Per una volta ho voluto provare a fare una cosa comica... non so se ci sia riuscita abbastanza.
In ogni caso questo è dedicato ad Hikaru e Selaven, con cui ho commentato incessantemente quanto scrivevo in tempo reale, a Laly che mi ha convinto a postarlo anche su EFP, a Reika senza la quale non avrei avuto quest'idea in primo luogo, a Rinoa e Delia (perchè non sia mai che Jiraya tralasci Oro-Kami e Tsunade!) ed a tutto il My only desire SasuSaku/SakuSasu Italian Official Forum ^.^
Istituto Superiore Konoha
Gakuen
20
ottobre 2009,
un mese e tre giorni al Festival della Cultura
Il
professor Hatake Kakashi, responsabile degli
allievi della seconda e terza otto (gli studenti di terzo anno che
avevano dato
la propria disponibilità a collaborare al festival
nonostante la preparazione
per gli esami erano talmente pochi che unirli a quelli di seconda
sarebbe stato
l’unico modo di farli partecipare attivamente) per
l’imminente Festival della
Cultura, lanciò un’occhiata ostentatamente
soddisfatta al palco che i due
prodigi delle sue classi, Uchiha Sasuke e Hyuuga Neji, stavano appena
finendo
di allestire in mezzo alla palestra.
Quando
gli era stato comunicato dal consiglio di
classe che anche quest’anno sarebbe toccato a lui
sovrintendere ai lavori per
il Festival (dopo la disastrosa esperienza di Maid Café
dell’anno precedente)
aveva quasi creduto di essere sull’orlo di un esaurimento
nervoso… Per sua
immensa fortuna, invece, il suo vecchio amico Asuma, che aveva dovuto
fare da
sovrintendente quattro anni prima, aveva saputo suggerirgli una trovata
a dir
poco geniale: quest’anno se la sarebbe decisamente spassata,
e senza nemmeno
dover faticare troppo!
…ammesso
che il suo piano andasse in porto.
Fu
quindi con l’espressione più serena del suo
repertorio che si avvicinò ai due capiclasse ancora armati
di chiodi e
martelli, sperando si facessero ingannare senza troppi problemi dal suo
fare
insospettabile.
“Buon—“
“MAESTRO
KAKASHI!” “Sei di nuovo
in ritardo!” lo accolse malauguratamente un coro infuriato
a due voci prima ancora che potesse annunciare la sua presenza, e
l’uomo sentì
distintamente i preziosi minuti di preparazione psicologica impiegati
per
decidere la strategia da adottare crollare miseramente a terra. Ecco
cosa si
ricavava a ritrovarsi nella prima classe di liceo in cui si finiva ad
insegnare
dei ragazzini cui si fosse già insegnato alle elementari: perdita totale dell’autorità.
E
meno male soltanto, si disse Kakashi mentre
sorrideva imperterrito di rimando alle occhiate piene di biasimo di
Naruto e
Sakura, che Sasuke (l’unico, assieme a loro due, che
l’avesse già avuto come
insegnante) era così
riservato, o
avrebbe perso del tutto la faccia fin dall’inizio
dell’anno.
*
Sai,
le braccia abbandonate in grembo senza una posa
specifica, si limitò a continuare ad osservare la scena
dall’esterno con il suo
solito sguardo imparziale mentre il professor Hatake si sforzava
d’ignorare la
decima obiezione di Naruto Uzumaki da quando aveva iniziato ad esporre
la sua
proposta per il Festival. Personalmente, il ragazzo non riusciva
proprio a
capire cosa avesse da ridire il biondo: quale orribile catastrofe
sarebbe mai
potuta venir fuori dall’interpretare un classico?
“Maestro,
non
puoi farci fare Romeo e Giulietta! È difficile,
è troppo famosa, è..! E poi
chi potrebbe mai fare Romeo?!” aveva preso a strepitare
adesso, solo per
ricevere in cambio l’ennesima occhiata esasperata da Kakashi
mentre tutte le
ragazze presenti in palestra si voltavano, chi palesemente, chi in modo
leggermente più discreto,
invariabilmente
in direzione di Uchiha Sasuke,
che si limitò a prendere atto della cosa con uno dei suoi
ben poco eloquenti
‘hn’.
Ovviamente
Naruto non voleva proprio capire
l’antifona, dato che Sai avrebbe potuto dire con certezza,
nonostante stesse
pensando a cosa dipingere sui fondali piuttosto che ascoltare le
lamentele di
quel buffone senza palle, di aver sentito quella stessa protesta almeno
tre
volte, seppure formulata con parole diverse. Ma insomma, cosa
c’era che non andava in Romeo e Giulietta?
“E
poi io voglio una cosa divertente, non una
tragedia! Anche gli altri la pensano così, no? Kiba, Lee,
Sasuke-teme! Non mi
direte mica che volete recitare in quel piagnisteo, eh? …Sasuke..!”
aveva preso ad incitare gli altri, adesso, sperando
evidentemente in un supporto che si rifiutò di arrivare:
Rock Lee era
visibilmente troppo impegnato a guardare con aria sognante la Haruno
per dargli
retta e Inuzuka si limitò a grattarsi l’orecchio
destro con aria molto incerta,
mentre Uchiha continuò imperterrito ad ostentare la sua
perenne aria
corrucciata senza degnare l’amico nemmeno di un grugnito di
risposta.
Logicamente la cosa non parve andare a genio a Naruto, che prese a
borbottare
sconfitto qualcosa che sarebbe potuto passare per un
“Figurarsi… primadonna del
cazzo…” mentre tornava a sedersi con aria offesa e
il professore riprendeva la
parola con aria soddisfatta oltre il lecito.
“Se
mi avessi fatto finire,” prese a dire alzandosi
ancora una volta in piedi così da troneggiare sugli studenti
seduti in circolo
intorno a lui, evidentemente estasiato dalla prospettiva di una
vittoria così
facile, “avrei anche detto che vorrei ne metteste su una
versione… un po’
originale.” Concluse quindi, riservando quello che sotto la
mascherina
anti-influenzale che portava perennemente incollata sul viso doveva
essere un
ghigno particolarmente divertito a Naruto.
Fu
a quel punto che l’interesse di Sai venne
risvegliato bruscamente, mentre Uzumaki schizzava ancora una volta in
piedi
(stavolta insieme a Sakura, causando così anche il risveglio
del sopra citato
Rock Lee) urlando frasi insensate come “Non ancora
i tuoi librastri!” o “Se è modificato da
te
giuro—”, seguito da un brusio di fondo
derivante dal resto della scolaresca
lì riunita. Tanto per non cambiare, gli unici che ancora
sembravano non aver
nulla da ridire erano lo stesso Sai, Neji Hyuuga e Sasuke Uchiha.
*
“Ragazzi!”
tornò a cercare di imporre la sua voce
Kakashi dopo un paio di minuti di assoluta anarchia, internamente
soddisfatto
del suo palese successo. Perché, a questo punto, era ovvio
il modo in cui
sarebbe andata a finire.
“Non
ho la minima intenzione di mettermi a modificare
il testo di Romeo e Giulietta, per l’amor del
cielo..!” esclamò sforzandosi di
tenere a bada la risata che temeva potesse trasparire dalla sua voce,
suscitando un sollievo presso che istantaneo in Sakura che, seduta
proprio
davanti a lui, negli ultimi minuti non aveva smesso per un solo secondo
di
lanciargli occhiatacce e velate minacce sillabando “Icha
Icha” con
un’espressione alquanto arcigna… Diavolo, ma
davvero pensavano che avrebbe
potuto organizzare una versione pornografica di Romeo e Giulietta? A scuola?! …ma per chi
l’avevano preso i
suoi alunni?
Non
appena il silenzio tornò a regnare sovrano,
accompagnato dagli sguardi ora curiosi della maggior parte dei suoi
allievi
(solo Naruto e Sakura continuavano a guardarlo decisamente sospettosi,
mentre Sasuke
sembrava star valutando attentamente le sue parole nel tentativo di
prevedere
la sua prossima mossa, ma Kakashi sapeva
di potersela cavare senza problemi nonostante queste piccolezze),
l’uomo si
decise a schiarirsi la gola ed apprestarsi a spiegarsi sul serio.
“L’idea
consiste in questo: tutti conoscono la
storia di Romeo e Giulietta, tutti l’hanno vista
rappresentata almeno una
volta, e come diceva Naruto un attimo fa, nessuno di voi sarebbe in
grado di
interpretarla come davvero merita… giusto?” chiese
lasciando pendere una pausa
retorica dopo la sua ultima affermazione, nonostante Sasuke, Neji e Ino
lo
stessero ora guardando come se avessero voluto incenerirlo. Adolescenti presuntuosi…
“Perciò,”
riprese dopo un attimo, certo di avere almeno
l’attenzione degli altri ragazzi,
“perché non movimentare le cose rendendolo uno
spettacolo a lieto fine?
Ovviamente dato che il festival è per gli studenti sarete voi a farlo: potete modificare la trama
come volete, l’importante è
che i personaggi siano coerenti col loro carattere così come
Mastro Shakespeare
li ha fatti.” Concluse tranquillamente Kakashi fermandosi
qualche secondo a
scrutare negli occhi tutti i suoi studenti uno per uno, dandogli giusto
il
tempo di realizzare fino in fondo cosa avesse appena detto e di
iniziare a
pensare a cosa controbattere prima di aggiungere “Oh, e
ovviamente ventilerò
l’ipotesi di portare a 10 il voto finale in letteratura
inglese di chiunque
riesca a rendere davvero realistico il suo personaggio. Buon lavoro e mi raccomando, usate la fantasia,
ragazzi!” prima di girarsi ed uscire dalla palestra lasciando
dietro di sé ben
venti ragazzi a bocca aperta.
Successo
totale.
*
Istituto
Superiore Konoha Gakuen,
23
ottobre 2009,
un mese al Festival della Cultura
“Spiegatemi
di
nuovo perché diavolo mi sono fatto fregare
così!” borbottò per
l’ennesima
volta fra i denti Naruto, fermandosi a metà scena soltanto
per guardare in
cagnesco Sasuke e Neji che, impeccabili nei loro costumi e con le
battute già
imparate a fior di labbra nonostante fossero solo alla prima prova,
aspettavano
lui per finire la prima scena del terzo atto. Ovvero la scena della
morte di
Mercuzio, che Naruto interpretava. Per quanto il biondo gli risultasse
del
tutto incomprensibile il 99% del tempo, Sai fu costretto ad ammettere
che
stavolta poteva quasi avere anche
lui
le sue ragioni.
“Te
l’ho già detto mille volte, testa quadra,
l’unica speranza che hai di fare un lavoro quasi decente
è interpretare un
personaggio che ti somigli.” sibilò con aria
feroce Sasuke, agitando la spada
finta che teneva fra le mani in un modo che avrebbe terrorizzato
praticamente
chiunque… con la dovuta eccezione di Naruto, evidentemente.
“Ma Mercuzio muore!
E poi è un idiota…” tornò a
protestare infatti quello, solo per ottenere un secco
“Appunto” di risposta da
parte di Sasuke ed un’occhiata rivolta al cielo di Neji
Hyuuga, che pareva
ormai rassegnato a dover subire quella
tiritera ogni santa volta che iniziassero la scena… magari,
pensò Sai, a un
certo punto avrebbero deciso di abolirla pur di sbloccare la
situazione.
Sicuramente avrebbe rallegrato il finale se Mercuzio fosse
sopravvissuto, no?
“E
allora perché TU devi fare Romeo? Sdolcinato,
romantico e delicato… sei totalmente
fuori personaggio, teme!” riprese ancora il biondo,
scegliendo volontariamente
di non rendersi conto della spada di legno che continuava ad
avvicinarsi
pericolosamente a lui ad ogni rotazione che l’altro le
facesse fare nel
tentativo di sfogare la sua frustrazione.
