A te...
Un’altra
giornata
è finita. Entro silenziosamente nel nostro Quartier
Generale, nonché casa in
cui Sirius ha trascorso la sua infanzia non propriamente felice:
Grimmould
Place n°12.
Scivolo senza fare
rumore lungo il corridoio d’ingresso, attento a non svegliare
la “cara”
Walburga, che sonnecchia beatamente nella sua ricca e pregiata cornice.
Un
volta raggiunto il salone, mi lascio cadere stancamente su una comoda
poltrona.
Per oggi, non ne posso davvero più!
Da quando sono
iniziate queste missioni per convincere gli altri mannari a schierarsi
dalla
nostra parte, sono sempre più stanco. Il mio aspetto
esteriore riflette il mio
stato d’animo come mai prima d’ora: capelli
ingrigiti anzi-tempo, rughe ed
occhiaie marcate, fisico smunto…guardandomi adesso, chi
potrebbe pensare che
fino ad una ventina d’anni fa facevo parte del gruppo
più popolare della scuola
a qui tempi, i mitici Malandrini?
Bei tempi, quelli:
scherzi e risate senza paura delle conseguenze, riuscire sempre a
cavarsela con
il sorriso sulle labbra ed un altro bel ricordo da portare nel
cuore…stavo così
bene da essermi illuso, per qualche tempo, di essere normale, di
potermi
divertire come facevano tutti gli altri…di poter vivere come
gli atri…
Ma la
realtà non
ha aspettato a darmi una botta in testa: la guerra. Il tradimento di
Peter. La
morte di James e di Lily. La prigionia di Sirius, che anche adesso,
nonostante
sia evaso, passa più tempo con un Ippogrifo che con un
essere umano. La vita
non è stata giusta con nessuno di noi: abbiamo tutti le
nostre cicatrici e,
anche se le mie sono le più evidenti ad occhio nudo, sono
tutte altrettanto
dolorose…
Quanto silenzio; e
non intendo quello in cui è avvolta l’intera casa
(Sirius deve essersi
addormentato un’altra volta dopo aver dato da mangiare a
Fierobecco), ma a
quella presente dentro di me, nella mia anima. Credo di non essermi mai
sentito
così solo. I ragazzi sono ad Hogwarts e gli altri membri
dell’Ordine ancora in
missione.
E io sono qui da
solo, senza nessun rimedio per scacciare la depressione che si
impossessa di me
sempre più spesso, ultimamente. Temo che di star diventando
nostalgico…cioè,
più del solito, intendo; e questa volta non posso neanche
dare la colpa al mio “piccolo
problema peloso”, visto che la luna piena è ancora
lontana.
Con gli occhi
scansiono attentamente la stanza nella speranza di trovare un libro
(illuso, come
se non sapessi che Sirius è allergico anche solo alle
copertine), una rivista,
una foto, un quadro, insomma, qualunque cosa che possa farmi fuggire
(ancora
una volta) dai miei ricordi. D’un tratto lo vedo: appoggiato
sopra ad un
tavolino a meno di un passo da me, c’è uno di
quegli aggeggi on le cuffie che
i babbani utilizzano per isolarsi dal
resto del mondo con la loro musica. I-Pod credo che li chiamino. Li
fanno anche
di diversi colori; questo è fuxia.
L’avrà dimenticato qui Hermione, o magari
Ginny… o forse l’ha portato Arthur
dall’ufficio con la scusa di doverlo
controllare perché potenzialmente pericoloso. Guardo
dubbioso l’aggeggio per un
attimo, poi lo prendo e infilo le cuffiette, sentendomi un
po’ stupido: non è
che abbia niente di meglio da fare, dopotutto. Lo accendo e selezioni
l’opzione
“brani casuali”. Le note cominciano a riempirmi la
mente, liberandola,
miracolosamente, dall’angoscia e dalle preoccupazioni che la
permeavano fino a
poco tempo fa.
