Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: Noire    11/10/2009    1 recensioni
Era stanca, distrutta, qualcosa si era spezzato dentro di lei. Era lei contro il mondo. Era lei contro se stessa. Lui era l'ultima persona che sarebbe dovuta essere lì con lei. Era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere, sentire, percepire accanto a sè. Eppure lui era lì, e sembrava non aver alcuna intenzione di andarsene. - Cosa vuoi da me? - Io voglio te.
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love it, or leave it, you can't understand a pretty face, but you do so carry on, and on, and on and on.

Thank Yo For The Venom - My Chemical Romance.





- Andrea, ti vuoi muovere? Non abbiamo tutto questo tempo, stanno per arrivare.
Andy si scostò i capelli dagli occhi, digrignando i denti mentre sistemava il terzo microfono sul palco.
- Ma chi se ne frega! Io nemmeno li sopporto quelli...dannazione, stupido microfono.
I suoi mugugnii per fortuna non erano udibili dal suo capo, ma lei non sapeva se augurarsi il contrario. Non appena ebbe collegato l'ultimo filo, scese dal palco, continuando a sbuffare.
Purtroppo, aveva bisogno di quei soldi per pagarsi l'affitto e soprattutto aveva bisogno di quel lavoro per fare ciò che più amava: cantare.
In realtà lei amava alla follia il suo lavoro: glielo aveva procurato suo padre adottivo, e le permetteva di stare a contatto con la sua musica. La sua amatissima musica.
Certo, poi c'erano le serate come quelle. Serate in cui il lavoro era doppio, triplo, quadruplo. E tutto ciò perchè migliaia di ragazzine sarebbero accorse a strapparsi i capelli davanti al loro gruppo preferito: i Jonas Brothers. Lei non li odiava. No, davvero. Non è che li odiasse. E' che aveva una specie di rifiuto psicologico nei loro confronti.
Per lei, il fatto che loro fossero lì significava solo dover lavorare di più, più faticosamente e in più dover affrontare migliaia di deliziose personcine urlanti. Ringraziò mentalmente il fatto di non lavorare nella sicurezza, mentre raggiungeva il suo capo.
- Io ho finito, Luke.
- Va bene. Però devo chiederti un favore.
Gli occhi di Andy si strinsero a due fessure, mentre considerava in un nanosecondo tutte i possibili favori che avrebbe potuto chiederle. Sperò solo che non conteplassero niente che avesse a che fare con quel maledettissimo concerto. Perchè lei non avrebbe assistito, ovviamente. Lei sarebbe uscita con il suo ragazzo, perchè adesso toccava a Jenny il lavoro...Lei sì che ne era entusiasta. Non vedeva l'ora di incontrare i suoi miti, lei. Andrea non vedeva l'ora di uscire di lì e basta.
- Dimmi, Luke.
Lui sembrò esitare leggermente, mentre un'espressione nervosa faceva aggrottare appena la sua fronte.
- E' Jenny. Si è...si è rotta un piede, e non può dare una mano stasera. Mi rendo conto che è la tua serata libera, che hai già fatto tutto, e davvero, hai fatto un ottimo lavoro...ma abbiamo bisogno di te.
Fu come se una gigantesca nube temporalesca fosse passata improvvisamente davanti agli occhi grigio azzurri di Andrea.
- Luke...tu non puoi tenermi qui stasera.
Nella sua voce c'era quasi una nota di disperazione. Anzi, c'era decisamente una nota di disperazione.
- Sai che non ti chiederei di aiutarmi, se non fossi praticamente con le spalle al muro.
Lei fece un sospiro, mentre un accenno di crisi di nervi cominciava a farsi strada nella sua espressione. Abbassò gli occhi sui pugni stretti vicino alle gambe.
- Lo so...Lo so. E mi immagino che sarebbe inutile discutere ancora. Ci sarò. Adesso vado in camerino. Devo fare una telefonata.
Non si voltò nemmeno a guardare la reazione del pover'uomo che le stava davanti. Si limitò a voltargli le spalle, dirigendosi quasi a passo di marcia verso i camerini ed estraendo allo stesso tempo il cellulare dalla tasca dei jeans. Le sue dita volarono veloci sui tasti e dopo tre squilli rispose la voce della segreteria telefonica di Mark, il suo ragazzo. Aspettò il bip tamburellando nervosamente le dita sul piano di un banco da toeletta, poi lasciò il suo messaggio.
