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Autore: Dearie    16/10/2009    2 recensioni
"Dicono che il veleno sia fatale all'uomo. E i suoi baci sono puro veleno. Puro veleno che circola nelle mie vene. Puro veleno che mi fa sopravvivere" Erano passati più di dieci anni. "Non la vedo da quando avevo le tua età..."(Sirius Black, "Harry Potter e L'Ordine della Fenice") "Perchè ti sei messa in questa trappola Bella?" "E' il mio destino[...]sono l'unica a credere nella nostra famiglia"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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veleno Nota: in questa shot Sirius e Bellatrix hanno la stessa età (per facilitare l’andamento della storia e renderla più credibile). Buona lettura!
                                                                        
“Non la vedo da quando avevo la tua età…”(Sirius Black, Harry Potter e L’Ordine della Fenice)

Londra, 12 Grimmauld Place

 
20 giugno 1974
Dicono che il veleno sia fatale all’uomo
E i suoi baci sono puro veleno.
Puro veleno che circola nelle mie vene.
Puro veleno che mi fa sopravvivere.


Sfogliò le pagine velocemente, avida di conoscere i suoi pensieri.
Avida di lui.
La sua fissazione  non sarebbe mai passata.
Erano passati più di dieci anni.


“Devo andare. Se tardassi se ne accorgerebbe. Non ho voglia di subire un interrogatorio”. Fece per alzarsi ma lui la trattenne “Resta. Lui non può obbligarti a questo”
“Cosa?”
“Resta con me. Non andartene. Domani ti accompagnerò a casa a prendere le tue cose. Resta con me”
“Sei pazzo”
“Da quando ho capito che posso averti per me, se tu lo volessi. E tu lo vuoi, Bella”
“Sono sposata Sir”
“Non sei sposata. Sei in gabbia. Dov’è finita l’orgogliosa e ribelle Black che c’è in te? Messa in gabbia da una stupida convenzione”
“E’ il mio destino. Sei tu quello che è fuggito”
“Perché ti sei messa in questa trappola Bella?”
“E’ il mio destino. Non posso farci nulla”
“Perché l’hai fatto?”
“Quella vigliacca di Andromeda è fuggita. Narcissa non è altro che una statica bambola di porcellana. Sono rimasta l’unica a credere nella nostra famiglia”


 3 settembre 1974
“E’ assurdo” mi ha detto James “E’ tua cugina! Non ti ricambierà mai”
“Io la amo James. Farò di tutto pur di averla”
“Chiedilo a Lestrange. Sono curioso di sapere cosa ne pensa di questa storia” ha detto, dandomi una pacca sulla spalla

Ebbe un sussulto.
Chiuse gli occhi, mordendosi poi il labbro inferiore.
Pensò a quella sensazione, provata anni prima. Il loro primo bacio.
“Hai perso di nuovo Sir. Obbligo o verità?”
“Obbligo”
“Baciami” .
Aveva istintivamente attaccato le labbra a quelle della cugina.

********************************************************
Sotterranei di Hogwarts.
Camminava a testa alta, altera. Si sentì afferrare per un braccio.
 La schiena poggiava ora contro la parete fredda.
 “Cosa vuoi Sirius?”
“ Oggi è il mio compleanno cugina. Non mi fai gli auguri?”
Due labbra le impedirono di rispondere..
“Sir” mormorò affannata dal bacio“prova a toccarmi di nuovo e toglierò dieci punti alla tua casata, tanto è vero che sono Caposcuola!”
Rodolphus Lestrange sorrise compiaciuto alla sua fidanzata, prima di voltare l’angolo e sparire. “ Davvero forte la giovane Black” pensò .
Appoggiò la fronte sul petto del cugino.
“Non li meriti Sir”, mormorò prima di dileguarsi nel buio.

“A chi scrivi quel messaggio?”
“A quella babbana di Lily Evans, Cissy. Devo avvertirla che domani sera abbiamo la ronda insieme” rispose piegando il foglio che aveva tra le mani.

Un gufo picchiettò alla finestra. Legato alla zampina, un sottile foglio di pergamena. Lo aprì. Tanti Auguri. B L.
Inspirò la muschiata essenza del suo profumo. Sorrise.

