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Autore: Ophelia    12/10/2009    7 recensioni
"Sai, le braccia abbandonate in grembo senza una posa specifica, si limitò a continuare ad osservare la scena dall’esterno con il suo solito sguardo imparziale mentre il professor Hatake si sforzava d’ignorare la decima obiezione di Naruto Uzumaki da quando aveva iniziato ad esporre la sua proposta per il Festival. Personalmente, il ragazzo non riusciva proprio a capire cosa avesse da ridire il biondo: quale orribile catastrofe sarebbe mai potuta venir fuori dall’interpretare Romeo e Giulietta?" AU scolastica, NaruHina, SasuSaku, KarinGetsu e coppie varie *APPENA AGGIUNTA SPIN-OFF NARUHINA (26-10-2009)*
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa "cosa" nasce da una conversazione con un'amica a proposito di un'altra mia fanfiction su Naruto (quella con Amleto) e dalla rilettura del 15esimo volume di Fruits Basket (da cui è presa l'idea di fare una recita a trama totalmente storpiata).
Per una volta ho voluto provare a fare una cosa comica... non so se ci sia riuscita abbastanza.
In ogni caso questo è dedicato ad Hikaru e Selaven, con cui ho commentato incessantemente quanto scrivevo in tempo reale, a Laly che mi ha convinto a postarlo anche su EFP, a Reika senza la quale non avrei avuto quest'idea in primo luogo, a Rinoa e Delia (perchè non sia mai che Jiraya tralasci Oro-Kami e Tsunade!) ed a tutto il My only desire SasuSaku/SakuSasu Italian Official Forum ^.^

***

 Istituto Superiore Konoha Gakuen

20 ottobre 2009, un mese e tre giorni al Festival della Cultura

 

Il professor Hatake Kakashi, responsabile degli allievi della seconda e terza otto (gli studenti di terzo anno che avevano dato la propria disponibilità a collaborare al festival nonostante la preparazione per gli esami erano talmente pochi che unirli a quelli di seconda sarebbe stato l’unico modo di farli partecipare attivamente) per l’imminente Festival della Cultura, lanciò un’occhiata ostentatamente soddisfatta al palco che i due prodigi delle sue classi, Uchiha Sasuke e Hyuuga Neji, stavano appena finendo di allestire in mezzo alla palestra.

Quando gli era stato comunicato dal consiglio di classe che anche quest’anno sarebbe toccato a lui sovrintendere ai lavori per il Festival (dopo la disastrosa esperienza di Maid Café dell’anno precedente) aveva quasi creduto di essere sull’orlo di un esaurimento nervoso… Per sua immensa fortuna, invece, il suo vecchio amico Asuma, che aveva dovuto fare da sovrintendente quattro anni prima, aveva saputo suggerirgli una trovata a dir poco geniale: quest’anno se la sarebbe decisamente spassata, e senza nemmeno dover faticare troppo!

…ammesso che il suo piano andasse in porto.

Fu quindi con l’espressione più serena del suo repertorio che si avvicinò ai due capiclasse ancora armati di chiodi e martelli, sperando si facessero ingannare senza troppi problemi dal suo fare insospettabile.

“Buon—“

“MAESTRO KAKASHI!” “Sei di nuovo in ritardo!” lo accolse malauguratamente un coro infuriato a due voci prima ancora che potesse annunciare la sua presenza, e l’uomo sentì distintamente i preziosi minuti di preparazione psicologica impiegati per decidere la strategia da adottare crollare miseramente a terra. Ecco cosa si ricavava a ritrovarsi nella prima classe di liceo in cui si finiva ad insegnare dei ragazzini cui si fosse già insegnato alle elementari: perdita totale dell’autorità.

E meno male soltanto, si disse Kakashi mentre sorrideva imperterrito di rimando alle occhiate piene di biasimo di Naruto e Sakura, che Sasuke (l’unico, assieme a loro due, che l’avesse già avuto come insegnante) era così riservato, o avrebbe perso del tutto la faccia fin dall’inizio dell’anno.

*

Sai, le braccia abbandonate in grembo senza una posa specifica, si limitò a continuare ad osservare la scena dall’esterno con il suo solito sguardo imparziale mentre il professor Hatake si sforzava d’ignorare la decima obiezione di Naruto Uzumaki da quando aveva iniziato ad esporre la sua proposta per il Festival. Personalmente, il ragazzo non riusciva proprio a capire cosa avesse da ridire il biondo: quale orribile catastrofe sarebbe mai potuta venir fuori dall’interpretare un classico?

“Maestro, non puoi farci fare Romeo e Giulietta! È difficile, è troppo famosa, è..! E poi chi potrebbe mai fare Romeo?!” aveva preso a strepitare adesso, solo per ricevere in cambio l’ennesima occhiata esasperata da Kakashi mentre tutte le ragazze presenti in palestra si voltavano, chi palesemente, chi in modo leggermente più discreto,   invariabilmente in direzione di Uchiha Sasuke, che si limitò a prendere atto della cosa con uno dei suoi ben poco eloquenti ‘hn’.

Ovviamente Naruto non voleva proprio capire l’antifona, dato che Sai avrebbe potuto dire con certezza, nonostante stesse pensando a cosa dipingere sui fondali piuttosto che ascoltare le lamentele di quel buffone senza palle, di aver sentito quella stessa protesta almeno tre volte, seppure formulata con parole diverse. Ma insomma, cosa c’era che non andava in Romeo e Giulietta?

“E poi io voglio una cosa divertente, non una tragedia! Anche gli altri la pensano così, no? Kiba, Lee, Sasuke-teme! Non mi direte mica che volete recitare in quel piagnisteo, eh? …Sasuke..!” aveva preso ad incitare gli altri, adesso, sperando evidentemente in un supporto che si rifiutò di arrivare: Rock Lee era visibilmente troppo impegnato a guardare con aria sognante la Haruno per dargli retta e Inuzuka si limitò a grattarsi l’orecchio destro con aria molto incerta, mentre Uchiha continuò imperterrito ad ostentare la sua perenne aria corrucciata senza degnare l’amico nemmeno di un grugnito di risposta. Logicamente la cosa non parve andare a genio a Naruto, che prese a borbottare sconfitto qualcosa che sarebbe potuto passare per un “Figurarsi… primadonna del cazzo…” mentre tornava a sedersi con aria offesa e il professore riprendeva la parola con aria soddisfatta oltre il lecito.

“Se mi avessi fatto finire,” prese a dire alzandosi ancora una volta in piedi così da troneggiare sugli studenti seduti in circolo intorno a lui, evidentemente estasiato dalla prospettiva di una vittoria così facile, “avrei anche detto che vorrei ne metteste su una versione… un po’ originale.” Concluse quindi, riservando quello che sotto la mascherina anti-influenzale che portava perennemente incollata sul viso doveva essere un ghigno particolarmente divertito a Naruto.

Fu a quel punto che l’interesse di Sai venne risvegliato bruscamente, mentre Uzumaki schizzava ancora una volta in piedi (stavolta insieme a Sakura, causando così anche il risveglio del sopra citato Rock Lee) urlando frasi insensate come “Non ancora i tuoi librastri!” o “Se è modificato da te giuro—”, seguito da un brusio di fondo derivante dal resto della scolaresca lì riunita. Tanto per non cambiare, gli unici che ancora sembravano non aver nulla da ridire erano lo stesso Sai, Neji Hyuuga e Sasuke Uchiha.

*

“Ragazzi!” tornò a cercare di imporre la sua voce Kakashi dopo un paio di minuti di assoluta anarchia, internamente soddisfatto del suo palese successo. Perché, a questo punto, era ovvio il modo in cui sarebbe andata a finire.

“Non ho la minima intenzione di mettermi a modificare il testo di Romeo e Giulietta, per l’amor del cielo..!” esclamò sforzandosi di tenere a bada la risata che temeva potesse trasparire dalla sua voce, suscitando un sollievo presso che istantaneo in Sakura che, seduta proprio davanti a lui, negli ultimi minuti non aveva smesso per un solo secondo di lanciargli occhiatacce e velate minacce sillabando “Icha Icha” con un’espressione alquanto arcigna… Diavolo, ma davvero pensavano che avrebbe potuto organizzare una versione pornografica di Romeo e Giulietta? A scuola?! …ma per chi l’avevano preso i suoi alunni?

Non appena il silenzio tornò a regnare sovrano, accompagnato dagli sguardi ora curiosi della maggior parte dei suoi allievi (solo Naruto e Sakura continuavano a guardarlo decisamente sospettosi, mentre Sasuke sembrava star valutando attentamente le sue parole nel tentativo di prevedere la sua prossima mossa, ma Kakashi sapeva di potersela cavare senza problemi nonostante queste piccolezze), l’uomo si decise a schiarirsi la gola ed apprestarsi a spiegarsi sul serio.

“L’idea consiste in questo: tutti conoscono la storia di Romeo e Giulietta, tutti l’hanno vista rappresentata almeno una volta, e come diceva Naruto un attimo fa, nessuno di voi sarebbe in grado di interpretarla come davvero merita… giusto?” chiese lasciando pendere una pausa retorica dopo la sua ultima affermazione, nonostante Sasuke, Neji e Ino lo stessero ora guardando come se avessero voluto incenerirlo. Adolescenti presuntuosi…

“Perciò,” riprese dopo un attimo, certo di avere almeno l’attenzione degli altri ragazzi, “perché non movimentare le cose rendendolo uno spettacolo a lieto fine? Ovviamente dato che il festival è per gli studenti sarete voi a farlo: potete modificare la trama come volete, l’importante è che i personaggi siano coerenti col loro carattere così come Mastro Shakespeare li ha fatti.” Concluse tranquillamente Kakashi fermandosi qualche secondo a scrutare negli occhi tutti i suoi studenti uno per uno, dandogli giusto il tempo di realizzare fino in fondo cosa avesse appena detto e di iniziare a pensare a cosa controbattere prima di aggiungere “Oh, e ovviamente ventilerò l’ipotesi di portare a 10 il voto finale in letteratura inglese di chiunque riesca a rendere davvero realistico il suo personaggio. Buon lavoro e mi raccomando, usate la fantasia, ragazzi!” prima di girarsi ed uscire dalla palestra lasciando dietro di sé ben venti ragazzi a bocca aperta.

Successo totale.

*

 

Istituto Superiore Konoha Gakuen,

23 ottobre 2009, un mese al Festival della Cultura

 

“Spiegatemi di nuovo perché diavolo mi sono fatto fregare così!” borbottò per l’ennesima volta fra i denti Naruto, fermandosi a metà scena soltanto per guardare in cagnesco Sasuke e Neji che, impeccabili nei loro costumi e con le battute già imparate a fior di labbra nonostante fossero solo alla prima prova, aspettavano lui per finire la prima scena del terzo atto. Ovvero la scena della morte di Mercuzio, che Naruto interpretava. Per quanto il biondo gli risultasse del tutto incomprensibile il 99% del tempo, Sai fu costretto ad ammettere che stavolta poteva quasi avere anche lui le sue ragioni.

“Te l’ho già detto mille volte, testa quadra, l’unica speranza che hai di fare un lavoro quasi decente è interpretare un personaggio che ti somigli.” sibilò con aria feroce Sasuke, agitando la spada finta che teneva fra le mani in un modo che avrebbe terrorizzato praticamente chiunque… con la dovuta eccezione di Naruto, evidentemente.

