Nick
Autore (su EFP): sanichan92
Canzone Sorteggiata: My apocalypse degli Escape
The Fate
Titolo: °°° Pain °°°
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Personaggi: Sasuke Uchiha
Avvertimenti: Flashfic
Note dell'Autore (facoltative): Devo dire che, essendo il testo un
tentino
complicato da esporre, inizialmente avevo pensato a una finestra
introspettiva
sui pensieri di Nagato e di come fosse arrivato a chiamarsi Pain. Poi,
però, mi
è venuta una malsana idea su Sasuke e… mah,
sinceramente neanche mi soddisfa
più di tanto. Per spiegare quello che avevo in mente quando
l’ho scritta mi
servirebbero pagine e pagine di “Note
dell’autore”.
In ogni caso, ho cercato di mettere su carta i pensieri che
po’ aver avuto
l’Uchiha prima d’irrompere nella stanza di
Orochimaru e ucciderlo.
Spero sia di vostro gradimento^^.
°°°
Pain
°°°
Hiding from the
gallows
Il
rumore dei miei passi sicuri risuona nel vuoto di quel luogo desolato,
mentre procedo sotto le arcate di una delle molteplici gallerie del
covo. Dalle
pietre affiorano lunghe scie di umidità nerastra, come se le
pareti soffrissero
e sanguinassero inchiostro. In lontananza, sento una delle pesanti
celle delle
prigioni richiudersi con un clangore seguito dallo scatto di una
serratura.
Come
me, tutti
dovranno soffrire. Pain
-°-°-
Angolino della pazza -°-°- Ok,
questa volta non ho nulla da ridire. Sapere che sono riuscita a rendere
Sasuke
IC (mio fantomatico nemico
ò___ò) per me è stato come riuscire a
vincere il contest *___*. C’è da specificare che,
inizialmente, avevo preso
seriamente in considerazione l’idea di ritirarmi. Il testo
della canzone non
era delle più semplici (o almeno secondo me), e
l’idea di presentarmi con una
delle tante fic introspettive su Pain…
m’inorridiva solo l’idea! Poi mi è
venuta questa idea su Sasuke e… beh, sono contenta lo
stesso^^.
Pain
di sanichan92
(you have to find a
better way)
I walk with shadows
(the questions I will
never say)
Hiding from the gallows
(they keep me safe and
sound)
So I walk with shadows
Con lo sguardo, oramai abituato alla fioca luce sprigionata dalle rade
torce
agganciate alle pareti arancio, punto la porta logora e vecchia della
mia
cella.
Come d’abitudine, entro nella stanza buia e spoglia, per poi
richiudere la
porta cigolante dietro di me e dirigermi in bagno, dove subito mi butto
sotto
il getto d’acqua bollente della doccia. A quel contatto,
sento i graffi e i
lividi procurati dall’intensivo allenamento appena svolto
bruciare, ma non me
ne curo più di tanto. Nella mente, non provo
dolore.
Dopo essermi legato un asciugamano in vita mi dirigo verso il piccolo
specchio
appeso al muro, soffermandomi ad osservare la mia immagine riflessa.
Sofferenza. Un’esistenza che turbina intorno alla sofferenza.
È questa l’unica cosa che percepisco esaminando la
mia espressione, e allora
ecco che sento di nuovo risalire a galla quella sensazione di
sicurezza.
Sicurezza di aver scelto la strada giusta, per raggiungere il mio
obbiettivo e
liberarmi di questa afflizione una volta per tutte.
È per questo motivo che sono andato da lui,
quell’essere infido e
viscido che mi sforzo di chiamare Maestro.
E non m’importa se dovrò essere crudele.
Non m’importa se dovrò essere spietato.
Non m’interessa.
L’ho deciso quel giorno, quando ho deciso di lasciarmi
indietro quel villaggio
menzognero e i suoi abitanti.
Quando ho smesso di domandarmi perché proprio a me fosse
dovuto capitare un
simile fardello.
Quando ho deciso di seguire lui, incontrandolo una
seconda volta, e
quando al suo posto, sotto la pioggia battente di Oto, mi è
sembrato di
scorgere la morte.
Quando con lo sguardo mi sfidava a superarlo, ad ucciderlo, sicuro
della sua
onnipotenza.
Povero stolto, penso mentre un ghigno mi si disegna
sulle labbra rosee.
Avevo bisogno di un cambiamento, è vero. Di un qualcuno che
mi aiutasse a
diventare più forte e che mi aiutasse ad eliminare quella
cosa inutile che è la
compassione verso il prossimo, nemico o amico che fosse.
Qualcuno che, all’occorrenza, mi aiutasse a farmi diventare
spietato anche
davanti alla sagoma innocua di un bambino.
E così è stato. Orochimaru ha adempiuto al suo
dovere, ma ora è arrivato il suo
turno. Ora sarà lui a soffrire.
E mentre percorro di nuovo quei corridoi desolati e a mala pena
illuminati, non
smetto di ghignare fino a quando non mi ritrovo davanti alla sua porta
e vi
affondo la lunga lama di Kusanagi, ferendolo.
The pain
Pain
The pain
Pain the pain
Pain
Grammatica: 9/10
Stile: 9/10
Originalità: 3/5
IC dei personaggi: 9/10
Attinenza alla canzone: 9.5/10
gradimento personale: 3/5
Totale: 42.5/50
Qualche errore di distrazione e niente di più. Per il resto
non ci sono altri
errori da segnalare: le frasi sono ben costruite e sintatticamente
corrette.
Lo stile è semplice e le frasi brevi, assenti di lunghe
descrizioni, donano un
ritmo serrato ma, al contempo, suspense.
Per l’originalità, t abbiamo dato un punteggio
basso perché, la descrizione dei
pensieri di Sasuke prima di uccidere Orochimaru non è
proprio un tema molto
originale. Tuttavia la ff è ben descritta e questo
l’ha resa piacevole anche se
non è il massimo dell’originalità.
Sasuke l’abbiamo trovato molto IC. Forse un po’
troppo preoccupato del fatto
che anche gli altri debbano provare sofferenza ma, comunque, davvero
molto…
Sasuke.
L’attinenza alla canzone è molto buona.
Perché, anche se forse è un po’
difficile da capire, è proprio la sofferenza e
l’inquietudine dell’anima il
tema centrale della canzone. E tu l’hai saputo rendere molto
bene adattandolo
alla situazione da te descritta.
La ff ci è piaciuta abbastanza. Forse i pensieri di Sasuke
andavano analizzati
meglio e le descrizioni ampliate ma, comunque la storia è
scritta bene ed è
risultata interessante da leggere.