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Autore: RBlaine    11/10/2009    6 recensioni
Un cantante, la sua canzone.
"Dopo quattro anni, tu non sei ancora morto, per me."
Naruto è forte, arrabbiato, cade e si rimette in piedi con un sorriso sul volto. E lo aspetta.
Sasuke vuole vendetta, non può tornare, e torna, solo per un istante già svanito.
"Ciò che provo per te"
Per il SasuNaruDay, niente commedie romantiche da parte mia. Però l'amore, quello c'è.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Per il SasuNaruDay ecco a voi una storia che non ha proprio nulla da ridere. Ultimamente il mio lato comico è bloccato -.-'
Buona lettura, ci vediamo in fondo.

Song

Naruto fumava nervosamente una sigaretta, lasciando cadere la cenere sul pavimento lucidato della terrazza.
Quattro anni.
Buttò fuori il fumo con un sospiro, osservando come saliva fluttuando nell'aria.
'Fanc...
- Naruto? -
Sussultò a quella voce improvvisa, impostando un sorriso posticcio e voltandosi verso chi l'aveva disturbato.
- Shikamaru! Che succede? - domandò con voce fintamente allegra, appoggiandosi al parapetto.
Il ragazzo lo fissò per qualche istante, poi sbuffò e infilò le mani nelle tasche, avvicinandosi a lui.
- Tutto questo è davvero seccante - disse con voce tra l'esasperato e l'annoiato. - ...ma fra dieci minuti dobbiamo cantare, e la scocciatura mi ha mandato a chiederti se la canzone è pronta. Dice che se le facciamo predere clienti... Ma non importa, faccio troppa fatica a raccontartelo. - Alzò gli occhi verso il cielo scuro e lo osservò come se catturasse tutta la sua attenzione.
Naruto abbassò lo sguardo, imbarazzato, giocherellando con l'orecchino. - Ecco, non è... non è ancora finita -
Shikamaru continuò a guardare il cielo ancora per qualche minuto, prima di abbassare gli occhi su di lui.
- Non l'hai nemmeno cominciata -
Naruto scosse il capo, abbozzando un sorriso, e fece un un'altro tiro dalla sigaretta.
Shikamaru si grattò la nuca, poi sorrise anche lui, leggermente. - Sono passati quattro anni precisi da quando se n'è andato, vero? -
Naruto sobbalzò e la sigaretta gli scivolò dalle labbra, ma la riacciuffò in tempo, imprecando e bruciandosi leggermente un dito.
- Si - replicò, serrando gli occhi. - Bel regalo di compleanno mi fece quella volta, eh? - cercò di scherzare, ma il tono non fu quello sperato.
Shikamaru gli si affiancò in silenzio, accendendosi come l'altro una sigaretta.
- Non riesci a scrivere? - domandò, atono.
Naruto fece spallucce. - Non ho altro in mente a parte... Vabbé, lascia stare. -
Inspirò forte dalla sigaretta.
- Che problema c'è? Scrivi di quello, allora. - replicò Shikamaru, con tono estramamente annoiato.
Naruto incassò il collo tra le spalle. - Non voglio - mormorò, a fatica.
Shikamaru buttò fuori il fumo, chinò il capo e sorrise. - Ahhh, neanche a me piace molto affrontare le cose di petto, è una grandissima seccatura. -
Naruto si voltò verso si lui, aggrottando le sopracciglia. - Io non fuggo davanti ai problemi - sbottò, imbronciato.
Shikamaru gettò la sigaretta per terra, la spense e poi la raccolse, mettendosela in tasca per buttarla via una volta rientrato nel salone del ristorante dove avrebbero dovuto suonare quella sera.
- Nah, lo so. Ti aspetto dentro con la canzone, okay? Cercherò di prendere tempo con la seccatura. - E si voltò, sparendo oltre le lunge tende che separavano la sala dalla terrazza.
Naruto gettò un'occhiata alla Luna, poi schiacciò la sigaretta sotto il tallone, maledicendo Shikamaru, quel giorno e il teme, quel bastardo che aveva reso l'undici ottobre un giorno da funerale.
Afferrò la penna e il foglio poggiati sul parapetto a qualche metro da lui e si mise a scrivere.