“Ma  Mercuzio muore! E poi è un idiota…” tornò a protestare infatti quello, solo per ottenere un secco “Appunto” di risposta da parte di Sasuke ed un’occhiata rivolta al cielo di Neji Hyuuga, che pareva ormai rassegnato a dover subire quella tiritera ogni santa volta che iniziassero la scena… magari, pensò Sai, a un certo punto avrebbero deciso di abolirla pur di sbloccare la situazione. Sicuramente avrebbe rallegrato il finale se Mercuzio fosse sopravvissuto, no?

“E allora perché TU devi fare Romeo? Sdolcinato, romantico e delicato… sei totalmente fuori personaggio, teme!” riprese ancora il biondo, scegliendo volontariamente di non rendersi conto della spada di legno che continuava ad avvicinarsi pericolosamente a lui ad ogni rotazione che l’altro le facesse fare nel tentativo di sfogare la sua frustrazione.

“Perché si dice ‘recitare’ per un motivo ben preciso, Dobe. Viceversa, se dovessi comportarmi da me si chiamerebbe ‘Reality Show’.” Sillabò il moro ancora più scocciato, seccando sul nascere l’ulteriore protesta di Naruto (“Ma se mi hai appena detto—“) concludendo tronfio “Per TE non vale lo stesso, visto che non sei in grado di recitare.”

Per qualche secondo Sai, il fondale che stava dipingendo del tutto dimenticato davanti a quel divertente siparietto (doveva ricordarsi di proporre a Hyuuga di lasciarlo nella scena reale, decisamente… meno tragico di così..!), pensò che Naruto si fosse del tutto arreso ed avesse finalmente deciso di rassegnarsi alla morte del suo personaggio in silenzio, ma il biondo iniziò a borbottare di nuovo “Certo, Sasuke, come no… Dì che non vedevi l’ora di avere una scusa per fare lo svenevole senza rimetterci la reputazione…”

“Trovami una sola persona qui dentro in grado di fare un ruolo da protagonista meglio di me.” Fu la pronta risposta, condita da una buona dose di occhiate di fuoco rivolte al ragazzo da Neji Hyuuga. In effetti, l’unico motivo per cui quest’ultimo non avesse ottenuto la parte di Romeo era il fatto che fosse uno dei pochi ‘intrusi’ di terzo anno, e dunque il professor Hatake avesse preferito Sasuke, che era stato l’unico in grado di tenergli testa durante le audizioni… Sai immaginava dovesse bruciargli parecchio.

“Oh, certo!, dimenticavo che fare lo splendido tizio amato da tutto il cast femminile fosse un sacrificio così grande… Grazie per aver scelto di immolarti per noi, o—” aveva ripreso a blaterare il biondo, la spada di legno di Sasuke sempre più vicina ai suoi capelli arruffati, e Sai scelse deliberatamente di lasciar perdere quei tre per tornare a concentrarsi sul balcone di Giulietta. Tanto quella discussione sapeva per esperienza che sarebbe durata almeno un’altra mezzora, e ad Hinata ed Ino il balcone sarebbe servito il prima possibile per provare.  

“—e così riusciremmo ad evitare la tragedia, non capite?” stava dicendo nel frattempo la suddetta bionda, poco lontano da lui. Ecco, anche quella era una discussione che avrebbe preso una buona mezzora, riconobbe Sai sbuffando fra sé: da quando Ino Yamanaka, universalmente riconosciuta come groupie hard core di Sasuke a dir poco da anni, era riuscita ad ottenere la parte della Nutrice di Giulietta non faceva che cercare di convincere le altre (tutte o quasi sue acerrime rivali in amore) di quanto fosse giusto che Romeo ripiegasse sulla Nutrice anziché su Giulietta. “La Nutrice ha fatto tanto per loro..!”, “Guardate, in una scena anche Mercuzio lo dice che c’è qualcosa sotto!” e “Sentite, almeno non morirebbe nessuno…” erano solo alcune delle assurde motivazioni che aveva addotto negli ultimi due giorni per giustificare quella sua ancor più assurda proposta, e sembrava averne ancora a iosa da tirar fuori. Sempre che le altre ragazze, Giulietta a parte, non l’uccidessero prima…

Ecco, quella a parer suo era la cosa migliore di tutto lo spettacolo: la parte di Giulietta, come quella di Sasuke, era toccata alla rappresentante del suo sesso che risultasse più capace, senza tener conto di nient’altro… Nel caso di Giulietta, quindi, era toccato ad Hinata Hyuuga: l’unica ragazza di tutta la classe (di tutta la scuola, probabilmente!) che non avesse mai rivolto a Sasuke Uchiha uno sguardo più del necessario. Con delle premesse del genere, lo spettacolo non poteva che prospettarsi interessante, quanto meno… Sai insisteva col pensare che se avessero messo in scena “Le prove per Romeo e Giulietta” anziché “Romeo e Giulietta” non avrebbero potuto fare altro che guadagnarci.

 

*

 

Istituto Superiore Konoha Gakuen,

30 ottobre 2009, tre settimane e due giorni al Festival della Cultura

 

“Se la mia mano indegna profana questo santo altare, dolce peccato!,” iniziò a recitare Sasuke per la decima volta nel corso della mattinata, sfiorando in punta di dita la mano candida di Hinata dal suo posto nascosto dietro una finta colonna. Inutile specificare che il resto delle ragazze in scena, comprese Nutrice e Madre di Giulietta, non stessero facendo altro che lanciare occhiate letali come punte avvelenate verso la ragazza… Sai trovava più che logico che non si riuscisse a mandare la scena più avanti di così. “le mie labbra, due timidi pellegrini, sono pronte a blandire con un tenero bacio—”

“Buon pellegrino, voi troppo offendete la vostra mano che non fa che adempiere un atto di onesta devozione; i santi hanno mani che le mani dei pellegrini possono toccare, e l’appoggiare palma a palma è il bacio dei santi pellegrini.” Lo interruppe Hinata recitando la battuta tutta d’un fiato e guardandosi palesemente intorno, ovviamente intimidita dagli schieramenti di forze che andavano radunandosi intorno a loro sul palco. Seriamente, Sai era arrivato a provare una pena infinita per quella ragazza… e dire che nemmeno aveva mai dimostrato di essere interessata a Sasuke..! …a meno che non fosse stata semplicemente troppo timida per dimostrarlo, certo.

Sasuke, nel frattempo, infischiandosene altamente delle occhiate di fuoco che avevano ormai creato una sorta di barriera intorno a loro due, continuò con nonchalance a recitare le sue battute ostentando un’espressione seducente e continuando a disegnare cerchi con le dita sulla mano di Hinata, che tremava visibilmente quasi non vedesse l’ora di staccarsi da lui. “I santi non hanno labbra ed i pellegrini anche..?” mormorò poi questi in tono seducente avvicinandosi ancor più al viso della ragazza, incrementando almeno del doppio il numero di occhiate che le altre stavano rivolgendo loro. Certo che capiva la professionalità davanti a tutto, ma anche Sasuke era proprio uno—

“S-Si, ma queste le adoprano solo per propiziarci Iddio.” Balbettò la ragazza in risposta, scansandosi di colpo mentre il moro faceva per avvicinarsi ancora di più. Ormai tutta la sala respirava all’unisono, tutta concentrata su ciò stava accadendo fra quei due, comprese le costumiste ed i tecnici degli impianti audio e delle luci.

 “Oh… allora, cara santa,” continuò imperterrito il moro, riuscendo al terzo tentativo ad intrappolare il mento di Hinata fra due dita per tenerla ferma mentre continuava ad avvicinarsi ancora, “consentite che le labbra facciano quello che fanno le mani;” e ancora, “esse pregano, esauditele,” e ancora!, “se non—”

“A-aspetta!” urlò inaspettatamente Hinata, invece, facendo bloccare l’altro a pochi millimetri dalle sue labbra, un’espressione comicamente confusa dipinta in viso. Il resto della sala, neanche a dirlo, lasciò andare un sospiro di sollievo unanime. Decisamente, però, decise Sai, quella ragazza aveva davvero troppa paura delle altre, ma cosa pensava che le avrebbero—? “E’-è me-meglio… è molto meglio di no.” Concluse una volta che fu riuscita a smettere di balbettare, lasciando attonito il sedicente Romeo a guardarla come se fosse impazzita mentre lei si staccava del tutto dalla parete e da lui, voltandosi verso gli altri che la guardavano a tratti sollevati, a tratti confusi… a parte Naruto che le stava rivolgendo uno sguardo a dir poco estatico.

Scusa?” si ritrovò a sibilare irato Sasuke, troppo sconvolto dal rifiuto appena subito anche solo per voltarsi a guardare l’amico che adesso sghignazzava in tutta libertà alle sue spalle. Non era che fosse sconvolto da chi l’aveva rifiutato, ragionò Sai, dato che così come Hinata non aveva mai mostrato il minimo interesse per lui, nemmeno Sasuke era mai parso degnarla di più di un occhiata… probabilmente ciò che non gli tornava era proprio il fatto di essere rifiutato in sé. Lui, un Uchiha, Sasuke Uchiha..! Per di più durante le prove di una recita che non aveva scelto lui di fare e da una ragazza a cui non si sarebbe probabilmente mai avvicinato se non per motivi scolastici..! Decisamente, suppose Sai facendo inconsciamente un passo indietro verso il fondo della palestra, oggi non sarebbe stato bello incrociare da solo quell’Uchiha, proprio no.

Hinata, però, dalla sua posizione sul palco e nello spettacolo sarebbe stata a dir poco costretta ad affrontarlo. Sai si sentì, ancora una volta, decisamente in pena per lei: non avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico di trovarsi davanti Sasuke quando aveva la luna girata ed un’espressione del genere… eppure, sorprendentemente, ora che era riuscita ad allontanarsi da lui, Hinata sembrava mille volte più coraggiosa. Possibile che non le piacesse al punto da trovarsi davvero a disagio ad averlo così vicino..?! Per Sasuke si preannunciava un colpo ancora più duro, allora.

“Pensateci un secondo!” esordì voltandosi verso il vasto pubblico ancora per lo più silenzioso, nonostante le risatine persistenti di Naruto ed i primi “Pazza!”, “Ma che le prende?!” delle ragazze che iniziavano a rendersi conto di cosa esattamente Hinata avesse appena fatto. “Romeo e Giulietta è e deve restare un inno all’amore, certo, ma noi tutti sappiamo come va a finire… e il professor Hatake ci ha chiesto di dar loro un lieto fine, giusto?” esclamò passando freneticamente con lo sguardo da un viso all’altro, quasi potesse accertarsi solo vedendo le loro espressioni che tutti stessero seguendola. Se non altro, fu costretto ad ammettere Sai, anche i pochi mormorii nascenti erano stati subito zittiti da questo suo fare deciso.

Sasuke, evidentemente ripresosi dallo shock, aveva adesso preso a spostare velocemente lo sguardo da lei alle altre attrici del cast, quasi avesse già capito dove la ragazza volesse andare a parare e stesse progettandosi un’adeguata contro mossa. Lui e le sue macchinazioni..!…d’altronde, c’era un motivo se Sasuke Uchiha era sempre stato il primo della classe in qualunque materia.