- Mark, sono Andy. Non so come dirtelo, ma stasera è tutto rimandato. Devo stare qui...Jenny si è rotta un piede e devo dare una mano...Mi dispiace, ti giuro, mi dispiace tantissimo. Chiamami appena senti il messaggio, spero di poterti rispondere. Un bacio.
Richiuse il telefonino con uno scatto, irritata.
Adesso Mark si sarebbe arrabbiato, sicuramente...avrebbero litigato, e lei avrebbe dovuto farsi perdonare. Infilò nuovamente il cellulare in tasca ed appoggiò entrambe le mani sul tavolino, squadrandosi per qualche istante nello specchio. I capelli scurissimi incorniciavano il suo viso corrucciato, mentre gli occhi mandavano bagliori. Non sarebbe stata una serata divertente, ne era sicura. Fece un ultimo bel respiro, e poi si preparò al degenero.
Un'occhiata prudente fuori dalla finestra le assicurò che un'orda di fans esagitate erano già fuori dall'auditorium, e spingevano la porta come se volessero buttarla giù. La macchina dei Jonas Brothers, invece, sarebbe arrivata passando dall'altra parte, e loro sarebbero entrati dal retro. Probabilmente era appena entrata dal cancello, a giudicare dal movimento che aveva cominciato ad animare lo staff. Comunque, Andy decise che avrebbe potuto benissimo evitare di vederli, almeno fino al momento del concerto in cui avrebbe dovuto controllare che gli strumenti fossero sempre a posto.
Senza pensarci troppo si allontanò lungo il corridoio, nella direzione opposta a quella in cui si stavano avviando tutti gli altri. Il suo umore era decisamente sotto le suole delle scarpe...o per meglio dire, lo stava calpestando da una decina di minuti. Loro intanto erano arrivati. Sembrava che il caos fosse uniforme in qualsiasi punto del backstage, e lei non sapeva come avrebbe fatto a evitare di uccidere qualcuno. Fece solo del suo meglio per mimetizzarsi un po' ovunque, controllando decine di volte il mixer, e alla fine si decise ad uscire e a salire sul palco per portare gli strumenti. Si concedette qualche istante per ammirare tutte quelle chitarre, almeno dodici, che lei avrebbe potuto permettersi solo facendo a meno di mangiare per diversi mesi, poi salì sul palco.
Il boato fu assurdamente elevato, tanto che avrebbe voluto mollare le due chitarre lì dov'erano solo per potersi tappare le orecchie. L'orda di ragazzine sovreccitate spingeva contro le transenne che circondavano il palco, e sembrano essere piuttosto deluse dal fatto che ad apparire non fossero stati i loro meravigliosi eroi, ma una ragazza. Lei se ne infischiò bellamente, e mentre collegava le chitarre agli amplificatori e si assicurava che tutto fosse sistemato a dovere rivolse loro un certo numero di frecciatine. Per fortuna gli strumenti erano già abbastanza accordati, perciò lei non ebbe che da verificarne il suono, e poi potè scendere di nuovo al sicuro nel backstage.
La sua stizza era evidente in ogni suo gesto; estrasse il cellulare dalla tasca, e con suo sommo disappunto notò che Mark non l'aveva ancora richiamata. Lo richiuse con uno scatto secco, e con una rinnovata irritazione che le fece affrettare il passo. Il solo, minuscolo dettaglio di guardare il pavimento invece che la direzione in cui si stava dirigendo, però, le fece urtare qualcuno, e subire un considerevole rimbalzo che la fece quasi cadere per terra.
- Ma che cazz...
- Ahi.
Suo malgrado, fu costretta ad alzare gli occhi. Davanti a lei se ne stava un ragazzino. O almeno, non esattamente un ragazzino, anche se con tutta probabilità era più giovane di lei. Sui 18 anni, forse. Capelli ricci e viso simpatico. Cioè non significava che le stesse simpatico, comunque, visto che aveva appena capito chi fosse.
- Scusami.
Si affrettò a dire, nella speranza di potersi dileguare il più velocemente possibile. Solo che il ragazzo non sembrava della stessa idea. - No, scusami tu, anche io non guardavo dove stavo andando.
Le sorrise, poi le porse la mano.
- Io sono Nick, piacere.
No, tutto quello non andava bene...Non andava bene per niente. Dove era finito il proposito di evitare qualsiasi Jonas fino alla fine del concerto? Scomparsa, svanita, e solo perchè non era stata abbastanza attenta. Senza contare che il ragazzino, lì, aveva un'aria decisamente troppo mite per evitare che lei potesse mangiarselo vivo. - Io sono Andy, scusami ancora, davvero, ma ora devo andare. Piacere di averti conosciuto.
