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Autore: stuck93    11/10/2009    4 recensioni
Prendi la mira e spara, Elena. Un ordine secco, precisio. Lei non aveva mai ucciso nessuno. Non era diventata un Turk per uccidere, non lo era diventata per passione, per amore, ma per quietare le ombre del padre e della sorella che incombevano su di lei minacciose. Non si doveva trovare lì in quel momento... “Ti tremano le mani... eppure eri così risoluta prima quando mi hai schiaffeggiato!” “Taci, Reno!” Una RenoxElena scritta senza pretese per un prompt di Shuriken... Buona lettura!
Genere: Generale, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena, Reno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Primo giorno



Elena camminava velocemente cercando di tenere il passo con l'enorme folla che si accalcava davanti al palazzo della ShinRa, per evitare di venire urtata, schiacciata.

Era così frenetico quel mondo nuovo per lei. Non che prima non avesse mai avuto a che fare con Midgar, con la caoticità di quella città e della frenesia dei suoi abitanti, ma prima di allora aveva cercato di starne alla larga.

Ora anche lei sarebbe entrata a far parte di quel circolo vizioso e senza fine.

Varcata questa soglia sarò ufficialmente una Turk...” si disse.

Con un tono di incoraggiamento, per infondersi fiducia, autostima. Nemmeno lei era sicura di quello che stava per fare. Del mondo all'interno di quel enorme edificio ne aveva soltanto sentito parlare, dai discorsi pomposi di suo padre e di quelli del Presidente ShinRa alla televisione, dai giornali, dalla gente che vi si opponeva.

Volente o nolente, favorevole o contraria, nel giusto o nel torto, lei era destinata a diventare una Turk. La sua targhetta era da tempo sulla sua scrivania riservata, e il suo nome vi era inciso a caratteri cubitali. Così voleva il padre.


Non sembrava così grande visto da lontano” Si disse, titubante stringendo la pratica ventiquattro ore con dentro alcuni documenti da presentare al suo superiore, il suo nuovo capo. Esitava. Era già una pessima partenza.

I membri del Dipartimento per il Mantenimento dell'Ordine Pubblico non esitano: agiscono! Non è questo che anni d'Accademia ti hanno insegnato?

Le parole di suo padre, Elias, le rimbombavano nella testa come monito ad entrare, e a cominciare la sua nuova vita, la vita che lui aveva sempre sognato per lei.

Le porte si aprirono scorrendo automaticamente al suo passaggio, e si trovò all'interno della ShinRa. Quell'alveare fatto di persone brulicanti che ronzavano attorno agli uffici, alle macchinette del caffè, oppure correvano trafelati incampando nel proprio camice verso i laboratori. E lei non sapeva nemmeno dove doveva andare! Che pessima prima giornata di lavoro, smarrita in quei dedali di corridoi e trasportata dalle persone, trascinata in quella corrente impetuosa come uno stupido pesce in un fiume in tempesta.

Ricordati! Non lasciare mai che la folla prenda il sopravvento su di te! La ShinRa è un formicaio e nessuno pensa mai alla gente che le sta intorno...

Troppo tardi. Ormai faceva parte di quel flusso. Doveva stare calma. Ci avrebbe fatto l'abitudine prima o poi. Era solamente il suo primo giorno.

Mi scusi!” domandò a quello che sembrava un ragazzo elegante, educato, composto e disponibile, uno di quelli riservati che evitavano di farti troppe domande. Ed effettivamente sembrava un membro della Security, un tipo pelato, dalla pelle scura e gli occhiali da sole che lasciavano immaginare uno sguardo freddo e serio dietro alle lenti. Rispose semplicemente con un grugnito. Da vicino era veramente un energumeno “Cercavo l'Ufficio del Capo del Dipartimento per il Mantenimento dell'Ordine Pubblico!” disse tutto d'un fiato sperando vivamente di non aver sbagliato un qualche titolo e aver fatto una brutta, anzi pessima figura. “... cerchi i Turks?” domandò lui, semplicemente. Elena arrossì lievemente, tanta fatica per nulla. Annuì. “Quindi tu sei quella nuova?” di nuovo Elena fece un cenno di conferma con la testa, mentre sorprendendola le porse lentamente la mano. “Sono Rude. Siamo colleghi”


Elena tirò un sospiro di sollievo, ringraziando la sua imprevista fortuna sfacciata e camminando tranquillamente al fianco di Rude. Il pelato non aveva più proferito parola da quando si era offerto di accompagnarla all'ufficio del capo. Meglio così, colleghi non troppo chiassosi sono l'ideale per questo lavoro. Saranno sicuramente tutti così, e dovrò dare il massimo per essere alla loro altezza. Pensò salendo in ascensore. Da lì potè vedere tutta Midgar diventare sempre più piccola. Si sentiva importante, e allo stesso tempo impotente: era così maestosa, magnifica, superba la ShinRa, che sembrava quasi che la sua smisurata altezza volesse indicare a tutti la propria superiorità sul resto della metropoli.

