Premessa:
1- chissà se qualcuno leggerà
2- chissà se qualcuno commenterà
(ma soprattutto)
3- chissà se a qualcuno piacerà questa schifezza!
Ps- sto preparando una storia su Harry Potter (non ho mai scritto
una storia su questo) e una su Saiyuki un po’ particolare,
che appena riempio 10 righe decenti posto…ok lasciamo
perdere…una persona sta leggendo una mia storia dell’anno
scorso e io sono nervosa e non so bene perchè…U.U ok
lasciamo perdere anche questo (lasciamo perdere anche che tutti
mi odiano perché dico sempre “lasciamo perdere”)e
passiamo alle “nugae” che ho scritto…^_-
Shuichi
Maggio 2005
Non vogliamo narrare una storia di un eroe o di un martire, ma
semplicemente la storia di un qualsiasi essere umano, uno di quei
puntini che non hanno significato per il mondo ma che continuano
ad andare avanti.
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NESSUNO
Capitolo 1
La mia vita...com’è strano parlarne adesso, proprio ora che
sono stanco di viverla e che sto per lasciare questo mondo. Sono
un semplice essere umano, questo lo so. Ma a quanto pare sono
molto, molto malato. Non sono un eroe, non ho compiuto grandi
gesta, né ho sopportato atroci sofferenze, ma, giorno dopo
giorno io, ho affrontato tutte quelle piccole battaglie che
rendono un semplice uomo un grande combattente coraggioso.
Ricordo che quando ero piccolo vivevo con i miei genitori, i
quali però non mi mandarono all’asilo, perché non avevamo
abbastanza soldi, ma si prendevano amorevolmente cura di me,
anche naturalmente quando cominciai ad andare a scuola. Ricordo
ancora il primo giorno: avevo messo i miei vestiti migliori e
avevo la cartella piena di quaderni bianchi e libri appena
comprati. Appena arrivai, mi colpì subito un bambino che se ne
stava con il broncio seduto da solo, mi sedetti proprio accanto a
lui. Gli chiesi come si chiamava, Josh. Gli dissi il mio nome, e
da quel giorno diventammo inseparabili, facevamo tutto insieme,
giocavamo, studiavamo, ridevamo, piangevamo, e persino ci
piacevano le stesse bambine. Era il migliore amico che potessi
desiderare, ero geloso e possessivo di lui, finché un giorno non
venni a sapere da un mio compagno che Josh andava in giro dicendo
di me che ero insopportabile e appiccicoso…all’inizio
naturalmente non ci credetti…come potevo conoscendolo
pensare che l’avesse detto realmente? Ma quando gli chiesi
spiegazioni mi disse che non voleva più essere mio amico…come
era possibile? Abbassò il viso e mi disse senza alcun rimorso
proprio quello che meno mi aspettavo, mi spezzò il cuore. Con
grande pena, ricostruendo i pezzi del mio piccolo cuoricino
ferito, cominciai le scuole medie; Josh non era capitato in
classe con me. Ma c’era lei. Lei, la bella ragazza, gentile
con tutti, perfetta Sarah, capelli color cioccolato lunghissimi e
occhi verdi di foglia, le guance rosee e il sorriso di miele.
Sarah. Il suo stesso nome era carico di dolcezza, sulle mie
labbra diventava qualcosa di potentissimo, mi piaceva da
impazzire, volevo parlarle e dirle che la trovavo stupenda, ma
non ne avevo il coraggio. Purtroppo quando riuscii a parlarle
eravamo già in terza media, e seppi che lei si sarebbe iscritta
a un liceo classico, il meglio del meglio a sua detta. Le
condizioni della mia famiglia erano diventate abbastanza buone
grazie alla fatica dei miei genitori, con la conseguenza che ci
eravamo trasferiti in un posto più grande qualche anno prima, e
non dormivo più in stanza con loro, ma in una tutta mia, e non
passavamo più tanto tempo insieme come succedeva prima. Così
potei invitare almeno una volta Sarah a casa, quando naturalmente
i miei genitori erano assenti. Cominciammo a parlare che il
discorso filava a meraviglia, e avevamo in realtà molti
interessi comuni, ma quello a cui realmente pensavo era al suo
sorriso, e dovetti far forza su me stesso per non mettermi a
piangere dalla gioia di averla lì con me. Ad un tratto presi
coraggio, e di slancio le chiesi di diventare la mia ragazza. Ma
subito dopo me ne pentii e le chiesi di dimenticare. Mi pentii un
istante dopo anche di questo, e le chiesi che cosa avrebbe
risposto. Non credevo di avere speranze, e invece lei mi disse
semplicemente che andava bene. In quel momento mi sembrò di
toccare il cielo con un dito. Ma la mia felicità fu assai breve,
infatti il giorno dopo arrivato a scuola Sarah mi disse subito
che aveva sbagliato e che non voleva veramente stare con me. E
così il mio cuore fu di nuovo spezzato. Perché aveva dovuto
darmi quella speranza? Poteva dirmelo subito, e invece no, aveva
voluto farmi male, o forse semplicemente non le importava.
