18/10/2009
5 recensioniA ogni papà del mondo
-Papà, ti presento il mio ragazzo…-
Vedere un Aburame che si espone così, dichiaratamente, pronunciando a voce alta – quantomeno più alta di un sussurro, di un bisbiglio appena accennato - i propri sentimenti, era uno spettacolo più unico che raro.
Ma vedere un Aburame che si zittiva completamente per la sorpresa non era fenomeno a cui si poteva assistere tutti i giorni.
Shibi Aburame se ne stette assolutamente zitto di fronte al figlio, guardando con fissità anche piuttosto imbarazzante l’oggetto della dichiarazione del proprio ragazzo.
Kiba Inuzuka, da parte sua, tentava di non dare a vedere la propria agitazione, Shino aveva così insistito perché suo padre, il suo amatissimo padre, sapesse con chi trascorreva ogni suo minuto libero - che non gli venissero strane idee su di un nipotado futuro, ben inteso. Eppure, nonostante sapesse quanto poco gli Aburame erano loquaci, aveva giustamente interpretato il silenzio dell’uomo come un qualcosa di inconsueto, un qualcosa di diverso dal solito.
Perché un Aburame è difficile da cogliere di sorpresa, è difficile da lasciare basito. Troppo arguti, calcolano ogni eventualità con infinita precisione, senza lasciare mai nulla al caso.
Shibi, certamente, mai si sarebbe aspettato che suo figlio avesse la sfrontatezza di portare di fronte a lui la propria fidanzata, men che mai il proprio fidanzato.
Era sorpreso, questo era quanto.
E Kiba non interpretava questa nuova situazione come qualcosa di favorevole, per nulla.
Shino e Shibi rimasero per qualche interminabile minuto a fissarsi, immobili, muti come pesci. Solo Dio poteva sapere quali assurdi pensieri stessero attraversando la mente dei due Entomologi, quali oscuri arcani stessero macchinando.
E sì, Shibi era davvero davanti ad un vicolo cieco, un imprevisto che non aveva calcolato. Poche altre nella sua vita gli era successa una simile cosa, perché come suo figlio aveva una mente estremamente calcolatrice, abile stratega e manipolatrice come solo poche menti in tutta Konoha sapevano essere.
Spiazzato, completamente spiazzato.
Già immaginava, il povero signor Aburame, che prima o dopo si sarebbe presentata qualche graziosa fanciulla alla sua porta, con in braccio un fagottino tutto stretto in qualche panno, oppure di vedere in lontananza, tra le strade di Konoha, qualche ragazza che teneva timidamente e con grazia le dita intrecciate al suo Shino.
Quanto erano romantici, i suoi sogni, quanto erano smielate le sue aspettative.
Si scoprì essere terribilmente banale nell’aspettarsi una folta schiera di nipotini al seguito.
Il suo viso assunse un’espressione piuttosto dura una volta che tutto il divagare di pensieri si fu diradato.
Il punto era semplice ormai: affrontare l’imprevisto come un solo vero uomo poteva fare.
Alzò la mano in aria, lentamente, e il povero Kiba temette davvero che volesse mollare una sberla a Shino.
Ma prima che Kiba potesse fermare il colpo, il palmo aveva già raggiunto la sua meta.
Colpendolo sulla spalla, Shibi borbottò qualcosa di enormemente imbarazzato e grave al proprio figlio.
-Bene. Vorrà dire che da oggi in poi potrai rientrare anche dopo le 23, Shino…-
E qui Kiba rinunciò a capire qualsivoglia Aburame per il resto della propria vita.
Ecco qua l'ennesima schifezzuola della sottoscritta.
M'è venuta in mente semplicemente perché ho pensato che scrivo tanto su Shino, ma mai sull'onorevole padre.
Ho voluto rimediare =)
... commentino? **