Lo sai anche tu,

che le tue parole sono come sangue e vino,
uno strano drink
dal gusto dolceamaro.
Ho capito la realtà?
E' vero ciò che credo?
Cos'è questo sentimento
che mi scorre dentro?
Non voglio vederti sparire,
come fumo che si dilegua nell'aria,
il mio cuore non ha bisogno di soffrire,
ma come posso, io posso lasciarti andare?
Non sei tutto, ma sei molto, troppo di ciò che ho.
E in me, potresti trovare il tuo scopo,
se soltanto aprissi le tue ali.
Voglio tirarti per la manica
mentre scappi via,
e dirti, hey, aspetta, non vedi cosa perdi?
Ma tu non mi ascolteresti,
andresti sempre avanti,
e poi tornerai, quando avrai fatto ciò che devi?
Continuo a rincorrerti,
io stupido e spero,
ma sembri un irraggiungibile pensiero,
ormai.
Continuerò a fissarti in quegli occhi scuri,
e so che hai capito, so che non vuoi sentire,
ma senti lo stesso.
Io conitinuerò a inseguirti, e ad aspettarti,
e ad andare avanti senza guardarmi indietro,
ma un spiraglio per il passato l'ho sempre lasciato.
Saremo legati, questo è per sempre,
non so bene da cosa,
ma alla fine non m'interessa molto,
se combatteremo o ci ritoleremo nel letto.
Perchè tu sei più importante
di uno stupido pensiero da inquadrare.

**

Naruto si gettò sul letto, affondando la testa nel cuscino, senza più energie.
La serata era stata un successo.
Però, accidenti a lui, che aveva l'abitudine di scrivere le canzoni appena prima dell'esibizione. Ma chi glielo faceva fare?
Si girò sulla schiena, guardando la Luna fuori dalla finestra.
Teme...
Si alzò e attraversò il suo piccolo monolocale, visto che di più non poteva permettersi, dirigendosi verso il bagno.
Appena entrato in casa, si era buttato subito sul letto, senza nemmeno spogliarsi. Troppa stanchezza.
Ma visto che a quanto pareva non riusciva a dormire - maledetto, maledetto teme - tanto valeva farsi una doccia.
Era già con la mano sulla maniglia quando il suo sguardo fu catturato da un post-it attaccato alla porta. Al buio non riusciva a leggerlo bene, perciò lo staccò dal legno e si portò sotto la finestra, domandandosi quando diavolo l'avesse scritto e soprattutto, cosa ci avesse scritto. Si era scordato qualcosa che avrebbe dovto fare?
Ma un' occhiata al testo, ora visibile sotto la luce della Luna, gli fece realizzare che il biglietto non era suo, non l'aveva scritto lui come promemoria di qualche stupidaggine.
No, decisamente no.

Buon compleanno, dobe.


