Note: Premetto che
a scrivere questa fan fiction mi sono divertita, nonostante Crowlino
sia la mia musa ispiratrice da venerare.
Dopo averla finita, l'ho riletta e mi sono sentita in colpa.
Crowley ai shiteru<3
.Vampire Heart.
Dov'era
e dove stava andando non lo sapeva.
Non importava la mèta, nè ciò che
intorno stava accadendo.
Eliade.
Pensava
a lei sempre, ogni momento, tutti i giorni.
Lei era la donna che amava. Anche se non c’era
più, il suo
cuore le apparteneva.
Stava facendo una passeggiata e pensava a quella donna, la
sua donna.
Tornato da una missione con Lavi e Allen, questi gli avevano
consigliato di fare una passeggiata: si erano fermati per un
po’, Crowley
piangeva.
Avevano appena vinto, battuto un’Akuma e non aveva potuto
non pensare a lei: alla sua bellezza, ai suoi capelli, al modo in cui
lo
chiamava.
Ora si ritrovava a camminare lungo una strada ricca di
persone che parlavano e ridevano, facevano delle cose che lui non
conosceva.
Si allontanò così, perché non si
sentiva a suo agio, benché
incuriosito.
Arrivò in una foresta e si accucciò a terra,
accanto ad un
grande sasso.
Chi era più
fermo dei due era difficile da dire.
L’unica cosa che tradiva Aleister erano le lacrime che lo
facevano più somigliare ad un essere umano.
Tirò
su col naso e stette buono lì, finchè
sentì un rumore.
Ruote strusciavano sul terreno in modo lento, alzando della
polvere.
Un uomo dai folti capelli neri spettinati e due grandi
occhiali posati sul naso, passava dinnanzi all’esorcista. Si
trascinava dietro
un carro vuoto, ma che sembrava pesare.
Crowley alzò il volto e lo osservò interessato.
- Yo! – salutò quello, fermandosi un momento.
- Potresti darmi una mano? – un sorriso stolto si
aprì sul
volto, la sigaretta tenuta stretta tra i denti.
- Oh – Il vampiro si alzò in piedi e si
indicò con l’indice.
- I-Io? –
- Per caso vedi qualcun altro? –
- No, no – Sorrise felice di poter aiutare qualcuno.
Il vagabondo disse lui di sedersi dietro, sul carro.
- Dietro? Ma così non pesa di più, invero? -
- Fidati. Tu mettiti lì dove ti ho indicato. Questo
è un
carro magico! –
- Oh..- Crowley ne rimase affascinato.
E non capì che era una trappola. Era troppo ingenuo,
inesperto, non conosceva il mondo
esterno, questi erano i primi contatti con esso.
Così seguì le indicazioni dell’uomo.
- Comunque, il mio nome è Tyki – si
presentò portando con
disinvoltura il calesse.
- Io sono Crowley. Aleister Crowley, invero – fece il
vampiro con un sorriso tenue, arrossendo appena.
- Sai, quest’oggetto su cui siedi è in grado di
portare le
persone in un posto bellissimo –
- E quale? Dove mi porti, invero? – era curioso
l’esorcista.
- Lo vedrai quando ci giungeremo –
“All’inferno”
ghignò tra sé il moro.
- Perché mi ci hai fatto sedere però, invero? -
- Per farti stare comodo –
Aleister sorrise grato e guardò sereno il cielo.
Una
farfalla nera svolazzò dinnanzi a lui, che
allungò la
mano per farla posare su un dito.
Quella si posò e ne arrivarono altre, un’enorme
quantità di
insetti scuri che gli andarono incontro.
Il vento smosse il ciuffo bianco e gli occhi scuri si
spalancarono rivelando preoccupazione sul volto pallido.
Quelle non erano normali farfalle: avevano una testa dorata
che mostrava fauci.
Ricoprendo per gran parte il corpo del vampiro, lo morsero,
ma solo per tenerlo fermo.
“Il carro dei
condannati a morte”
- Che sciocco che sei, esorcista. Un credulone di prima
categoria -
Crowley udì quelle parole e fece per alzarsi dal carro, ma
non vi riuscì.
Tyki si fermò e si voltò verso il vampiro che si
dimenava.
- Questo calesse porta con sé tutti i dannati, gente come
voi esorcisti che avete ciò che chiamate innocence. Questo
calesse è una
trappola -
Ma a Crowley non ferivano quelle parole, quanto i sensi di
colpa.
“Sono uno sciocco, Eliade.
Non riesco nemmeno a capire quando mi si dicono le bugie..”
Sapeva però che doveva fare qualcosa, che non doveva
mollare.
Per i suoi amici e per la donna che amava, per la promessa a
sé stesso, lui non poteva farsi portare alla Morte.