“Perché
si dice ‘recitare’ per un motivo ben
preciso, Dobe. Viceversa, se
dovessi
comportarmi da me si chiamerebbe
‘Reality
Show’.” Sillabò il moro ancora
più scocciato, seccando sul nascere l’ulteriore
protesta di Naruto (“Ma se mi hai appena
detto—“) concludendo tronfio “Per TE
non vale lo stesso, visto che non sei in grado di recitare.”
Per
qualche secondo Sai, il fondale che stava
dipingendo del tutto dimenticato davanti a quel divertente siparietto
(doveva
ricordarsi di proporre a Hyuuga di lasciarlo nella scena reale,
decisamente…
meno tragico di così..!), pensò che Naruto si
fosse del tutto arreso ed avesse
finalmente deciso di rassegnarsi alla morte del suo personaggio in
silenzio, ma
il biondo iniziò a borbottare di nuovo “Certo,
Sasuke, come no…
Dì che non vedevi
l’ora di avere una scusa per fare lo svenevole senza
rimetterci la
reputazione…”
“Trovami
una sola persona qui dentro in grado di
fare un ruolo da protagonista meglio di me.” Fu la pronta
risposta, condita da
una buona dose di occhiate di fuoco rivolte al ragazzo da Neji Hyuuga.
In
effetti, l’unico motivo per cui quest’ultimo non
avesse ottenuto la parte di
Romeo era il fatto che fosse uno dei pochi
‘intrusi’ di terzo anno, e dunque il
professor Hatake avesse preferito Sasuke, che era stato
l’unico in grado di
tenergli testa durante le audizioni… Sai immaginava dovesse
bruciargli
parecchio.
“Oh,
certo!, dimenticavo che fare lo splendido tizio
amato da tutto il cast femminile fosse un sacrificio così
grande… Grazie per
aver scelto di immolarti per noi, o—” aveva ripreso
a blaterare il biondo, la
spada di legno di Sasuke sempre più vicina ai suoi capelli
arruffati, e Sai
scelse deliberatamente di lasciar perdere quei tre per tornare a
concentrarsi
sul balcone di Giulietta. Tanto quella
discussione sapeva per esperienza che sarebbe durata almeno
un’altra mezzora, e
ad Hinata ed Ino il balcone sarebbe servito il prima possibile per
provare.
“—e
così riusciremmo ad evitare la tragedia, non
capite?” stava dicendo nel frattempo
la suddetta bionda, poco lontano da lui. Ecco, anche quella
era una discussione che avrebbe preso una buona mezzora,
riconobbe Sai sbuffando fra sé: da quando Ino Yamanaka,
universalmente
riconosciuta come groupie hard core di Sasuke a dir poco da anni, era
riuscita
ad ottenere la parte della Nutrice di Giulietta non faceva che cercare
di
convincere le altre (tutte o quasi sue acerrime rivali in amore) di
quanto
fosse giusto che Romeo ripiegasse sulla Nutrice anziché su
Giulietta. “La
Nutrice ha fatto tanto per loro..!”, “Guardate, in
una scena anche Mercuzio lo
dice che c’è qualcosa sotto!” e
“Sentite, almeno non morirebbe nessuno…”
erano
solo alcune delle assurde motivazioni che aveva addotto negli ultimi
due giorni
per giustificare quella sua ancor più assurda proposta, e
sembrava averne
ancora a iosa da tirar fuori. Sempre che le altre ragazze, Giulietta a
parte,
non l’uccidessero prima…
Ecco,
quella
a parer suo era la cosa migliore di tutto lo spettacolo: la parte di
Giulietta,
come quella di Sasuke, era toccata alla rappresentante del suo sesso
che risultasse
più capace, senza tener conto di
nient’altro… Nel caso di Giulietta, quindi,
era toccato ad Hinata Hyuuga: l’unica ragazza di tutta la
classe (di tutta la
scuola, probabilmente!) che non avesse mai rivolto a Sasuke Uchiha uno
sguardo
più del necessario. Con delle premesse del genere, lo
spettacolo non poteva che
prospettarsi interessante, quanto meno… Sai insisteva col
pensare che se
avessero messo in scena “Le prove per Romeo e
Giulietta” anziché “Romeo e
Giulietta” non avrebbero potuto fare altro che guadagnarci.
*
Istituto
Superiore Konoha Gakuen,
30
ottobre 2009,
tre settimane e due giorni al Festival della Cultura
“Se
la mia mano indegna profana questo santo altare,
dolce peccato!,” iniziò a recitare Sasuke per la
decima volta nel corso della
mattinata, sfiorando in punta di dita la mano candida di Hinata dal suo
posto
nascosto dietro una finta colonna. Inutile specificare che il resto
delle
ragazze in scena, comprese Nutrice e Madre di Giulietta, non stessero
facendo
altro che lanciare occhiate letali come punte avvelenate verso la
ragazza… Sai
trovava più che logico che non si riuscisse a mandare la
scena più avanti di
così. “le mie labbra, due timidi pellegrini, sono
pronte a blandire con un
tenero bacio—”
“Buon
pellegrino, voi troppo offendete la vostra
mano che non fa che adempiere un atto di onesta devozione; i santi
hanno mani
che le mani dei pellegrini possono toccare, e l’appoggiare
palma a palma è il
bacio dei santi pellegrini.” Lo interruppe Hinata recitando
la battuta tutta
d’un fiato e guardandosi palesemente intorno, ovviamente
intimidita dagli schieramenti di forze che andavano
radunandosi intorno a loro sul palco. Seriamente, Sai era arrivato a
provare
una pena infinita per quella ragazza… e dire che nemmeno
aveva mai dimostrato
di essere interessata a Sasuke..! …a meno che non fosse
stata semplicemente troppo
timida per dimostrarlo, certo.
Sasuke,
nel frattempo, infischiandosene altamente
delle occhiate di fuoco che avevano ormai creato una sorta di barriera
intorno
a loro due, continuò con nonchalance a recitare le sue
battute ostentando
un’espressione seducente e continuando a disegnare cerchi con
le dita sulla
mano di Hinata, che tremava visibilmente quasi non vedesse
l’ora di staccarsi da
lui. “I santi non hanno labbra ed i pellegrini
anche..?” mormorò poi questi in
tono seducente avvicinandosi ancor più al viso della
ragazza, incrementando
almeno del doppio il numero di occhiate che le altre stavano rivolgendo
loro.
Certo che capiva la professionalità davanti a tutto, ma
anche Sasuke era
proprio uno—
“S-Si,
ma queste le adoprano solo per propiziarci
Iddio.” Balbettò la ragazza in risposta,
scansandosi di colpo mentre il moro
faceva per avvicinarsi ancora di più. Ormai tutta la sala
respirava
all’unisono, tutta concentrata su ciò stava
accadendo fra quei due, comprese le
costumiste ed i tecnici degli impianti audio e delle luci.
“Oh…
allora,
cara santa,” continuò imperterrito il moro,
riuscendo al terzo tentativo ad
intrappolare il mento di Hinata fra due dita per tenerla ferma mentre
continuava ad avvicinarsi ancora, “consentite che le labbra
facciano quello che
fanno le mani;” e ancora,
“esse
pregano, esauditele,” e
ancora!, “se non—”
“A-aspetta!”
urlò inaspettatamente Hinata, invece,
facendo bloccare l’altro a pochi millimetri dalle sue labbra,
un’espressione
comicamente confusa dipinta in viso. Il resto della sala, neanche a
dirlo,
lasciò andare un sospiro di sollievo unanime. Decisamente,
però, decise Sai, quella
ragazza aveva davvero troppa paura delle altre, ma cosa pensava che le
avrebbero—? “E’-è
me-meglio… è molto
meglio di no.” Concluse una volta che fu riuscita a smettere
di balbettare,
lasciando attonito il sedicente Romeo a guardarla come se fosse
impazzita
mentre lei si staccava del tutto dalla parete e da lui, voltandosi
verso gli
altri che la guardavano a tratti sollevati, a tratti
confusi… a parte Naruto
che le stava rivolgendo uno sguardo a dir poco estatico.
“Scusa?”
si ritrovò a sibilare irato Sasuke, troppo sconvolto dal
rifiuto appena subito
anche solo per voltarsi a guardare l’amico che adesso
sghignazzava in tutta
libertà alle sue spalle. Non era che fosse sconvolto da chi
l’aveva rifiutato,
ragionò Sai, dato che così come Hinata non aveva
mai mostrato il minimo
interesse per lui, nemmeno Sasuke era mai parso degnarla di
più di un occhiata…
probabilmente ciò che non gli tornava era proprio il fatto
di essere rifiutato
in sé. Lui, un Uchiha, Sasuke Uchiha..! Per di
più durante
le prove di una recita che non aveva scelto lui di fare e da una
ragazza a cui
non si sarebbe probabilmente mai avvicinato se non per motivi
scolastici..!
Decisamente, suppose Sai facendo inconsciamente un passo indietro verso
il
fondo della palestra, oggi non sarebbe stato bello incrociare da solo quell’Uchiha, proprio no.
Hinata,
però, dalla sua posizione sul palco e nello
spettacolo sarebbe stata a dir poco costretta ad affrontarlo. Sai si
sentì,
ancora una volta, decisamente in pena per lei: non avrebbe augurato
nemmeno al
suo peggior nemico di trovarsi davanti Sasuke quando aveva la luna
girata ed
un’espressione del genere… eppure,
sorprendentemente, ora che era riuscita ad
allontanarsi da lui, Hinata sembrava mille volte più
coraggiosa. Possibile che non le
piacesse al punto
da trovarsi davvero a disagio ad
averlo così vicino..?! Per Sasuke si preannunciava un colpo
ancora più duro,
allora.
“Pensateci
un secondo!” esordì voltandosi verso il
vasto pubblico ancora per lo più silenzioso, nonostante le
risatine persistenti
di Naruto ed i primi “Pazza!”, “Ma che le
prende?!” delle ragazze che iniziavano
a rendersi conto di cosa
esattamente
Hinata avesse appena fatto. “Romeo e Giulietta è e
deve restare un inno
all’amore, certo, ma noi tutti sappiamo come va a
finire… e il professor Hatake
ci ha chiesto di dar loro un lieto fine, giusto?”
esclamò passando
freneticamente con lo sguardo da un viso all’altro, quasi
potesse accertarsi
solo vedendo le loro espressioni che tutti stessero seguendola. Se non
altro,
fu costretto ad ammettere Sai, anche i pochi mormorii nascenti erano
stati
subito zittiti da questo suo fare deciso.
Sasuke,
evidentemente ripresosi dallo shock, aveva
adesso preso a spostare velocemente lo sguardo da lei alle altre
attrici del
cast, quasi avesse già capito dove la ragazza volesse andare
a parare e stesse
progettandosi un’adeguata contro mossa. Lui
e le sue macchinazioni..!…d’altronde, c’era
un motivo se Sasuke Uchiha era sempre stato il primo della classe in
qualunque
materia.
“Non
è giusto che Giulietta si pieghi ad un
matrimonio combinato dalla sua famiglia, ovviamente, ma non
è detto che se non
ci fosse stato Romeo… insomma…” aveva
tentennato un po’ Hinata, tornando a
rivolgere lo sguardo su Sasuke soltanto pochi secondi, quasi volesse
accertarsi
di qualcosa prima di proseguire col suo discorso, “e poi
Romeo è volubilissimo,
ricordatevi che all’inizio era innamorato
di—”
“EHI!”
l’urlo che si alzò dalla sala, sebbene
sollevato da una sola persona, fu più che sufficiente a
mettere a tacere
qualunque altro rumore, compresa la voce di Hinata che aveva parlato
finora con
tanto di microfono attaccato al colletto dell’abito; e la
folla, acquistando
via via un’ unanime smorfia impaurita, si affrettò
a dividersi lasciando al
centro della palestra un corridoio libero da cui a passo marziale e
avvolta in
un eccentrico abito dimesso che stava facendo ritoccare proprio in quel
momento
dalle costumiste comparve Ino Yamanaka, uno sguardo omicida piantato
contro gli
occhi di Hinata. “Sono d’accordo sullo scoppiare
Romeo e Giulietta, Hyuuga, ma
non sta a te decidere a chi
affibbiare Romeo!” protestò a viva voce scuotendo
la lunga chioma dorata in
direzione di Sasuke, che pareva adesso ancora più assorto
mentre si lasciava
cadere su una delle sedie che avrebbero dovuto far parte della
scenografia,
mandando lo sguardo cupo da Hinata ad Ino ad un punto imprecisato della
palestra, quasi stesse aspettando qualcosa.
