suo Bey Blade azzurro.

Kei: Si chiama così il tuo Bey Blade?

Hikaru: Tutti questi cosi si chiamano Always. Anche tu hai un Always.

Kei: No. Il mio è un Dranzer. Un Bey Blade.

Hikaru: Always!

Kei: Bey Blade!

Hikaru: Always!

Kei: Bey Blade!

Hikaru: Always!

Kei: Bey Blade!

Hikaru: Always!

Kei: Bey Blade!

Hikaru: Always!

Kei: Bey Blade!

Hikaru: Bey Blade!

Kei: Always!

Hikaru: Bey Blade!

Kei: Always!

Hikaru: Bey Blade!

Kei: Always!

Hikaru: Okay, come dici tu, Always!

Kei: Ma… io… Uff!!

Lei scoppiò a ridere, e tutti e due uscirono in cortile.

Per il resto della giornata non successe nulla degno di nota, la sera verso le 22.30 i ragazzi andarono a dormire. I maschi in una stanza, la ragazza da sola in camera di Takao.

 

La domenica mattina

Per quella domenica si allenarono al Bey. (Non sanno fare altro! N.D. Autrice)

La sera, finiti gli allenamenti, decisero di preparare da mangiare.

La cena più bella e gustosa del mondo. Hikaru fece dei dessert meravigliosi; "Capolavori di culinaria", come ha detto Kei.

Mangiarono a sazietà, poi decisero di giocare a carte.

Hikaru: Questo gioco si chiama scopone scientifico!

Kei: E come si giocherebbe?

Hikaru: Queste sono carte napoletane.

Rei: Cosa? Com’è che si chiamano?

Hikaru: Napoletane!!! Vengono da Napoli, Italia!

Kei: Allora sei italiana?

Hikaru: No, non sono italiana. Allora, si gioca a coppie…

Le coppie furono stabilite così:

1Takao-Max, 2Kei-Hikaru, 3Rei-Kappa

Hikaru spiegò le regole. Si gioca come a scopa, solo con 10 carte in mano, e in quattro giocatori, a coppie. Per primi giocarono  2 VS 3.

Rei non aveva capito niente, mentre Kei era bravino. Vinse 2.

Hikaru: Riproviamo!

Per tutta la sera continuarono a giocare, poi si ruppero le scatole e Takao tirò fuori Mah Jong.

Hikaru: Bello questo! Dai, dai, giochiamo!

Vinse Kei per un soffio, perché Rei poteva prendere un’altra tesserina e vincere lui…

(Non s’è capito niente ma non importa. Ha vinto Kei, questo è l’importante. N.D. Autrice)

Verso le 23.00 andarono a dormire.

 

In cortile, 00.03

Kei si alzò e uscì. Non riusciva a dormire.

Kei: (Uff! Finalmente un po’ d’aria)

C’era qualcun altro il cortile. Sentì dei passi.

Kei/Hikaru: Vieni fuori, ovunque tu sia!

Tutti e due allora sbucarono fuori, Kei da dietro il muro della casa e Hikaru da un cespuglio.

Kei: Scusa, non ti avevo riconosciuta, pensavo fossi un ladro.

Hikaru: No, scusa tu… ma ti ho svegliato?

Kei: No, ero già sveglio di mio.

Tutti e due si sedettero sul prato. Hikaru guardò in cielo. C’erano poche stelle, e poco luminose.

Hikaru: Dove sono le stelle?

Kei: Le luci purtroppo le nascondono. È molto raro qui vedere le stelle.

Hikaru: Che brutto posto, il Giappone. Non ci sono nemmeno le stelle.

Kei: Da te ci sono?

Hikaru: Certo, che ci sono!!! Dove abito io si vedono perfettamente tutte, e sono luminosissime!

Kei: Vorrei vedere il tuo mondo…

Hikaru: Anche io voglio tornarci… Non mi piace questa “Terra”, o come si chiama!

Kei: Adesso mi vuoi dire da dove vieni?

Hikaru: Da un posto lontano da qui…

Ancora guardò il cielo nero.

Kei: Ma… sei umana, mortale?

Hikaru: Mortale, sì. Umana… non credo, no.

Kei: Ce li hai i genitori?

Hikaru: Certo che sì! Sono lì che mi aspettano.

Kei: Quindi la riproduzione funziona come da noi… è eterosessuata… Non vi clonate o roba simile…

Hikaru: Possiamo clonare, ma non lo facciamo. Di solito sì, è eterosessuata… C’è l’amore. Qui c’è l’amore?

Kei: Certo che c’è!!! Ehi, che domande sono?

Hikaru: E che cos’è qui l’amore????

Kei: Ehm… Ecco… io… Boh? Non lo so di preciso!

Hikaru: Che brutto! Non sapete nemmeno cos’è l’amore!

Kei: Ma certo! È che io… vedi… non l’ho mai provato.

Hikaru: Nemmeno io. Eppure so cos’è!

Kei: Sentiamo l’esperta!

Hikaru: Credo sia qualcosa che ci lega a qualcuno per sempre. È stare insieme e affrontare tutto insieme. Vivere insieme. Tipo una scossa che ci attraversa quando vediamo quella persona… È sentirsi terribilmente bene e poi meravigliosamente male… E poi ci fa un male pazzesco quando respiriamo, ma non ci importa nulla…

Kei: ………………

Hikaru: Ehi, ci sei?

Kei: Sì, sono qui. Allora forse qui non esiste l’amore.

Hikaru: Voglio tornare a casa mia…

Poggiò la sua testa sulla spalla di Kei, che la accarezzò dolcemente. Poi tutti e due si addormentarono, guardando il cielo.




Volevo ringraziare Lir-chan per aver commentato e tutti quelli che hanno letto senza aver commentato... Mi fa piacere se lasciate un commento, anche negativo, vi costa poco e mi fate felice, aiutandomi a migliorare^^ Alla prossima
Vale_Hiwatari
  
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