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Autore: Lexy    08/10/2009    4 recensioni
Ispirato al fumetto.
L’Enigmista era diventato intelligente - ancor più di prima - grazie al Pozzo di Lazzaro, che evidentemente non si era limitato a guarirlo dal tumore che aveva scelto di insidiare il suo cervello. Con quelle pazzesche, nuove capacità era giunto a molte conclusioni: Batman era Bruce Wayne, che faceva il vigilante perché, evidentemente, poteva permetterselo . E lui? No, Edward Nigma non era ricco.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare, voglio specificare che l’idea di fondo - di Nigma che apre un’agenzia di investigazioni - non è mia, infatti nel fumetto lui fa la stessa cosa, dopo essere guarito da un tumore al cervello grazie al fantomatico Pozzo di Lazzaro, lui si rende conto della vera identità di Batman ed alla fine decide di fare soldi e guadagnare notorietà attraverso la soluzione di casi difficili, visto che la sua mente geniale lo rende praticamente l’unico in grado di risolverli.
Tutto il resto è roba mia, ho sviluppato questo fatto secondo la mia personale ottica, coi personaggi che conosco di più (ovviamente anche i personaggi non sono miei) e con le situazioni che maggiormente aggradano la mia fantasia.
Il titolo, come sempre nelle mie storie, è quello di una canzone, in questo caso dei She wants Revenge che sono il mio gruppo preferito, la piccola strofa che potrete leggere all'inizio del capitolo ne è, per l'appunto, un pezzo del testo.
Detto ciò, vi auguro buona lettura e vi ringrazio per le eventuali recensioni che mi lascerete, quelle sono bene accette ed anzi incoraggiate, soprattutto se negative, quelle aiutano a crescere e prendere coscienza dei propri sbagli, ingenuità, eccetera.

PS: Si cercano beta xD.

Un abbraccio,
XxX.SilverLexxy.XxX



RED FLAGS AND LONG NIGHTS:



Capitolo 1:  Sick of.


Sick of trying to find a way inside,
(Stanco di cercare un modo per entrare)
Sick and tired of all the after,
(Stufo di tutti i dopo)
Sick of trying to find a way to slide.
(Stanco di cercare un modo per scivolare)


L’Enigmista era diventato intelligente - ancor più di prima - grazie al pozzo di Lazzaro, che evidentemente non si era limitato a guarirlo dal tumore che aveva scelto di insidiare il suo cervello.
Con quelle pazzesche, nuove capacità era giunto a molte conclusioni di cui però, due sole lo avevano spinto a cambiare radicalmente e no, non  parlo di idee tipo devo ricordarmi di spegnere il gas quando la pasta è quasi pronta, così risparmio gas! No, i fulmini che lo avevano colpito erano ben differenti: Edward - tramite vari collegamenti che gli erano sfuggiti - aveva capito che
A: La vera identità di Batman risiedeva nella ben vestita e ben nutrita persona di Bruce Wayne.
B: L’uomo pipistrello faceva il supereroe perché evidentemente poteva permetterselo.
C’era però anche una terza realizzazione che si era prepotentemente fatta strada, che chiameremo
C: Edward, al contrario di Batman, non era ricco, ne abbastanza noto per i suoi gusti.
L’Enigmista aveva insomma gettato alle ortiche quelli che forse erano gli anni migliori della sua vita a sfidare sull’intelligenza uno che ogni sera prima di andare a letto probabilmente, si accende un buon sigaro con una banconota da cento dollari.
E lui?
Beh no, lui non fuma ma a parte questo, spesso e volentieri era costretto a piazzare il suo quartier generale in edifici smessi o monolocali, al massimo - se proprio aveva bisogno di spazio - prendeva in prestito una bifamiliare, comunque sia, si sentiva ugualmente stupido e per questo escogitò un modo per fare allo stesso tempo un mucchio di soldi e guadagnare la notorietà che tanto agognava e che Dio solo sapeva quanto meritasse.
Aveva fondato quindi un’agenzia privata di investigazione, che ora mostrava con orgoglio all’unica persona tra i suoi conoscenti - erano tutti criminali d’altronde, che poteva farci - disposta a parlargli, al momento.