Hinata,
dopo essersi voltata inutilmente verso di
lui quasi a cercare sostegno morale (“Idea tua, te la sbrighi
da sola”,
sembrarono invece risponderle gli occhi scurissimi ed assottigliati del
ragazzo), lasciò andare un sospiro frustrato prima di
tornare a parlare. “Non
ne avevo minimamente intenzione, Yamanaka, stavo solo portando un
esempio per—”
“Bene,
allora siamo d’accordo.” La interruppe la
ragazza senza dare il minimo cenno di essersene accorta, per poi
girarsi del
tutto verso Sasuke che ancora sembrava stesse riflettendo sul qualcosa che ancora mancava
all’appello.
“Questo significa che Romeo e la Nutrice—”
Qualcosa
che non riuscì a restare nascosto più a lungo di
così. “Ferma lì, Ino-pig!” si
sentì infatti esclamare dal cuore della folla, che si divise
un’altra volta per far
passare,
stavolta, Sakura Haruno, i corti capelli rosa stretti in un semplice
chignon
che le lasciava scoperto più del solito il viso pallido e
gli occhi verdissimi
ora atteggiati ad una smorfia piccata mentre avanzava verso la bionda.
Sai
avrebbe potuto giurare di veder brillare per qualche istante lo
specchio
nero-pece degli occhi di Sasuke a quella comparsa… ma
avrebbe potuto benissimo
essere una sua impressione, si affrettò a precisare fra
sé.
Hinata,
dall’altro lato del palco, si lasciò
sfuggire un lieve sorriso imbarazzato all’indirizzo del
protagonista di tutta
quell’enorme farsa, che nel frattempo era tornato a scrutare
la palestra con
fare annoiato e la sua solita aria calcolatrice. Con la coda
dell’occhio, poi, Sai
si rese conto che anche la rossa interprete della Signora Montecchi,
Karin,
arrivata fin sotto il palco ormai affollatissimo, osservava la scena
con
malsano interesse.
“E
tu che
vorresti, Fronte Spaziosa? Il tuo
personaggio ha preso i voti!” esclamò Ino con aria
irritata, riservando alla
sua migliore amica/rivale di sempre un’occhiata inteneritrice
che l’altra
ignorò accuratamente.
“Oh,
per
favore! Rosalina i voti non li ha ancora presi nella
tragedia, e se proprio
vuoi metterla su quel piano… bhé, il tuo
personaggio è una vecchia sdentata, ti ricordo.”
Ribattè infatti quella senza
perdere un solo istante, con una decisa espressione di sfida che
invitava
chiaramente la bionda a sostenere il contrario.
“‘L’amore non
ha età’, e noi qui dobbiamo parlare
d’amore. Meglio di così..!”
replicò
quindi Ino, tornando a scuotere i lunghissimi capelli biondi con fare
ammaliatore. “E poi, sarò anche una vecchia
sdentata, ma resto molto più sexy
di una suora piatta come una tavola… non credi anche tu,
Sasuke-kun?” aggiunse
infine in tono eccessivamente mieloso, lanciando uno sguardo implorante
al moro
che si limitò ad accigliarsi lievemente come gli scocciasse
il venir messo in
mezzo a quella particolare
discussione.
“Sicuramente
mai quanto me, Yamanaka.” Replicò
tranquillamente dall’ombra del palco la voce che tutti
riconobbero come quella
di Karin mentre quest’ultima s’apprestava a
raggiungere sul palco le sue due
rivali. Hozuki Suigetsu, che avrebbe dovuto interpretare il padre di
Sasuke e
marito della rossa, si schiaffò una mano sulla fronte con
uno schiocco tanto
forte da far provare dolore addirittura a Sai, dall’altra
parte della palestra.
“Tu?! Ma
se tu fai sua madre!”
esclamò a quel
punto Sakura, parandosi involontariamente a difesa del sex appeal della
bionda.
D’altronde erano pur sempre migliori amiche: nessuno
poteva insultare Ino tranne lei..! Almeno, questo era ciò
che Sai le aveva sentito ripetere almeno un milione di volte durante
l’anno
scolastico.
“Meglio
ancora, no?” rispose senza battere ciglio la
rossa, guadagnandosi le occhiate stupite di Sakura, Ino ed Hinata
(addirittura
Sasuke sbatté un paio di volte le palpebre quasi non fosse
sicuro di aver
sentito bene) cui si spiegò con l’aria di aver
detto la cosa più naturale del
mondo. “Differenza d’età spropositata,
angst, adulterio e in più
anche un bell’incesto… guardate che al momento
vanno di
moda!” si affrettò ad aggiungere davanti alle
smorfie poco convinte degli
altri.
Fu
approfittando del momento di silenzio perplesso a
quelle parole che Sasuke si alzò dalla sedia col fare regale
di un imperatore
appena sceso dal suo trono e si portò al centro esatto del
palco conquistando
nel giro di un solo secondo l’attenzione generale, nemmeno
avesse un faro
puntato addosso. Effettivamente non si poteva dire che nessuno fra di
loro
potesse fare l’attore protagonista quanto Sasuke Uchiha,
decise Sai ripensando
alla discussione che lui e Naruto avevano avuto a questo proposito la
settimana
prima. Decisamente.
“Sasuke!
Tu sei d’accordo con me, vero?” prese a
chiocciare a quel punto Karin, appoggiandosi con aria sognante al
braccio del
moro, che le rivolse uno sguardo a metà strada fra
l’irritato e lo sconcertato
prima di ribattere con un indifferentissimo “Non starmi
così appiccicata… madre.”
Che lasciò la rossa a bocca
aperta e Suigetsu, fra la folla, a ridere a squarciagola
soddisfattissimo.
Hinata
quindi, approfittando del momento di
confusione causato dallo scambio di battute, tornò
finalmente a prendere la
parola. “Io credo che dovremmo decidere tutti insieme come
far evolvere la
storia… l’importante è che finisca bene
e che ci siano degli innamorati, ma sta
a noi decidere tutto il resto, e
dobbiamo farlo insieme. Quindi, Sasuke-san… hai
un’idea a riguardo?”
L’attenzione
della sala, ancora una volta, fu
attratta tutta da quella calamita per il pubblico che era Uchiha
Sasuke, che
dopo aver rivolto uno sguardo a dir poco incandescente ad Hinata (un
rifiuto
pubblico evidentemente bruciava a prescindere dal contesto) si
portò sul bordo
del palco e scrutati uno per uno i volti dei suoi compagni di classe
iniziò a
parlare. “…si, ce l’ho
un’idea, quella che considero l’unica alternativa
accettabile.
E se Romeo in realtà fosse semplicemente un giovane lupo
solitario la cui unica
ossessione e consolazione è…”, e qui
fece calare una lunga pausa che impiegò
per tornare a far scorrere lo sguardo sulle ragazze sul palco, tutte
(tranne
Hinata) che pendevano ormai dalle sue labbra, “…la
Vendetta?”
Per
la seconda volta in vita sua, vedendo una
ciotola di Ramen istantaneo partire dalla folla e centrare il moro
esattamente
in faccia accompagnata dalle proteste di tutti gli occupanti della
palestra,
Sai si ritrovò perfettamente d’accordo con Uzumaki
Naruto.
*
Istituto
Superiore Konoha Gakuen
9
Novembre 2009,
due settimane al Festival della Cultura
“Sakura-chan…
secondo te cos’ha Sasuke che non va?”
sussurrò Naruto, seduto fra Sai e Sakura, mentre guardavano
Sasuke e Shino
Aburame (che interpretava lo speziale) provare per la prima volta la
prima
scena del quinto atto. La ragazza parve prendere in considerazione la
domanda
per qualche secondo appena, prima di rispondere dubbiosamente un
“…nulla?” che
si guadagnò dal biondo un infuriato “Ma insomma, guardalo!” cui rispose con un
deciso “Nulla.” di conferma dopo aver
scandagliato a fondo la figura indisponente dell’Uchiha che,
sul palco, si
apprestava a comprare del veleno con cui vendicarsi del Principe di
Verona
(…si, alla fine aveva vinto lui. Romeo era diventato un Vendicatore.).
Il
biondo sbuffò stizzito, incrociando le
braccia e
rivolgendo all’amica uno
sguardo a dir poco incandescente prima di tornare
all’attacco. “Dico sul serio!
Romeo il Vendicatore? Quello deve
avere qualcosa che non va in testa, te lo dico io! Questa sua
ossessione non è
sana…”
“Bhè,
tu sei morto.” Ribattè Sakura senza fare una
piega, sempre concentrata sui movimenti del moro in scena.
“Pensavo saresti
stato contento: Sasuke getta la sua maschera da freddo insensibilone
indifferente agli amici e vendica la tua morte…”
concluse poi, guadagnandosi
stavolta un’occhiata a dir poco esasperata.
“…Sakura,
Sasuke è quello che voleva far vendicare
Romeo per esser stato rifiutato da Rosalina prima ancora del primo atto,
prima di accorgersi che avrebbe avuto un buon pretesto per farlo
dopo.” replicò
quindi stizzito, mettendo su una smorfia indispettita che si sarebbe
potuta
attribuire soltanto ad un bambino geloso. “E poi continuo a
non capire perché
devo morire io.”
“Perché
fai Mercuzio e perché anche tu hai la
tendenza a metterti in mezzo quando non dovresti, ecco
perché.” Fu la pronta
risposta, pronunciata ancora una volta senza il minimo battito di
ciglia mentre
gli occhi verdi di Sakura restavano incollati alla figura di Sasuke che
aveva
appena sollevato la fialetta offertagli da Aburame con aria pensosa.
“E poi
vedi di prenderla con filosofia… tu muori per proteggere il
tuo migliore amico,
io scompaio dalla scena dopo aver respinto il mio unico vero amore
eppure non
mi vedi lamentarmi quanto te.” Aggiunse poi stringendo labbra
e pugni
visibilmente amareggiata, tanto da guadagnarsi uno sguardo comprensivo
e
dispiaciuto addirittura da quel tonto insensibile di Uzumaki.
Sasuke,
da parte sua, sembrò quasi averla sentita:
si voltò infatti a guardare in direzione dei suoi due
migliori amici di sempre
con dipinta sul viso un’espressione che Sai reputava del
tutto indecifrabile e
che sarebbe stata molto più appropriata sul vero
Romeo del primo atto.
…d’altronde,
che Sasuke Uchiha era un protagonista
nato nessuno avrebbe potuto mai negarlo.
E
Sai suppose di non essere l’unico ad averlo
pensato, dato che Sakura, a un posto di distanza da lui, gli era
sembrata
arrossire vistosamente mentre continuava a guardare impietrita il
ragazzo che a
sua volta continuava a fissare il vuoto dietro di lei con
aria… nostalgica, si.
‘Nostalgica’ poteva
essere la parola adatta.
Fu
solo quando il moro tornò a rivolgere
l’attenzione a ciò che stava accadendo sulla scena
(avrebbe dovuto spiegare con
poche battute da loro appositamente scritte il suo proposito di
vendicarsi del
Principe di Verona per averlo bandito dalla città
togliendogli il diritto di
vendicare la morte del suo amico Mercuzio) che Sakura si
azzardò ad abbassare
lo sguardo sulle mani che adesso si torceva in grembo ed a tornare a
respirare
normalmente, provocando una sfilza di domande insistenti del biondo
accanto a
lei che rimasero miseramente senza risposta.
*
Istituto
Superiore Konoha Gakuen.
