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Autore: NeverThink    18/10/2009    10 recensioni
-Cento dollari che alla fine della saga finiscono insieme. -, lo sfidò incrociando le braccia al petto.
David, lo guardò con aria di sfida, poi sorrise, -Okay, affare fatto. -
Si strinsero la mano, entrambi sicuri della propria vittoria.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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His eyes upon her face
His hand upon her hand
His lips caress her skin…

 

 

La stanza era immersa nel buio, la luce simulata della luna, illuminava debolmente il suo viso. Respirava piano quando Austin, un uomo smilzo aiutante regista, gridò azione. Circondato dal silenzio più totale rotto soltanto dai respiri dei due attori stesi sul letto,  il regista David, ansioso, guardava Robert carezzare il volto di Kristen. La ragazza rabbrividì appena spalancando gli occhi.
-Scusa, non volevo svegliarti. –, la voce di Robert era pari ad un sussurro e il suo viso nella penombra sembrava essere costituito da fragile porcellana, anche a causa della varia quantità di trucco con i quale era stato cosparso.
Kristen allungò una mano posandola sul suo viso, accarezzandolo dolcemente, con lo sguardo perso in quegli occhi resi ambrati da semplici e minuscole lenti. Si spinse accanto a lui, poggiandosi col viso sul suo petto. Lui a strinse a se, cullandola appena. David sperò che almeno questa volta non si bloccasse.
Kristen prese a baciare il suo collo, fino a giungere alle labbra del ragazzo. David, il regista strinse la mano della sua assistente, sperando nel meglio.
Quella scena gli stava dando grossi problemi e nessuno riusciva a spiegarsi il perché.
-Ero preparato ad una collera che avrebbe fatto invidia ai grizzly, ed è questo ciò che ottengo? Ti dovrei far infuriare più spesso. –, la voce di Robert di diffusa nella stanza immersa nel silenzio.
-Dammi un minuto per elaborarla. -
Ti prego, ti prego, ti prego, pensò il regista. Attenti guardavano tutti quei due corpi stesi sulle lenzuola leggere. Girare Eclipse stava diventando molto problematico, più di quanto i suoi colleghi, prima di lui, avessero fatto.
David si passò una mano fra i capelli, frustrato.
-Tutto il tempo che vuoi. -
Lui le accarezzò piano i capelli, guardandola negli occhi, mentre i loro nasi si sfioravano.
-Forse domani mattina. -
-Come preferisci. – potevamo udire il respiro di lei farsi sempre più irregolare, come da copione. Era inutile, quando si concentravano riuscivano a rendere tutto così dannatamente… realistico, ed era ciò che il regista amava di più. Sensazioni, emozioni, espressioni tanto convincenti da apparire reali.
Talento il loro? Senza dubbio, ma per Austin, forse, qualcosa di più.
-Bentornato. Sono felice di vederti. – . Robert prese a baciare il viso di Kristen, concentrandosi sulla sua mascella.
-Questa è una gran cosa. –, mormorò con voce calda e roca.
Ed ecco che il cuore di David accelerò i battiti, ricolmo d’ansia. Era lì, in quella scena, nei movimenti che i due ragazzi avrebbero fatto nel giro di pochi istanti, che tutto andava in fumo.
Perdevano la concentrazione, sbagliando del tutto la scena, inventando battute, sbagliandole mentre i fissavano l’uno gli occhi dell’altro, o mentre le loro mani cercavano quelle dell’altro, il viso dell’altro. Era lì che Kristen Stewart si dimenticava di essere Bella Swan, e Robert Pattinson si dimenticava di essere Edward Cullen.
Era una delle poche scene in cui il regista era stato tremendamente fedele al libro. Tutto doveva coincidere, tutto doveva essere perfetto, e David sperò ancora un’altra volta che i suoi sforzi di rendere il film molto meglio delle aspettative dei fan, servissero a qualcosa.
Fu lì, che Austin capì.
La mano di Robert piano di mosse sul braccio di Kristen, carezzandolo con estrema dolcezza, come fosse la cosa più preziosa al mondo. Nel contempo le baciava il collo, e lei inerme sul letto, chiuse gli occhi, schiudendo appena le labbra.
Forza, forza.
David aveva il fiato sospeso, come il resto delle persone in quella stanza.
Austin rivolse un’occhiata fugace a David e sorrise.
Lui l’aveva capito, l’aveva capito sin dall’inizio. Ritornando a guardare i due ragazzi ripensò ai sorrisi, alle occhiate fugaci, ad occhi che si illuminavano quando incontravano quelli dell’altro. A leggeri tocchi casuali, che però nascondevano molto di più. Lui lo sapeva, o forse solo ci sperava.
Vedeva in quegli giovani sguardi sentimenti che non aveva mai visto in nessuno. Qualcosa che ti logorava dentro, ti scuoteva, lasciandoti inerme davanti al pensiero dell’amore. Perché, sì, Austin era convinto che quello fosse amore e solo chi non credeva ad un sentimento così forte e puro, non poteva non captare i languidi sguardi, sorrisi e parole celate.
Qualcosa percosse il corpo di Kristen, un brivido lungo la schiena le fece venire la pelle d’oca, mentre le mani di Robert si muovevano sul suo addome, circondandolo in una dolce stretta. Lei accavallò, quasi, istintivamente, senza accorgersene, una gamba sul corpo di lui.
Il respiro accelerato, il petto che si muoveva troppo velocemente per essere controllato.
-Non per scatenare prematuramente l’ira, ma ti dispiace spiegarmi cosa c’è che non va in questo letto?-,
mormorò Robert conducendo con un movimento fluido il corpo di Kristen sopra il suo. Lo prese fra la mani, perdendosi nei suoi occhi, nascosti dalla semioscurità, -Il letto secondo me è carino. -
-E’ superfluo. -, rispose lei in un soffio.
E poi come da copione, le loro labbra si unirono. Baciarono con lentezza quelle dell’altro mentre David si rilassava sulla sedia e Austin sorrideva soddisfatto.
-Perfetto. Hanno talento. -, annuii David, voltandosi verso Austin, che represse un risolino.
-Quanto sei cieco, David. -, mormorò, l’assistente prima di pose fine alla scena
Il regista scattò dalla sedia, ignorando le parole sussurrate di Austin, congratulandosi con Robert e Kristen che, rossi in viso, di scambiarono un’occhiata prima di sorridere al regista.
Austin si avvicinò, dando una pacca sulla spalla di Robert, -Vedi, ragazzo, quando ti concentri, ci sai fare. Continuiamo domani, andate a riposarvi.-
Ma non ero affatto concentrato, avrebbe voluto  rispondere l’attore, ma preferì tacere. Si limitò ad annuire col capo e ad uscire dalla stanza… senza staccare gli occhi da quelli di Kristen.
Austin si avvicinò al regista, mentre entrambi osservavano i due allontanarsi, ridendo e scherzando. –Scommettiamo cento dollari che si finiranno insieme?-
David si voltò, corrugando la fronte, -Fidanzati, dici?-
Austin annuii.
-Scherzi? Chi, quei due?-, ridacchiò il regista.
-Cento dollari che alla fine della saga finiscono insieme. -, lo sfidò incrociando le braccia al petto.
David, lo guardò con aria di sfida, poi sorrise, -Okay, affare fatto. -
Si strinsero la mano, entrambi sicuri della propria vittoria.