11 luglio 1976
È fatta. Stare da James è la cosa migliore. Finalmente libero dall’ipocrisia e dalle convenzioni.
Al diavolo la nobile casata dei Black.

L’insana passione per suo cugino non avrebbe mai avuto fine. L’aveva capito nell’estate dei suoi sedici anni, quando lui era fuggito.
 

…Al diavolo la nobile casata dei Black.
Il senso di indignazione riaffiorò più forte che mai.
“Come hai potuto? Al diavolo te Sir” esclamò forte, come se lui potesse sentirla.

“Vattene al diavolo. Cosa ci fai qui? Ti uccideranno”
“Sono venuto a prenderti Bella”
Scoppiò a ridere sarcastica
“Non puoi rovinare così la tua vita”
“La mia vita è già rovinata. Da quando abbiamo ricevuto questa” disse mostrandogli un foglio di pergamena.
Tra quella carta spiegazzata e le righe sbiadite notò la calligrafia di sua madre Walburga. mi duole sciogliere così l’accordo per il futuro fidanzamento tra Sirius e Bellatrix Quel foglio doveva essere stato letto e riletto.
Tentò di accarezzarle una guancia, ma lei gli fermò la  mano
“Siamo rovinati entrambi Sir. Te sei stato bandito. Io dovrò probabilmente sposare Rodolphus Lestrange”
“Il caro zio Cygnus non ci ha messo molto a rimpiazzarmi”
“Vorrei non fosse stato costretto a farlo” commentò gelida prima di lasciare la stanza.

1 Settembre 1977
. Ultimo anno, poi i M.A.G.O.
 Bellatrix. L’ho rivista sull’espresso per Hogwarts. Ha finto di non vedermi. Non è mai stata brava a mentire.
Bellatrix.
Bellatrix.
Bellatrix.

Non si erano più visti da quella sera in cui si era intrufolato nella stanza della cugina alla villa dei Black.
 “Ragazze il treno è arrivato. Fatevi onore quest’anno. Siete delle Black, non dovete mai dimenticarlo. Evitate di simpatizzare  con i mezzosangue e i traditori” disse Cygnus Black, indicando Sirius intento a caricare il proprio baule, seguito dagli inseparabili amici.
Si chinò per salutare le tre figlie, ma Bellatrix si era già incamminata verso il treno. Prima di salire si girò, salutando i genitori con un cenno del capo.
“Andromeda, Narcissa” le salutò Sirius, imbattendosi nelle cugine, mentre cercava uno scompartimento libero. Andromeda gli sorrise. Fece per aprir bocca, ma venne strattonata dalla sorella minore, che lo fulminò con una occhiata gelida.
“Bellatrix” . La giovane Black si girò, ignorandolo. Faceva male, troppo, trovarselo davanti così.
Sarebbe stata dura evitarlo durante l’anno. Pregò mentalmente che Grifondoro e Serpeverde condividessero il minor numero di lezioni quell’anno.



Strinse il diario al petto. Bellatrix. Bellatrix. Bellatrix. Quel nome, il suo nome, scritto tre volte. Ripetuto, come un’invocazione. Sfogliò un’altra pagina, ricominciando a leggere.

30 gennaio 1977
Ho bussato alla porta della sua stanza. “Bella, hai perso questo” ho detto porgendole un rotolo di pergamena con gli appunti di trasfigurazione. Ha sorriso. “Hai fatto apposta a lasciarlo cadere vicino al mio banco”. “Sei perspicace cugino”. Le parole sono state inutili. Siamo finiti a letto insieme un’altra volta.

L’ennesima volta. Bastava uno sguardo, un saluto accennato per scatenare nuovamente la passione tra di loro. Quella passione che li aveva rovinati.
Pensò alla prima volta che era successo, durante il loro quinto anno. Erano a casa, per le vacanze di Natale. Al Manor dei Black era stato organizzato un ricevimento per il compleanno di Andromeda. La solita noiosa festa, in cui i ragazzi facevano finta di divertirsi, mentre i genitori ballavano un valzer al suono dei violini o bevevano champagne parlando di politica.