Ringhiando forzò più che poteva, mentre
l’uomo si mostrò per
il Noah che era:
- Hanno fame..e presto le sazierai a dovere con il tuo
Cuore..-
Tyki si avvicinò ancor di più al vampiro, aprendo
la mano
per rivelare una farfalla nera, identica a quelle che tenevano
l’esorcista.
Quello che aveva davanti era un Noah.
I Noah lavoravano per il Conte
del Millenio.
Il Conte del Millenio
costruiva gli Akuma.
- E..Eliade..- Lacrime solcarono il volto scarno e
macchiarono le labbra scure.
- Cosa? Se vuoi pregare prima di morire, fa pure – fece
noncurante l’altro.
- Eliade, invero. ELIADE! – lo urlò e una forza
sovrumana si
impossessò del suo corpo.
Non poteva mordere il Noah, lo sapeva: non ne avrebbe tratto
benefici.
Riuscì a staccarsi di dosso le farfalle,che lacerarono il
mantello.
- Ma cosa?!..Ehi..- Una nuvola di fumo uscì dalle labbra
scure, mentre il vento la allontanava.
- A quanto pare
questa Eliade era un Akuma..o sbaglio? –
- E-Eliade..-
- Ah, come sei noioso. Ripeti sempre le stesse cose – fece
annoiato il moro.
Crowley si lanciò su di lui, ma Tyki fu più
veloce e si
scansò appena in tempo.
- Allora..perchè non la raggiungi? La vuoi rivedere? -
Aleister aveva perso il controllo.
La rabbia si era impossessato di lui, che poteva fare ben
poco, ma qualcosa doveva fare.
Voleva
raggiungere Eliade?
Sì.
Poteva amarla da morto?
Chissà.
Ma
pensarla, dedicarle ogni gesto, ogni scelta, ogni
lacrima, la sua stessa vita, era doloroso, anche bellissimo.
E poi..adesso aveva degli amici per cui vivere.
- L..avi..Allen..- col fiatone, mentre lottava contro il
Noah chiamava i loro nomi.
Aveva la pelle candida e i capelli scuri, un ombrello
sottobraccio.
La gonnellina era corta e le dava un tocco più sensuale,
più
maturo.
Crowley la notò:
- Vai via, invero! O quest’uomo ti ferirà! -
- Mh? – la ragazzina lo fissò con sufficienza.
- Scappa..scappa, invero! –
- Ho paura – fece lei, il tono era indifferente.
Le scarpette nere fecero anzi un passo avanti.
Crowley andò verso di lei, prima che il Noah potesse
raggiungerla. Ma il Noah non mirava lei.
Tyki scomparve sotto il pavimento, l’esorcista lo perse di
vista.
Fece per toccare quella figura immobile ma con le mani tremante
esitò, forse
non fece in tempo.
- Yo Tyki – solo allora la bambina parlò salutando
con un
cenno della mano il nero, che teneva una mano nel petto del vampiro.
Crowley urlò di dolore mentre la farfalla gli mangiava il
cuore.
Dinnanzi a quella scena Road rise di gusto, con cattiveria.
La sua pelle assunse un colorito bronzeo e gli occhi erano
dorati; sulla fronte stigmate segnavano il suo essere.
Aleister inorridito, pianse per la sua ingenuità, sorrise
leggermente per ironia.
“Eliade,
Lavi, Allen, Linalee..perdonatemi..”
Si
accasciò a terra, con gli occhi che perdevano la loro
lucentezza.
Tyki si sistemò il cappello:
- Lo lasciamo qui? -
- Mh sì! –
- Da dove tutto questo entusiasmo, Road? –
- Così almeno qui verrà Allen prima o poi!
–
- Ah, lo dovevo immaginare..- sbuffò quello gettando la
sigaretta a terra.
La spense con la scarpa, poi si frugò le tasche per cercare
il pacchetto.
- Per cosa credi che io sia venuta, Tyki? -
- Per aiutarmi a battere questo esorcista, no? – accese una
nuova sigaretta e se la portò alle labbra.
- Ti sbagli. Io stavo cercando Allen, non te! –
protestò la
bambina.
Il moro fissò la figura a terra, senza vita.
- Allora era proprio destino..- fece indifferente, un poco
canzonatorio.
Intanto Lero blaterava, senza che nessuno dei due lo
ascoltasse.
- Ehi, Tyki, mettilo sul carro, sarà più
divertente! -
Fece sadica Road, sedendosi lei stessa sul calesse di legno.
Il Noah si tenne la sigaretta tra i denti e portò il corpo
del vampiro dove quella aveva detto.
Notò qualcosa a terra e lo raccolse: doveva essere di
Crowley.
Sistemò la rosa rossa tra le mani giunte e fredde.
.END.
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