“Non è giusto che Giulietta si pieghi ad un matrimonio combinato dalla sua famiglia, ovviamente, ma non è detto che se non ci fosse stato Romeo… insomma…” aveva tentennato un po’ Hinata, tornando a rivolgere lo sguardo su Sasuke soltanto pochi secondi, quasi volesse accertarsi di qualcosa prima di proseguire col suo discorso, “e poi Romeo è volubilissimo, ricordatevi che all’inizio era innamorato di—”

“EHI!” l’urlo che si alzò dalla sala, sebbene sollevato da una sola persona, fu più che sufficiente a mettere a tacere qualunque altro rumore, compresa la voce di Hinata che aveva parlato finora con tanto di microfono attaccato al colletto dell’abito; e la folla, acquistando via via un’ unanime smorfia impaurita, si affrettò a dividersi lasciando al centro della palestra un corridoio libero da cui a passo marziale e avvolta in un eccentrico abito dimesso che stava facendo ritoccare proprio in quel momento dalle costumiste comparve Ino Yamanaka, uno sguardo omicida piantato contro gli occhi di Hinata. “Sono d’accordo sullo scoppiare Romeo e Giulietta, Hyuuga, ma non sta a te decidere a chi affibbiare Romeo!” protestò a viva voce scuotendo la lunga chioma dorata in direzione di Sasuke, che pareva adesso ancora più assorto mentre si lasciava cadere su una delle sedie che avrebbero dovuto far parte della scenografia, mandando lo sguardo cupo da Hinata ad Ino ad un punto imprecisato della palestra, quasi stesse aspettando qualcosa.

Hinata, dopo essersi voltata inutilmente verso di lui quasi a cercare sostegno morale (“Idea tua, te la sbrighi da sola”, sembrarono invece risponderle gli occhi scurissimi ed assottigliati del ragazzo), lasciò andare un sospiro frustrato prima di tornare a parlare. “Non ne avevo minimamente intenzione, Yamanaka, stavo solo portando un esempio per—”

“Bene, allora siamo d’accordo.” La interruppe la ragazza senza dare il minimo cenno di essersene accorta, per poi girarsi del tutto verso Sasuke che ancora sembrava stesse riflettendo sul qualcosa che ancora mancava all’appello. “Questo significa che Romeo e la Nutrice—”

Qualcosa che non riuscì a restare nascosto più a lungo di così. “Ferma lì, Ino-pig!” si sentì infatti esclamare dal cuore della folla, che si divise un’altra volta per far passare, stavolta, Sakura Haruno, i corti capelli rosa stretti in un semplice chignon che le lasciava scoperto più del solito il viso pallido e gli occhi verdissimi ora atteggiati ad una smorfia piccata mentre avanzava verso la bionda. Sai avrebbe potuto giurare di veder brillare per qualche istante lo specchio nero-pece degli occhi di Sasuke a quella comparsa… ma avrebbe potuto benissimo essere una sua impressione, si affrettò a precisare fra sé.

Hinata, dall’altro lato del palco, si lasciò sfuggire un lieve sorriso imbarazzato all’indirizzo del protagonista di tutta quell’enorme farsa, che nel frattempo era tornato a scrutare la palestra con fare annoiato e la sua solita aria calcolatrice. Con la coda dell’occhio, poi, Sai si rese conto che anche la rossa interprete della Signora Montecchi, Karin, arrivata fin sotto il palco ormai affollatissimo, osservava la scena con malsano interesse.

“E tu che vorresti, Fronte Spaziosa? Il tuo personaggio ha preso i voti!” esclamò Ino con aria irritata, riservando alla sua migliore amica/rivale di sempre un’occhiata inteneritrice che l’altra ignorò accuratamente.

“Oh, per favore! Rosalina i voti non li ha ancora presi nella tragedia, e se proprio vuoi metterla su quel piano… bhé, il tuo personaggio è una vecchia sdentata, ti ricordo.” Ribattè infatti quella senza perdere un solo istante, con una decisa espressione di sfida che invitava chiaramente la bionda a sostenere il contrario.

“‘L’amore non ha età’, e noi qui dobbiamo parlare d’amore. Meglio di così..!” replicò quindi Ino, tornando a scuotere i lunghissimi capelli biondi con fare ammaliatore. “E poi, sarò anche una vecchia sdentata, ma resto molto più sexy di una suora piatta come una tavola… non credi anche tu, Sasuke-kun?” aggiunse infine in tono eccessivamente mieloso, lanciando uno sguardo implorante al moro che si limitò ad accigliarsi lievemente come gli scocciasse il venir messo in mezzo a quella particolare discussione.

“Sicuramente mai quanto me, Yamanaka.” Replicò tranquillamente dall’ombra del palco la voce che tutti riconobbero come quella di Karin mentre quest’ultima s’apprestava a raggiungere sul palco le sue due rivali. Hozuki Suigetsu, che avrebbe dovuto interpretare il padre di Sasuke e marito della rossa, si schiaffò una mano sulla fronte con uno schiocco tanto forte da far provare dolore addirittura a Sai, dall’altra parte della palestra.

Tu?! Ma se tu fai sua madre!” esclamò a quel punto Sakura, parandosi involontariamente a difesa del sex appeal della bionda. D’altronde erano pur sempre migliori amiche: nessuno poteva insultare Ino tranne lei..! Almeno, questo era ciò che Sai le aveva sentito ripetere almeno un milione di volte durante l’anno scolastico.

“Meglio ancora, no?” rispose senza battere ciglio la rossa, guadagnandosi le occhiate stupite di Sakura, Ino ed Hinata (addirittura Sasuke sbatté un paio di volte le palpebre quasi non fosse sicuro di aver sentito bene) cui si spiegò con l’aria di aver detto la cosa più naturale del mondo. “Differenza d’età spropositata, angst, adulterio e in più anche un bell’incesto… guardate che al momento vanno di moda!” si affrettò ad aggiungere davanti alle smorfie poco convinte degli altri.

Fu approfittando del momento di silenzio perplesso a quelle parole che Sasuke si alzò dalla sedia col fare regale di un imperatore appena sceso dal suo trono e si portò al centro esatto del palco conquistando nel giro di un solo secondo l’attenzione generale, nemmeno avesse un faro puntato addosso. Effettivamente non si poteva dire che nessuno fra di loro potesse fare l’attore protagonista quanto Sasuke Uchiha, decise Sai ripensando alla discussione che lui e Naruto avevano avuto a questo proposito la settimana prima. Decisamente.

“Sasuke! Tu sei d’accordo con me, vero?” prese a chiocciare a quel punto Karin, appoggiandosi con aria sognante al braccio del moro, che le rivolse uno sguardo a metà strada fra l’irritato e lo sconcertato prima di ribattere con un indifferentissimo “Non starmi così appiccicata… madre.” Che lasciò la rossa a bocca aperta e Suigetsu, fra la folla, a ridere a squarciagola soddisfattissimo.

Hinata quindi, approfittando del momento di confusione causato dallo scambio di battute, tornò finalmente a prendere la parola. “Io credo che dovremmo decidere tutti insieme come far evolvere la storia… l’importante è che finisca bene e che ci siano degli innamorati, ma sta a noi decidere tutto il resto, e dobbiamo farlo insieme. Quindi, Sasuke-san… hai un’idea a riguardo?”

L’attenzione della sala, ancora una volta, fu attratta tutta da quella calamita per il pubblico che era Uchiha Sasuke, che dopo aver rivolto uno sguardo a dir poco incandescente ad Hinata (un rifiuto pubblico evidentemente bruciava a prescindere dal contesto) si portò sul bordo del palco e scrutati uno per uno i volti dei suoi compagni di classe iniziò a parlare. “…si, ce l’ho un’idea, quella che considero l’unica alternativa accettabile. E se Romeo in realtà fosse semplicemente un giovane lupo solitario la cui unica ossessione e consolazione è…”, e qui fece calare una lunga pausa che impiegò per tornare a far scorrere lo sguardo sulle ragazze sul palco, tutte (tranne Hinata) che pendevano ormai dalle sue labbra, “…la Vendetta?”

Per la seconda volta in vita sua, vedendo una ciotola di Ramen istantaneo partire dalla folla e centrare il moro esattamente in faccia accompagnata dalle proteste di tutti gli occupanti della palestra, Sai si ritrovò perfettamente d’accordo con Uzumaki Naruto.

*

 

Istituto Superiore Konoha Gakuen

9 Novembre 2009, due settimane al Festival della Cultura

 

“Sakura-chan… secondo te cos’ha Sasuke che non va?” sussurrò Naruto, seduto fra Sai e Sakura, mentre guardavano Sasuke e Shino Aburame (che interpretava lo speziale) provare per la prima volta la prima scena del quinto atto. La ragazza parve prendere in considerazione la domanda per qualche secondo appena, prima di rispondere dubbiosamente un “…nulla?” che si guadagnò dal biondo un infuriato “Ma insomma, guardalo!” cui rispose con un deciso “Nulla.” di conferma dopo aver scandagliato a fondo la figura indisponente dell’Uchiha che, sul palco, si apprestava a comprare del veleno con cui vendicarsi del Principe di Verona (…si, alla fine aveva vinto lui. Romeo era diventato un Vendicatore.).

Il biondo sbuffò stizzito, incrociando le braccia  e rivolgendo all’amica uno sguardo a dir poco incandescente prima di tornare all’attacco. “Dico sul serio! Romeo il Vendicatore? Quello deve avere qualcosa che non va in testa, te lo dico io! Questa sua ossessione non è sana…”

“Bhè, tu sei morto.” Ribattè Sakura senza fare una piega, sempre concentrata sui movimenti del moro in scena. “Pensavo saresti stato contento: Sasuke getta la sua maschera da freddo insensibilone indifferente agli amici e vendica la tua morte…” concluse poi, guadagnandosi stavolta un’occhiata a dir poco esasperata.

“…Sakura, Sasuke è quello che voleva far vendicare Romeo per esser stato rifiutato da Rosalina prima ancora del primo atto, prima di accorgersi che avrebbe avuto un buon pretesto per farlo dopo.” replicò quindi stizzito, mettendo su una smorfia indispettita che si sarebbe potuta attribuire soltanto ad un bambino geloso. “E poi continuo a non capire perché devo morire io.”

“Perché fai Mercuzio e perché anche tu hai la tendenza a metterti in mezzo quando non dovresti, ecco perché.” Fu la pronta risposta, pronunciata ancora una volta senza il minimo battito di ciglia mentre gli occhi verdi di Sakura restavano incollati alla figura di Sasuke che aveva appena sollevato la fialetta offertagli da Aburame con aria pensosa. “E poi vedi di prenderla con filosofia… tu muori per proteggere il tuo migliore amico, io scompaio dalla scena dopo aver respinto il mio unico vero amore eppure non mi vedi lamentarmi quanto te.” Aggiunse poi stringendo labbra e pugni visibilmente amareggiata, tanto da guadagnarsi uno sguardo comprensivo e dispiaciuto addirittura da quel tonto insensibile di Uzumaki.

Sasuke, da parte sua, sembrò quasi averla sentita: si voltò infatti a guardare in direzione dei suoi due migliori amici di sempre con dipinta sul viso un’espressione che Sai reputava del tutto indecifrabile e che sarebbe stata molto più appropriata sul vero Romeo del primo atto.

…d’altronde, che Sasuke Uchiha era un protagonista nato nessuno avrebbe potuto mai negarlo.

E Sai suppose di non essere l’unico ad averlo pensato, dato che Sakura, a un posto di distanza da lui, gli era sembrata arrossire vistosamente mentre continuava a guardare impietrita il ragazzo che a sua volta continuava a fissare il vuoto dietro di lei con aria… nostalgica, si. ‘Nostalgica’ poteva essere la parola adatta.

