La città taceva.
Taceva in quella notte dove la neve cadeva
copiosa e inarrestabile.
Sembrava quasi che tutti gli abitanti dormissero beati nei loro caldi
letti … tutti … o
forse no?
-CHE COSA?!-
tuonò
una voce, irrompendo prepotentemente in quell’innaturale
silenzio
-MA HAI LA MINAMA IDEA DI CHE ORE SIANO?!-
In un piccolo appartamento qualcuno non
dormiva.
Un giovane uomo dai capelli color arancio era furente con
una persona dall’altro capo del tavolo della piccola cucina
- Ti
ho fatto una domanda-
continuò ad insistere
lui.
La donna a cui si rivolgeva stava lì immobile, seduta di
fronte a lui poggiando il mento sul palmo
della mano sinistra annoiata.
Aveva dei lunghissimi capelli neri raccolti in una treccia e
un ciuffo sbarazzino le attraversava il volto, accentuando la grandezza
dei
suoi occhi blu.
- No, non
ne ho idea, ma
non credo che faccia differenza.- rispose semplicemente lei,
cosa che fece
solamente aumentare la frustrazione del suo interlocutore.
-SONO LE TRE DI NOTTE
E FUORI IMPERVERSA UNA TEMPESTA DI NEVE!QUINDI PER ME
C’E’ DIFFERENZ, UN ENORME
DIFFERENZA!- continuò
lui
sporgendosi sul tavolo fino quasi a raggiungere la ragazza.
- Se continui
ad urlare in quel modo sveglierai i vicini e anche i morti- la mora
continuava a mantenere un'aria noncurante.
- Ammettilo che mi
vuoi morto-
A quell’affermazione
le labbra della giovane dettero vita ad un malefico sorrisetto che fece
salire
i brividi lungo la schiena del mal capitato
.-Oh caro, come
puoi pensare una cosa del genere?- continuava a sogghignare
maligna.
- Ichigo, ti sto solo chiedendo di andare al
supermercato aperto ventiquattro ore a prendermi due cosette da
mangiare-
Ichigo cominciò davvero a perdere la pazienza.
-Due cosette!? Ma se
prima sei stata ad elencarmi per almeno mezz’ora le
più disparate pietanze. Non
le ricordo già più Rukia!- disse con
la fronte più corrucciata del solito.
- Ah, se è per quello non devi preoccuparti- Rukia si
alzò lentamente e a
fatica dalla sedia. La causa era un pancione tipico di
un’avanzata gravidanza.
Si avvicinò al bancone della cucina e da un cassetto
estrasse un blocco da disegno e una matita.
Con una foga degna di un guerriero si avvento su uno dei
fogli sotto gli occhi di un attonito Ichigo.
Dopo qualche istante Rukia strappo il foglio su cui stava lavorando e
porse il suo lavoro al ragazzo.
- Ehi Rukia…- cominciò
lui dopo aver dato un solo sguardo
Lei si volse quel tanto che bastò per notare
un’espressione mista di
disgusto ed esasperazione.
- Cosa
dovrebbero significare questi
scarabocc…-
Prima che la frase potesse essere terminata, l’album fu
“accidentalmente” lanciato a tutta forza contro il
volto di Ichigo, rischiando
di rompergli il setto nasale.
- Ahia, maledetta! Sei
impazzita per caso!?-
- Ti lamenti dopo che
sono stata così misericordiosa da farti una magnifica
lista?! L’unica cosa che
dovresti dire è “ oh grazie Rukia-Sama,
non merito tanto” hai capito!?- gridò
lei facendosi a pochi centimetri da Ichigo.
Si riprese il foglio offesa.
Rukia sedette sulle ginocchia , facendo attenzione a non
nuocere alla creatura che portava in grembo.
- Visto
che mi sono stancata di aspettare ed
ho fame, ho deciso che sarò più che generosa:
vedi? Questo è Chappy fragola- disse
indicando un non ben definito
animaletto disegnato sulla carta.
- Ah, davvero?- domandò
Ichigo scettico, che nel frattempo si
era seduto a sua volta sul pavimento con le gambe incrociate.
- Si. Quest’altro invece è Chappy ramen, questo
Chappy
liquirizia, Chappy gelato al cioccolato…- la lista
continuò per almeno altri
dieci minuti buoni.
- E questo è quanto-
terminò la giovane.
- Bene
ora puoi andare- decretò, con un
tono che non lasciò spazio ad altri indugi.
Ichigo si alzò lentamente e poco convinto.
-
Senti posso sapere quando è che smetterai di avere queste
voglie nel
bel mezzo della notte?- chiese, sperando in una risposta
rincuorante.
- Se
ho queste voglie puoi biasimare solo te
stesso. Se tu quella volta ci avessi pensato due volte prima di
invadere la mia
privacy, tutto questo non sarebbe mai successo…-
-Te ne penti?- la punzecchiò lui.
-Tu te ne penti?- rispose
rukia di rimando.
Preso in contropiede, Ichigo cominciò a grattarsi
nervosamente
la testa arancione.
- Accidenti! Va bene ho capito.
Come sua maestà comanda-
- Felice che tu abbia
capito. Ma ricorda di non contraddire mai più una donna
incinta,stolto-
Rukia sorrise trionfante, mentre il
ragazzo si copriva più
che mai nel tentativo di scongiurare una possibile ipotermia causata
dal freddo
esterno.
-Si Si, lo ricorderò. Allora
vado- disse voltandosi
- Fai attenzione- disse
lei sarcastica utilizzando la sua falsa voce stridula,mentre lo
salutava con la mano.
Ichigo uscì chiudendosi la porta alle spalle accompagnato da
un enorme sospiro di rassegnazione.
Rimase per qualche istante con la
schiena appoggiata alla
porta di casa.
Ad ogni suo respiro una nuvoletta di fumo
usciva dalla sua bocca.
Rivolse lo sguardo verso il cielo oscuro, che continuava a
partorire piccoli e freddi fiocchi di neve, anche se in modo
più moderato rispetto ad acluni momenti prima.
Ripensò a quanto quella notte fosse differente da quel
momento di mesi prima.
Ricordava ancora così chiaramente il calore di
quelle
goccie sulla pelle, quel calore che unito a quello del corpo di lei era
stato paragonabile solo all'inferno eppure, allo stesso tempo, era
stato
esattamente uguale al paradiso per lui.
Rukia l’aveva chiamata
violazione della privacy, ma…
Sorrise malizioso a quel
pensiero.
Sorrise
mentre diceva
a se stesso che nessuno dei due, ne lui ne Rukia, fossero anche vissuti
per l’eternità, si
sarebbe mai dimenticato di quella doccia.
Quella doccia che aveva cambiato le
loro vite.
Quella
doccia durante la
quale avevano concepito il loro
primo figlio.
Sorrise di nuovo mentre si incamminava per la strada, completamente bianca, della città che era tornata a tacere.