18
Novembre
2009, cinque giorni al Festival della Cultura
“Per
l’ennesima volta, Ino: la nutrice non esce in
giardino, né ora né mai!”
sbuffò con aria rassegnata Shikamaru Nara, scelto
all’unanimità come regista (non che dovesse fare
poi molto, in realtà: si
limitava semplicemente ad opporsi alle assurdità di una
certa nutrice, qualora
presenti) oltre che interprete del padre di Romeo. La ragazza
roteò gli occhi
verso il cielo, lanciandosi in una lunga filippica sulla
faziosità di certe persone
mentre a lui non restava
che borbottare uno dei suoi soliti ‘Che seccatura.’
rassegnati. Sai, seduto
accanto a lui (le scene con Benvolio le avevano già provate
tutte, poteva ben
permettersi di osservare gli altri… Naruto, che interpretava
Mercuzio, d’altra
parte, nonostante avesse già provato tranquillamente la sua
scena all’inizio
dell’atto secondo stava ancora rigirandosi il copione fra le
mani con aria
sconvolta ripetendo frasi sconnesse che suonavano come “Non posso dire certe cose di Rosalina..!
Sakura-chan mi ucciderà!”), si limitò a
scuotere le spalle con aria
indifferente. Ogni volta che provavano quella scena, ovviamente, le
proteste
della bionda erano d’obbligo: e se l’aveva
osservata bene, qualcosa gli diceva
che ancora non fosse lontanamente vicina a finire il suo monologo.
“—Uno
scansafatiche insensibile e fannullone come
te!” stava infatti urlando la ragazza agitando le braccia
neanche stesse per
spiccare il volo, e Sai temette quasi che iniziassero a spuntale
serpenti dalla
nuca… Che orribile immagine
mentale.
“Ma io dico, ti rendi conto?! Romeo e Giulietta è
una tragedia che parla d’amore.
D’amore,
capito?! E noi,
invece, cos’è che abbiamo? Una Giulietta senza
amante e un Romeo— un Romeo—!
Ah, ma che ne parlo a fare con voi, mi chiedo?!” concluse
poi, tagliando il
discorso per mancanza di termini sufficientemente offensivi, supponeva
Sai,
solo per essere incredibilmente spalleggiata da Karin, sopraggiunta per
l’occasione con un’espressione furente
(“Ecco che ci risiamo…”
mormorò Akimichi
Choji alla sua destra, e Sai fu quasi certo di riconoscere la voce di
Hozuki
Suigetsu mentre qualcun’altro prendeva a lamentarsi in
termini sempre meno
educati). “La sciacquetta ha ragione!”
abbaiò Karin all’indirizzo del regista
mentre accanto a lei Ino, ignorando per la prima volta in due anni di
scuola
l’insulto della rossa, annuiva freneticamente. “Qui
deve esserci una storia
d’amore, e possibilmente una piena di
angst! Ecco perché io—”
continuò poi infervorandosi finché venne
interrotta dalla
bionda accanto a lei, che aveva improvvisamente smesso di annuire per
riservarle uno sguardo dolorante e tradito.
“No,
aspetta! Tu
che cosa?!” sbraitò quest’ultima
all’indirizzo di Karin che rispose con un risolino sprezzante
da cui ebbe
origine una nuova ondata di proteste che le portò sul punto
di scatenare una
rissa vera e propria. Shikamaru, sempre più scocciato, si
limitò a gettare
un’occhiataccia a Sasuke Uchiha, vera origine di tutte quelle
seccature, che
continuò impassibile a starsene nel suo angoletto sul palco
apparentemente
immerso nei suoi pensieri.
“Ragazze…”
intervenne disperatamente Hinata
dall’alto del suo balcone, sfoggiando il tono di voce
più accomodante che
avesse “…ne abbiamo già parlato, la
nota romantica resterà, ma—”
Tono
di voce che non servì minimamente a
risparmiarle le occhiate furenti di Ino od il ringhio di Karin,
però.
“’Resterà’,
Hyuuga? Resterà dove?!”
sbottarono le due quasi all’unisono, costringendo la mora
ad indietreggiare leggermente di riflesso. Fu a quel punto che Sakura
si piazzò
davanti a quest’ultima con un’espressione a dir
poco furiosa. “Adesso finitela!,
tutt’e due!” urlò infatti a
gran voce posizionandosi a difesa della ragazza quasi fosse pronta a
scattare
all’attacco, lo sfarzoso abito rosso di velluto oltremodo
fuori luogo in quella
posa da perfetta guerriera amazzone.
Sai
fu quasi certo di aver visto l’espressione di
Sasuke rischiararsi per qualche secondo, quasi avesse risolto qualcosa che lo aveva crucciato fino ad
allora, ma ben presto dovette abbandonare le sue speculazioni per
tornare ad
osservare ciò che gli stava accadendo davanti.
“Ma
che diavolo avete in testa?!” aveva preso ad
urlare ancora più forte Sakura, con Ino e Karin che la
guardavano perplesse
diventare sempre più rossa di rabbia in viso.
“State praticamente mangiando
l’unica persona che si stia spremendo un minimo le meningi
per seguire le istruzioni
di Kakashi, e per cosa? Per
decidere
chi ‘vincerà’ Sasuke durante una
maledettissima recita! Ma, dico, siete
impazzite?! State riducendo uno spettacolo meraviglioso in una stupida
gara
dove puntate a ‘vincere’
il ragazzo
che sostenete di amare neanche fosse un trofeo!, e voi
osate parlare di romanticismo?!” continuò
imperterrita,
passando lo sguardo carico di disapprovazione da Ino, che sembrava ora
ragionevolmente mortificata, a Karin, che stava giocando con la
montatura dei
suoi occhiali in un gesto palesemente imbarazzato, per poi sospirare e
riprendere
a parlare con voce tremante, anche se Sai non avrebbe saputo spiegarsi
il
perché. “Cos’è, se Giulietta
non è innamorata ciecamente di Romeo dopo avergli
detto due parole in croce allora non vale niente? Dovrebbe innamorarsi
di lui
solo perché è il protagonista, magari?! Non ha il
diritto di innamorarsi
davvero? Diamine!, pur di avere via libera con Sasuke ed un matrimonio
in scena
riuscireste—!”
“Il
matrimonio non è l’unica manifestazione
dell’amore,
sebbene ne sia una straordinaria conseguenza: il romanticismo viene
troppo
spesso frainteso… L’amore
deve essere
reinventato.”
Le
quattro ragazze sul palco, a bocca aperta come
tanti pesci (e se non fosse stato anche lui più che sorpreso
di aver sentito
rispondere quella voce, Sai
gliel’avrebbe fatto immediatamente notare nonostante
l’alto rischio di schiaffi),
si voltarono lentamente in direzione di Sasuke, che aveva parlato
sicuro
interrompendo la sfuriata lacrimosa di Sakura.
“Bhé,
che c’è?” chiese questi sollevando un
sopracciglio, stizzito, davanti alle espressioni sconvolte
dell’intero
quartetto femminile e di quasi tutti gli occupanti della palestra
riadattata a
teatro. “E’ la mia battuta, no?” concluse
quindi con uno sbuffo particolarmente
piccato, passando deliberatamente oltre le ragazze per scendere dal
palco e
sbattendo fra le braccia dell’amica il copione che si era
rigirato fra le mani
fino a qualche secondo prima con un secco “Sistemalo
tu.” prima di uscire
definitivamente dalla stanza.
Per
qualche secondo un silenzio imbarazzato regnò
sovrano sul palco, finché Ino e Karin si voltarono a parlare
con Hinata,
stavolta decisamente più pacate, mentre Sakura raggiungeva
l’armadio dove
tenevano tutte le attrezzature di scena, proprio accanto a Sai e
Shikamaru, con
in mano il copione di Sasuke e sul viso un’espressione
pensosa.
“Sakura-chan,
cos’hai?” Sai sentì Naruto chiederle
con il suo solito vocione squillante solo per ottenere in risposta un
suono
come d’aria risucchiata improvvisamente ed un “Ma
quella battuta..!” dalla
rosa. Voltandosi a guardarli, poi, vide distintamente la ragazza
voltarsi come
in cerca di qualcosa o qualcuno (Sasuke?) mentre il biondo si grattava
la testa
con fare confuso. “Ma perché pensi che
abbia—?” stava chiedendo Naruto, ma il
resto della domanda fu inghiottito dalla voce acutissima di Karin, che
costrinse Sai a tornare a monitorare il palco, giusto in caso si fosse
arrivati
ad una seconda quasi-rissa fra ragazze. Akimichi, Nara e Hozuki avevano
tutta
l’aria di qualcuno a cui non sarebbe affatto dispiaciuto
assistervi.
“Ci
sarà pure qualcuno..!” stava dicendo la rossa
scuotendo la testa, mentre Ino passava docilmente le mani fra i capelli
lunghi
e nerissimi di Hinata facendo del suo meglio per ri-acconciarli in modo
ancora
più complicato e la ragazza in questione arrossiva
leggermente sulle gote, lo
sguardo basso. “S-si, qualcuno in effetti ci
sar—” aveva appena iniziato a
rispondere, quando Ino la interruppe battendo le mani estasiata.
Evidentemente,
pensò Sai, del discorso di Sakura e di ciò che
aveva detto Sasuke non avevano
capito un tubo… era già tanto che fosse servito
semplicemente a far cambiare
loro metodo di convincimento. “Hinata, tu devi
dirglielo!” aveva preso a cinguettare a volume esageratamente
alto Ino con
Karin che si univa agli urletti insistenti della compagna e rivale, e
con la
coda dell’occhio Sai riuscì a vedere la mora
dirigere lo sguardo imbarazzato
verso Naruto che, alle sue spalle, continuava a grattarsi la testa con
l’aria
di uno che non stesse capendo assolutamente nulla di quanto stava
accadendogli
intorno.
Forse
non era sempre vero che “L’apparenza
inganna.”
*
Istituto
Superiore Konoha Gakuen,
23
Novembre
2009… FESTIVAL DELLA CULTURA
Itachi
Uchiha attraversò la soglia dell’immensa
palestra del Konoha Gakuen del tutto preso nel costringersi a
trattenere il
sorriso che minacciava di esplodergli sulle labbra alla minima
distrazione… suo
fratello Sasuke non lo avrebbe mai perdonato se avesse pensato che
stava
ridendo di lui. Mai e poi mai… quel ragazzo sapeva essere così rancoroso..!
Fu
così che l’uomo si costrinse a trattenere persino
l’espressione interrogativa che stava per spuntargli
spontaneamente sul viso
nel vedere l’ambigua insegna “Come
Romeo e Giulietta” troneggiante sul palco su cui di
lì a poco si sarebbe
esibito il suo fratellino, ostentando con la folla di persone intorno a
lui lo
sguardo più indifferente che gli riuscisse.
Accanto
a lui (il biglietto che Sasuke gli aveva
eloquentemente lasciato in bella mostra sulla scrivania pur senza
dirgli nulla
era numerato… quest’anno i ragazzi non avevano
lasciato davvero nulla al caso
per il Festival) il professor Hatake lanciava al palco occhiatine a
tratti
sornione e a tratti nervose, come se non sapesse minimamente cosa
aspettarsi,
mentre la mora assistente della preside Tsunade, una ragazza dai
capelli corti
che gli sembrava si chiamasse Shizune, si aggrappava al suo braccio
cercando
palesemente di farsi dare anticipazioni sulla materia dello spettacolo,
che
l’uomo dai capelli grigi si limitava a cercare di eludere con
frasi quali “Sarà
una sorpresa.” o “Ti piacerà,
vedrai!”. Evidentemente Hatake Kakashi non doveva
aver fatto proprio tutto il suo
lavoro, supponeva Itachi, ma si astenne da ulteriori considerazioni a
riguardo
perché il suono stridulo di un microfono regolato
pessimamente frantumò il
silenzio nella sala, portando l’attenzione generale sul palco
su cui si
affrettò a comparire quello che solo a stento riconobbe come
suo cugino Obito,
gli occhi scuri nascosti come al solito da un enorme paio di occhiali
arancioni.
