Quando a riscuoterti dal sonno notturno è un temporale in piena regola, la tua giornata è segnata: nel bene o nel male dovrai farti una ragione che, nonostante il tempo abbia deciso di mettercela tutta per rovinare la tua giornata e il tuo umore, non potrai permetterti di restare a poltrire tutto il giorno nel tepore del tuo letto, perché il lavoro ti chiama.
Bene, oggi è una di quelle giornate lì.
L’estate è definitivamente finita; l’inverno, ormai alle porte, bussa sempre più insistentemente.
Ci sono ben poche consolazioni al gelo invernale. Tanto per cominciare hai un’ottima scusa in più per trangugiare intere tazze di cioccolata fumante, magari con le amiche mentre fuori diluvia e il vapore si condensa sui vetri delle finestre. Oppure per rimanere ore ed ore in macchina a parlare del futuro accanto alla persona per la quale daresti tutto e di più, soffermandosi ad immaginare una vita insieme.
È quello che abbiamo fatto oggi. Rivolti verso il mare, abbiamo ammirato il malinconico volo dei gabbiani intenti a trovare riparo dalla possibile pioggia sulla terraferma. Sulla destra, dall’orizzonte si stagliava verso il cielo un arcobaleno scintillante, che terminava in una bianca e soffice nuvolona, forse l’unica in mezzo a nembi scuri e minacciosi.
È strano come io sia tanto abitudinaria e amante del nuovo allo stesso tempo: a volte non mi capisco neanche da me, ma direi che dipende dai giorni, dalle situazioni e soprattutto dalle persone che mi circondano.
Lui però è il mio faro nella nebbia, lui è il mio porto felice. Con lui la vera me stessa non ha paura di mostrarsi, perché è come se fosse la mia continuazione, un mio braccio o una mia gamba: con te stesso non hai paura di esprimere il tuo essere e i tuoi sentimenti più veri.
Siamo simili e differenti. Somiglianti nell’anima e dissimili nell’aspetto.
Mi ritrovo sotto questo piumone a scrutare la fitta pioggia che mi fa pensare e ripensare a lui, e alla fortuna di aver incrociato il suo cammino una dolce e gelida sera di tre anni fa.