Annullai la mia iscrizione al classico, che avevo fatto apposta
per lei, e mi iscrissi ad un liceo scientifico. Ma non frequentai
quello della mia città poiché durante l’estate io e la mia
famiglia ci trasferimmo in un’altra casa. Ancora un’altra.
Questa era veramente molto più costosa delle altre, io avevo una
grande stanza con un mucchio di oggetti dentro, che non sapevo se
li avrei mai usati tutti, e mio padre e mia madre avevano ognuno
una stanza per sé. Poi ritornò l’autunno, ancora una
volta, e rividi cadere nuovamente le foglie dagli alberi, e
volare al vento verso chissà quale meta... Cominciò la scuola.
Come sempre, rimasi colpito da qualcuno. Ma stavolta da più di
uno, erano infatti un trio di ragazzi, di cui una ragazza, che
andavano molto d’accordo, e con molta probabilità si
conoscevano già. Chiesi i loro nomi; sembravano contenti di far
amicizia con me. Si chiamavano Mark, John e Ruby. Mark era
veramente un tipo buffo, ispirava simpatia al solo guardarlo, era
il tipico ragazzo dal cui viso potevi leggere tutto, la
sincerità fatta persona, e infatti così si dimostrò più
avanti. John era un ragazzo come tanti, e trovo difficile dare
un'esauriente descrizione di lui. Un po’ sulle sue ma
disposto a scherzare e a divertirsi con gli altri, senza però
mai mostrare troppo di sé, alto, capelli neri e fisico da fargli
correre dietro tutte le ragazzine di primo anno. Compresa Ruby
ovviamente. Ruby...ah Ruby, cara Ruby. Veramente molto speciale,
Ruby non assomigliava per niente a Sarah. Era sfacciata e
ostinata, egoista e a volte opportunista, si riteneva sempre in
diritto di aver lei l’ultima parola su tutto, anche su
quello che proprio non aveva niente a che vedere con lei. I
capelli di rame, li occhi neri, sguardo fiero e intelligente,
alta ed esile allo stesso tempo. Bella, bellissima, stupenda. Ma
all’inizio non ci feci attenzione, ero troppo impegnato nel
riprendermi dal male che mi aveva causato Sarah per accorgermi
quanto era bella. John giocava un po’ con lei, faceva finta
di accettare i suoi corteggiamenti e insieme sembravano
divertirsi molto, ma niente di più. Una volta gli chiesi perché
lo faceva, e mi rispose che semplicemente non gli dispiaceva, ma
che non provava niente di serio per lei. Mi disse anche di
provarci con lei, se mi piaceva. Così cominciai a riflettere.
Intanto che riflettevo cercando di capire che cosa provavo per
Ruby, mi accorsi dei rapporti gelati dei miei genitori: non si
parlavano quasi, non mangiavano insieme la sera, né dormivano
insieme. Una sera mi feci coraggio e li costrinsi a mangiare
insieme a me, tutti e due. Accettarono, e durante tutta la cena c’era
nell’aria un’incredibile tensione, cosa che non mi
impedì di chiedere a bruciapelo ai miei genitori se stavano
ancora insieme. Insieme. Mi risposero di non preoccuparmi e che
andava tutto bene, che era solo una mia impressione e che era
solo e unicamente a causa del lavoro se le cose andavano a quel
modo. Da quel giorno non domandai loro più nulla. Ripresi ad
uscire; infatti in quei giorni mi ero rinchiuso in casa a
riflettere e adesso avevo di nuovo voglia di divertirmi. Ruby non
mi dispiaceva, ma non ne ero innamorato. Cosa che purtroppo
sarebbe dovuta succedere, sì, io mi sarei dovuto innamorare di
lei, e invece la vedevo solo come un’amica. Neanche a
pensarlo, che pochi giorni dopo fu Ruby a venire da me per
parlare. Come potevo immaginare che lei, proprio lei la grande
Ruby fosse venuta a dichiararsi a me?
Continua…
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Note: Starete dicendo, che storia del cavolo è? Beh per una
volta ho voluto scrivere di qualcuno che non è la solita vittima
della società o delle ingiustizie, ma una persona qualunque, uno
di quei tanti esseri umani che tutto sommato si direbbe non
lascino un segno nella storia, ma di certo resteranno nel cuore
delle persone che gli hanno voluto bene…spero di ricevere
qualche commento (è da tanto che non ne ricevo visto che non ho
scritto più quasi nulla da un bel po’ di tempo a questa
parte…) comunque, fatemi sapere se vi fa schifo o se vi
piace! ^_^