A te che sei l’unica al
mondo
L’unica ragione
Per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
Un’immagine
ben precisa inizia a formarsi
davanti ai miei occhi: capelli rosa shocking. È un pensiero
che ho da un po’ di
tempo ha cominciato a farsi largo nella mia mente, ma non ho mai avuto
il
coraggio di ammetterlo nemmeno a me stesso,
nell’oscurità e nella solitudine
della mia stanza. Il fatto, però, esiste: lei sta diventando
la cosa più
importante nella mia vita; anche dopo le missioni più dire e
faticose, tornato
al Quartier Generale, mi basta incrociare il suo sguardo, cogliere un
guizzo
dei suoi capelli multicolor in mezzo alla stanza, o sentire per un
momento la
sua risata giovane, allegra e priva di preoccupazioni, per sentirmi
felice,
riposato e sì, perché no, anche più
giovane.
A te che mi hai trovato
All’angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto
Come un gatto
E mi hai portato con te
Poco dopo essere
diventato membro
dell’Ordine a tutti gli effetti, era inevitabile che Dora
scoprisse la natura
del mio “piccolo problema peloso”. Quando
è successo, ho cominciato a stare
sempre sulla difensiva quando parlavo con lei, a risponderle senza
guardarla
negli occhi e con il tono freddo e monotono che riservo a quelli dai
quali so
che non potrò ottenere altro che pietà per la mia
condizione. Dopo che questo mio
atteggiamento nei suoi confronti era durato per un po’ di
tempo, lei ha
aspettato che io uscissi da Grimmould Place, mi ha raggiunto e mi ha
affrontato
dicendomi:
«Smettila di
comportarti come se il mondo
intero ti avesse voltato le spalle! Se non vuoi avere la
pietà degli altri,
devi essere il primo a non compiacerti. Non andare in giro curvo e con
gli
occhi bassi, come se non meritassi neanche di camminare in mezzo a
persone che
tu consideri “normali”: alza la testa, guarda negli
occhi la vita e vivila al
meglio delle tue capacità! Non sottovalutarti, Remus: sei
una persona
eccezionale, migliore della maggior parte dei maghi e delle streghe
“normali”
che conosco… siamo noi ad essere fortunati ad avere la tua
amicizia, non
viceversa… Ricordalo!»
Detto questo si
è allontanata, ha svoltato
in un vicolo e si è smaterializzato verso il
Ministero… ma non prima di aver
rovesciato un paio di bidoni dell’immondizia, inciampandoci
contro.
A te io canto una canzone
Perchè non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magìa
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro l’aria
Come bollicine
Vorrei davvero darle
qualcosa di speciale,
in cambio a tutto ciò che lei ha fatto di buono per me. Se
la situazione fosse
diversa… se non ci fosse la guerra, se non ci fossero tanti
anni di differenza
tra di noi, se non fossi così povero da andare in giro
sempre con abiti logori
e strappati, se la mia condizione non fosse così pericolosa,
allora, forse… No.
Meglio non farmi venire in mente questi pensieri. Mi farei solo del
male. Per
ora mi basta che lei faccia parte della mia vita in questo modo. Uno
sguardo
rubato, due chiacchiere casuali, qualche occasionale risata…
Mi basta. Davvero.
Anzi, a volte mi sembra anche troppo per un essere come me…
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
Già. Non
c’è modo migliore per descrivere
ciò che rappresenta per me. Ogni volta che esco spero di
incontrarla. Ogni
missione, anche la più lunga e faticosa, la sopporto con
gioia all’idea di
rivedere Dora una volta che avrò terminato il mio lavoro. In
ogni cosa che
faccio, lei c’è.
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
Ecco. Amore,
finalmente ho il coraggio di
usare questa parola. Prima di incontrarla pensavo di non esserne
degno…credevo
che ad esseri come me non fosse minimamente permesso provare un
sentimento così
puro e nobile. La mia vita si trascinava miseramente, un giorno grigio
dopo
l’altro..per non parlare dell’oscurità,
in quelle dannate notti in cui
incontravo la mia unica amante nonché aguzzina: la luna.
Poi lei è
arrivata…ed il mio mondo si è
capovolto, per fortuna. Non riesco a capire da quanto tempo la penso in
questo
modo, né da quando mi sento così: fatto sta che
ormai sono in ballo.