Fu solo quando il moro tornò a rivolgere l’attenzione a ciò che stava accadendo sulla scena (avrebbe dovuto spiegare con poche battute da loro appositamente scritte il suo proposito di vendicarsi del Principe di Verona per averlo bandito dalla città togliendogli il diritto di vendicare la morte del suo amico Mercuzio) che Sakura si azzardò ad abbassare lo sguardo sulle mani che adesso si torceva in grembo ed a tornare a respirare normalmente, provocando una sfilza di domande insistenti del biondo accanto a lei che rimasero miseramente senza risposta.

 

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Istituto Superiore Konoha Gakuen.

18 Novembre 2009, cinque giorni al Festival della Cultura

 

“Per l’ennesima volta, Ino: la nutrice non esce in giardino, né ora né mai!” sbuffò con aria rassegnata Shikamaru Nara, scelto all’unanimità come regista (non che dovesse fare poi molto, in realtà: si limitava semplicemente ad opporsi alle assurdità di una certa nutrice, qualora presenti) oltre che interprete del padre di Romeo. La ragazza roteò gli occhi verso il cielo, lanciandosi in una lunga filippica sulla faziosità di certe persone mentre a lui non restava che borbottare uno dei suoi soliti ‘Che seccatura.’ rassegnati. Sai, seduto accanto a lui (le scene con Benvolio le avevano già provate tutte, poteva ben permettersi di osservare gli altri… Naruto, che interpretava Mercuzio, d’altra parte, nonostante avesse già provato tranquillamente la sua scena all’inizio dell’atto secondo stava ancora rigirandosi il copione fra le mani con aria sconvolta ripetendo frasi sconnesse che suonavano come “Non posso dire certe cose di Rosalina..! Sakura-chan mi ucciderà!”), si limitò a scuotere le spalle con aria indifferente. Ogni volta che provavano quella scena, ovviamente, le proteste della bionda erano d’obbligo: e se l’aveva osservata bene, qualcosa gli diceva che ancora non fosse lontanamente vicina a finire il suo monologo.

“—Uno scansafatiche insensibile e fannullone come te!” stava infatti urlando la ragazza agitando le braccia neanche stesse per spiccare il volo, e Sai temette quasi che iniziassero a spuntale serpenti dalla nuca… Che orribile immagine mentale. “Ma io dico, ti rendi conto?! Romeo e Giulietta è una tragedia che parla d’amore. D’amore, capito?! E noi, invece, cos’è che abbiamo? Una Giulietta senza amante e un Romeo— un Romeo—! Ah, ma che ne parlo a fare con voi, mi chiedo?!” concluse poi, tagliando il discorso per mancanza di termini sufficientemente offensivi, supponeva Sai, solo per essere incredibilmente spalleggiata da Karin, sopraggiunta per l’occasione con un’espressione furente (“Ecco che ci risiamo…” mormorò Akimichi Choji alla sua destra, e Sai fu quasi certo di riconoscere la voce di Hozuki Suigetsu mentre qualcun’altro prendeva a lamentarsi in termini sempre meno educati). “La sciacquetta ha ragione!” abbaiò Karin all’indirizzo del regista mentre accanto a lei Ino, ignorando per la prima volta in due anni di scuola l’insulto della rossa, annuiva freneticamente. “Qui deve esserci una storia d’amore, e possibilmente una piena di angst! Ecco perché io—” continuò poi infervorandosi finché venne interrotta dalla bionda accanto a lei, che aveva improvvisamente smesso di annuire per riservarle uno sguardo dolorante e tradito.

“No, aspetta! Tu che cosa?!” sbraitò quest’ultima all’indirizzo di Karin che rispose con un risolino sprezzante da cui ebbe origine una nuova ondata di proteste che le portò sul punto di scatenare una rissa vera e propria. Shikamaru, sempre più scocciato, si limitò a gettare un’occhiataccia a Sasuke Uchiha, vera origine di tutte quelle seccature, che continuò impassibile a starsene nel suo angoletto sul palco apparentemente immerso nei suoi pensieri.

“Ragazze…” intervenne disperatamente Hinata dall’alto del suo balcone, sfoggiando il tono di voce più accomodante che avesse “…ne abbiamo già parlato, la nota romantica resterà, ma—”

Tono di voce che non servì minimamente a risparmiarle le occhiate furenti di Ino od il ringhio di Karin, però.

“’Resterà’, Hyuuga? Resterà dove?!” sbottarono le due quasi all’unisono, costringendo la mora ad indietreggiare leggermente di riflesso. Fu a quel punto che Sakura si piazzò davanti a quest’ultima con un’espressione a dir poco furiosa. “Adesso finitela!, tutt’e due!” urlò infatti a gran voce posizionandosi a difesa della ragazza quasi fosse pronta a scattare all’attacco, lo sfarzoso abito rosso di velluto oltremodo fuori luogo in quella posa da perfetta guerriera amazzone.

Sai fu quasi certo di aver visto l’espressione di Sasuke rischiararsi per qualche secondo, quasi avesse risolto qualcosa che lo aveva crucciato fino ad allora, ma ben presto dovette abbandonare le sue speculazioni per tornare ad osservare ciò che gli stava accadendo davanti.

“Ma che diavolo avete in testa?!” aveva preso ad urlare ancora più forte Sakura, con Ino e Karin che la guardavano perplesse diventare sempre più rossa di rabbia in viso. “State praticamente mangiando l’unica persona che si stia spremendo un minimo le meningi per seguire le istruzioni di Kakashi, e per cosa? Per decidere chi ‘vincerà’ Sasuke durante una maledettissima recita! Ma, dico, siete impazzite?! State riducendo uno spettacolo meraviglioso in una stupida gara dove puntate a ‘vincere’ il ragazzo che sostenete di amare neanche fosse un trofeo!, e voi osate parlare di romanticismo?!” continuò imperterrita, passando lo sguardo carico di disapprovazione da Ino, che sembrava ora ragionevolmente mortificata, a Karin, che stava giocando con la montatura dei suoi occhiali in un gesto palesemente imbarazzato, per poi sospirare e riprendere a parlare con voce tremante, anche se Sai non avrebbe saputo spiegarsi il perché. “Cos’è, se Giulietta non è innamorata ciecamente di Romeo dopo avergli detto due parole in croce allora non vale niente? Dovrebbe innamorarsi di lui solo perché è il protagonista, magari?! Non ha il diritto di innamorarsi davvero? Diamine!, pur di avere via libera con Sasuke ed un matrimonio in scena riuscireste—!”

“Il matrimonio non è l’unica manifestazione dell’amore, sebbene ne sia una straordinaria conseguenza: il romanticismo viene troppo spesso frainteso… L’amore deve essere reinventato.”

Le quattro ragazze sul palco, a bocca aperta come tanti pesci (e se non fosse stato anche lui più che sorpreso di aver sentito rispondere quella voce, Sai gliel’avrebbe fatto immediatamente notare nonostante l’alto rischio di schiaffi), si voltarono lentamente in direzione di Sasuke, che aveva parlato sicuro interrompendo la sfuriata lacrimosa di Sakura.

“Bhé, che c’è?” chiese questi sollevando un sopracciglio, stizzito, davanti alle espressioni sconvolte dell’intero quartetto femminile e di quasi tutti gli occupanti della palestra riadattata a teatro. “E’ la mia battuta, no?” concluse quindi con uno sbuffo particolarmente piccato, passando deliberatamente oltre le ragazze per scendere dal palco e sbattendo fra le braccia dell’amica il copione che si era rigirato fra le mani fino a qualche secondo prima con un secco “Sistemalo tu.” prima di uscire definitivamente dalla stanza.

Per qualche secondo un silenzio imbarazzato regnò sovrano sul palco, finché Ino e Karin si voltarono a parlare con Hinata, stavolta decisamente più pacate, mentre Sakura raggiungeva l’armadio dove tenevano tutte le attrezzature di scena, proprio accanto a Sai e Shikamaru, con in mano il copione di Sasuke e sul viso un’espressione pensosa.

“Sakura-chan, cos’hai?” Sai sentì Naruto chiederle con il suo solito vocione squillante solo per ottenere in risposta un suono come d’aria risucchiata improvvisamente ed un “Ma quella battuta..!” dalla rosa. Voltandosi a guardarli, poi, vide distintamente la ragazza voltarsi come in cerca di qualcosa o qualcuno (Sasuke?) mentre il biondo si grattava la testa con fare confuso. “Ma perché pensi che abbia—?” stava chiedendo Naruto, ma il resto della domanda fu inghiottito dalla voce acutissima di Karin, che costrinse Sai a tornare a monitorare il palco, giusto in caso si fosse arrivati ad una seconda quasi-rissa fra ragazze. Akimichi, Nara e Hozuki avevano tutta l’aria di qualcuno a cui non sarebbe affatto dispiaciuto assistervi.

“Ci sarà pure qualcuno..!” stava dicendo la rossa scuotendo la testa, mentre Ino passava docilmente le mani fra i capelli lunghi e nerissimi di Hinata facendo del suo meglio per ri-acconciarli in modo ancora più complicato e la ragazza in questione arrossiva leggermente sulle gote, lo sguardo basso. “S-si, qualcuno in effetti ci sar—” aveva appena iniziato a rispondere, quando Ino la interruppe battendo le mani estasiata. Evidentemente, pensò Sai, del discorso di Sakura e di ciò che aveva detto Sasuke non avevano capito un tubo… era già tanto che fosse servito semplicemente a far cambiare loro metodo di convincimento. “Hinata, tu devi dirglielo!” aveva preso a cinguettare a volume esageratamente alto Ino con Karin che si univa agli urletti insistenti della compagna e rivale, e con la coda dell’occhio Sai riuscì a vedere la mora dirigere lo sguardo imbarazzato verso Naruto che, alle sue spalle, continuava a grattarsi la testa con l’aria di uno che non stesse capendo assolutamente nulla di quanto stava accadendogli intorno.

Forse non era sempre vero che “L’apparenza inganna.”

 

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Istituto Superiore Konoha Gakuen,

23 Novembre 2009… FESTIVAL DELLA CULTURA

 

Itachi Uchiha attraversò la soglia dell’immensa palestra del Konoha Gakuen del tutto preso nel costringersi a trattenere il sorriso che minacciava di esplodergli sulle labbra alla minima distrazione… suo fratello Sasuke non lo avrebbe mai perdonato se avesse pensato che stava ridendo di lui. Mai e poi mai… quel ragazzo sapeva essere così rancoroso..!

Fu così che l’uomo si costrinse a trattenere persino l’espressione interrogativa che stava per spuntargli spontaneamente sul viso nel vedere l’ambigua insegna “Come Romeo e Giulietta” troneggiante sul palco su cui di lì a poco si sarebbe esibito il suo fratellino, ostentando con la folla di persone intorno a lui lo sguardo più indifferente che gli riuscisse.

