Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: _newyorker    12/10/2009    3 recensioni
“[ …] Gli occhi non si soffermarono sul sacco nero dell’immondizia che custodiva i regali del mio ultimo compleanno, né videro la sagoma dell’autoradio avvolta nella plastica nera; non pensai alle mie unghie torturate e insanguinate, dopo che l’avevo strappata dal cruscotto…
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“ [ … ] Gli occhi non si soffermarono sul sacco nero dell’immondizia
che custodiva i regali del mio ultimo compleanno,
né videro la sagoma dell’autoradio avvolta nella plastica nera;
non pensai alle mie unghie torturate e insanguinate, dopo che
l’avevo strappata dal cruscotto…

Isabella Marie Swan.
New Moon; capitolo quattro, pagina 92.



“ Ciao, Charlie.” Biascicai, priva di forze.
“ B-Bella…” Mio padre sgranò gli occhi, sorpreso.
Lo ignorai, avvicinandomi cauta al bancone – non volevo barcollare davanti a lui –, pronta a preparami una tazza di cereali, ma cambiai idea.
Mangiare non faceva che aumentare la mia nausea.
Afferrai dallo scaffale una barretta al cioccolato, per evitare ulteriori sospetti, e mi appollaiai distratta accanto a Charlie. Presi a fissarmi le scarpe, infastidita dal suo sguardo.
Continuava a fissarmi, preoccupato, come se da un momento all’altro si aspettasse chissà quale disgrazia.
Sapevo che il suo sguardo apprensivo non era infondato, insomma, era da una settimana che non lasciavo la mia camera, o meglio il mio letto.
Era da una settimana che letteralmente non muovevo un muscolo. Non avevo voglia di nulla, tantomeno di parlare con Charlie, Renèe – che probabilmente con il suo essere iperprotettiva aveva già prenotato un aereo per Forks – o addirittura Jessica, Angela e Mike, che nell’ultima settimana non avevano fatto altro che assillarmi – beh, tranne la dolce piccola Angela. – di telefonate a cui non rispondevo mai o di visite che in un modo o nell’altro scampavo sempre, grazie a Charlie – che evidentemente aveva capito che avevo bisogno di restare sola.
Tutti, una volta saputa la novità, erano diventati stranamente gentili.
Già, la novità.
Tremai, buttando la barretta sul tavolo e stringendo una mano al petto, ad occhi chiusi.
Poi mi ricordai di non essere sola e con uno scatto mi alzai, salutai Charlie e corsi verso il pick up.
Dovevo evitare ogni fastidio, ogni cosa che stuzzicasse la fontana che avevo avuto al posto degli occhi nell'ultimo periodo, per Charlie. Per Renèe. Per tutte le persone che mi volevano bene.
Io non contavo, Io non ero nulla.
Charlie, insieme a me, aveva trascorso sicuramente una delle settimane più brutte della sua vita.
Tra gli incubi che mi tormentavano ogni notte - accompagnati da urla che lo facevano sobbalzare e correre armato di fucile in camera mia –, il mio isolamento volontario e il resto, sapevo di averlo fatto penare e non poco.
Nonostante il dolore mi richiamasse, crudele, a sé, dovevo riuscire a riemergere.
A sopravvivere.
E poi… Poi glielo avevo promesso.
Cacciai subito via quel pensiero, stizzita e con l’ormai familiare sensazione di vuoto, con al centro la voragine che mi squarciava il petto e calpestava tutto ciò che c’era dentro.
Ieri sera avevo deciso di reagire, e per un attimo ero stata come travolta da una sottospecie di annebbiamento.
Non sentivo nulla, era come se il mondo e Bella Swan fossero state due cose separate per un secondo, come avere due tappi enormi nelle orecchie.
Mi ero stretta le braccia al petto e… Ed era andata.
Come se in quell’attimo fossi stata per davvero nulla.
Dovevo cercare di ritrovare quell’annebbiamento e poi sarebbe andata come sarebbe andata.
Sospirai, aprendo la porta del pick up, cercando l’annebbiamento. Notai distrattamente Charlie fissarmi preoccupato, per poi salire sulla volante della polizia e salutarmi con un colpo di clacson.
Mi concentrai sull’annebbiamento, poggiando involontariamente lo sguardo sull’autoradio del pick up.
Sarà come se non fossi mai esistito.
Urlai, piansi urlando a più non posso.
Come aveva potuto lontanamente pensare che potessi vivere come se realmente Lui non fosse mai esistito se tutto, tutto, mi ricordava lui?
La mia camera, la musica, il bosco, il crepuscolo, i libri... Tutto.
In questa settimana avevo provato di tutto tranne che rabbia.
Adesso però ne avevo bisogno.
Cercai di strappare via l’autoradio, senza riuscirci.
Le lacrime non facevano altro che oscurarmi la vista, irritandomi, e i forti singhiozzi mi scuotevano violenti.
Dolore, rabbia, abbandono.
Usai le unghie, ignorando il dolore forte e il sangue che fuoriusciva da queste, per via della tortura.
Avevo sopportato di peggio.
Iniziò a piovere, o meglio, a diluviare, quando mi accorsi di esserci riuscita e di essere rimasta impalata con l’autoradio in mano.
Tirai su col naso, esausta, quando mi ricordai di una cosa. Piano mi abbassai col petto e la testa verso il basso, trovando ciò che cercavo.
Quello stupido fiocco rosso.
Rosso come il sangue che riempiva le unghie delle mani.
Il mio sangue.
Lo stesso stupido sangue di quella sera.
Rimasi a fissarlo per non so quanto, finché qualcosa nella mia testa mi suggerì di reagire.
Come un automa, gettai il fiocco in un cespuglio e marciai verso casa, prendendo da un mobile un sacco di plastica nero e ficcandoci dentro l’autoradio.
Salii in camera mia, singhiozzando e aprendo un anta dell’armadio. Posai lì la busta e cauta scesi le scale, per poi riavviarmi al pick up.
Sarei arrivata in tempo per la seconda ora, e avrei di sicuro attirato attenzione.
Non mi ero data un occhiata allo specchio, ma sapevo che delle profonde occhiaie marcavano i miei occhi e la pelle, spenta, era di sicuro più bianca del solito.
Cadaverica.
Decisi che non me ne importava.
Tanto non sarei mai stata il mostro che desideravo.


• ~ •



No, ragazze.
Non chiedetemi come e perchè ho scritto questa stupida shot, perchè non lo so neppure io.
So solo che questo periodo non va, e da brava masochista quale sono - visto, Edward? Ci completiamo :°D - ieri oltre Wilde mi son messa a rileggere per la... uhm, nonloso New Moon.
E lì, leggendo il capitolo " Risveglio " - uno dei più tristi a mio parere -, non so perchè proprio l'autoradio è spiccata tra le tante parole, così, all'improvviso.
Spero sia abbastanza leggibile, non ho avuto il tempo di betarla nè di farla eventualmente betare, avendola scritta di getto, nei pochi secondi di vita che posso permettermi :°D
Maledetta me e il liceo classico.
L'altra mia storia?
* Silenzio di Tomba *
Chi la segue, mi dispiace, si accontenti di questa risposta - XD -.
Hasta Luego,
M.

PS: Penso sia superfluo dirvi che i personaggi non mi appartengono, questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e blablabla.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _newyorker