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Autore: Dan    17/10/2009    3 recensioni
Un angelo mi guarda e sorride. Non sapendo spiegarne l’esistenza gli uomini sostengono che gli angeli non esistono, così tutti gli altri per non essere diversi fingono di essere d’accordo.
Ma io non ho paura di esserlo e ho sempre creduto nella loro esistenza, e ne ho appena avuto la conferma!
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo per la città in cerca di un riparo dove passare la notte dopo essere scappata di casa…

Non ce la facevo più a sopportare mio padre ubriaco che quando tornava a casa era troppo ubriaco per ricordare se fossi sua figlia o un sacco da prendere a pugni per sfogare la tensione accumulata durante la giornata dovendo sopportare un capo che ti tratta come uno zerbino, ma il fatto che veniva trattato così dal proprio datore di lavoro non lo giustificava affatto!

Non ce la facevo più a sopportare mia madre troppo fatta per accorgersi che suo marito era un emerito fallito che per non guardare in faccia la realtà si rovina la vita ubriacandosi come una spugna, troppo fatta per accorgersi dei lividi che mi ricoprivano il corpo ogni mattina, troppo fatta per accorgersi di me che soffrivo in silenzio per tutto questo!

Già; soffrivo in silenzio senza qualcuno che mi consolasse perché ero figlia unica e non avevo nessun fratello o sorella con cui condividere le mie sofferenze, non avevo nessun amico con cui confidarmi e sfogarmi perché tutti mi giravano alla larga per il mio aspetto da emo; mi consideravano un rifiuto della società.

In poche parole in quella città non c’era nessuno capace di non fermarsi in superficie, nessuno capace di scavare fino in fondo; sempre più in fondo fino ad arrivare al cuore.

Perché nei sentimenti non importa quanto siamo diversi nell’aspetto, puoi essere te stesso senza che nessuno si prenda gioco di te o che ti picchi perché crede che tu non debba neppure esistere; nessuno si preoccupava se vedeva arrivarmi a scuola con un labbro spaccato e sanguinante o con un livido a forma di mano sulla guancia.

Probabilmente non si sarebbero accorti della mia assenza neppure se fossi sparita per sempre.

E sinceramente a me non sarebbe importato niente dei miei genitori se fossero morti. Loro per me non erano niente; non erano nessuno!

Loro per me non ci erano mai stati! Nei pomeriggi passati al parco da sola quando avevo dieci anni vedevo tutti quei bambini giocare con i loro genitori e notavo i loro sorrisi, le loro espressioni di gioia.. e li invidiavo. Li invidiavo per la loro vita perfetta, li invidiavo per l’infanzia che loro potevano ancora permettersi di vivere, mentre io ero dovuta crescere molto in fretta; anche troppo! Certo; soffrivo per il loro comportamento, ma ormai avevo imparato che essere i genitori biologici non significa necessariamente comportarsi da tali, perché i veri genitori sono quelli che ti aiutano in tutto e che ti saranno sempre vicini nel corso della tua vita; anche nelle piccole cose, come ad esempio svegliarti dolcemente la mattina, accompagnarti a scuola, aiutarti nei compiti.. Io quelle cose non le avevo mai provate e a dieci anni avevo già la maturità mentale di una maggiorenne.

Ma, nonostante questo, non so perché prima d’ora non avevo mai trovato il coraggio di andare via da lì.. il coraggio di scappare da quella prigione! Devo ammettere che molte volte avevo pensato di farla finita, di dare un taglio alla mia inutile esistenza in cui potevo solo soffrire, ma non ne avevo mai avuto il coraggio, forse perché fingevo di essere forte, ma dentro di me ero debole come una foglia che cerca di lottare invano con il vento che vuole strapparla dal suo ramo. Forse questa metafora è sbagliata perché io non avevo mai avuto un ramo, non avevo mai avuto delle certezze, una famiglia, insomma; qualcosa o qualcuno a cui aggrapparmi quando stavo per cadere nel buio, qualcuno su cui fare affidamento per non lasciarmi trasportare dalla corrente in quel mare di dolore e sofferenza che voleva trascinarmi in fondo.. e che alla fine c’era riuscito..

