La sua mente non dorme mai.
C’č la voce di suo padre - di lui stesso - che senza requie gli trafigge i pensieri. L’unico suono che l’ha sempre cullato nel silenzio della solitudine, memento di un’esistenza consacrata alla vendetta.
C’č l’aspra accusa dei ricordi, l’umiliazione provata nella sconfitta.
E ora c’č il suo respiro, un sussurro timido e fragile in confronto ai suoi insopportabili piagnistei.
Studia il moccioso con espressione corrucciata, confuso da questo rumore che gli garantisce la strana percezione di avere accanto qualcuno.
E per la prima volta, nel buio, il suo animo si riempie di silenzio.