E non sono mai stato
meglio in vita mia.
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti stringendoti un pò
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
Sorrido ripensando
alla volte che io,
Sirius, James e Peter le abbiamo fatto da baby-sitter. Ogni pomeriggio
andava
tutto allo stesso modo: finché si trattava di divertirsi,
guardando la piccola
trasformare i tratti del suo visetto infantile o cambiare il colore dei
suoi
pochi capelli, James e Sirius erano i primi ad occuparsi di lei,
facendola
giocare e ridere. Ma poi, quando Dora iniziava a piangere per la fame o
per la
stanchezza, gli altri due Malandrini sparivano improvvisamente
(probabilmente a
giocare a Quidditch) trascinando Peter con loro…ed io
restavo solo con lei.
Questo, però, non mi ha mai fatto arrabbiare: mi piaceva
farla smettere di
piangere e calmarla…sembrava così indifesa e
fragile in quei momenti, tra le
mie braccia. Credevo che sarebbe rimasto sempre la bambina disordinata
e
confusionaria che era a quei tempi. Sono rimasto piacevolmente
sconvolto,
quindi, quando circa diciassette anni dopo sono venuto a sapere che
stava
studiando per diventare un Auror. Un paio di volte l’ho vista
all’opera: quando
combatte non è goffa né cade ad ogni passo. Fa
dei movimenti agili e scattanti
che spiazzano l’avversario, portandolo quasi sempre alla
sconfitta. Sono
contento, però, che per gli altri aspetti della sua vita sia
rimasta la bambina
allegramente impacciata che era in tenera età.
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
La sua allegria e
spensieratezza mi hanno
fatto capire che vale la pena di sognare un mondo migliore, dove le
persone
speciali come lei possono vivere felici, e che non bisogna avere paura
di
lottare per conquistare ciò in cui si crede.
Molte volte ho visto
la paura dipingersi
nei suoi occhi, prima di uno scontro con i mangia morte (ovvero gran
parte
della sua famiglia), ma poi non si è mai tirata indietro di
fronte ad una
battaglia. Nonostante cambi il suo aspetto ogni giorno, non riesce a
mascherarsi in modo da non farsi riconoscere da me: è, e
sempre sarà, la
migliore esperienza della mia vita.
A te che non ti piaci
E
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
Per quante cose non la
soddisfino di sé
stessa (e per quante lei ne modifichi ogni giorno grazie ai suoi poteri
da
Metamorfomagus), nel suo sguardo e nelle sue espressioni restano sempre
quella
gioia di vivere e quell’energia che la caratterizzano,
rendendola sempre
bellissima: forte come una roccia, costante come un albero alto e
robusto, che,
nonostante cambi il suo aspetto ogni stagione, resta sempre maestoso ed
immutato nella sua grandiosità. Come un uragano, porta nella
vita di chiunque
le stia accanto, anche per poco tempo, quell’entusiasmo
capace di rendere
migliore la vita di tutti.
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
A te che hai reso la mia vita
Bella da morire
Che riesci a render la fatica
Un immenso piacere
A volte sento che
è unica che possa capirmi
veramente. Nonostante gli anni di scorribande con i Malandrini,
nonostante il
profondo legame che avevo allacciato con Lily, nonostante la grande
intesa che
ancora mi lega a Sirius, sento che Dora è l’unica
persona che possa comprendermi
a fondo: sebbene caratterialmente siamo completamente opposti, in un
certo qual
modo ci completiamo a vicenda, e spesso anche lei è stata
ingiustamente
discriminata a causa della sua diversità, dovuta alle sue
qualità di
Metamorfomagus. È l’unica che quando mi dice
«Capisco cosa provi», lo fa perché
è vero, non perché le circostanze lo impongono.
Se non ci fosse un essere così
speciale, forse potrei anche accarezzare l’ipotesi di passare
con lei il resto
della mia vita… Ma non posso costringerla a questo: non
posso farla diventare
un rifiuto della società, non posso portarla a fondo con me,
proprio perché con
la sua luce inonda la mia esistenza, altrimenti buia. D’altro
canto, se lei non
fosse tale, probabilmente neanche l’amerei fino a questo
punto. È incredibile
quanto l’appostamento più noioso possa diventare
fantastico e divertente, se
lei è assegnata al mio stesso incarico…
«Feccia!