Accanto a lui (il biglietto che Sasuke gli aveva eloquentemente lasciato in bella mostra sulla scrivania pur senza dirgli nulla era numerato… quest’anno i ragazzi non avevano lasciato davvero nulla al caso per il Festival) il professor Hatake lanciava al palco occhiatine a tratti sornione e a tratti nervose, come se non sapesse minimamente cosa aspettarsi, mentre la mora assistente della preside Tsunade, una ragazza dai capelli corti che gli sembrava si chiamasse Shizune, si aggrappava al suo braccio cercando palesemente di farsi dare anticipazioni sulla materia dello spettacolo, che l’uomo dai capelli grigi si limitava a cercare di eludere con frasi quali “Sarà una sorpresa.” o “Ti piacerà, vedrai!”. Evidentemente Hatake Kakashi non doveva aver fatto proprio tutto il suo lavoro, supponeva Itachi, ma si astenne da ulteriori considerazioni a riguardo perché il suono stridulo di un microfono regolato pessimamente frantumò il silenzio nella sala, portando l’attenzione generale sul palco su cui si affrettò a comparire quello che solo a stento riconobbe come suo cugino Obito, gli occhi scuri nascosti come al solito da un enorme paio di occhiali arancioni.

Itachi si sforzò di rimanere totalmente inespressivo davanti al balbettio imbarazzato del ragazzo, che aveva palesemente l’aria di uno che avrebbe preferito trovarsi in qualunque altro posto meno che su quel palco, ma si lasciò invece sfuggire un risolino ironico nell’osservare con la coda dell’occhio il professor Kakashi sbattersi rumorosamente una mano sugli occhi mentre Obito inciampava nel sipario tornando dietro le quinte dopo aver proclamato (a modo suo) il solito coro concernente le “due casate rivali, pari entrambe per dignità, etc. etc.”.

Forse sarebbe stata davvero la solita, vecchia, trita e ritrita recita su Romeo e Giulietta.

 

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Quando vide sul palco i fratelli Gaara e Kankuro iniziare ad accapigliarsi con TenTen, tutti presi nelle loro parti di servitori (la ragazza per i Montecchi e gli altri due per i Capuleti), Kakashi fu sicuro che i suoi alunni non avessero capito un tubo di ciò che aveva cercato di fargli fare lui. Insomma, stava andando tutto esattamente come nel dramma, per ora: l’incontro fra i servitori delle due casate rivali, la conseguente rissa, l’arrivo improvviso di Neji-Tebaldo e Sai-Benvolio che stavano entrando sul palco adesso, il duello (dovette però ammettere che vedere un Neji Hyuuga decisamente furibondo pronunciare il suo “Pace? Odio quella parola come odio l’inferno, tutti i Montecchi… e te.” Fosse una delle cose più inquietanti cui avesse mai assistito), l’arrivo del Principe-Obito e la sua predica sul cessare delle ostilità, l’arrivo dei coniugi Karin e Suigetsu Montecchi e la loro preoccupazione per il figlio (…anche se Karin sembrava preoccupata un po’ troppo morbosamente per una semplice madre… molto inquietante anche questo, decisamente), l’amichevole chiacchierata (e questa cosa non era meno inquietante delle precedenti) fra Sai-Benvolio e Sasuke-Romeo…

Certo, non che si potesse davvero lamentare, concesse l’uomo con un sospiro mentre Shizune si stringeva ancor di più al suo braccio destro: almeno avevano fatto tutto da soli e lui aveva potuto concedersi il suo meritato svago… però avrebbe preferito vedere qualcosa di divertente, in effetti.

Vero era che i ragazzi stavano riuscendo nel farlo passare per un uomo sensibile, romantico ed oltremodo dolce già soltanto per il fatto che stessero facendo Romeo e Giulietta; cosa che le donne del corpo insegnanti sembravano apprezzare alquanto, se il modo in cui Shizune lo stava praticamente stritolando era almeno in parte indicativo.

Un ‘mph’ fin troppo familiare alla sua sinistra lo distrasse però dalla sua dolce compagnia, attirando l’attenzione sul sempre silenzioso Itachi Uchiha che aveva preso a ghignare un po’ meno silenziosamente del solito nel vedere suo fratello, sul palco, annunciare che sarebbe andato alla festa dei Capuleti solo per “deliziarsi della contemplazione del suo Amore”… effettivamente Kakashi fu costretto ad ammettere che era una cosa alquanto bizzarra da sentire uscire dalle labbra di Sasuke, specialmente se riferita alla ragazza che da anni non faceva che sperare in una situazione del genere apparentemente senza successo… forse era stato crudele da parte sua far fare Rosalina a Sakura, dovette ammettere Kakashi fra sé. Permetterle di rappresentare il più grande sogno del suo amato Sasuke— solo per essere rimpiazzata da Hinata dopo nemmeno un intero atto.

Basta, dopo lo spettacolo avrebbe portato Naruto, Sakura e Sasuke a cena fuori per consolare una e premiare l’altro, era deciso.

 

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Jiraya, il professore di Giapponese Antico, seduto fra la Preside Tsunade ed il professore di Chimica e Biologia, Orochimaru, ebbe la distinta impressione di sentire un fiotto di sangue bollente schizzargli su per il naso nel momento in cui “la vecchia nutrice di Giulietta”, la bellissima Ino Yamanaka, salì sul palco indossando una versione molto, molto, molto succinta del classico vestito sciatto che avrebbe dovuto indossare. Tsunade, al suo fianco, non parve essere affatto soddisfatta del cambiamento stilistico ma si limitò a stringere i pugni e digrignare i denti in direzione della studentessa mentre Orochimaru, seduto dalla parte opposta, si lasciava andare ad un ghigno divertito.

Il ringhio di Tsunade si fece ancor più profondo quando la bionda prese a ridere sguaiatamente delle sue stesse allusioni maliziose, proprio come la vera Nutrice avrebbe dovuto fare, ma con un’espressione ammiccante che—

Jiraya decise di tenere gli occhi chiusi fino alla fine della scena, o qualcosa gli diceva che la Preside gli avrebbe fatto MOLTO male.

 

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“Datemi una torcia: col buio che ho dentro, è meglio che io tenga il lume.” vide suo fratello proclamare sul palco con una smorfia depressa tanto convincente che ad Itachi il cuore si strinse a livelli improponibili persino per una qualsiasi delle numerose fan di Sasuke. “Voi avete scarpini da ballo con l’anima leggera: io ho un’anima di piombo, sono costretto a terra, e non posso muovermi.”

“Tu sei un amante: fatti dare da Cupido le ali e levati sopra noi comuni mortali!” sentì quindi il suo migliore amico di sempre, Naruto, esclamare con un’aria talmente da Naruto (a cui Sasuke rispose con una delle sue occhiate più gelide) da costringere Itachi non solo a tornare nuovamente a respirare in modo normale ma addirittura a trattenere le risate. Decisamente Naruto si era rivelato una scelta più che azzeccata per Mercuzio… Itachi era sicuro di non aver mai visto nessuno blaterare di sogni e regine delle fate con tanta convinzione, nemmeno durante un vero spettacolo.

E Sasuke, ovviamente… Sasuke era a dir poco perfetto: se non avesse conosciuto meglio suo fratello, Itachi ne sarebbe stato addirittura sorpreso… invece si limitò a distendere lievemente le labbra in un sorriso intenerito, tanto piccolo che nessuno potesse accorgersene, tutto preso nell’attesa dell’arrivo di una certa persona mentre ascoltava il suo adorato fratellino delirare a proposito di presagi e cattive stelle.

Qualcosa sarebbe sicuramente cambiato.

 

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Fu a metà della quinta scena nel primo atto: la festa dei Capuleti, a cui Romeo-Sasuke, Benvolio-Sai e Mercuzio-Naruto erano riusciti ad imbucarsi, era al suo culmine; Romeo aveva visto (e sospirato inutilmente per) Rosalina-Sakura (che contrariamente a qualunque copione sembrava stesse struggendosi anche lei dal desiderio di smettere di ignorare la sua corte); Giulietta-Hinata era a pochi passi da lui che l’avrebbe vista, illuminandosi!, le avrebbe preso la mano, le avrebbe parlato e—

niente bacio.

 Orochimaru riuscì a stento a trattenere una grassa risata di scherno nel vedere l’espressione sognante di Tsunade (ebbene si, anche lei era una pura anima romantica, sotto quella scorza da dura… e lui e Jiraya lo sapevano più che bene) crollare miseramente mentre il moro si limitava a portare Hinata in giardino permettendole di confidargli, almeno in parte, le sue pene giustificandosi con il pretesto di “aver riconosciuto in lei il suo stesso sguardo”.

Effettivamente, fu costretto a precisare mentalmente Orochimaru mentre il sipario calava sulla separazione fin troppo amichevole fra i due, non si poteva dire che lui fosse stato meno sorpreso della vecchia amica… possibile che dei liceali fossero tanto bacchettoni da censurare addirittura un bacio?!

 

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 “Ehilà, Romeo! Folle, appassionato, innamorato, compari sotto la forma di un sospiro! Rispondi con un verso e sarò pago…” prese ad urlare il biondo appena salito sul palco accompagnato dal ragazzo che interpretava Benvolio, subito interrotto da quest’ultimo che doveva aver capito dove la cosa si stesse pericolosamente dirigendo.

“Se ti sente, s’infurierà!” gli bisbigliò infatti di rimando quello, afferrando un braccio di Naruto come se questo potesse servire a trattenerlo più del suo avvertimento, che il ragazzo ignorò bellamente riprendendo invece a strillare: “Romeo! Io t’invoco per gli splendenti occhi di Rosalina, per la sua fronte spaziosa e le sue labbra scarlatte; per il suo bel piedino, la gamba dritta, la coscia fremen—”

Uno scroscio di risa irruppe dall’intera sala quando Sasuke, che era appena ri-entrato in scena per intrufolarsi nel giardino dei Capuleti, deviò invece il suo percorso in modo da arrivare alle spalle di Naruto per sbattergli in testa la spada di legno che portava al fianco con tutte le sue forze, ma Itachi si ritenne orgoglioso di se stesso per essere riuscito a trattenersi addirittura fino a quando il fratellino, inspiegabilmente arrossito leggermente sulle gote, una volta masticato uno sprezzante “Stupida testa quadra” afferrò per un braccio Benvolio e lo trascinò via dal palco lasciando un Mercuzio più che stordito ad entrare accidentalmente in quello che avrebbe dovuto essere il Giardino dei Capuleti, dove un’ignara Giulietta stava già aspettando il suo cavaliere affacciata al balcone, prima di mettersi a piangere dalle risate.

L’aveva sempre detto, lui, che il suo fratellino era un tipo irragionevolmente geloso.

 

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Fu il sospiro di Hinata a far rendere conto a Naruto-Mercuzio dove diamine fosse effettivamente finito, di questo la professoressa di sociologia Yuuhi Kurenai era totalmente ed inequivocabilmente certa. Così com’era totalmente certa del fatto che la povera ragazza, del tutto impreparata a vedersi arrivare il ragazzo dei suoi sogni (si, si era accorta praticamente anni prima di quello che Hinata provava per il biondo… chiunque avesse un minimo di spirito d’osservazione ci sarebbe arrivato!) davanti in una situazione del genere, e ne era una prova il fatto che, adesso che il biondo aveva alzato lo sguardo su di lei senza avere la minima idea di come far proseguire la scena, addirittura Hinata, l’unica ragazza che era riuscita a meritarsi il ruolo di protagonista durante le audizioni per la sua innegabile bravura, sembrava aver perso totalmente la bussola.

Passarono pochi secondi in un silenzio pregno di aspettativa, prima che la ragazza si decidesse finalmente a sbloccare la situazione pronunciando la sua battuta più adattabile alla situazione: “C-chi sei tu, che… che nascosto così nella notte inciampi nei miei più segreti pensieri?”

