Pioggia.


Pioggia.

Solo misera, bagnata, schifosa pioggia.

Ho sempre odiato i giorni di pioggia, perché mi mettevano stanchezza. Mi volevo sdraiare e mettermi a dormire. Ma non era così male, a pensare che potevo addormentarmi abbracciata a te.

Oggi tu non ci sei. Non ci sei perché sei da lei. Vai da lei almeno 3 volte alla settimana, come fai da un mese, ormai.

Sì, ti ho scoperto. L’ho saputo, e quando uscivi baciandomi e sussurrandomi: “Vado al lavoro. A dopo, amore”, sapevo che non era vero.

Sospettavo già che tu andassi a casa sua. Sapevo che non ero solo io quella che baciavi ogni giorno. Ma tu hai mai pensato a come avrei reagito se lo avessi scoperto? Hai mai pensato di scegliere chi amavi davvero?

Beh, a quanto pare no. E anche se scegliessi adesso, sarebbe troppo tardi.

Esco, fregandomene del fatto di essere in maglietta a maniche corte e pantaloni da ginnastica.

Chiudo piano la porta dell’appartamento che abbiamo comprato insieme, un anno fa. Scendo le scale lentamente, facendo scorrere la mano sul corrimano polveroso. Ti dico sempre che dobbiamo parlare con la signora delle pulizie, perché non pulisce un cavolo. E la tua risposta era sempre:”Sì sì, glielo diremo domani”.

Dopo due rampe di scale esco di casa e sento l’aria fredda ed umida che mi punge il viso. Faccio un passo avanti e schegge di pioggia affilate mi si conficcano nella pelle. Rabbrividisco, ma continuo a camminare.

Sono le 8 di sera, e in strada non c’è nessuno, tralasciando un vecchietto con il suo cane e una donna con un ombrello rosa dall’altro lato del marciapiede. Nessuno mi nota, anche se devo sembrare strana, tutta zuppa e in vestiti estivi quando siamo ai primi di dicembre.

Non so dire da quanto sto camminando. Mi sto perdendo nei nostri ricordi: il primo bacio che mi hai dato, quella volta che litigammo per telefono e poi ricevetti il tuo SMS della buonanotte dove mi chiedevi scusa e mi ripetevi quelle due magiche parole che mi hanno sempre fatta sentire al settimo cielo. Ti amo.

Mi sembra passato così tanto tempo da quel giorno, in cui me lo hai detto per la prima volta. Il tuo amore per me è sfumato lentamente, fino ad andarsene. Ora tu hai già tra le braccia un'altra donna.

Cammino trasportata da questi pensieri, fino ad arrivare davanti al vecchio cancello malconcio del parco, aperto. Entro.

Oh, quanti ricordi in quel parco. Quante passeggiate, baci, risate…

Vedo il lago in cui una volta ci eravamo tuffati in costume con i nostri amici dell’università. Mi fermo alla riva fangosa. Le scarpe da ginnastica sono sporche di terra. Una volta ne avrei fatto una tragedia.

Guardo l’acqua nera del lago, che ricordavo da sempre limpida. Le gocce di pioggia formavano dei cerchi sulla superficie quando vi si schiantavano contro.

Metto un piede nell’acqua. Poi un altro, e un altro ancora. L’acqua ormai mi arriva alla vita. Mi immergo completamente.

Nell’acqua gelata non percepisco più il freddo. Non sento nulla. Solo il dolore del tuo tradimento, che mi spezza il cuore.

Con gli occhi chiusi, lascio che l’acqua mi entri nei polmoni, aprendo la bocca.

Non sento più neanche la pioggia. Quella maledetta pioggia, che mi faceva sempre sentire stanca.

Ora mi fa sentire stanca della vita. Perché senza di te io non esisto.




Spazio Autrice

Beh, salve. Questa è la seconda fic che pubblico. Questa l’ho scritta di getto, mentre pioveva (anche per questo chiamata: pioggia). L’ho scritta in seguito ad un momento di malinconia e di tristezza, cosa che mi succede purtroppo molto spesso in questo periodo.
…Sarà la scuola. U.U
XD
Comunque, davvero questa one shot ce l’ho molto a cuore, quindi se ve la leggete e siete arrivati fin qui a leggere, mi farebbe un grandissimissimissimo piacere se recensiste.