“Anche tu qui?”
“Mi conosci. Sai che non resisterei per più di mezzora. Nessuno noterà la mia assenza. Non sono io la stella stasera”disse, scrollando le spalle con indifferenza.
“Andromeda potrebbe rimanerci male. È la tua preferita del resto”
“Dici davvero? Credevo di averti dimostrato il contrario”
“Agli occhi degli altri è così. E tu la adori”
“Non come adoro te” disse, sporgendosi per baciarla. Le strinse la vita sottile con un braccio, mentre la bocca esplorava famelica quella della cugina. Un’insolita scarica elettrica percorse i loro corpi.
“Sei bellissima stasera…”. Lei gli impedì di continuare, continuando a baciarlo.
Avevano fatto l’amore lì, in quella veranda abbandonata in una delle tante ale dell’immensa villa.

 Si portò una mano al viso, sfiorandosi le labbra. Avevano ancora il suo sapore.

“Suppongo che domani non ci sarai”
“E’ inutile che ti risponda. Tuo padre non esiterebbe a lanciarmi qualche terribile maledizione se provassi a farmi vivo. E tuo marito farebbe lo stesso”
“Rodolphus non è ancora mio marito”
“Ancora per poco. Bellatrix Lestrange…suppongo che da domani dovrò chiamarti così”
“Avrei preferito restare una Black per sempre” rispose scocciata, lanciandogli un’occhiata di fuoco.
“Ne abbiamo già parlato  Bella”
“L’alternativa sarebbe una vita fatta di fughe e timore. O sbaglio? Mi dispiace Sir, non è quello che voglio”
“Sai perché non invidio Lestrange? Perché in fondo non ti avrà mai. Tu appartieni a me” disse, prendendole il volto fra le mani.


30 ottobre 1979
Nuova riunione dell’Ordine. “Dobbiamo cercare di reclutare nuove spie. Il potere di Lord Voldemort sta crescendo” ha detto Remus. Ho pensato a Bellatrix, al marchio nero che deturpa la pelle del suo braccio.
Tirò su la manica, scoprendolo. Eccolo, il simbolo della sua fedeltà.


“Ti sei fatta marchiare alla fine”
“Sapevi che era quello che volevo”
“Suppongo che da ora siamo nemici. Cosa vuoi Bella? Non ti sarai spinta fin qui senza un motivo valido scommetto”
Abbassò la testa. “Solo te mi conosci davvero Sir” rispose amaramente.
“Sono venuta a salutarti. Questa è l’ultima volta che mi vedi. Continuare a vederci è troppo rischioso”
Si alzò, avvicinandosi alla donna.
“Non posso lasciarti andare senza prima aver sfiorato le tue labbra. I tuoi baci sono come il veleno. Capaci di stordirmi. E non voglio essere cosciente quando saprò di averti persa”
Si abbandonò tra le braccia dell’uomo. Una violenta passione li scosse. Ma non si sarebbero lasciati andare stavolta. Dovevano lasciarsi da nemici…anche se  tutto era così seducente e peccaminoso.
Si staccò da lui. Senza fiato.
“Ti amo Bellatrix”
Lo guardò, continuando a respirare ansante. I suoi occhi vitrei e freddi si fecero lucidi.
“Addio Sirius” disse, sbattendo la porta della  stanza.


Non si erano più visti.
Fino quel giorno “Avada Kedavra” ed era scomparso.
“Cosa ho fatto Sir?” sussurrò.
Una pagina cadde. Un sottile foglio piegato in due che sapeva di muschio e viole. Lo riconobbe subito. Era il suo profumo. Lo aprì: Tanti auguri. B.L. Il biglietto che lei gli aveva mandato per i suoi diciassette anni.
Sorrise, dolcemente. Sirius l’aveva conservato per tutti questi anni, e l’avrebbe fatto finchè non sarebbe diventato polvere.
Sentì il braccio bruciare. Il suo signore la stava chiamando. Si smaterializzò. Il numero 12 di Grimmauld Place rimase di nuovo vuoto.



Ok, le mie fic non vengono aggiornate da secoli ed io pubblico una one shot su una coppia inedita per me. Sirius e Bellatrix mi piacciono moltissimo insieme, due caratteri contrastanti ma simili per molti aspetti.
Ho intenzione di scrivere ancora su di loro (a loro ho anche dedicato un cap della mia raccolta “Impossible love-Irraggiungibile”). Intanto fatemi sapere se avete gradito questo mio piccolo esperimento!
                            
                                                                                   Un bacione a tutti voi,
                                                                               
                                                                                            Federica

  
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