La donna si ritrovò a sorridere intenerita, un braccio di Asuma seduto accanto a lei avvolto intorno alle sue spalle con naturalezza, nell’osservare il biondo sul palco, fino a pochi secondi prima apparentemente impacciato e visibilmente insicuro, prendere coraggio mano a mano che Hinata continuava caparbiamente a recitare le battute che avevano modificato ad hoc per Sasuke adattandole alla nuova situazione via via che la scena proseguiva.

L’aveva sempre saputo che sarebbe bastato che Hinata si esponesse un po’ per sbloccare entrambi.

 

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Il ragazzo dalle sopracciglia folte che interpretava Frate Lorenzo era fin troppo zelante per il suo ruolo, decise Itachi guardandolo accogliere Sasuke nella sua cella nemmeno fosse stato una celebrità, pronunciando una media di quindici parole al secondo farcite abbastanza bizzarramente di espressioni totalmente fuori luogo quali “ardore della giovinezza”, “loto fiorito due volte” e cose simili. Che strano ragazzo.

“Quale preoccupazione ti fa lasciare così presto il tuo letto?” si decise finalmente a concludere il suo delirante discorso, convinto probabilmente dallo sguardo glaciale che Sasuke gli aveva rivolto al suo tentativo di abbracciarlo. “O, se ciò non è, allora di certo indovino se dico che… il nostro Romeo non si è coricato questa notte.”

“Quest’ultima è la vera, ma il mio riposo non fu meno dolce.” osservò Sasuke ribattere perfettamente calato nella sua parte, pronto a spiegare della festa dei Capuleti e di—

“…Sei stato con Rosalina?”

Mentre tornava a lottare con se stesso per non scoppiare a ridere nel guardare Sasuke arrancare nel suo resoconto dei discorsi anti-matrimoni combinati che doveva aver avuto con Giulietta durante la festa, Itachi fu mortalmente certo di non aver mai visto suo fratello tanto imbarazzato in tutta la sua vita.

 

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Stavolta, quando la Nutrice apparve con il pretesto di fare un favore alla sua pupilla e la palese intenzione di sedurre Romeo (e praticamente qualunque uomo sano di mente fosse presente in sala), Jiraya riuscì a farsi trovare talmente tanto preparato da riuscire a sorreggere addirittura lo sguardo glaciale di Tsunade e le risate schernitrici di Orochimaru senza abbassare la fronte, così come un vero guerriero avrebbe dovuto fare… per i primi due minuti.

Peccato per la sua immagine di uomo stoico ed integerrimo (che comunque non avrebbe ingannato nemmeno la più sprovveduta delle matricole) che Ino avesse deciso di passare alle “maniere forti”: in meno di un minuto sul palco aveva già sbottonato un altro bottone della camicia lamentandosi per il caldo (il povero Choji Akimichi che, interpretando il suo servitore, le stava dietro per reggerle uno striminzito ombrello parasole aveva tutta l’aria di uno che stesse sul punto di svenire… uomo fortunato!), agitato la biondissima coda nel più sensuale dei modi, accarezzato il braccio di Romeo nel modo più esplicitamente pieno di sottintesi possibile e stritolato contro il suo seno il suddetto braccio dello stesso, palesemente scocciatissimo, Romeo… il tutto sotto gli occhi furenti di una Rosalina-Sakura Haruno (in scena come tutti gli altri attori solo per “riempire” la piazza in cui si sarebbe dovuta svoglere) che, si capiva perfettamente, stava trattenendosi dall’ucciderla soltanto per lo spettacolo. Perché lo spettacolo deve sempre continuare, in fondo.

…Se solo la Nutrice fosse uscita di scena in fretta..!

Quando Choji, evidentemente accortosi dell’aura omicida che aveva preso a circondare Sakura, si quasi caricò di peso la ragazza in spalla borbottando qualcosa a proposito dell’urgenza con cui Giulietta attendeva notizie di Romeo dalla sua balia, l’uomo avrebbe potuto giurare di essere pronto ad inchinarglisi davanti e baciargli i piedi.

Il sipario si chiuse proprio in quel momento, e l’uomo si concesse il lusso di distendere la schiena contro il morbido schienale con tutta l’intenzione di togliersi dalla mente la provocante figura della studentessa e—

Un tonfo sordo riempì la sala con violenza, subito seguito da un mugolìo sommesso; e proprio quando Jiraya vide Tsunade fare per alzarsi dal suo posto per andare a controllare in qualità di preside cosa diavolo stesse succedendo dietro le quinte, un movimento brusco di due ombre fin troppo visibili dietro il sipario ne causò l’immediata apertura solo per scoprire—

Persino Orochimaru si ritrovò a sbattere le palpebre, confuso e sorpreso, mentre Jiraya strabuzzava gli occhi boccheggiando a mo’ di pesce ed il viso di Tsunade assumeva un’espressione sempre più irata ed una gradazione sempre più rossa.

 

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Sasuke Uchiha, conosciuto come il ragazzo più bello e più freddo dell’intera scuola, al momento Romeo Montecchi, stava baciando Sakura Haruno, alias la sua compagna di classe di una vita un po’ secchiona e un po’ pestifera (e sempre noiosa), ovvero la sua ex-amata Rosalina.

E con “stava baciando” Kakashi intendeva dire qualcosa di immensamente più profondo di un semplice bacio sulla guancia da amici come quei due non si erano nemmeno mai scambiati: con gli occhi praticamente fuori dalle orbite (e le risatine sommesse di Itachi in sottofondo che ridacchiava di gusto come a voler sottolineare che si aspettasse di vedere qualcosa del genere ormai da anni) il professore vide Sasuke, il colletto della camicia stretto fra le dita magre di lei, stringersi a Sakura quasi ne andasse della sua stessa sopravvivenza, tenendo imprigionata fra le sue braccia e premuta contro il fondale alle loro spalle la ragazza che, la pettinatura elaborata ormai del tutto disfatta ed il vestito rosso eloquentemente stropicciato, impiegò tre secondi buoni ad accorgersi del fatto che il sipario si fosse effettivamente aperto e che tutti li stessero fissando ad occhi sgranati, ed almeno altri cinque a convincere il ragazzo a scollarsi da lei e guardarsi intorno. Cosa che, contrariamente ad ogni aspettativa, Sasuke fece senza scomporsi minimamente, limitandosi a tornare a chinarsi sul viso della ragazza per soffiarle sulle labbra un udibilissimo “Alla cella di Frate Lorenzo” prima di darle un altro leggero bacio, farla uscire dalla scena e profondersi in un breve monologo (palesemente improvvisato) sul più totale trionfo dell’amore “reinventato”, lasciando allibito l’intero pubblico.

(“Sei tutto rosso, fratellino”, poté giurare di aver sentito bisbigliare Itachi Uchiha al suo fianco, ma dato che Shizune stava sospirando accanto a lui in maniera più che eloquente e che Sasuke gli sembrava stesse tenendo magnificamente in piedi la sua solita maschera di imperturbabilità, Kakashi si rifiutò di approfondire il discorso, limitandosi ad unire i suoi sorrisi compiaciuti a quelli sollevati dell’uomo accanto a lui.)

Forse, dopotutto, quella sera avrebbe portato a cena solo Naruto.

 

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Per quanto avessero inteso modificare la sceneggiatura originale, nessuno fra gli attori doveva essersi trovato preparato ad un simile colpo di testa di suo fratello: Itachi lo capiva anche soltanto dal modo in cui Naruto ed il ragazzo che interpretava Benvolio entrarono sul palco una volta che Sasuke ne fu uscito il più velocemente possibile seguendo Sakura.

Entrambi si guardavano intorno alquanto spaesati, come cercando di decidere cosa dire a quel punto, e camminavano per la sezione di palco che doveva rappresentare una via di Verona palesemente senza meta alcuna. L’unica differenza fra i due era che Naruto faticava a nascondere l’enorme sorriso che gli era spuntato sulle labbra… Itachi immaginava che anche il biondo stesse aspettando di assistere a quella scena da una vita, per quanto suo fratello non fosse esattamente il ragazzo più espansivo del mondo, e che probabilmente nel corso degli anni non avesse fatto altro che spronare Sasuke a fare qualcosa…

E probabilmente fu questo che lo fece finalmente decidere di lasciare le sue battute esattamente come erano state scritte.

“Mercuzio! Tu ti accordi con Romeo…” esordì il ragazzo dagli occhi chiari e l’espressione imbronciata che interpretava Tebaldo entrando in scena con la spada di legno già puntata contro Naruto, che si prestò coraggiosamente ad affrontare la scena a cui, se Itachi conosceva l’amico di suo fratello almeno un minimo, sarebbe stato pronto a giurare che il ragazzo si fosse opposto fin dal primo istante: la scena della sua morte.

“Accordi? Ci prendi per dei musicisti?! Te la faccio sentire io la mia musica..!” ribatté infatti agitando davanti a sé un pugno che venne prontamente bloccato da Benvolio, accanto a lui.

“Siamo in piazza. Ritiriamoci in un luogo appartato, oppure limitatevi a parlare… qui ci guardano tutti.” Gli sussurrò all’orecchio quello guardandosi intorno con aria ostentatamente sospettosa (sebbene, a giudicare dalla faccia paonazza e dall’espressione furibonda della bionda nutrice, con ogni probabilità il soggetto dei ringhi della folla non era esattamente la rissa che sembrava sul punto di scoppiare… Itachi immaginava che Sakura avrebbe avuto non pochi problemi con le compagne di scuola, grazie alla trovata esibizionista del caro fratellino Sasuke).

“Gli occhi sono fatti per guardare, quindi che ci guardino pure!” sibilò di rimando il biondo, un’espressione quasi ferina sul viso indurito che l’uomo gli aveva visto solo durante i frequentissimi litigi con Sasuke. “Io non mi muoverò di un passo.”

A quel punto, con un tempismo a dir poco perfetto, proprio mentre Tebaldo tornava a puntare la lama contro Naruto, fece il suo trionfale ingresso con aria a dir poco regale Romeo—

—e scoppiò il putiferio.

 

*

 

Tsunade iniziò a prendere seriamente in considerazione l’eventualità di una sospensione quando vide Ino gettarsi a corpo morto contro Sasuke (Shikamaru, che passeggiava lì accanto con Temari a braccetto, si schiaffò una mano sulla fronte con forza tale da far rimbombare lo schiocco per tutta la palestra).

Perché proprio Sak—Rosalina?!” aveva preso ad urlare la bionda sbattendo i pugni serrati contro il petto di un Sasuke dall’aria scocciatissima, distraendo persino Neji e Naruto, che si voltarono verso di lei totalmente allibiti dalla sua scenata (Sakura sembrava aver saggiamente deciso di auto-esiliarsi dal palco… l’aveva sempre saputo, Tsunade, che quella ragazza era molto più intelligente delle sue compagne). “Avrei preferito Giulietta, a questo punto!” continuò a strepitare prima che il ragazzo avesse anche solo il tempo di ribattere “Visto che andate così d’accordo..!”

Fu a quel punto che Tebaldo, alias Neji Hyuuga (lui si che sapeva come improvvisare, diamine!), la interruppe frapponendo fra lei e Sasuke la sua spada, uno sguardo di fuoco rivolto al moro che si era voltato a guardarlo con la sua solita aria indifferente.

“Tu,” sibilò il ragazzo dagli occhi chiari con lo stesso tono che avrebbe riservato al peggiore degli insulti, “oltre ad esserti impunemente infiltrato alla festa dei Capuleti prendendoti gioco della mia famiglia hai addirittura osato importunare mia cugina?!”