Siamo arrivati” Annunciò Rude al suono del campanello che annunciava l'arrivo al loro piano. Era più tranquillo degli altri, meno frenetico, con meno persone che gironzolavano e calma. Aveva un bar in un angolo, poltrone comode, piante agli angoli e tutto ciò che potesse indicare il lusso dell'Azienda. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tornare indietro.

RUDE! Non ci credo! Ti sei fatto la ragazza e non dici niente al tuo collega?!” una voce squillante ruppe il silenzio dell'ingresso, e l'idea di pace e di tranquillità che la bionda si era appena costruita su quel posto. Si girò, notando un ragazzo di circa qualche anno più grande di lei, i capelli rosso acceso legati in un malandato codino e un sorriso sorione stampato in faccia. L'andatura lenta e goffa, i vestiti indossati alla meno peggio e la camicia sbottonata, un netto contrasto con la figura elegante e rigida di Rude che almeno si era degnato di provare a farsi un nodo decente alla cravatta. L'altro invece nemmeno ci aveva tentato!

Se è la prima impressione quella che conta allora questo qui mi sa che mi procurerà soltanto grane!


Elena, ti presento Reno... è un Turk anche lui, purtroppo!” presentò l'altro marcando l'ultima parola fissando il rosso minaccioso. “Sei la sua fidanzata?” “No, sono la tua nuova collega. Piacere!”

Reno sgranò gli occhi, fissando incredulo la bionda senza un minimo di contegno. Ma come si permette sto incivile? Lo sapeva, le stava fissando le forme, il seno, l'aspetto del viso, stava constatando quanti anni aveva. La stava mettendo su una bilancia sulla quale sull'altro piatto ci stavano tutte le belle ragazze che aveva conosciuto. La cosa le dava fastidio. “Ma siamo seri? È una bambina!” esclamò rivolto a Rude, senza preoccuparsi del fatto che lei si trovasse a pochi centimetri da lei. Infatti si offese. Adocchiò un orologio poco lontano da loro. Era quasi in ritardo! “Senti mi piacerebbe molto fare amicizia e socializzare ma avrei un appuntamento col capo e non mi va di arrivare in ritardo al primo giorno!” annunciò puntando un dito contro il rosso, infastidita. “Ma sentitela! Io non sono mai arrivato puntuale agli appuntamenti, nemmeno a quelli più romantici e passionali con le donne più belle del mondo! Figurati con Tseng!” Lei girò i tacchi, non avrebbe sopportato un minuto di più con quel ragazzaccio. Avrebbe voluto chiedergli dove si trovasse l'ufficio per evitare di perdere tempo, ma si sarebbe arrangiata!


Improvvisamente si sentì avvolgere le spalle da un braccio mingherlino, in un abbraccio maleducato e rude. “Casualmente anche io ho un appuntamento col boss!” Cercò di liberarsi dalla stretta ma fu inutile, continuarono a camminare avvighiati, con gli occhi dei dipendenti puntati su di loro. “Smettila! Sto cercando di apparire almeno professionale!” Lui la guardò di sottecchi. “In ufficio un Turk non è mai professionale. Lo è fuori, sul campo di battaglia, ad ammazzare la gente!” Elena rabbrividì nel sentire pronunciare quelle parole così dure in una maniera così semplice, quasi come se fosse un gioco uccidere. Lei ancora non aveva mandato nessuno al Flusso vitale. Ma si augurava che quell'evento arrivasse il più tardi possibile. Nonostante l'omicidio era uno dei compiti principali dei Turk, lei non aveva mai amato premere il grilletto. Non era fatta per quel mestiere. Ma suo padre...

Eccolo qua! L'ufficio di Tseng!” “Grazie, ora puoi staccarti da me!” “E perché? Voglio vedere che faccia mi fa se entro con una biondona nel suo ufficio” “No lasciami!”

Nonostante la stazza poco massiccia il rosso aveva la presa salda sulla spalla di Elena, che altro non poteva fare se non spingere le mani contro il petto di lui per tenerlo lontano.