Restò a fissarlo, imbambolato, mentre le domande gli affollavano la mente.
Quando era entrato? Come era entrato? Lui... era stato lì? Perchè non lo aveva cercato? Perchè aveva lasciato solo uno stupido bigliettino giallo?
Dove cazzo era adesso?
Strinse con più forza il foglietto tra le mani.
Sasuke aveva ancora le chiavi, okay, questo era vero. Non gliele aveva mai restituite.
Ma perchè doveva essere sempre un così bastardo, psicotico, misantropo, dannatissimo drammatico? Non poteva semplicemente tornare da lui e dirglielo in faccia? Doveva sparire, sempre?
Era... era stato lì.
Accartocciò il post-it e lo gettò senza guardare in direzione del cestino.
Si, Sasuke era stato in quella stanza, ma adesso era scomparso di nuovo.
Lo sentiva, che quella a casa sua era stata solo una visita passeggera.
Ma non importava. Si sarebbe dovuto accontentare, a quanto pareva.
- Sei in ritardo di un giorno, teme. Oggi è l' undici - mormorò, mentre un' unica lacrima scendeva a sfiorare le sue labbra atteggiate ad un sorriso.
- Ma chi se ne frega. Ti perdono, come sempre. -
Si voltò bruscamente e marciò verso il bagno.
Una bella doccia, e poi a letto.
Domani si ricomincia a guadagnarsi il pane.
Gettò un' ultima occhiata verso il cielo blu trapunto di stelle, prima di infilarsi sotto la doccia lasciando la porta aperta.
Grazie, teme. Ma non voglio aspettare un altro anno, prima di avere tue notizie.


Il ragazzo moro seduto sul sedile del treno posizionò le cuffie sopra le orecchie, accendendo l'iPod e mettendo una canzone a caso, senza controllare.
Via, di nuovo, sopra quell'enorme massa di metallo, che lo trasportava attraverso terre che non conosceva, verso il suo scopo, la sua vendetta.
Dopo, non sapeva cos'avrebbe fatto. Poteva anche morire, per quanto lo riguardava.
- Scusa, è libero? -
Infastidito, si voltò verso la ragazza bionda che gli sorrideva, indicando il sedile di fronte a lui.
Annuì con un cenno secco, guardando fuori dal finestrino.
Aveva sbagliato, quella sera. Non sarebbe dovuto tornare. Aveva fatto male, malissimo. Ogni volta che rivedeva quella città era più difficile andarsene.
- Ciao, io sono Ino. -
Che palle. Si voltò di nuovo verso la ragazza, ora seduta davanti a lui, che gli porgeva una mano dalle unghie curatissime e scuoteva la lunga coda bionda.
- Non te l'ho chiesto - ribattè freddamente, e ricominciò a ignorarla.
Lei spalancò gli occhi, offesa, poi afferrò la borsa e ne estrasse il telefono, cominciando a blaterare qualcosa con l'orecchio appiccicato a quello e ripetendo più volte il nome "Kankuro".
Sasuke sospirò, seccato.
Decisamente non era la sua giornata fortunata.
Almeno potevo rivederlo, il dobe. Tanto, per come è andata...
Ma sapeva che poi non sarebbe più riuscito ad andarsene.
Il treno continuò a sferragliare sulle rotaie, allontandosi dal rumore dell'acqua scrosciante che colpiva il ragazzo biondo sotto la doccia, da quella casa, da quello stupido post-it e da quello stupido passato.
Portandosi via, di nuovo, un pezzo del puzzle.



The Mendokouze - detto anche Banco Informazioni -
Perdono.
Di nuovo.
In due giorni.
E si, la canzone l'ho scritta io
Sono proprio messa male ç.ç
Forse non è una schifezza colossale, ma al massimo possiamo eliminare "colossale", ecco.
Comunque, la "scocciatura" qui è Temari, e preciso che io non ho niente contro Ino, anzi, mi sta abbastanza simpatica, però trattando Sasuke, dovevo descrivere il punto di vista di Sasuke, no? Che non ha passato una giornata tutta rose&fiori, insomma. Perciò non era nemmeno tanto ben disposto (come se di solito lo fosse. ndL'altra Me)
Altro da dire non credo che sia.
Grazie a tutti per aver letto questa... cosa... e per aver avuto il coraggio di arrivare fino in fondo.
Hanil
P.S. Ringrazio anche chi ha commentato "Birthday of Survive", cioè Volpina90 e Ryanforever. Volpina, non preoccuparti, io sono una rosa - mezza nera, ma comunque - (anche se il colore rosa non mi piace -.-')
P.P.S. Se lasciate un commentino non è che vi mangio, eh ù.ù
  
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