Luridi
traditori di sangue! Sporchi filobabbani!»
Il mio ascolto
viene improvvisamente interrotto dalle urla disumane del quadro
all’ingresso.
Qualcuno deve aver urtato l’orribile porta
ombrelli… e c’è una sola persona che
ormai lo fa quotidianamente. Improvvisamente mi ricordo di quanto sono
ridicolo
con quell’aggeggio babbano nelle orecchie. Mi affretto,
quindi, a spegnere l’
I-Pod ed a togliermi le cuffie. Mentre mi alzo dalla poltrona, cerco di
domare
le farfalle che sembrano essere nate ed impazzite nel mio stomaco
(neanche
fossi un adolescente in piena crisi ormonale) e, quando mi sento
abbastanza
pronto, esco dalla sala.
Eccola. Mi si fa
accanto assieme a Sirius, che deve essersi svegliato a causa del
baccano provocato
da sua madre, suppongo.
«Remus!»
mi dice
Dora, i corti capelli scompigliati oggi di un bell’azzurro
brillante «Grande,
l’hai trovato tu il mio I-Pod! Credevo di averlo perso chi sa
dove…»
Indica
l’aggeggio
che ho ancora in mano, sorridendomi. È il momento migliore
della mia giornata.
«Ah,
è tuo?
Credevo fosse di Hermione o di Ginny» neanche provo a dirle
l’ipotesi
“Arthur”…non voglio che pensi che io sia
così diffidente ed infantile, da
dubitare del signor Weasley «l’ho ascoltato un
po’, spero che non ti
dispiaccia»
Con un po’
d’imbarazzo, mi accorgo che mi sta fissando con i suoi grandi
occhi, castani e
luminosi, sta volta.
«No, no,
figurati,
anzi…» mi dice con le cuffiette già
nelle orecchie.
Mentre accende il
marchingegno, però, aggrotta le sopracciglia in
un’espressione sorpresa.
«Qualcosa
non va?
Ho fatto qualche danno? Se l’ho rotto te lo ricompro,
scusa…» mormoro sulla
difensiva, pensando al peggio ed ignorando quella fastidiosa vocina che
mi
ricorda che non ho comunque i soldi per comprarle un altro I-Pod.
«No, no,
è tutto a
posto, non preoccuparti… È
solo che ero
curiosa di vedere qual è l’ultima canzone che hai
sentito…ed è una strana
coincidenza, ecco, perché ultimamente anche io ascolto
spessissimo “A
te”… » mi risponde, lanciandomi
un’occhiata allo stesso tempo timida e dolce.
Le farfalle nel
mio stomaco sembrano agitarsi ancora più di prima,
incontrollabili.
«Ma davvero?
Io ti
facevo più un tipo da Sorelle
Stravagarie..»ironizzo cercando di nascondere la
mia agitazione.
Lei non ribatte,
ma si limita a dedicarmi il più bel sorriso che io abbia mai
ricevuto,
accompagnato da quello sguardo che mi sta facendo letteralmente
impazzire.
Mi correggo.
È
questo il momento più bello della mia giornata.
***
Spazio Autrici***
Ed eccoci
qui, alla fine di questa ff..beh, che dire? Che anche se il romantico
non è
proprio il nostro genere (ndC: comico e demenziale 4e!) (ndD:
Smettila!!),
ancora una volta lo utilizziamo per raccontare a proposito della coppia
Remus/Ninfadora (ndC:sarà colpa dell’mp3, visto
che è sempre lui ad ispirarci??)(ndD:
dettagli!)(ndC: non rubarmi le battute!)(ndD: se no?) (*Chiara tira
fuori la bacchetta
con aria minacciosa*)(ndC: dicevamo?)
..naturalmente
aspettiamo di sapere cosa ne pensate! Commentate, commentate,
commentatete!! XD
^.-