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Autore: Kastania    07/06/2005    0 recensioni
*COMPLETO* Ecco qui la mia terza Fic...più intimista e riflessiva.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3: preghiere al Cielo

CAPITOLO 3: preghiere al Cielo

 

Non so come tu canti, mio signore!
Sempre ti ascolto
in silenzioso stupore.
La luce della tua musica
illumina il mondo.
Il soffio della tua musica
corre da cielo a cielo.
L'onda sacra della tua musica
irrompe tra gli ostacoli pietrosi
e scorre impetuosa in avanti.
Il cuore anela di unirsi al tuo canto,
ma invano cerco una voce.
Vorrei parlare, ma le mie parole
non si fondono in canti
e impotente grido.
Hai fatto prigioniero il mio cuore
nelle infinite reti
della tua musica.

                                                  Rabindranath Ragore

 

 

Nel sereno silenzio della cappella, Christine accese due candele,e le depose sul piccolo altare.

Il ritratto del padre era rimasto appeso per tutto quel tempo…quella saletta era stata fortunosamente risparmiata dalle fiamme.

Sospirò,inginocchiata,stringendo fra le dita quel ricordo,ormai ingiallito dal tempo impietoso.

Avrebbe voluto poter stringere allo stesso modo un altro ritratto, per poter vedere,accarezzare i tratti dell’altro morto che le pesava nel cuore.

 

Sentì le lacrime pungerle gli occhi,ma le ingoiò con rabbia.

Della morte del padre non era responsabile. Era molto malato,e lei era soltanto una bambina impotente.

Ma per la morte del suo Angelo…era stata lei ad ucciderlo,con la sua stupida indecisione.

Non avrebbe dovuto lasciare che lui la scacciasse.

Aveva agito per il suo bene, ma così facendo si era inutilmente sacrificato.

 

Inutilmente? Perché aveva avuto quel pensiero?

Dopo tutto,aveva accettato di sposare Raoul…non avrebbe mai osato lasciarlo.

Per fare cosa,in ogni caso?

Ogni volta che rifletteva su queste cose l’angoscia prendeva il sopravvento su di lei…

 

“Christine! Sei proprio tu!”

La voce alle sue spalle le strappò un sorriso. Era assolutamente inconfondibile….

 

“Meg!!! Mi sei mancata tanto!”

Si alzò ed abbracciò con trasporto l’amica,ormai alta quasi quanto lei.

 

La ragazzina era cambiata molto in quei mesi in cui erano rimaste involontariamente separate.

Sembrava più grande,più matura.,,un’altra persona davvero.

Aveva perso quell’aria sparuta e timida di un tempo,e senza dubbio ciò a cui aveva assistito quella notte aveva contribuito non poco alla sua trasformazione.

 

Meg sorrise,ma notando lo spaventoso dimagrimento dell’amica le scoccò un’occhiata preoccupata.

“Cosa ti è successo Christine? Pensavo…” sembrò imbarazzata “ pensavo che questi mesi trascorsi con Raoul… cioè,volevo dire,con il Visconte…”

 

Christine sorrise,divertita dal suo imbarazzo sempre più palese.

Se l’aspetto fisico tradiva la sua età, il carattere di Meg era rimasto semplice ed innocente,non aveva subito alcuna trasformazione.

 

“Meg,calmati… Puoi chiamarlo come ti pare con me! E credimi,neppure lui si offenderebbe se lo chiamassi per nome. Raoul è diverso da tutti gli altri.”

Credeva in quello che aveva appena detto,non era una posa.

Non aveva mai conosciuto qualcuno di sentimenti più nobili di Raoul.

Era l’uomo perfetto,in pratica.

Ma Christine in fondo al cuore sentiva che tanta perfezione la metteva a disagio.

Lei non era perfetta,e non lo sarebbe mai stata.

 

Meg rise nervosamente.

“Sì,hai ragione ….ma è che sarà così strano doverti chiamare Viscontessa,almeno in pubblico! Ricordi quante volte da bambine sognavamo che sarebbe venuto un Principe a prenderci per sposarci e condurci nel suo castello?” le strinse affettuosamente la mano. “Non riesco quasi a credere che a te stia capitando davvero!!”

 

Nemmeno io,se è per questo,riflettè Christine.

 

Meg sembrò non notare il suo leggero disagio. Era veramente felice di rivederla.

“Hai già avvertito maman? Sarà così felice di sapere che sei tornata…da quando nella tua ultima lettera ci hai annunciato il tuo ritorno eravamo in ansia ogni giorno..aspettavamo che da un momento all’altro ti affacciassi sulla porta! Non vedevamo l’ora!!”

 

Saltellandole attorno eccitata,notò le due candele accese sul piccolo altare.

Immediatamente si fermò, ricordandosi del luogo in cui si trovava. Era pur sempre una chiesa.

Abbassò gli occhi,e fece una smorfia.

“La seconda…candela.. è per lui?”

 

Christine arrossì vistosamente.

“In effetti Meg…sì. Sono venuta qui a pregare per mio padre,all’inizio…ma in questo luogo lo sento ancora vicino a me. Anche se so che non c’è più.”

 

Meg trasalì a quelle parole. Nessuno di loro aveva trovato il corpo del Fantasma,e quindi non c’era modo di sapere se fosse morto davvero.

Ma ora,se Christine diceva questo…forse lei sapeva,e aveva taciuto perché potesse riposare in pace…

 

In ogni caso,quella discussione le stava mettendo i brividi.
Prese per mano Christine e la trascinò verso le scale.

“Maman ora non c’è,ma devi assolutamente venire a salutare Lisette, Jeanne, Cosette e le altre… non ti perdonerebbero mai se sapessero che sei qui da ore e non sei ancora passata da loro!! Vieni!”

 

Christine sospirò,lasciandosi trascinare stancamente ai piani superiori.

Non provava particolare nostalgia per quelle ochette starnazzanti, ma in fondo era cresciuta con loro,per anni. E poi sapeva bene cosa sarebbe accaduto se non avesse continuato a comportarsi amichevolmente con loro: sarebbero piovute accuse di essersi montata la testa a causa del suo nuovo lavoro come soprano,o peggio,del suo fidanzamento con Raoul.

Non era vero,e ne avrebbe sofferto molto.

Meglio evitare dunque di dare adito ai pettegolezzi..a nuovi pettegolezzi,perlomeno.

 

  
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