Così quella sera avevo riempito uno zainetto con tutto il necessario per sopravvivere per qualche giorno, dopo di che avrei cercato un lavoro e poi.. poi, finalmente, avevo trovato il coraggio di dire addio alla mia vecchia vita che di vita non aveva niente! Mi sentivo libera come non mai; come una piccola aquila che per la prima volta riesce a volare e si sente onnipotente sorvolando il mondo dall’alto e si sente invincibile; come se nessuno potesse farle del male.. ma ancora non sa che non sarà così; perché c’è sempre qualcuno che riuscirà a farti del male; a strapparti le ali e trascinare con sé i tuoi sogni.

Forse avrò una visione un po’ pessimistica della vita, ma è questa la realtà ed è dura accettarlo quando ti accorgi che non potrai più continuare a vivere per sempre in un sogno dove sei tu a decidere tutto della tua vita!

Lo so perché è capitato anche a me e posso assicurarvi che è come se sentissi la terra mancarti sotto i piedi perché tutte le poche certezze che ti sei costruito fino ad ora scompaiono come fumo al vento, ti ritrovi ancora più solo di quanto già non lo fossi, senti il mondo che ti crolla addosso e non puoi fare altro se non lottare con tutte le forze che ti rimangono, ma inevitabilmente crollerai perché é troppo da sopportare… e così ti arrendi alla vita!

Ancora con questi pensieri nella testa continuo a camminare senza una meta.

Ormai non ce la faccio più; sono esausta, ma non voglio più avere niente a che fare con questa città e questa gente.

Mi siedo due minuti e più tardi, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, riprendo a camminare.

Ma improvvisamente mi blocco perché quello che ho davanti non può esse altro se non una visione celestiale.

Un angelo mi guarda e sorride!

Non sapendo spiegarne l’esistenza gli uomini sostengono che gli angeli non esistono. Così tutti gli altri per non essere diversi fingono di essere d’accordo.

Ma io non ho paura di esserlo e ho sempre creduto nella loro esistenza, e ne ho appena avuta la conferma!

So che prima ho detto di non credere più nei sogni, ma una cosa che non ho mai smesso di fare è sperare; perché la speranza è vita, ed è l’ultima a morire!

Ed una delle mie speranze più forti da bambina era quella che un giorno un angelo venisse a salvarmi; ma purtroppo non conosco ancora le sue vere intensioni!

Come tutti gli angeli è bellissimo e continuando a sorridere, ma stavolta con un sorriso diverso; quasi per cantare vittoria, avanza verso di me…

E'un ragazzo; ha i capelli biondi e i tratti del volto molto marcati, ma l’unica cosa che stona e che mette quasi paura sono i suoi occhi rossi come il sangue.

Arrivato a due centimetri di distanza da me mi accarezza il volto e si avvicina piano piano, sempre di più al mio collo.

Sento che quelli sono i miei ultimi istanti prima della morte e allora vedo tutta la mia vita scorrermi davanti agli occhi, ma non mi soffermo su nessuno di loro perché nessuno di loro ha importanza per me, anzi, vederli mi fa soffrire ancora di più e mi rendo conto che forse questo è il dono che Dio ha voluto farmi mettendo fine a tutte le mie sofferenze.

E lo ringrazio per questo; per aver fatto quello che io non avevo il coraggio di compiere.

Ed è in questi momenti che mi accorgo di desiderare la morte come non mai!

Questo è il mio ultimo pensiero perché subito dopo sento i suoi denti; i denti del diavolo travestito da angelo, lacerarmi la pelle come lame affilate succhiandomi via la vita.

E allora chiudo gli occhi; forse per sempre, forse solo per poco.. chi lo sa…

 

  
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