Rose
Weasley uscì dallo spogliatoio dello stadio, guardandosi intorno furtivamente.
Era
quasi il tramonto e si pentì di non essersi portata dietro una maglia più
pesante.
- Puoi
uscire, non c’è nessuno - disse Rose, passandosi una mano tra
i capelli nel tentativo di riordinarli, mentre a passo svelto si dirigeva verso
il castello.
Dietro
di lei, un ragazzo snello e dai biondi capelli, si richiuse la porta alle
spalle e la seguì.
Contrariamente
alla ragazza, se la stava prendendo con comodo: con le mani in tasca e un’espressione
assolutamente rilassata, camminava tranquillamente, incurante del ritardo in
cui si erano inevitabilmente ritrovati.
-
Malfoy, vuoi muoverti? - lo rimproverò lei, che si trovava già parecchi metri
avanti a lui - E’ tardissimo.
Una
delle cose che detestava più di tutte era essere in ritardo. Soprattutto quando
la causa del ritardo non dipendeva da
lei.
- Di
che ti preoccupi, Weasley? - le fece eco Scorpius Malfoy - Sei tu il
Caposcuola, non possono mica punirti.
Lei
sbuffò, alzando gli occhi al cielo: se l’avesse vista suo padre
le avrebbe detto che era tale e quale a sua madre.
-
Appunto. Sono un Caposcuola, per cui devo dare il buon esempio - disse Rose,
bloccandosi per aspettarlo, soddisfatta della risposta - E arrivare in ritardo
non è tra questi.
Lui la
raggiunse, con un evidente ghigno dipinto sulla faccia.
Rose
corrugò la fronte, preoccupata. Non era mai un buon segno quando lui assumeva
quella espressione. Significava che stava per sferrare un colpo basso.
- Mi
sembrava che qualcuno fosse troppo distratto fino a poco fa, per
preoccuparsi di essere in ritardo…
Ecco,
appunto.
Rose
arrossì, sorridendo. Se lui pensava di metterla fuori gioco con una frecciatina
di seconda categoria, si sbagliava di grosso.
-
Adesso non saremmo in ritardo se qualcuno avesse scelto un posto un po’ più
vicino per incontrarci!
Lo
fissò, soddisfatta. Su questo non avrebbe potuto dire nulla.
Uno a
zero per Rose Weasley.
- Ti
ricordo che tu avevi proposto la Foresta Proibita! - le ricordò lui, inchiodandola
con il suo sguardo di ghiaccio - Non mi sembra che tu sia nella posizione per
poter criticare.
Magari…
facciamo uno pari.
Rose
sbuffò, sconfitta.
- Oh,
taci Malfoy! - disse, riprendendo a camminare - C’era
rimasta solo la Foresta, le altre me le avevi bocciate tutte! E datti un’aggiustata… hai
la camicia mezza fuori dai pantaloni!
Lui
scroccò una sonora risata.
- Cos’è
Weasley, ti preoccupi che la McGrannit possa togliermi dei punti per la mia
scompostezza? - le chiese afferrandola per un braccio e facendola voltare.
- Ti
ricordo che sono un Caposcuola, ergo un tuo superiore - disse lei,
aggiustandogli la cravatta verde e argento leggermente allentata - Non mi serve
la McGrannit per toglierti dei punti!
Scorpius
rise di nuovo. Gli piaceva quando lei assumeva certe prese di posizione.
Si
avvicinò alla ragazza, scostandole i capelli ramati dal collo.
-
Allora mi toccherà arruffianarmi questa Caposcuola, per evitare una punizione -
le sussurrò in un orecchio.
Prese
a baciarle il collo ma lei fu abbastanza rapida da scostarsi, evitando di
lasciarsi trasportare.
-
Scorpius, ti prego! Ci chiudono fuori. Davvero, io non…
Ma
stavolta Scorpius fu più rapido di lei. Prima che Rose potesse rigettarsi in
una ramanzina da perfetta e responsabile studentessa, le tappò la bocca con la
propria.
Dopo
un breve tempo di reazione, lei posò le mani sul petto di Scorpius e lo spinse
indietro.