Itachi
si sforzò di rimanere totalmente inespressivo
davanti al balbettio imbarazzato del ragazzo, che aveva palesemente
l’aria di
uno che avrebbe preferito trovarsi in qualunque altro posto meno che su
quel
palco, ma si lasciò invece sfuggire un risolino ironico
nell’osservare con la
coda dell’occhio il professor Kakashi sbattersi rumorosamente
una mano sugli
occhi mentre Obito inciampava nel sipario tornando dietro le quinte
dopo aver
proclamato (a modo suo) il solito coro concernente le “due
casate rivali, pari
entrambe per dignità, etc. etc.”.
Forse
sarebbe stata davvero la solita, vecchia,
trita e ritrita recita su Romeo e Giulietta.
*
Quando
vide sul palco i fratelli Gaara e Kankuro
iniziare ad accapigliarsi con TenTen, tutti presi nelle loro parti di
servitori
(la ragazza per i Montecchi e gli altri due per i Capuleti), Kakashi fu
sicuro
che i suoi alunni non avessero capito un tubo di ciò che
aveva cercato di
fargli fare lui. Insomma, stava andando tutto esattamente
come nel dramma, per ora: l’incontro fra i servitori
delle due casate rivali, la conseguente rissa, l’arrivo
improvviso di
Neji-Tebaldo e Sai-Benvolio che stavano entrando sul palco adesso, il
duello
(dovette però ammettere che vedere un Neji Hyuuga
decisamente furibondo
pronunciare il suo “Pace? Odio quella parola come odio
l’inferno, tutti i
Montecchi… e te.”
Fosse una delle cose più inquietanti cui avesse mai
assistito), l’arrivo del Principe-Obito e la sua predica sul
cessare delle
ostilità, l’arrivo dei coniugi Karin e Suigetsu
Montecchi e la loro
preoccupazione per il figlio (…anche se Karin sembrava
preoccupata un po’
troppo morbosamente per una semplice madre… molto
inquietante anche questo,
decisamente), l’amichevole chiacchierata (e questa
cosa non era meno inquietante delle precedenti) fra Sai-Benvolio e
Sasuke-Romeo…
Certo,
non che si potesse davvero
lamentare, concesse l’uomo con un sospiro mentre Shizune si
stringeva ancor di più al suo braccio destro: almeno avevano
fatto tutto da
soli e lui aveva potuto concedersi il suo meritato svago…
però avrebbe
preferito vedere qualcosa di divertente, in effetti.
Vero
era che i ragazzi stavano riuscendo nel farlo
passare per un uomo sensibile, romantico ed oltremodo dolce
già soltanto per il
fatto che stessero facendo Romeo e Giulietta; cosa che le donne del
corpo
insegnanti sembravano apprezzare alquanto, se il modo in cui Shizune lo
stava
praticamente stritolando era almeno in parte indicativo.
Un
‘mph’ fin troppo familiare alla sua sinistra lo
distrasse però dalla sua dolce compagnia, attirando
l’attenzione sul sempre
silenzioso Itachi Uchiha che aveva preso a ghignare un po’
meno silenziosamente
del solito nel vedere suo fratello, sul palco, annunciare che sarebbe
andato
alla festa dei Capuleti solo per “deliziarsi della
contemplazione del suo
Amore”… effettivamente Kakashi fu costretto ad
ammettere che era una cosa
alquanto bizzarra da sentire uscire dalle labbra di Sasuke,
specialmente se
riferita alla ragazza che da anni non faceva che sperare in una
situazione del
genere apparentemente senza successo… forse era stato
crudele da parte sua far
fare Rosalina a Sakura, dovette ammettere Kakashi fra sé.
Permetterle di
rappresentare il più grande sogno del suo amato
Sasuke— solo per essere
rimpiazzata da Hinata dopo nemmeno un intero atto.
Basta,
dopo lo spettacolo avrebbe portato Naruto,
Sakura e Sasuke a cena fuori per consolare una e premiare
l’altro, era deciso.
*
Jiraya,
il professore di Giapponese Antico, seduto
fra la Preside Tsunade ed il professore di Chimica e Biologia,
Orochimaru, ebbe
la distinta impressione di sentire un fiotto di sangue bollente
schizzargli su
per il naso nel momento in cui “la vecchia nutrice di
Giulietta”, la bellissima
Ino Yamanaka, salì sul palco indossando una versione molto, molto, molto succinta del classico
vestito sciatto che avrebbe dovuto indossare. Tsunade, al suo fianco,
non parve
essere affatto soddisfatta del cambiamento stilistico ma si
limitò a stringere
i pugni e digrignare i denti in direzione della studentessa mentre
Orochimaru, seduto
dalla parte opposta, si lasciava andare ad un ghigno divertito.
Il
ringhio di Tsunade si fece ancor più profondo
quando la bionda prese a ridere sguaiatamente delle sue stesse
allusioni
maliziose, proprio come la vera Nutrice avrebbe dovuto fare, ma con
un’espressione
ammiccante che—
Jiraya
decise di tenere gli occhi chiusi fino alla
fine della scena, o qualcosa gli diceva che la Preside gli avrebbe
fatto MOLTO
male.
*
“Datemi
una torcia: col buio che ho dentro, è meglio
che io tenga il lume.” vide suo fratello proclamare sul palco
con una smorfia
depressa tanto convincente che ad Itachi il cuore si strinse a livelli
improponibili persino per una qualsiasi delle numerose fan di Sasuke.
“Voi
avete scarpini da ballo con l’anima leggera: io ho
un’anima di piombo, sono
costretto a terra, e non posso muovermi.”
“Tu
sei un amante:
fatti dare da Cupido le ali e levati sopra noi comuni
mortali!” sentì quindi il
suo migliore amico di sempre, Naruto, esclamare con un’aria
talmente da Naruto (a cui Sasuke
rispose con una
delle sue occhiate più gelide) da costringere Itachi non
solo a tornare
nuovamente a respirare in modo normale ma addirittura a trattenere le
risate.
Decisamente Naruto si era rivelato una scelta più che
azzeccata per Mercuzio…
Itachi era sicuro di non aver mai visto nessuno blaterare di sogni e
regine
delle fate con tanta convinzione, nemmeno durante un vero
spettacolo.
E
Sasuke, ovviamente… Sasuke era a dir poco perfetto:
se non avesse conosciuto meglio suo fratello, Itachi ne sarebbe stato
addirittura sorpreso… invece si limitò a
distendere lievemente le labbra in un
sorriso intenerito, tanto piccolo che nessuno potesse accorgersene,
tutto preso
nell’attesa dell’arrivo di una certa persona mentre
ascoltava il suo adorato
fratellino delirare a proposito di presagi e cattive stelle.
Qualcosa
sarebbe sicuramente
cambiato.
*
Fu
a metà della quinta scena nel primo atto: la
festa dei Capuleti, a cui Romeo-Sasuke, Benvolio-Sai e Mercuzio-Naruto
erano
riusciti ad imbucarsi, era al suo culmine; Romeo aveva visto (e
sospirato
inutilmente per) Rosalina-Sakura (che contrariamente a qualunque
copione
sembrava stesse struggendosi anche lei dal desiderio di smettere di
ignorare la
sua corte); Giulietta-Hinata era a pochi passi da lui che
l’avrebbe vista,
illuminandosi!, le avrebbe preso la mano, le avrebbe parlato
e—
—niente bacio.
Orochimaru
riuscì a stento a trattenere una grassa risata di scherno
nel vedere
l’espressione sognante di Tsunade (ebbene si, anche lei era
una pura anima
romantica, sotto quella scorza da dura… e lui e Jiraya lo
sapevano più che
bene) crollare miseramente mentre il moro si limitava a portare Hinata
in
giardino permettendole di confidargli, almeno in parte, le sue pene
giustificandosi con il pretesto di “aver riconosciuto in lei
il suo stesso
sguardo”.
Effettivamente,
fu costretto a precisare mentalmente
Orochimaru mentre il sipario calava sulla separazione fin troppo
amichevole fra
i due, non si poteva dire che lui fosse stato meno sorpreso della
vecchia
amica… possibile che dei liceali
fossero tanto bacchettoni da censurare addirittura un bacio?!
*
“Ehilà,
Romeo! Folle, appassionato, innamorato, compari sotto la forma di un
sospiro!
Rispondi con un verso e sarò pago…”
prese ad urlare il biondo appena salito sul
palco accompagnato dal ragazzo che interpretava Benvolio, subito
interrotto da
quest’ultimo che doveva aver capito dove la cosa si stesse
pericolosamente
dirigendo.
“Se
ti sente, s’infurierà!” gli
bisbigliò infatti di
rimando quello, afferrando un braccio di Naruto come se questo potesse
servire
a trattenerlo più del suo avvertimento, che il ragazzo
ignorò bellamente
riprendendo invece a strillare: “Romeo! Io t’invoco
per gli splendenti occhi di
Rosalina, per la sua fronte spaziosa e le sue labbra scarlatte; per il
suo bel
piedino, la gamba dritta, la coscia fremen—”
Uno
scroscio di risa irruppe dall’intera sala quando
Sasuke, che era appena ri-entrato in scena per intrufolarsi nel
giardino dei
Capuleti, deviò invece il suo percorso in modo da arrivare
alle spalle di
Naruto per sbattergli in testa la spada di legno che portava al fianco
con
tutte le sue forze, ma Itachi si ritenne orgoglioso di se stesso per
essere
riuscito a trattenersi addirittura
fino a quando il fratellino, inspiegabilmente arrossito leggermente
sulle gote,
una volta masticato uno sprezzante “Stupida testa
quadra” afferrò per un
braccio Benvolio e lo trascinò via dal palco lasciando un
Mercuzio più che
stordito ad entrare accidentalmente in quello che avrebbe dovuto essere
il
Giardino dei Capuleti, dove un’ignara Giulietta stava
già aspettando il suo
cavaliere affacciata al balcone, prima di mettersi a piangere dalle
risate.
L’aveva
sempre detto, lui, che il suo fratellino era
un tipo irragionevolmente geloso.
*
Fu
il sospiro di Hinata a far rendere conto a
Naruto-Mercuzio dove diamine fosse effettivamente finito, di questo la
professoressa di sociologia Yuuhi Kurenai era totalmente ed
inequivocabilmente
certa. Così com’era totalmente certa del fatto che
la povera ragazza, del tutto
impreparata a vedersi arrivare il ragazzo dei suoi sogni (si, si era
accorta
praticamente anni prima di quello
che
Hinata provava per il biondo… chiunque avesse un minimo di
spirito
d’osservazione ci sarebbe arrivato!) davanti in una
situazione del genere, e ne
era una prova il fatto che, adesso che il biondo aveva alzato lo
sguardo su di
lei senza avere la minima idea di come far proseguire la scena,
addirittura
Hinata, l’unica ragazza che era riuscita a meritarsi il ruolo
di protagonista durante
le audizioni per la sua innegabile bravura, sembrava aver perso
totalmente la
bussola.
Passarono
pochi secondi in un silenzio pregno di
aspettativa, prima che la ragazza si decidesse finalmente a sbloccare
la situazione
pronunciando la sua battuta più adattabile alla situazione:
“C-chi sei tu, che…
che nascosto così nella notte inciampi nei miei
più segreti pensieri?”
La
donna si ritrovò a sorridere intenerita, un
braccio di Asuma seduto accanto a lei avvolto intorno alle sue spalle
con
naturalezza, nell’osservare il biondo sul palco, fino a pochi
secondi prima
apparentemente impacciato e visibilmente insicuro, prendere coraggio
mano a
mano che Hinata continuava caparbiamente a recitare le battute che
avevano
modificato ad hoc per Sasuke adattandole alla nuova situazione via via
che la
scena proseguiva.
L’aveva
sempre saputo che sarebbe bastato che Hinata
si esponesse un po’ per sbloccare entrambi.