Tsunade non riuscì a trattenere un sussulto quando l’altro sguainò la spada a sua volta, incrociandola alla sua ad una velocità impressionante per poi voltarsi del tutto verso di lui, ormai totalmente dimentico di Ino (che ora sfrecciava con lo sguardo dall’uno all’altro con un’espressione a dir poco sconvolta… o era un’attrice nata, o si era immedesimata fin troppo).

“Non ho la minima intenzione di battermi con te.” Esclamò in tono duro Sasuke, per poi aggiungere maliziosamente “Perché anziché disturbare me non vai a parlarne con Giulietta..? Chissà, potrebbe impietosirsi del tuo amore impuro…”

Tsunade si trovò a trattenere il fiato (ed a stritolare le mani di entrambi Jiraya ed Orochimaru che avevano avuto la sfortunata idea di poggiarle sui braccioli della sua poltrona) mentre Neji scattava verso l’altro, una furia sfrenata incisa in ogni linea del suo viso, palesemente pronto ad ucciderlo ad ogni costo.

“Fermo!” risuonò però un grido altissimo per la sala prima ancora che i due riuscissero a scambiarsi un solo colpo: la preside restò impietrita a fissarlo, ed un silenzio di tomba parve piombare sulla sala (persino gli occhi di Orochimaru parvero iniziare a luccicare d’interesse), mentre Naruto, sguainando finalmente anche la sua spada, avanzava verso Neji a passo innaturalmente solenne.

Aveva un’espressione talmente decisa sul viso che, assurdamente, Neji si fermò davvero, tutto preso nell’atmosfera definitiva che sembrava spandersi dal biondo, mentre Sasuke si limitò ad alzare gli occhi al cielo borbottando uno “Stupido Dobe” fra i denti.

“Tebaldo, Principe dei Gatti… incrocia la spada con me!” urlò Naruto puntando la lama verso il ragazzo, rispondendo al suo sguardo interrogativo urlando a voce ancora più alta “Quello che si è infiltrato in casa di tua cugina col favore delle tenebre sono io.”

 

*

 

Kakashi aveva ormai cambiato del tutto idea sulla recita: quei ragazzi avevano cambiato tutto (sebbene avesse qualche dubbio sul fatto che la maggior parte dei cambiamenti fossero previsti), ed erano riusciti a farlo assurdamente bene: ormai non stava più facendo nemmeno caso agli urletti di Shizune, che pure all’inizio aveva reputato l’unica cosa buona della giornata, troppo impegnato a seguire lo scontro tra Neji e Naruto, che si esibivano adesso in mosse quasi acrobatiche che era quasi impossibile pensare fossero improvvisate e che sembravano farsi sempre più pericolose.

Non sembrava nemmeno quasi più una recita, ma un duello vero e proprio, con tanto di spettatori sul palco totalmente allibiti. Neji aveva appena eseguito un affondo perfetto che sarebbe riuscito senza difficoltà a sopraffare totalmente il ragazzo quando Sasuke, senza dargliene il tempo, si frappose fra i due bloccando con la sua spada quella di Neji. “Il Principe ha vietato i duelli per la strada!” sibilò quindi, avvicinando il viso a quello del ragazzo che ignorandolo bellamente si limitò a sottrarre la lama dalla presa ferrea dell’altro e prepararsi ad un altro affondo che avrebbe—

“NO!”

Kakashi sentì distintamente la mano di Shizune stringere ancora di più il suo braccio (era a un passo dal bloccargli definitivamente la circolazione) ed Itachi Uchiha sussultare appena percettibilmente dall’altro lato del suo sedile mentre, ancora una volta, la scena sembrava bloccarsi come per magia all’ingresso di Hinata Hyuuga, che ne approfittò per fiondarsi fra Naruto e Neji prendendo il posto di Sasuke, che aveva appena spinto di lato con tutte le sue forze.

 

*

 

“N-non… non c’è bisogno di tutto questo, Tebaldo! Sono stufa di vedere sangue, e non voglio vederne altro per colpa mia!” aveva urlato la ragazza riuscendo a tenere a bada l’ansia che la sola visione del cugino le metteva addosso da sempre, costringendo Neji a restare totalmente immobilizzato dallo stupore mentre Sasuke, a terra, assisteva altrettanto allibito a quello spettacolo imprevedibile senza nemmeno curarsi di prendersela per essere stato messo da parte a quel modo.

“Madamigella Giulietta, voi non capite—” iniziò a ribattere il ragazzo mentre Naruto, dietro di lei, rispondeva “Giulietta, questo non è il tuo—”, solo per essere entrambi interrotti dalla ragazza, che rivolse uno sguardo insolitamente gelido prima su Neji e poi su Naruto.

“Questo è esattamente il mio posto!” protestò veemente prima di tornare a voltarsi verso il cugino, esibendo stavolta un’espressione prossima al pianto che sarebbe riuscita a commuovere persino una montagna… Hinata era davvero un’ottima attrice, se Kurenai non ne fosse stata già più che convinta sarebbe bastata questa sua esibizione a dimostrarglielo. “Ma non capisci, cugino?” gli sussurrò dolcemente, portando una mano a carezzargli la guancia e trasformando così il bellicoso Tebaldo in un semplice fascio di nervi a dir poco impietrito. “Il ragazzo che mi ha ascoltata, che mi ha consolata, che mi ha dato il coraggio di seguire la mia volontà piuttosto che quella degli altri… io sono innamorata di quel ragazzo.” Proclamò lentamente ed a voce bassa, avvicinandosi sempre di più all’orecchio del ragazzo, che adesso sembrava addirittura essere arrossito (…ma stavano solo recitando..?) mentre Sasuke continuava ad osservarli corrucciato e Naruto guardava Hinata con espressione quasi tradita. “Io sono innamorata di Mercuzio, cugino.” Concluse quindi lei in un soffio, tornando ad allontanarsi quel tanto che bastava a puntargli sul viso uno sguardo determinato che avrebbe fatto invidia allo stesso Naruto, la cui espressione era passata da tradita a sconvolta nel giro di pochi secondi.

“Giulietta—”  

Accadde in un istante: con un urlo a dir poco furioso Neji, che adesso era decisamente paonazzo, buttò a terra Hinata con una spinta e si preparò ad attaccare, ma prima che potesse calare la spada su lei e Naruto Sasuke tornò ancora a fare da scudo al biondo, bloccando la lama esattamente mentre Hinata urlava a gran voce “Io lo amo, Tebaldo! Ecco perché non ho alcuna paura di morire per lui!”, l’espressione ancora più fiera mentre si stringeva con tutte le sue forze al ragazzo accanto a lei, che ricambiava la stretta come se ne andasse della sua stessa vita.

Kurenai osservò trattenendo il fiato il viso di Neji distendersi tanto lentamente da far quasi male, mentre gli altri tre continuavano a fissarlo tesissimi, finché con un sospiro straziante il ragazzo si risolse a gettare lontano, alle sue spalle, la spada di legno, quasi a voler eliminare la tentazione ad usarla.

“E sia, Giulietta. Ma dovrete spiegarlo ai vostri genitori ed al vostro promesso.” sussurrò con voce arrochita, e con un ultimo sguardo sofferente ad Hinata e Naruto, che avevano appena preso ad alzarsi aiutati da Romeo, Neji Hyuuga uscì dal palco nel silenzio più totale.

 

*

 

Così come Neji aveva implicato con le sue parole di commiato, Shikamaru e Temari, da bravi coniugi Capuleti, stavano organizzando per la figlia un matrimonio con il Conte Paride, interpretato dal rumorosissimo Kiba Inuzuka (che Anko Mitarashi, professoressa di ginnastica ed allenatrice del club di football americano di cui entrambi facevano parte, aveva sempre pensato ricordasse molto Naruto… forse non era stata per niente casuale l’assegnazione delle parti “minori”), ignorando bellamente quanto concernesse il volere della figlia.

Nel corso delle ultime tre scene ad Hinata era toccato tentare in tutti i modi di convincere Shikamaru ad annullare le nozze senza il minimo successo, arrivando a sentirsi dire dalla cara Nutrice (che fino all’Atto prima non aveva fatto che celebrare a gran voce l’assoluta generosità di Romeo, che aveva deciso di aiutare la sua padrona ad evitare abomini come un matrimonio combinato) che avrebbe fatto meglio a piantarla con quelle scenate rivoluzionarie ed a ritenersi felice di chi avevano scelto i suoi genitori (…oh, quanto poteva cambiare una delusione amorosa..!).

Così adesso, all’inizio del quarto atto, Anko si ritrovò ad osservare, curiosa riguardo cosa sarebbe successo, Hinata che, dopo aver detto ad Ino ed a suo “padre” di voler accettare il matrimonio, si recava alla cella di Frate Lorenzo, cui già Romeo aveva chiesto consiglio due atti prima.

Non fu affatto una sorpresa, per Anko, vedere Kiba tentare di estorcere una dichiarazione d’amore ad Hinata lì in chiesa, proprio come un vero Paride con una vera Giulietta (“Mia signora e mia sposa!” l’aveva salutata appena entrata in scena, ottenendo un tagliente “Se sarò sposa.” in risposta cui ribatté coraggiosamente con un “Accadrà giovedì, amor mio!” che gli valse un’occhiata glaciale più adatta a Sasuke che non alla ragazza), ma fu assolutamente inaspettato vedere Naruto, Sakura e Sasuke uscire dal loro nascondiglio dietro una colonna non appena Frate Lorenzo e Giulietta rimasero soli.

 

*

 

Una volta tanto, con una mano sulla spalla di Naruto come per sostenerlo e l’altra stretta fra quelle di Sakura che le guardava sorridendo dolcemente, suo fratello aveva un’espressione felice, distesa e serena, e sebbene Itachi sospettasse che la cosa fosse in parte dovuta a ragioni di copione (Sasuke, in condizioni normali, non si sarebbe mai azzardato ad esprimere tanto palesemente le sue emozioni… ma, come diceva Oscar Wilde, “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e…” ) si sentì irragionevolmente fiero di aver potuto assistere ad un simile miracolo.

La ragazza mora, che evidentemente non si aspettava minimamente di trovare lì il trio (…e chi se lo sarebbe aspettato, al suo posto? Erano riusciti a sconvolgere totalmente quella benedetta storia!) restò qualche secondo a bocca aperta a fissarli, arrossendo lievemente nel puntare gli occhi su Naruto (…qualcosa gli diceva che anche questa Giulietta adottasse lo stesso principio di suo fratello riguardo l’approfittarsi della sua recitazione per assumere atteggiamenti che non avrebbe mai tenuto in realtà), prima di buttarsi fra le braccia di quest’ultimo urlando un “Mercuzio!” dal tono lacrimoso che affogò contro la maglia del ragazzo che l’aveva afferrata al volo.