“Allora, che te ne pare?” Chiese, impettito subito dopo aver appeso la targa alla porta.
“A me sembra… una cavolata.”

Fu la risposta vagamente scettica che fece guadagnare a Jonathan Crane un’occhiataccia da parte dell’ormai ex collega, dopodichè il silenzio si estese per molti secondi, finché il sovrano della paura non decise di continuare.

“Ohh, insomma, stai abbandonando ciò in cui hai sempre creduto per… passare all’altra parte? Il prossimo passo? Arrestare Killer Croc?”
“Mister Crocodile Dundee non avrà grane, e nemmeno tu se è questo che ti preoccupa, non da parte mia.”

Rispose, sicuro e freddo, strofinando in modo amorevole la scintillante targa in ottone, che recitava il suo nome e subito sotto, quella che sarebbe stata la sua bellissima, nuova occupazione da ora in avanti.

“A Joker questo non piacerà affatto.” obiettò ancora l’ex psichiatra.
“Joker ha ben poca voce in capitolo con me, dopo l’ultimo scherzetto.”

Dopo quest’ultima affermazione, di nuovo, tornò a regnare il silenzio per molti secondi e quando Nigma si voltò a studiare l’espressione di Crane, notò un’incredulità mista a rassegnazione; subito dopo però lo vide cambiare e tornare praticamente inespressivo.

“Forse era inevitabile che con un senso dell’onore simile, saresti finito a far questo.”

Rispose semplicemente Spaventapasseri ed i due entrarono nello studio, per il momento polveroso e vuoto, qua e là qualche pezzo di carta straccia, una busta di plastica abbandonata da tempo, non dava certo l’impressione di essere un gran bel posto ma sarebbe stato di certo tutta un’altra cosa, dopo una ripulita e con l’arrivo del nuovo arredamento.

“Che poi, diciamocelo - buttò lì Nigma - quante me ne ha fatte, Joker fino ad oggi?”
“Lui è fatto così, la colpa è tua che gli dai corda ogni volta. E neppure ammetti la verità.”

Aggiunse alla fine a mo’ di punzecchiatura, un mezzo sorriso a stirargli il viso, conferendogli un’aria furbetta e vagamente maligna ma Edward non si scompose minimamente anzi, si voltò, fece qualche passo nella sua direzione fino a stargli davanti e gli rispose, con espressione decisa e veramente seria

“Oh sì, tu lo hai sempre detto che gli sbavo dietro e stavolta lo ammetto, era vero.”
“Era?”
“Sì esatto, al passato. Questa cosa… - disse, indicando vagamente in direzione della sua testa - ha cambiato davvero tante cose in me, te lo dicevo!”
“E quindi?” Ribatté l’altro, scettico.
“Quindi, mi è passata.”

Ribadì, più chiaramente, incontrando e sostenendo lo sguardo dell’altro e notò ancora quel maledetto sopracciglio sollevato, evidentemente Crane non credeva ad una sola parola uscisse dalla sua bocca, perfino - forse soprattutto - su questo argomento ma questo fece ridere Nigma, in quel suo modo sommesso e distaccato, poi si voltò e camminò fino al centro della stanza.
Si guardava intorno, immaginando già il risultato finale che quel posto avrebbe offerto.

“Stai dicendo di aver finalmente capito che l’invenzione chiamata amore è la rovina dell’uomo? - chiese, freddamente ma poi, quasi come se colto da illuminazione, aggiunse - non starai per darti ancora alla caccia sfrenata?” Chiese, stavolta nel suo tono c’era un sottinteso disprezzo, ma d’altronde conosceva Crane da moltissimo ed il collega aveva sempre detestato qualsiasi tipo di rapporto andasse oltre la cordialità, la stretta di mano o, proprio al massimo, l’abbraccio.
Si domandava come facesse quindi, ad andare d’accordo con un tipo espansivo come Joker.

“Sono un dandy, lo sai. Non so stare, se non ho almeno un flirt per le mani.”