*
Il
ragazzo dalle sopracciglia folte che interpretava
Frate Lorenzo era fin troppo zelante per il suo ruolo, decise Itachi
guardandolo accogliere Sasuke nella sua cella nemmeno fosse stato una
celebrità, pronunciando una media di quindici parole al
secondo farcite
abbastanza bizzarramente di espressioni totalmente fuori luogo quali
“ardore
della giovinezza”, “loto fiorito due
volte” e cose simili. Che strano ragazzo.
“Quale
preoccupazione ti fa lasciare così presto il
tuo letto?” si decise finalmente a concludere il suo
delirante discorso,
convinto probabilmente dallo sguardo glaciale che Sasuke gli aveva
rivolto al
suo tentativo di abbracciarlo. “O, se ciò non
è, allora di certo indovino se
dico che… il nostro Romeo non si è coricato
questa notte.”
“Quest’ultima
è la vera, ma il mio riposo non fu
meno dolce.” osservò Sasuke ribattere
perfettamente calato nella sua parte,
pronto a spiegare della festa dei Capuleti e di—
“…Sei
stato con Rosalina?”
Mentre
tornava a lottare con se stesso per non
scoppiare a ridere nel guardare Sasuke arrancare nel suo resoconto dei
discorsi
anti-matrimoni combinati che doveva aver avuto con Giulietta durante la
festa,
Itachi fu mortalmente certo di non aver mai visto suo fratello tanto
imbarazzato in tutta la sua vita.
*
Stavolta,
quando la Nutrice apparve con il pretesto
di fare un favore alla sua pupilla e la palese intenzione di sedurre
Romeo (e
praticamente qualunque uomo sano di mente fosse presente in sala),
Jiraya
riuscì a farsi trovare talmente tanto preparato da riuscire
a sorreggere addirittura
lo sguardo glaciale di Tsunade e le risate schernitrici di Orochimaru
senza
abbassare la fronte, così come un vero guerriero avrebbe
dovuto fare… per i
primi due minuti.
Peccato
per la sua immagine di uomo stoico ed
integerrimo (che comunque non avrebbe ingannato nemmeno la
più sprovveduta
delle matricole) che Ino avesse deciso di passare alle
“maniere forti”: in meno
di un minuto sul palco aveva già sbottonato un altro bottone
della camicia
lamentandosi per il caldo (il povero Choji Akimichi che, interpretando
il suo
servitore, le stava dietro per reggerle uno striminzito ombrello
parasole aveva
tutta l’aria di uno che stesse sul punto di
svenire… uomo fortunato!), agitato
la biondissima coda nel più sensuale dei modi, accarezzato
il braccio di Romeo
nel modo più esplicitamente pieno di sottintesi possibile e
stritolato contro
il suo seno il suddetto braccio dello stesso, palesemente
scocciatissimo,
Romeo… il tutto sotto gli occhi furenti di una
Rosalina-Sakura Haruno (in scena
come tutti gli altri attori solo per “riempire” la
piazza in cui si sarebbe
dovuta svoglere) che, si capiva perfettamente, stava trattenendosi
dall’ucciderla soltanto per lo spettacolo. Perché
lo spettacolo deve sempre
continuare, in fondo.
…Se
solo la Nutrice fosse uscita di scena in
fretta..!
Quando
Choji, evidentemente accortosi dell’aura
omicida che aveva preso a circondare Sakura, si quasi caricò
di peso la ragazza
in spalla borbottando qualcosa a proposito dell’urgenza con
cui Giulietta attendeva
notizie di Romeo dalla sua balia, l’uomo avrebbe potuto
giurare di essere
pronto ad inchinarglisi davanti e baciargli i piedi.
Il
sipario si chiuse proprio in quel momento, e
l’uomo si concesse il lusso di distendere la schiena contro
il morbido schienale
con tutta l’intenzione di togliersi dalla mente la provocante
figura della
studentessa e—
Un
tonfo sordo riempì la sala con violenza, subito
seguito da un mugolìo sommesso; e proprio quando Jiraya vide
Tsunade fare per
alzarsi dal suo posto per andare a controllare in qualità di
preside cosa
diavolo stesse succedendo dietro le quinte, un movimento brusco di due
ombre
fin troppo visibili dietro il sipario ne causò
l’immediata apertura solo per
scoprire—
Persino
Orochimaru si ritrovò a sbattere le
palpebre, confuso e sorpreso, mentre Jiraya strabuzzava gli occhi
boccheggiando
a mo’ di pesce ed il viso di Tsunade assumeva
un’espressione sempre più irata
ed una gradazione sempre più rossa.
*
Sasuke
Uchiha, conosciuto come il ragazzo più bello
e più freddo dell’intera scuola, al momento Romeo
Montecchi, stava baciando
Sakura Haruno, alias la sua compagna di classe di una vita un
po’ secchiona e
un po’ pestifera (e sempre
noiosa),
ovvero la sua ex-amata Rosalina.
E
con “stava baciando” Kakashi intendeva dire
qualcosa di immensamente più profondo di un semplice bacio
sulla guancia da
amici come quei due non si erano nemmeno mai scambiati: con gli occhi
praticamente fuori dalle orbite (e le risatine sommesse di Itachi in
sottofondo
che ridacchiava di gusto come a voler sottolineare che si aspettasse di
vedere
qualcosa del genere ormai da anni) il professore vide Sasuke, il
colletto della
camicia stretto fra le dita magre di lei, stringersi a Sakura quasi ne
andasse
della sua stessa sopravvivenza, tenendo imprigionata fra le sue braccia
e
premuta contro il fondale alle loro spalle la ragazza che, la
pettinatura
elaborata ormai del tutto disfatta ed il vestito rosso eloquentemente
stropicciato, impiegò tre secondi buoni ad accorgersi del
fatto che il sipario
si fosse effettivamente aperto e che tutti li stessero fissando ad
occhi
sgranati, ed almeno altri cinque a convincere il ragazzo a scollarsi da
lei e
guardarsi intorno. Cosa che, contrariamente ad ogni aspettativa, Sasuke
fece
senza scomporsi minimamente, limitandosi a tornare a chinarsi sul viso
della
ragazza per soffiarle sulle labbra un udibilissimo “Alla
cella di Frate
Lorenzo” prima di darle un altro leggero bacio, farla uscire
dalla scena e
profondersi in un breve monologo (palesemente improvvisato) sul
più totale
trionfo dell’amore “reinventato”,
lasciando allibito l’intero pubblico.
(“Sei
tutto rosso, fratellino”, poté giurare di aver
sentito bisbigliare Itachi Uchiha al suo fianco, ma dato che Shizune
stava
sospirando accanto a lui in maniera più che eloquente e che
Sasuke gli sembrava
stesse tenendo magnificamente in piedi la sua solita maschera di
imperturbabilità, Kakashi si rifiutò di
approfondire il discorso, limitandosi
ad unire i suoi sorrisi compiaciuti a quelli sollevati
dell’uomo accanto a
lui.)
Forse,
dopotutto, quella sera avrebbe portato a cena
solo Naruto.
*
Per
quanto avessero inteso modificare la
sceneggiatura originale, nessuno fra gli attori doveva essersi trovato
preparato ad un simile colpo di testa di suo fratello: Itachi lo capiva
anche
soltanto dal modo in cui Naruto ed il ragazzo che interpretava Benvolio
entrarono sul palco una volta che Sasuke ne fu uscito il più
velocemente
possibile seguendo Sakura.
Entrambi
si guardavano intorno alquanto spaesati,
come cercando di decidere cosa dire
a
quel punto, e camminavano per la sezione di palco che doveva
rappresentare una
via di Verona palesemente senza meta alcuna. L’unica
differenza fra i due era
che Naruto faticava a nascondere l’enorme sorriso che gli era
spuntato sulle
labbra… Itachi immaginava che anche il biondo stesse
aspettando di assistere a quella
scena da una vita, per quanto suo
fratello non fosse esattamente il ragazzo più espansivo del
mondo, e che
probabilmente nel corso degli anni non avesse fatto altro che spronare
Sasuke a
fare qualcosa…
E
probabilmente fu questo che lo fece finalmente
decidere di lasciare le sue battute esattamente come erano state
scritte.
“Mercuzio!
Tu ti accordi con Romeo…” esordì il
ragazzo dagli occhi chiari e l’espressione imbronciata che
interpretava Tebaldo
entrando in scena con la spada di legno già puntata contro
Naruto, che si
prestò coraggiosamente ad affrontare la scena a cui, se
Itachi conosceva
l’amico di suo fratello almeno un minimo, sarebbe stato
pronto a giurare che il
ragazzo si fosse opposto fin dal primo istante: la
scena della sua morte.
“Accordi?
Ci prendi per dei musicisti?! Te la faccio
sentire io la mia musica..!” ribatté infatti
agitando davanti a sé un pugno che
venne prontamente bloccato da Benvolio, accanto a lui.
“Siamo
in
piazza. Ritiriamoci in un luogo appartato, oppure limitatevi
a parlare… qui
ci guardano tutti.” Gli sussurrò
all’orecchio quello guardandosi intorno con
aria ostentatamente sospettosa (sebbene, a giudicare dalla faccia
paonazza e
dall’espressione furibonda della bionda nutrice, con ogni
probabilità il
soggetto dei ringhi della folla non era esattamente la rissa che
sembrava sul
punto di scoppiare… Itachi immaginava che Sakura avrebbe
avuto non pochi
problemi con le compagne di scuola, grazie alla trovata esibizionista
del caro
fratellino Sasuke).
“Gli
occhi sono fatti per guardare, quindi che ci
guardino pure!” sibilò di rimando il biondo,
un’espressione quasi ferina sul
viso indurito che l’uomo gli aveva visto solo durante i
frequentissimi litigi
con Sasuke. “Io non mi
muoverò di un
passo.”
A
quel punto, con un tempismo a dir poco perfetto,
proprio mentre Tebaldo tornava a puntare la lama contro Naruto, fece il
suo
trionfale ingresso con aria a dir poco regale Romeo—
—e
scoppiò il putiferio.
*
Tsunade
iniziò a prendere seriamente in
considerazione l’eventualità di una sospensione
quando vide Ino gettarsi a
corpo morto contro Sasuke (Shikamaru, che passeggiava lì
accanto con Temari a
braccetto, si schiaffò una mano sulla fronte con forza tale
da far rimbombare
lo schiocco per tutta la palestra).
“Perché
proprio Sak—Rosalina?!”
aveva preso ad urlare la bionda sbattendo i pugni
serrati contro il petto di un Sasuke dall’aria
scocciatissima, distraendo
persino Neji e Naruto, che si voltarono verso di lei totalmente
allibiti dalla
sua scenata (Sakura sembrava aver saggiamente deciso di auto-esiliarsi
dal
palco… l’aveva sempre saputo, Tsunade, che quella
ragazza era molto più intelligente delle sue compagne).
“Avrei preferito
Giulietta, a questo punto!” continuò a strepitare
prima che il ragazzo avesse
anche solo il tempo di ribattere “Visto che andate
così d’accordo..!”
Fu
a quel punto che Tebaldo, alias Neji Hyuuga (lui si
che sapeva come improvvisare,
diamine!), la interruppe frapponendo fra lei e Sasuke la sua spada, uno
sguardo
di fuoco rivolto al moro che si era voltato a guardarlo con la sua
solita aria
indifferente.
“Tu,”
sibilò il ragazzo dagli occhi chiari con lo
stesso tono che avrebbe riservato al peggiore degli insulti,
“oltre ad esserti
impunemente infiltrato alla festa dei Capuleti prendendoti gioco della mia famiglia hai addirittura osato
importunare mia cugina?!”
Tsunade
non riuscì a trattenere un sussulto quando
l’altro sguainò la spada a sua volta,
incrociandola alla sua ad una velocità
impressionante per poi voltarsi del tutto verso di lui, ormai
totalmente
dimentico di Ino (che ora sfrecciava con lo sguardo dall’uno
all’altro con
un’espressione a dir poco sconvolta… o era
un’attrice nata, o si era
immedesimata fin troppo).