“Giulie—“

“Non voglio sposare Paride!” prese ad urlare la ragazza, sempre col viso sprofondato contro Naruto, prima ancora che lui potesse dirle qualcosa. Itachi restò a guardare, intenerito, mentre il biondo le passava una mano fra i capelli quasi volesse convincerla a riemergere, un sorriso dolce che gli danzava sulle labbra; e mentre Giulietta si lasciava finalmente convincere a lasciare quella sua specie di soffice nascondiglio solo per puntare uno sguardo nuovamente più che deciso negli occhi neri del ragazzo che interpretava padre Lorenzo. “Non ne ho la minima intenzione, padre. Non posso sposare qualcuno che non amo!” ribadì, come se le sue azioni non lo avessero dimostrato abbastanza, ma prima che il povero frate potesse rispondere fu una voce femminile a risponderle: Sakura, che dopo la performance sua e di Sasuke al secondo atto sembrava essere totalmente scomparsa dalla scena ed aver perso la facoltà di parlare, si era staccata dal moro, che pure era passato a tenerle il braccio destro possessivamente allacciato alla vita neanche avesse avuto paura che sarebbe scomparsa (geloso, irragionevolmente geloso, l’aveva sempre detto lui!, ridacchiò l’uomo fra sé), e si era avvicinata all’altra ragazza stringendole una spalla nella mano per portarla a voltarsi dalla sua parte. “Non lo farai, cugina. Ce ne andiamo tutti a Mantova.”

 

*

 

Kakashi continuò ad ascoltare, allibito, mentre Sakura esponeva ad Hinata e gli altri il suo “infallibile piano”, che era in effetti curato fin nei minimi dettagli, neanche dovessero metterlo davvero in atto (…forse faceva pratica per imparare ad evitare le fan più accanite di Sasuke, che sicuramente avrebbero voluto il suo scalpo dopo quel giorno?): “Così come la tua famiglia non accetterebbe mai un tuo rifiuto al matrimonio combinato, allo stesso modo i Montecchi non lascerebbero mai Romeo fra le grinfie di una Capuleti… parole di sua madre.”, esordì la ragazza arricciando il naso mentre nominava Karin, dunque secondo il suo piano tutto ciò che avrebbero dovuto fare sarebbe stato scappare per Mantova, proprio come il vero Romeo avrebbe dovuto fare su consiglio di frate Lorenzo. Non tutti allo stesso tempo, ovviamente… ed in questo Sakura era stata geniale: adottando la stessa, identica strategia pensata dal frate nella tragedia, aveva appena provveduto ad evitare l’unico intoppo responsabile di portare effettivamente alla fine tragica di Romeo e Giulietta avvertendo in anticipo di cosa sarebbe successo tutte le parti in gioco.

Così, mentre Hinata tornava “a casa” per farsi addobbare a festa in vista del suo matrimonio, una fiala di “siero della morte vivente” che Rock Lee aveva recuperato dalla sua serra (ma i cattolici non mandavano al rogo per stregoneria chiunque usasse le erbe a scopi curativi, in quel periodo?) nascosta al sicuro nel corsetto, Naruto e Sasuke, in “piazza”, facevano bella mostra di duellare fra loro in un tentativo di “raddrizzare le tue malsane tendenze verso il Nemico, Romeo!” come il biondo stava affannandosi a ribadire a gran voce: duello che sarebbe debitamente finito nella “morte” di Mercuzio, trascinato dal pronto Sai-Benvolio a casa in cerca di cure ormai inutili, e nella fuga di Sasuke da Verona per evitare la pena di morte che il Principe avrebbe sicuramente emesso.

Rosalina, nel frattempo, sconvolta dall’atrocità cui aveva appena assistito e totalmente pentita del suo breve attimo di perdizione, avrebbe fatto in modo di esser mandata al più presto possibile a ritirarsi nel monastero di Santa Chiara in Assisi… dove non sarebbe mai arrivata. Hinata, infine, da ottima Giulietta qual’era, si sarebbe strettamente attenuta alla sua “recita” da futura sposa fino al momento in cui fosse andata a dormire la sera prima del matrimonio, quando avrebbe bevuto il filtro che l’avrebbe fatta dormire profondamente come morta fino al momento in cui avrebbe riaperto gli occhi, la notte dopo, svegliata da un redivivo Mercuzio nella cripta dei Capuleti.

Era un piano praticamente perfetto.

 

*

 

Come in tutti i piani perfetti, però, doveva esserci un intoppo, pensò Tsunade borbottando fra i denti nel guardare storto l’intoppo di turno: Karin.

La rossa interprete della signora Montecchi non sembrava essersi rassegnata al fatto di essere la madre del perseguitato Romeo, né a quello che questi sembrasse aver scelto Rosalina… ed ecco perché, mentre Sasuke si apprestava a fuggire dalla scena dell’omicidio con un’espressione a dir poco sconvolta (era proprio un ottimo attore) e le mani sporche del sangue del suo migliore amico appena trascinato fuori dal fido Benvolio, Karin aveva deciso di fare la sua comparsa piangente ed urlante soltanto per ostacolare il ragazzo in quella che avrebbe dovuto essere un’uscita di scena rapida e poco appariscente.

“Romeo!” aveva urlato con quanto fiato avesse in gola, tanto per cominciare, gettandosi ad abbracciare le ginocchia di Romeo impedendogli il minimo movimento. “Figlio mio, cos’hai fatto?!” gli chiese poi urlando soltanto per continuare senza dargli nemmeno il tempo di rispondere in altro modo che non fosse rivolgerle un’occhiata a dir poco assassina “Hai ucciso Mercuzio, il cugino del Principe! O, Romeo, Romeo! Perché hai fatto una cosa così orribile alla tua povera madre?”

“Ma—” tentò inutilmente di ribattere il ragazzo mentre cercava di scuotersi di dosso Karin il meno violentemente possibile, ma venne prontamente bloccato dalla ragazza che gli lasciò andare le gambe solo per potergli immobilizzare le braccia in un altro ferreo abbraccio materno. “Se il Principe di Verona ti trovasse, Romeo!, sarebbe la morte per te, ed io non sopravvivrei!” urlò ancora, prendendo adesso ad emettere alti gemiti mentre i primi attori cominciavano a tornare ad invadere il palco e Sasuke masticava freneticamente imprecazioni riguardo l’imminente arrivo del Principe.

Appunto, madre!, se mi lasciassi andare—” riuscì a sibilarle fra un lamento e l’altro di Karin, ottenendo il solo risultato di farle alzare il volume ancora di più mentre la “piazza” continuava a farsi non solo più affollata ma anche interamente attirata dalla scenata che stava avendo luogo. “Lasciare andare la mia unica gioia?! No, Romeo, mai! Io farò in modo che il Principe—”

“Ma non ti si è ancora seccata la lingua?” chiese sarcasticamente una voce smaliziata alle loro spalle, e Tsunade vide gli occhi di Sasuke farsi letteralmente luccicanti di gratitudine mentre davanti ad una Karin dall’espressione sempre più inorridita andava a pararsi un Suigetsu Hozuki sfoggiante un ghigno particolarmente strafottente.

L’improvvisa apparizione parve sconvolgere la ragazza al punto che lasciò cadere le braccia sui fianchi, liberando Romeo dalla sua stretta intrappolatrice quanto bastava per farlo allontanare di un paio di passi… finché non si fu ripresa abbastanza da accorgersene. “Sas— ROMEO!” strillò nuovamente lanciandosi verso di lui, che stavolta fu pronto a schivare la rossa proprio mentre già le sue braccia si chiudevano intorno al punto in cui avrebbe dovuto trovarsi la sua vita se fosse rimasto fermo. “Romeo, come puoi farmi que—” iniziò ad urlare nuovamente, solo per essere stavolta interrotta da Suigetsu che le afferrò un polso tenendola dov’era mentre Sasuke indietreggiava di altri due passi in direzione delle quinte, guardingo.

“Insomma, moglie decerebrata!, non lo capisci che così lo metti soltanto in pericolo?” le sibilò poi il ragazzo passandole un braccio intorno alla vita da dietro di lei nonostante le proteste sgomente della rossa mentre faceva segno all’altro di defilarsi in fretta. Il moro accettò il suggerimento al volo e, con un minimo cenno di saluto verso il “padre”, si precipitò a raggiungere le quinte proprio mentre dall’altra parte del palco iniziava a salire il Principe di Verona, Obito, pronto a condannarlo a morte.

“No! ROMEO!” continuò ad urlare Karin sempre cercando di divincolarsi dalla stretta di Suigetsu, che adesso le aveva posato una mano sulla spalla per farla voltare verso di lui, “E’ tutta colpa tua, brutta specie di—” prese ad urlare contro di lui una volta che si fu effettivamente girata, solo per ritrovarsi zittita da un dito di Suigetsu premuto contro le sue labbra che la ragazza sembrava molto propensa a mordere ma che venne prontamente tolto dal suo proprietario che dopo averle soffiato sulla bocca un “Pensa anche un po’ a tuo marito, brutta stupida” chiuse la distanza che separava i loro visi con il secondo bacio in scena della recita.

Mentre già dei fischi d’incoraggiamento partivano dalla folla esultante, Tsunade, esausta, decise che arrivati a questo punto pretendere di far rispettare loro il regolamento scolastico sarebbe stato decisamente troppo faticoso, e si rassegnò quindi ad unirsi alla folla urlante mentre Karin, piazzato sul viso dell’altro uno schiaffo che sarebbe bastato apparentemente a fargli girare la testa per la successiva settimana, usciva di scena chiamando a gran voce Romeo.

 

*

 

La “carrozza” che avrebbe portato a Mantova Rosalina, che da lì sarebbe dovuta andare poi nel suo convento, avanzava veloce per la campagna, fiancheggiata da un’altra carrozza completamente nera e pilotata dal fido servitore di Romeo, Baldassarre (interpretato da un ragazzone grande e silenzioso di nome Juugo), e contenente Mercuzio e Giulietta, quando lo sportello cui era appoggiata Sakura si aprì di scatto facendola saltare sul posto con una mano sul cuore e da lì si arrampicò nella carrozza un Sasuke dall’aria stravolta che le impose con uno sguardo di tacere mentre chiudeva la porta alle sue spalle e si affrettava a prenderla fra le sue braccia prima ancora di riuscire a sedersi.

Mentre guardava malinconicamente le due “carrozze” sfrecciare a tutta velocità per le campagne inseguite da una furiosa ed urlante Karin, Kakashi si rese improvvisamente conto che quelli che aveva finito per considerare “i suoi ragazzi” erano ormai cresciuti, che presto avrebbero finito anche il liceo e che le loro strade, adesso, si sarebbero davvero separate dalla sua e che—

Accanto a lui, Itachi Uchiha esibiva un’espressione intenerita, fiera e così dannatamente malinconica che doveva stare per forza pensando alla stessa cosa, e fu quindi con un improvviso moto di totale affetto per il fratello “apatico” di quello che gli era stato il più caro fra i suoi studenti che si ritrovò a posare una mano sul braccio dell’uomo per attirare la sua attenzione.

“Itachi… le andrebbe un ramen?”

 

THE END

 

“…e così avete fatto senza di me…” borbottava risentito fra sé l’unico ragazzo rimasto sul palco mentre gli ultimi spettatori sciamavano fuori dalla palestra, gli occhiali scuri calcati sul naso ed il cappuccio della felpa ad adombrargli il viso, le braccia incrociate in una posa di totale disapprovazione mentre scuoteva la testa guardando torvo la porta da cui tutti erano usciti dimenticandosi del povero speziale di Mantova che avrebbe dovuto vendere a Romeo il suo veleno speciale e che era stato bellamente scavalcato a piè pari.

“Almeno ci sei tu, eh, Akamaru?”sussurrò poi Shino accarezzando lievemente la testa di Akamaru, il cane che il suo amico Kiba gli aveva chiesto di controllare mentre finiva di cambiarsi in camerino, solo per vedersi rispondere dallo scodinzolìo felice del bestione che si voltò e corse incontro al suo padrone, lasciandolo di nuovo solo sul palco.

“…ma bravo.”

 

  
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