CAPITOLO
3: preghiere al Cielo
Non so come tu canti, mio signore!
Sempre ti ascolto
in silenzioso stupore.
La luce della tua musica
illumina il mondo.
Il soffio della tua musica
corre da cielo a cielo.
L'onda sacra della tua musica
irrompe tra gli ostacoli pietrosi
e scorre impetuosa in avanti.
Il cuore anela di unirsi al tuo canto,
ma invano cerco una voce.
Vorrei parlare, ma le mie parole
non si fondono in canti
e impotente grido.
Hai fatto prigioniero il mio cuore
nelle infinite reti
della tua musica.
Rabindranath Ragore
Nel
sereno silenzio della cappella, Christine accese due candele,e le depose sul
piccolo altare.
Il
ritratto del padre era rimasto appeso per tutto quel tempo…quella saletta era
stata fortunosamente risparmiata dalle fiamme.
Sospirò,inginocchiata,stringendo
fra le dita quel ricordo,ormai ingiallito dal tempo impietoso.
Avrebbe
voluto poter stringere allo stesso modo un altro ritratto, per poter
vedere,accarezzare i tratti dell’altro morto che le pesava nel cuore.
Sentì
le lacrime pungerle gli occhi,ma le ingoiò con rabbia.
Della
morte del padre non era responsabile. Era molto malato,e lei era soltanto una
bambina impotente.
Ma
per la morte del suo Angelo…era stata lei ad ucciderlo,con la sua stupida
indecisione.
Non
avrebbe dovuto lasciare che lui la scacciasse.
Aveva
agito per il suo bene, ma così facendo si era inutilmente sacrificato.
Inutilmente? Perché aveva avuto quel
pensiero?
Dopo
tutto,aveva accettato di sposare Raoul…non avrebbe mai osato lasciarlo.
Per fare cosa,in ogni
caso?
Ogni
volta che rifletteva su queste cose l’angoscia prendeva il sopravvento su di
lei…
“Christine!
Sei proprio tu!”
La
voce alle sue spalle le strappò un sorriso. Era assolutamente inconfondibile….
“Meg!!!
Mi sei mancata tanto!”
Si
alzò ed abbracciò con trasporto l’amica,ormai alta quasi quanto lei.
La
ragazzina era cambiata molto in quei mesi in cui erano rimaste
involontariamente separate.
Sembrava
più grande,più matura.,,un’altra persona davvero.
Aveva
perso quell’aria sparuta e timida di un tempo,e senza dubbio ciò a cui aveva
assistito quella notte aveva contribuito non poco alla sua trasformazione.
Meg
sorrise,ma notando lo spaventoso dimagrimento dell’amica le scoccò un’occhiata
preoccupata.
“Cosa
ti è successo Christine? Pensavo…” sembrò imbarazzata “ pensavo che questi mesi
trascorsi con Raoul… cioè,volevo dire,con il Visconte…”
Christine
sorrise,divertita dal suo imbarazzo sempre più palese.
Se
l’aspetto fisico tradiva la sua età, il carattere di Meg era rimasto semplice
ed innocente,non aveva subito alcuna trasformazione.
“Meg,calmati…
Puoi chiamarlo come ti pare con me! E credimi,neppure lui si offenderebbe se lo
chiamassi per nome. Raoul è diverso da tutti gli altri.”
Credeva
in quello che aveva appena detto,non era una posa.
Non
aveva mai conosciuto qualcuno di sentimenti più nobili di Raoul.
Era
l’uomo perfetto,in pratica.
Ma
Christine in fondo al cuore sentiva che tanta perfezione la metteva a disagio.
Lei
non era perfetta,e non lo sarebbe mai stata.
Meg
rise nervosamente.
“Sì,hai
ragione ….ma è che sarà così strano doverti chiamare Viscontessa,almeno in
pubblico! Ricordi quante volte da bambine sognavamo che sarebbe venuto un
Principe a prenderci per sposarci e condurci nel suo castello?” le strinse
affettuosamente la mano. “Non riesco quasi a credere che a te stia capitando
davvero!!”
Nemmeno io,se è per
questo,riflettè
Christine.
Meg
sembrò non notare il suo leggero disagio. Era veramente felice di rivederla.
“Hai
già avvertito maman? Sarà così felice di sapere che sei tornata…da quando nella
tua ultima lettera ci hai annunciato il tuo ritorno eravamo in ansia ogni
giorno..aspettavamo che da un momento all’altro ti affacciassi sulla porta! Non
vedevamo l’ora!!”
Saltellandole
attorno eccitata,notò le due candele accese sul piccolo altare.
Immediatamente
si fermò, ricordandosi del luogo in cui si trovava. Era pur sempre una chiesa.
Abbassò
gli occhi,e fece una smorfia.
“La
seconda…candela.. è per lui?”
Christine
arrossì vistosamente.
“In
effetti Meg…sì. Sono venuta qui a pregare per mio padre,all’inizio…ma in questo
luogo lo sento ancora vicino a me. Anche se so che non c’è più.”
Meg
trasalì a quelle parole. Nessuno di loro aveva trovato il corpo del Fantasma,e
quindi non c’era modo di sapere se fosse morto davvero.
Ma
ora,se Christine diceva questo…forse lei sapeva,e
aveva taciuto perché potesse riposare in pace…
In
ogni caso,quella discussione le stava mettendo i brividi.
Prese per mano Christine e la trascinò verso le scale.
“Maman
ora non c’è,ma devi assolutamente venire a salutare Lisette, Jeanne, Cosette e
le altre… non ti perdonerebbero mai se sapessero che sei qui da ore e non sei
ancora passata da loro!! Vieni!”
Christine
sospirò,lasciandosi trascinare stancamente ai piani superiori.
Non
provava particolare nostalgia per quelle ochette starnazzanti, ma in fondo era
cresciuta con loro,per anni. E poi sapeva bene cosa sarebbe accaduto se non
avesse continuato a comportarsi amichevolmente con loro: sarebbero piovute
accuse di essersi montata la testa a causa del suo nuovo lavoro come soprano,o
peggio,del suo fidanzamento con Raoul.
Non
era vero,e ne avrebbe sofferto molto.
Meglio
evitare dunque di dare adito ai pettegolezzi..a nuovi pettegolezzi,perlomeno.