“Non
ho la minima intenzione di battermi con te.”
Esclamò in tono duro Sasuke, per poi aggiungere
maliziosamente “Perché anziché
disturbare me non vai a parlarne con Giulietta..? Chissà,
potrebbe impietosirsi
del tuo amore impuro…”
Tsunade
si trovò a trattenere il fiato (ed a
stritolare le mani di entrambi Jiraya ed Orochimaru che avevano avuto
la
sfortunata idea di poggiarle sui braccioli della sua poltrona) mentre
Neji
scattava verso l’altro, una furia sfrenata incisa in ogni
linea del suo viso,
palesemente pronto ad ucciderlo ad ogni costo.
“Fermo!”
risuonò però un grido altissimo per la sala
prima ancora che i due riuscissero a scambiarsi un solo colpo: la
preside restò
impietrita a fissarlo, ed un silenzio di tomba parve piombare sulla
sala
(persino gli occhi di Orochimaru parvero iniziare a luccicare
d’interesse),
mentre Naruto, sguainando finalmente anche la sua
spada, avanzava verso Neji a passo innaturalmente solenne.
Aveva
un’espressione talmente decisa sul viso che,
assurdamente, Neji si fermò davvero,
tutto preso nell’atmosfera definitiva che sembrava spandersi
dal biondo, mentre
Sasuke si limitò ad alzare gli occhi al cielo borbottando
uno “Stupido Dobe”
fra i denti.
“Tebaldo,
Principe dei Gatti… incrocia la spada con
me!” urlò Naruto puntando la lama verso il
ragazzo, rispondendo al suo sguardo
interrogativo urlando a voce ancora più alta
“Quello che si è infiltrato in
casa di tua cugina col favore delle tenebre sono io.”
*
Kakashi
aveva ormai cambiato del tutto idea sulla
recita: quei ragazzi avevano cambiato tutto
(sebbene avesse qualche dubbio sul fatto che la maggior parte dei
cambiamenti
fossero previsti), ed erano riusciti a farlo assurdamente bene: ormai non stava più
facendo nemmeno caso agli urletti di
Shizune, che pure all’inizio aveva reputato l’unica
cosa buona della giornata,
troppo impegnato a seguire lo scontro tra Neji e Naruto, che si
esibivano
adesso in mosse quasi acrobatiche che era quasi impossibile pensare
fossero
improvvisate e che sembravano farsi sempre più pericolose.
Non
sembrava nemmeno quasi più una recita, ma un
duello vero e proprio, con tanto di spettatori sul palco totalmente
allibiti.
Neji aveva appena eseguito un affondo perfetto che sarebbe riuscito
senza
difficoltà a sopraffare totalmente il ragazzo quando Sasuke,
senza dargliene il
tempo, si frappose fra i due bloccando con la sua spada quella di Neji.
“Il
Principe ha vietato i duelli per la strada!”
sibilò quindi, avvicinando il viso
a quello del ragazzo che ignorandolo bellamente si limitò a
sottrarre la lama
dalla presa ferrea dell’altro e prepararsi ad un altro
affondo che avrebbe—
“NO!”
Kakashi
sentì distintamente la mano di Shizune
stringere ancora di più il suo braccio (era a un passo dal
bloccargli
definitivamente la circolazione) ed Itachi Uchiha sussultare appena
percettibilmente dall’altro lato del suo sedile mentre,
ancora una volta, la
scena sembrava bloccarsi come per magia all’ingresso di
Hinata Hyuuga, che ne
approfittò per fiondarsi fra Naruto e Neji prendendo il
posto di Sasuke, che
aveva appena spinto di lato con tutte le sue forze.
*
“N-non…
non c’è bisogno di tutto questo, Tebaldo!
Sono stufa di vedere sangue, e non voglio vederne altro per colpa
mia!” aveva
urlato la ragazza riuscendo a tenere a bada l’ansia che la
sola visione del
cugino le metteva addosso da sempre, costringendo Neji a restare
totalmente
immobilizzato dallo stupore mentre Sasuke, a terra, assisteva
altrettanto
allibito a quello spettacolo imprevedibile senza nemmeno curarsi di
prendersela
per essere stato messo da parte a quel modo.
“Madamigella
Giulietta, voi non capite—” iniziò a
ribattere il ragazzo mentre Naruto, dietro di lei, rispondeva
“Giulietta, questo
non è il tuo—”, solo per essere entrambi
interrotti dalla ragazza, che rivolse
uno sguardo insolitamente gelido prima su Neji e poi su Naruto.
“Questo
è esattamente
il mio posto!” protestò veemente prima di tornare
a voltarsi verso il cugino,
esibendo stavolta un’espressione prossima al pianto che
sarebbe riuscita a
commuovere persino una montagna… Hinata era davvero
un’ottima attrice, se
Kurenai non ne fosse stata già più che convinta
sarebbe bastata questa sua
esibizione a dimostrarglielo. “Ma non capisci,
cugino?” gli sussurrò dolcemente, portando una
mano a carezzargli la guancia e
trasformando così il bellicoso Tebaldo in un semplice fascio
di nervi a dir
poco impietrito. “Il ragazzo che mi ha ascoltata, che mi ha
consolata, che mi
ha dato il coraggio di seguire la mia
volontà piuttosto che quella degli altri… io sono
innamorata di quel ragazzo.”
Proclamò lentamente ed a voce bassa, avvicinandosi sempre di
più all’orecchio
del ragazzo, che adesso sembrava addirittura essere arrossito
(…ma stavano solo
recitando..?) mentre Sasuke
continuava ad osservarli corrucciato e Naruto guardava Hinata con
espressione
quasi tradita. “Io sono innamorata di Mercuzio,
cugino.” Concluse quindi lei in
un soffio, tornando ad allontanarsi quel tanto che bastava a puntargli
sul viso
uno sguardo determinato che avrebbe fatto invidia allo stesso Naruto,
la cui
espressione era passata da tradita a sconvolta nel giro di pochi
secondi.
“Giulietta—”
Accadde
in un istante: con un urlo a dir poco
furioso Neji, che adesso era decisamente
paonazzo, buttò a terra Hinata con una spinta e si
preparò ad attaccare, ma
prima che potesse calare la spada su lei e Naruto Sasuke
tornò ancora a fare da
scudo al biondo, bloccando la lama esattamente mentre Hinata urlava a
gran voce
“Io lo amo, Tebaldo! Ecco perché non ho alcuna
paura di morire per lui!”,
l’espressione ancora più fiera mentre si stringeva
con tutte le sue forze al
ragazzo accanto a lei, che ricambiava la stretta come se ne andasse
della sua
stessa vita.
Kurenai
osservò trattenendo il fiato il viso di Neji
distendersi tanto lentamente da far quasi male, mentre gli altri tre
continuavano a fissarlo tesissimi, finché con un sospiro
straziante il ragazzo
si risolse a gettare lontano, alle sue spalle, la spada di legno, quasi
a voler
eliminare la tentazione ad usarla.
“E
sia, Giulietta. Ma dovrete spiegarlo ai vostri
genitori ed al vostro promesso.” sussurrò con voce
arrochita, e con un ultimo
sguardo sofferente ad Hinata e Naruto, che avevano appena preso ad
alzarsi
aiutati da Romeo, Neji Hyuuga uscì dal palco nel silenzio
più totale.
*
Così
come Neji aveva implicato con le sue parole di
commiato, Shikamaru e Temari, da bravi coniugi Capuleti, stavano
organizzando
per la figlia un matrimonio con il Conte Paride, interpretato dal
rumorosissimo
Kiba Inuzuka (che Anko Mitarashi, professoressa di ginnastica ed
allenatrice
del club di football americano di cui entrambi facevano parte, aveva
sempre
pensato ricordasse molto Naruto… forse non era stata per
niente casuale
l’assegnazione delle parti “minori”),
ignorando bellamente quanto concernesse
il volere della figlia.
Nel
corso delle ultime tre scene ad Hinata era
toccato tentare in tutti i modi di convincere Shikamaru ad annullare le
nozze
senza il minimo successo, arrivando a sentirsi dire dalla cara Nutrice
(che
fino all’Atto prima non aveva fatto che celebrare a gran voce
l’assoluta
generosità di Romeo, che aveva deciso di aiutare la sua
padrona ad evitare
abomini come un matrimonio combinato) che avrebbe fatto meglio a
piantarla con
quelle scenate rivoluzionarie ed a ritenersi felice di chi avevano
scelto i
suoi genitori (…oh, quanto poteva cambiare una delusione
amorosa..!).
Così
adesso, all’inizio del quarto atto, Anko si
ritrovò ad osservare, curiosa riguardo cosa sarebbe
successo, Hinata che, dopo
aver detto ad Ino ed a suo “padre” di voler
accettare il matrimonio, si recava
alla cella di Frate Lorenzo, cui già Romeo aveva chiesto
consiglio due atti
prima.
Non
fu affatto una sorpresa, per Anko, vedere Kiba
tentare di estorcere una dichiarazione d’amore ad Hinata
lì in chiesa, proprio
come un vero Paride con una vera Giulietta (“Mia signora e
mia sposa!” l’aveva
salutata appena entrata in scena, ottenendo un tagliente “Se sarò sposa.” in
risposta cui ribatté coraggiosamente con un
“Accadrà giovedì, amor mio!”
che gli valse un’occhiata glaciale più adatta a
Sasuke che non alla ragazza), ma fu assolutamente inaspettato vedere
Naruto,
Sakura e Sasuke uscire dal loro nascondiglio dietro una colonna non
appena
Frate Lorenzo e Giulietta rimasero soli.
*
Una
volta tanto, con una mano sulla spalla di Naruto
come per sostenerlo e l’altra stretta fra quelle di Sakura
che le guardava
sorridendo dolcemente, suo fratello aveva un’espressione felice, distesa e serena, e sebbene
Itachi sospettasse che la cosa
fosse in parte dovuta a ragioni di copione (Sasuke, in condizioni
normali, non
si sarebbe mai azzardato ad
esprimere
tanto palesemente le sue emozioni… ma, come diceva Oscar
Wilde, “Ogni uomo mente,
ma dategli una maschera e…” ) si sentì
irragionevolmente fiero di aver potuto
assistere ad un simile miracolo.
La
ragazza mora, che evidentemente non si aspettava
minimamente di trovare lì il trio (…e chi se
lo sarebbe aspettato, al suo
posto? Erano riusciti a sconvolgere totalmente
quella benedetta storia!) restò qualche secondo a bocca
aperta a fissarli,
arrossendo lievemente nel puntare gli occhi su Naruto
(…qualcosa gli diceva che
anche questa Giulietta adottasse lo stesso principio di suo fratello
riguardo
l’approfittarsi della sua recitazione per assumere
atteggiamenti che non
avrebbe mai tenuto in realtà), prima di buttarsi fra le
braccia di quest’ultimo
urlando un “Mercuzio!” dal tono lacrimoso che
affogò contro la maglia del
ragazzo che l’aveva afferrata al volo.
“Giulie—“
“Non
voglio
sposare Paride!” prese ad urlare la ragazza, sempre col viso
sprofondato contro
Naruto, prima ancora che lui potesse dirle qualcosa. Itachi
restò a guardare,
intenerito, mentre il biondo le passava una mano fra i capelli quasi
volesse
convincerla a riemergere, un sorriso dolce che gli danzava sulle
labbra; e
mentre Giulietta si lasciava finalmente convincere a lasciare quella
sua specie
di soffice nascondiglio solo per puntare uno sguardo nuovamente
più che deciso
negli occhi neri del ragazzo che interpretava padre Lorenzo.