Sperò sinceramente che non avesse riconosciuto la sfumatura acida nella sua voce, poi cercò di oltrepassarlo, ignorando la sua espressione leggermente confusa.
Quando vide chi stava raggiungendo Nick, però, fu costretta di nuovo a fermarsi, imprecando. Dal corridoio adiacente erano appena spuntati gli altri due. Lei alzò gli occhi al cielo, esasperata, poi tentò per l'ultima volta la fuga. Sfortunatamente per lei però, uno dei due fratellini non sembrava così disposto a lasciarla passare, tanto che per poco non andò a sbattere anche contro di lui.
- Ops. Salve.
- Salve.
Sputò lei tra i denti.
- Uhm, qualcuno qui ha l'umore storto.
- Uhm, qualcuno qui sta per beccarsi un calcio.
Lui sgranò gli occhi, poi un sorrisetto divertito gli stirò le labbra.
- Hey hey hey...calma, piccola. Non mordere.
Se soltanto avesse avuto un cervello, molto probabilmente quel ragazzo si sarebbe accorto che stava giocando con fuoco, e che ci aveva già praticamente infilato un piede dentro.
- Potrei fare di peggio.
L'occhiata che gli lanciò avrebbe potuto incenerire l'intero auditorium.
Il sorriso del ragazzo, comunque, non sembrò accennare a svanire.
- Dai, scherzavo. Io sono Joe.
Disse, come se questo bastasse a comprarsi tutta la sua benevolenza.
- Lo so, purtroppo. Adesso posso passare, per favore?
Non attese la risposta, scansò solo il braccio di lui che la ostacolava e passò oltre. Il terzo fratello, il più grande, si spostò senza opporsi.
- Grazie, Kevin.
Esordì lei, quasi senza accorgersene. Beh, era il minimo ringraziare comunque, almeno lui non aveva aperto bocca.
Mentre si allontanava per il corridoio, infuriata e quasi sull'orlo delle lacrime dopo l'ennesima occhiata al cellulare (Mark non si era ancora fatto sentire), le arrivarono attutiti i loro commenti.
- Hey, ma chi era quella?
Era stato Joe a parlare.
- Una ragazza...non so, ci siamo scontrati per sbaglio.
- Ma ti ci scontri solo tu con le ragazze carine? E com'è che si chiama?
- Andy, ha detto. Ma io non ci proverei, se fossi in te. Non le sembravi molto simpatico.
- Perchè, vorresti provarci tu? E comunque è ovvio che ho fatto colpo, le ragazze sono fatte così.
- Certo che no. E comunque, come sarebbero fatte le ragazze? In modo che se ti mandano a quel paese significa che sono pazze di te?
- Ovviamente.
- Ragazzi, scusate, non vorrei interrompere la vostra brillante discussione, ma noi avremmo un concerto, ricordate?
"Grazie di nuovo, Kevin". Fu tutto quello che pensò mentre andava a rifugiarsi dietro le quinte, al mixer, indossava le cuffie e si sedeva accanto a Luke.
- Tutto bene, Andy?
- Oh, certo, tutto bene. Tutto dannatamente bene.
Solo che ho piantato in asso il mio ragazzo, che adesso non mi chiama, uno dei Jonas, che non sopporto, ha fatto lo sbruffone con me e sembra intenzionato a provarci, e sto per avere una crisi di nervi, ma va tutto dannatamente bene.
Questo non lo disse, ma dovette trapelare dal suo sguardo parola per parola.
Luke, da omone grande e grosso quale era, pensò bene di distogliere lo sguardo, concentrandosi solo sul suo lavoro.
- Signore e Signori, ecco a voi i Jonas Brothers!

Stanchezza, delusione, tristezza, rabbia, indignazione, e una punta di interesse che si nascondeva sotto migliaia di altre emozioni. E Andy non immaginava nemmeno che quella serata avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Ma succede sempre così, no? Prendi un momento della tua vita, un evento, sconvolgi una situazione. E stavolta toccava ad Andrea Adams.











Angolino Dell'Autrice.

Hello to everybody again! xD Sono qui per presentarvi la seconda long fic che pubblico qua, annuncio dall'inizio che è un esperimento, che il personaggio di Andrea Adams è nato quasi per caso, e che per adesso io per prima amo questa storia. Spero vivamente che la seguirete con piacere, e che mi farete sapere cosa ne pensate lasciandomi qualche recensione! Detto questo, per adesso vi saluto (: Baci.

Eleonora.
  
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