La porta si aprì con un tonfo, all'interno del suo ufficio Tseng sobbalzò sentendola sbattere. Anche se in fondo sapeva che tale trambusto era dovuto solamente all'arrivo di Reno. La cosa che più lo lasciava sorpreso e perplesso era la presenza di una ragazza abbracciata a lui. “Reno te l'ho detto più di una volta che certe donne le devi tenere lontane dall'Edificio ShinRa!” Esclamò infuriato. Solo il rosso sapeva fargli perdere le staffe così. Elena arrossì di botto, confusa, imbarazzata. Arrabbiata! Assestò un violento calcio nelle parti basse del suo aguzzino, tanto da piegarlo in due, e subito si ricompose, mettendosi in posizione eretta davanti al suo superiore, dimenticato ciò che era accaduto appena pochi secondi prima. “Sono Elena. Il nuovo membro” lo avvisò, calma, senza scomporsi. Nonostante quell'uomo le avesse fatto palpitare il cuore appena entrata nella stanza. Faceva fatica a sostenere quello sguardo penetrante. Di certo non si aspettava battutine sarcastiche da quell'uomo che sembrava così severo e ligio al dovere. Si limitò a scusarsi, senza una nota di imbarazzo nella sua voce. “Benvenuta al Dipartimento per il Mantenimento dell'Ordine Pubblico. Ovvero tra i Turks. Suo padre Elias ci ha parlato molto bene di te. Speriamo tu sia all'altezza della fama che ti precede! Non ci deluderai...” disse porgendole un sacchetto proveniente da una sartoria, tesserino e chiavi del suo nuovo appartamento.


No, non lo deluderò mai.




Qui abbiamo una persona innamorata...” Mugugnò Reno grattandosi il mento e osservandola da vicino, una volta fuori dall'ufficio. “Ma smettila!” Gridò lei “Mi hai anche fatto fare una bruttissima figura al mio primo giorno!” “Ma non mi hai smentito che sei innamorata di Tseng!” Lei si infuriò ancora di più mentre lui, dicendo quelle parole, le strizzava una guancia. “Smettila! Che ne sai di quello che mi piace o non piace? Mi conosci da mezz'ora...”

Reno prese una sigaretta da un pacchetto usurato e se la mise in bocca.

No! se c'è una cosa che non sopporto alla mattina è l'odore del fumo! Pensò mentre tirava via la sigaretta a Reno con un movimento veloce della mano. Sembra che lo faccia apposta per vedermi arrabbiata! “Vorrei che non fumassi in mia presenza!” “Tu mi conosci da mezz'ora e mi dai già ordini. Ma micca mi faccio sottomettere da una biondina!” “Scommetto invece che quando te le porti a letto sono loro a stare sopra!” ribattè acida rimettendo la bionda dentro al taschino della giacca. “Sei ansiosa di provare?!” Domandò lui sarcastico riaccendendo una seconda paglia. Elena dal canto suo avrebbe avuto un immensa voglia di prenderlo a sberle. Ma non poteva permettersi di picchiare un suo collega il primo giorno di lavoro, ma nemmeno voleva farsi sbeffeggiare da lui con quel tono strafottente. Si limitò quindi ad un semplice “Vaffanculo, Reno” Al quale il rosso ribattè con un “Ci proverò cara!” inalando del fumo, tossico, nocivo, assassino.

Muoviti. Appena sei pronta andiamo al poligono di tiro a testare le tue abilità con la pistola, e dopo si va in missione!”

Allenamento? Missione? Così presto? Non sono pronta! Ma non poteva discutere, ribattere, contraddire un ordine. Non doveva deludere Tseng! E poi Reno ormai era sparito in mezzo alla folla.


Il suo primo giorno era ormai giunto al termine. E se avesse potuto dagli un voto sarebbe stato un sei scarso. E il voto lo alzava soltanto la gioia di aver conosciuto i suoi colleghi, delle persone veramente piacevoli da incontrare. Ovviamente eccezion fatta per Reno...



NdA!

Scritta per un Prompt di Shuriken Girl dal titolo Prendi la mira e spara, Elena. Questa fict prevede due o al massimo tre capitoli. Mi sembra che sia una delle prime fict su EFP che parla di Elena in questa maniera così... approfondita. Almeno per ora! Io sono una Reffie convinta, ma questa coppia in qualche modo mi piace, nonostante il rapporto confittuale tra i due Turks.

Spero di aver trattato bene la coppia per ora ^^'

Al prossimo capitolo!




  
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