 

David è sul divano di casa sua. Nella mano destra stringe una birra fredda, mentre con la mano sinistra regge il telecomando, facendo zapping.
E’ giovedì sera, ed è stanco. Sta lavorando al video musicale si un emergente gruppo rock, e qualcosa nella grafica non lo convince.
Cambia canale distrattamente, evitando qualsiasi tipo di canale che trasmetta sfilate di moda e notizie gossip.
Sbuffa, passandosi una mano sul viso.
Ha sonno e pensa che fra pochi istanti si alzerà da quel divano per andare a letto… anche se sono le nove e mezzo di sera. Questa mattina si è alzato alle quattro.
Sbadiglia, si alza e spegne di il televisore, ma mentre si dirige verso il corridoio che porta ala sua camera da letto, il campanello squilla con quel suo odioso trillo insistente.
David sbuffa e di dirige all’ingresso.
Apre la porta.
-Austin?-, chiede sorpreso.
Il ragazzo sorride e gli mostra una pagina di rivista.
-E’ ufficiale. È stato confermato, David. Mi devi cento dollari. -
Il regista sgrana gli occhi al ricordo di quella sera dei un anno fa, quando non vedeva ciò che per molti era ovvio.
Scuote il capo e si lascia andare ad un momento di ilarità, nonostante senta le palpebre pesanti.
-Scommessa persa, Austin. Ti devo cento dollari. –


L’amore quello vero non passa mai inosservato.

 


*

Salve gente, eccomi qui con una one, dove c’è molta, molta, fantasia.
L’ho scritta qualche mese fa, ma non l’ho mai terminata. Un giorno, parlando con una stramba ragazza ho pensato: “Perché non finirla?”, ed eccola qui. Se non fosse stato per lei, sarebbe rimasta nel dimenticatoio.
La dedico a te, Chià. Non è nulla, ma… grazie, grazie di tutto.

 

 

A voi, Panda.

   
 
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