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Autore: Chicca87    07/06/2005    4 recensioni
Questa è una One-shot che ho scritto in occasione di una delle "sfide" che si svolgono periodicamente nel Forum dove bazzico. Essendo il tema della sfida "primi incontri" ho pensato di descrivere l'incontro tra Fraramir ed Eowyn sebbene sia un episodio già narrato nel testo originale. Spero vi piaccia questa mia versione anche se molto, molto corta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eowyn, Faramir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LUCE NELL’OSCURITA’ “Eowyn, figlia di Eomund, destati! Il tuo nemico è partito per sempre!” Gli occhi della fanciulla si aprirono lentamente, ancora non abituati alla luce del sole che filtrava dalle sottili cortine della stanza, ma non scorsero nulla. Nulla all’infuori di luci e ombre. Quando finalmente fu in grado di distinguere le figure intorno a se, vide colui che aveva parlato, sebbene ne avesse già riconosciuto la voce, e in quel momento avrebbe preferito morire in battaglia piuttosto che sostenere ancora una volta lo sguardo di colui che l’aveva respinta. Chiuse stancamente gli occhi e, quando li riaprì, lui non c’era. Fu allora che silenziose lacrime piene di tristezza e rassegnazione attraversarono velocemente il suo viso candido e sentì di essere inutile proprio quando avrebbe voluto combattere e morire per il suo popolo. Dama Eowyn osservava dalla finestra lo splendido panorama che le offriva la posizione rialzata della sua stanza. Il sole primaverile accarezzava con i suoi tiepidi raggi il suo viso pallido infondendole un dolce tepore e invitandola ad uscire, sebbene non le fosse ancora stato permesso mettere piede fuori dalla sua stanza. Ma dieci giorni erano ormai passati da quando dama Eowyn era stata ferita e il suo animo irrequieto non ammetteva più di rimanere confinata in una stanza, così chiamò le donne che la curavano perché la aiutassero e, indossata una veste, si recò dal custode delle Case di Guarigione. A nulla valsero i tentativi di quest’ultimo di persuaderla e le fu permesso di passeggiare finalmente libera nei soleggiati giardini che circondavano le case di guarigione. Volle il fato che anche Faramir, Sovrintendente di Gondor, stesse passeggiando solitario per i verdi prati che iniziavano ad essere punteggiati dai primi fiori primaverili, il suo animo era sereno sebbene il suo pensiero e il suo sguardo si volgessero costantemente all’ombra che cresceva ad oriente. Egli sentì leggeri passi dietro se, si voltò e vide, accompagnata dal Custode, Eowyn, Bianca Dama di Rohan con la candida veste e i capelli dorati che si muovevano insieme col respiro del vento e Faramir rimase colpito dalla sua fredda e triste bellezza. Gli occhi argentei della fanciulla vagavano desiderosi ad est, alla ricerca di un destino più glorioso di quello che le era stato assegnato, chiuse gli occhi reprimendo il pianto e quando li riaprì incontrò lo sguardo del giovane sovrintendente. Chinò la testa in segno di rispettoso saluto e Faramir fece lo stesso. “Mio signore” disse il Custode delle Case di Guarigione inchinandosi “questa fanciulla è Dama Eowyn di Rohan fu gravemente ferita durante la battaglia dei campi del Pelennor ed ora è sotto la mia custodia” Le parole dell’anziano guaritore giunsero insignificanti alle orecchie del Sovrintendente che, perspicace, cercava di carpire nello sguardo di lei il motivo di tanta tristezza. Il custode si allontanò lasciando soli i due giovani e finalmente Eowyn rivelò la causa della sua malinconia. “Io non desidero guarire” disse con tono fiero ma ormai rassegnato “Cosa desiderate mia dama?” “L’unica cosa che desideravo era combattere al fianco delle persone che amo e dare la vita per la mia gente se fosse stato necessario” la sua voce tremò “ma il fato ha voluto castigarmi obbligandomi a rimanere oziosa a guardare il mio popolo partire per la guerra” Faramir rimase sorpreso da tanto coraggio e determinazione racchiusi in una donna di simile bellezza ed era affascinato dal suo animo fiero e frustrato allo stesso tempo; avrebbe volentieri rinunciato a tutte le sue ricchezze se questo fosse bastato a vederla sorridere solamente una volta e non potè evitare che il suo animo nobile fosse mosso a pietà da quella visione tanto meravigliosa quanto triste. Ma quando il sentimento di pietà sconfina è capace di divenire qualcosa di ancor più puro e sublime, così, quando Faramir non era in sua compagnia, si sorprendeva a volgere gli occhi alla sua finestra sperando che i loro sguardi si incontrassero nuovamente e, quando ciò accadeva, sentiva una nuova forza nascere in lui e non gli importava se l’ombra avrebbe presto preso il sopravvento, lei, luminosa come una timida aurora invernale, sarebbe stata la sua luce nell’oscurità nel giorno in cui l’ombra avrebbe avvolto i lembi più remoti del mondo. FINE
  
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