“Non ne ho la
minima intenzione, padre. Non posso
sposare qualcuno che non amo!” ribadì, come se le
sue azioni non lo avessero
dimostrato abbastanza, ma prima che il povero frate potesse rispondere
fu una
voce femminile a risponderle: Sakura, che dopo la performance sua e di
Sasuke
al secondo atto sembrava essere totalmente scomparsa dalla scena ed
aver perso
la facoltà di parlare, si era staccata dal moro, che pure
era passato a tenerle
il braccio destro possessivamente allacciato alla vita neanche avesse
avuto
paura che sarebbe scomparsa (geloso, irragionevolmente geloso,
l’aveva sempre
detto lui!, ridacchiò
l’uomo fra sé),
e si era avvicinata all’altra ragazza stringendole una spalla
nella mano per
portarla a voltarsi dalla sua parte. “Non lo farai, cugina.
Ce ne andiamo tutti
a Mantova.”
*
Kakashi
continuò ad ascoltare, allibito, mentre
Sakura esponeva ad Hinata e gli altri il suo “infallibile
piano”, che era in
effetti curato fin nei minimi dettagli, neanche dovessero metterlo
davvero in
atto (…forse faceva pratica per imparare ad evitare le fan
più accanite di
Sasuke, che sicuramente avrebbero voluto il suo scalpo dopo quel
giorno?):
“Così come la tua famiglia non accetterebbe mai un
tuo rifiuto al matrimonio
combinato, allo stesso modo i Montecchi non lascerebbero mai Romeo fra
le
grinfie di una Capuleti… parole di sua madre.”,
esordì la ragazza arricciando il
naso mentre nominava Karin, dunque secondo il suo piano tutto
ciò che avrebbero
dovuto fare sarebbe stato scappare per Mantova, proprio come il vero Romeo avrebbe dovuto fare su
consiglio di frate Lorenzo. Non tutti allo stesso tempo,
ovviamente… ed in
questo Sakura era stata geniale: adottando la stessa, identica
strategia
pensata dal frate nella tragedia, aveva appena provveduto ad evitare
l’unico
intoppo responsabile di portare effettivamente alla fine tragica di
Romeo e
Giulietta avvertendo in anticipo di cosa sarebbe successo tutte le parti in gioco.
Così,
mentre Hinata tornava “a casa” per farsi
addobbare a festa in vista del suo matrimonio, una fiala di
“siero della morte
vivente” che Rock Lee aveva recuperato dalla sua serra (ma i
cattolici non
mandavano al rogo per stregoneria chiunque usasse le erbe a scopi
curativi, in
quel periodo?) nascosta al sicuro nel corsetto, Naruto e Sasuke, in
“piazza”,
facevano bella mostra di duellare fra loro in un tentativo di
“raddrizzare le
tue malsane tendenze verso il Nemico, Romeo!” come il biondo
stava affannandosi
a ribadire a gran voce: duello che sarebbe debitamente finito nella
“morte” di
Mercuzio, trascinato dal pronto Sai-Benvolio a casa in cerca di cure
ormai
inutili, e nella fuga di Sasuke da Verona per evitare la pena di morte
che il
Principe avrebbe sicuramente emesso.
Rosalina,
nel frattempo, sconvolta dall’atrocità cui
aveva appena assistito e totalmente pentita del suo breve attimo di
perdizione,
avrebbe fatto in modo di esser mandata al più presto
possibile a ritirarsi nel
monastero di Santa Chiara in Assisi… dove non sarebbe mai
arrivata. Hinata,
infine, da ottima Giulietta qual’era, si sarebbe strettamente
attenuta alla sua
“recita” da futura sposa fino al momento in cui
fosse andata a dormire la sera
prima del matrimonio, quando avrebbe bevuto il filtro che
l’avrebbe fatta
dormire profondamente come morta fino al momento in cui avrebbe
riaperto gli
occhi, la notte dopo, svegliata da un redivivo Mercuzio nella cripta
dei
Capuleti.
Era
un piano praticamente perfetto.
*
Come
in tutti i piani perfetti, però, doveva esserci
un intoppo, pensò Tsunade borbottando fra i denti nel
guardare storto l’intoppo
di turno: Karin.
La
rossa interprete della signora Montecchi non
sembrava essersi rassegnata al fatto di essere la madre del
perseguitato Romeo,
né a quello che questi sembrasse aver scelto
Rosalina… ed ecco perché, mentre
Sasuke si apprestava a fuggire dalla scena dell’omicidio con
un’espressione a
dir poco sconvolta (era proprio un ottimo attore) e le mani sporche del
sangue
del suo migliore amico appena trascinato fuori dal fido Benvolio, Karin
aveva
deciso di fare la sua comparsa piangente ed urlante soltanto per
ostacolare il
ragazzo in quella che avrebbe dovuto essere un’uscita di
scena rapida e poco appariscente.
“Romeo!”
aveva urlato con quanto fiato avesse in
gola, tanto per cominciare, gettandosi ad abbracciare le ginocchia di
Romeo
impedendogli il minimo movimento. “Figlio mio,
cos’hai fatto?!” gli chiese poi
urlando soltanto per continuare senza dargli nemmeno il tempo di
rispondere in
altro modo che non fosse rivolgerle un’occhiata a dir poco
assassina “Hai ucciso
Mercuzio, il cugino del Principe! O, Romeo, Romeo! Perché
hai fatto una cosa
così orribile alla tua povera madre?”
“Ma—”
tentò inutilmente di ribattere il ragazzo
mentre cercava di scuotersi di dosso Karin il meno violentemente
possibile, ma
venne prontamente bloccato dalla ragazza che gli lasciò
andare le gambe solo
per potergli immobilizzare le braccia in un altro ferreo abbraccio
materno. “Se
il Principe di Verona ti trovasse, Romeo!, sarebbe la morte per te, ed
io non
sopravvivrei!” urlò ancora, prendendo adesso ad
emettere alti gemiti mentre i
primi attori cominciavano a tornare ad invadere il palco e Sasuke
masticava
freneticamente imprecazioni riguardo l’imminente arrivo del
Principe.
“Appunto,
madre!, se mi lasciassi andare—” riuscì
a sibilarle fra un lamento e l’altro di
Karin, ottenendo il solo risultato di farle alzare il volume ancora di
più
mentre la “piazza” continuava a farsi non solo
più affollata ma anche
interamente attirata dalla scenata che stava avendo luogo.
“Lasciare andare la
mia unica gioia?! No, Romeo, mai! Io farò in modo che il
Principe—”
“Ma
non ti si è ancora seccata la lingua?” chiese
sarcasticamente una voce smaliziata alle loro spalle, e Tsunade vide
gli occhi
di Sasuke farsi letteralmente luccicanti di gratitudine mentre davanti
ad una
Karin dall’espressione sempre più inorridita
andava a pararsi un Suigetsu
Hozuki sfoggiante un ghigno particolarmente strafottente.
L’improvvisa
apparizione parve sconvolgere la
ragazza al punto che lasciò cadere le braccia sui fianchi,
liberando Romeo
dalla sua stretta intrappolatrice quanto bastava per farlo allontanare
di un
paio di passi… finché non si fu ripresa
abbastanza da accorgersene. “Sas— ROMEO!”
strillò nuovamente lanciandosi
verso di lui, che stavolta fu pronto a schivare la rossa proprio mentre
già le
sue braccia si chiudevano intorno al punto in cui avrebbe dovuto
trovarsi la
sua vita se fosse rimasto fermo. “Romeo, come puoi farmi
que—” iniziò ad urlare
nuovamente, solo per essere stavolta interrotta da Suigetsu che le
afferrò un
polso tenendola dov’era mentre Sasuke indietreggiava di altri
due passi in
direzione delle quinte, guardingo.
“Insomma,
moglie decerebrata!, non lo capisci che
così lo metti soltanto in pericolo?” le
sibilò poi il ragazzo passandole un
braccio intorno alla vita da dietro di lei nonostante le proteste
sgomente
della rossa mentre faceva segno all’altro di defilarsi in
fretta. Il moro
accettò il suggerimento al volo e, con un minimo cenno di
saluto verso il “padre”,
si precipitò a raggiungere le quinte proprio mentre
dall’altra parte del palco
iniziava a salire il Principe di Verona, Obito, pronto a condannarlo a
morte.
“No!
ROMEO!” continuò ad urlare Karin sempre cercando
di divincolarsi dalla stretta di Suigetsu, che adesso le aveva posato
una mano
sulla spalla per farla voltare verso di lui, “E’
tutta colpa tua, brutta specie
di—” prese ad urlare contro di lui una volta che si
fu effettivamente girata,
solo per ritrovarsi zittita da un dito di Suigetsu premuto contro le
sue labbra
che la ragazza sembrava molto propensa a mordere ma che venne
prontamente tolto
dal suo proprietario che dopo averle soffiato sulla bocca un
“Pensa anche un po’
a tuo marito, brutta stupida” chiuse la distanza che separava
i loro visi con
il secondo bacio in scena della recita.
Mentre
già dei fischi d’incoraggiamento partivano
dalla folla esultante, Tsunade, esausta, decise che arrivati a questo
punto
pretendere di far rispettare loro il regolamento scolastico sarebbe
stato
decisamente troppo faticoso, e si rassegnò quindi ad unirsi
alla folla urlante
mentre Karin, piazzato sul viso dell’altro uno schiaffo che
sarebbe bastato apparentemente
a fargli girare la testa per la successiva settimana, usciva di scena
chiamando
a gran voce Romeo.
*
La
“carrozza” che avrebbe portato a Mantova
Rosalina, che da lì sarebbe dovuta andare poi nel suo
convento, avanzava veloce
per la campagna, fiancheggiata da un’altra carrozza
completamente nera e
pilotata dal fido servitore di Romeo, Baldassarre (interpretato da un
ragazzone
grande e silenzioso di nome Juugo), e contenente Mercuzio e Giulietta,
quando
lo sportello cui era appoggiata Sakura si aprì di scatto
facendola saltare sul
posto con una mano sul cuore e da lì si arrampicò
nella carrozza un Sasuke dall’aria
stravolta che le impose con uno sguardo di tacere mentre chiudeva la
porta alle
sue spalle e si affrettava a prenderla fra le sue braccia prima ancora
di
riuscire a sedersi.
Mentre
guardava malinconicamente le due “carrozze”
sfrecciare a tutta velocità per le campagne inseguite da una
furiosa ed urlante
Karin, Kakashi si rese improvvisamente conto che quelli che aveva
finito per
considerare “i suoi ragazzi” erano ormai cresciuti,
che presto avrebbero finito
anche il liceo e che le loro strade, adesso, si sarebbero davvero separate dalla sua e
che—
Accanto
a lui, Itachi Uchiha esibiva un’espressione
intenerita, fiera e così dannatamente malinconica che doveva
stare per forza pensando alla
stessa cosa, e
fu quindi con un improvviso moto di totale affetto per il fratello
“apatico” di
quello che gli era stato il più caro fra i suoi studenti che
si ritrovò a
posare una mano sul braccio dell’uomo per attirare la sua
attenzione.
“Itachi…
le andrebbe un ramen?”
THE
END
“…e
così avete fatto senza di me…”
borbottava risentito
fra sé l’unico ragazzo rimasto sul palco mentre
gli ultimi spettatori
sciamavano fuori dalla palestra, gli occhiali scuri calcati sul naso ed
il cappuccio
della felpa ad adombrargli il viso, le braccia incrociate in una posa
di totale
disapprovazione mentre scuoteva la testa guardando torvo la porta da
cui tutti
erano usciti dimenticandosi del povero speziale di Mantova che avrebbe
dovuto
vendere a Romeo il suo veleno speciale e che era stato bellamente
scavalcato a
piè pari.
“Almeno
ci sei tu, eh, Akamaru?”sussurrò poi Shino
accarezzando
lievemente la testa di Akamaru, il cane che il suo amico Kiba gli aveva
chiesto
di controllare mentre finiva di cambiarsi in camerino, solo per vedersi
rispondere dallo scodinzolìo felice del bestione che si
voltò e corse incontro
al suo padrone, lasciandolo di nuovo solo sul palco.
“…ma
bravo.”