Ammise Enigma candidamente, per poi ridere ancora dello sbuffo irritato dell’altro, lo vide alzare gli occhi al cielo e muoversi - con scarso interesse - anche lui per l’appartamento. Erano solo pochi mesi che aveva stretto amicizia con Jonathan Crane e l’uomo gli aveva sempre dato una sensazione di instabilità, a volte fargli confidenze lo rendeva ansioso perché con lui non si poteva mai dire, non se la sarebbe davvero sentita di affermare con sicurezza assoluta che l’altro lo considerasse altrettanto amico e, dal canto suo, Edward sperava  non gli avrebbe mai mostrato la slealtà per cui era tanto famoso, non a lui almeno.

“Comunque, a Joker non piacerà tutto questo.” Ripeté all’improvviso, scuotendo la testa.
“Non gli piacerà il giallo alle pareti o le piastrelle grigie? No problem, tanto cambierò tutto.”
“Sai bene a cosa mi riferisco, Edward.”
“A me sembra tu stia mettendo solo delle scuse ai tuoi pareri. Non piace a te, perché rafforzi ciò tirando in ballo altra gente, che non c’entra nulla?”
“Neppure io c’entro granché, mi pare.” Ribatté, freddo, senza rispondere alla domanda, ma Nigma questo se lo aspettava. Al dottore non piaceva essere analizzato. “Meglio che vada. L’onesto ispettore Nigma non può farsi vedere ora, col terribile Spaventapasseri.”

Mentre si congedava, fece qualche passo all’indietro, verso la porta, le braccia incrociate sul petto come a difendersi e questo nuovo atteggiamento di Crane, ad Enigma, non piaceva.

“Jonathan… - lo appellò con tono ammonitore - sai che sotto questo punto di vista non cambia nulla, no? Non sono mica diventato un maledetto agente di polizia!” Concluse leggermente arrabbiato, prima che Crane varcasse quella soglia, voleva assolutamente che mettessero in chiaro una volta e per sempre questo punto. Vide l’altro sorridere di nuovo a metà, ancora una volta sembrava non gli credesse, il suo sguardo sembrava dire chiaramente sì certo, come no!

“E ci mancherebbe solo che ti metti a leccare i piedi a Jim Gordon…”
“Ci vediamo.” tentò per l’ultima volta, parlando però alla sua schiena, mentre usciva.
“Ciao.”

Rispose Spaventapasseri, senza voltarsi indietro e quel discorso, malgrado tutto, aveva spaventato almeno un po’ Nigma, anche se non lo avrebbe mai ammesso, neppure con se stesso, e Crane, andandosene, sembrò essersi portato via molta dell’allegria di Edward.
Lui non capisce - pensò, con convinzione - non riesce ad essere felice per me e crede perfino di saperne più del sottoscritto?! - continuò a riflettere, irritato - beh la vedremo, povero illuso!
Terminò così i suoi pensieri, tirando un debole calcio alla vecchia busta di plastica che, lì per terra, aveva occupato quell’appartamento per chissà quanto tempo prima del suo arrivo; la vide sollevarsi, piegata per poi ricadere lentamente, ondeggiando nell’aria prima di toccare terra.
Presto avrebbe ripulito quel posto da cima a fondo, lo avrebbe arredato , trasformandolo così in un luogo fantastico, dove avrebbe vissuto e lavorato per molto, molto tempo, nonostante il catastrofismo e l’antipatia espressi da Spaventapasseri.
Lui avrebbe fatto tutto questo, avrebbe portato avanti il suo nuovo lavoro senza venir meno a ciò che era sempre stato, fondamentalmente, fino a quel momento. Se ne fregava di quello che avrebbero pensato Joker, o Duefacce, o Killer Croc, o Pinguino e chiunque altro.
Aveva scelto la sua strada, si era dato da fare ed aveva a malapena iniziato, non era davvero il caso di lasciarsi buttare giù, se c’era uno che poteva farcela davvero, nonostante tutti i problemi che - per gente come loro - avrebbe comportato una scelta come quella, era proprio lui.
  
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