- Ti
stavo parlando, Malfoy! - gli disse arrabbiata - Non puoi baciarmi mentre ti
parlo!
- Il
problema è che tu parli sempre, Weasley! - rispose lui, come se fosse una scusa
accettabile.
Lei
fece un lungo sospiro.
Si
frequentavano da poco dopo l’inizio del loro settimo
anno, quindi circa quattro mesi.
E se
all’inizio, il fatto di incontrarsi di nascosto era quasi eccitante, a quel
punto stava diventando… faticoso.
Anzi,
Rose si chiedeva spesso perché continuassero a nascondersi.
E’ vero
che per sette anni se ne erano dette a vicenda di tutti i colori, quindi la
gente era abituata a vederli battibeccare piuttosto che in atteggiamenti…
intimi?
Per
questo motivo, Rose e Scorpius avevano deciso di comune accordo di vedersi
lontano dagli occhi degli altri, in modo da non dover dare spiegazioni.
Ma a
quel punto, il nascondersi stava dando più problemi che altro.
Per
Rose, almeno. A Sorpius, infatti, sembrava che la situazione non gli costasse
alcuna fatica, tutt’altro.
Rose
ignorò la sua frecciatina e riprese a camminare.
- Dove
vuoi che ci vediamo domani? - le chiese Scorpius, raggiungendola - Risparmiami
il campo delle zucche e simili. Potremmo vederci alla serra, mi pare che domani
pomeriggio non ci siano lezioni di erbologia.
-
Domani non posso - rispose lei, con tono distaccato - Ho il turno di ronda al
quarto piano. Però… - aggiunse voltandosi per guardarlo in faccia -
Puoi sempre venire a farmi compagnia - concluse sorridendogli maliziosa.
Lui
fissò i suoi occhi grigi contro di lei e per un momento Rose pensò che stesse
prendendo in considerazione l’idea. Ma a quel punto,
Scorpius sembrò riscuotersi.
-
Andiamo, Weasley! Vuoi farci beccare?
Lei lo
guardò male. In quel momento Rose capì che la situazione andava risolta.
Subito.
Si girò
verso di lui, le mani piantate sui fianchi, i grandi occhi scuri ridotti a
fessure.
Malfoy
si chiese se fosse il caso di scappare velocemente verso il castello, che non
era molto lontano.
Lei
non sarebbe mai stata tanto veloce da raggiungerlo, dopotutto.
- E
chi dovrebbe “beccarci”, di grazia? - gli
chiese Rose.
In
quel momento Scorpius capì che Rose voleva litigare; i segnali c’erano
tutti. Aveva persino detto “di
grazia”. Male, molto male.
Ma
tutti sapevano che Malfoy non era famoso per la sua accondiscendenza.
- Vuoi
che ti faccia un elenco? - le chiese - Che ne dici della moltitudine di parenti
che ti tiene sotto controllo?
Rose
sbarrò gli occhi, stupefatta.
-
Cosa? Non è vero! - protestò - Non è vero che mi controllano!
- Ah,
no? - fece lui scettico, contento di
aver trovato un argomento in grado di spiazzarla - Vuoi farmi credere che tuo
fratello non ti controlla?
Rose scoppiò
in una risata cristallina - Hugo? Scusa… ce lo hai presente mio
fratello? Ha occhi solo per il Quidditch e… il cibo.
Scorpius
sospirò infastidito, d’altronde non poteva darle torto.
-
Comunque rimangono sempre Lily, Dominique…
- Ma
figurati, sono le mie migliori amiche! Mi appoggerebbero su qualsiasi cosa.
Il
Serpeverde deglutì a fatica, consapevole che la situazione si stava mettendo
abbastanza male.
Ma
poi, un nome attraversò la sua mente come un fulmine. E un ghigno si dipinse
sul suo viso.
- E James?
Non puoi negare che ti teneva costantemente sotto controllo.
-
Ecco, appunto! Mi “teneva” sotto controllo. Ma
adesso lui ha finito con la scuola, no?
“Dannazione” pensò
Scorpius. Aveva tralasciato quel piccolo particolare.
-
Questo non significa nulla - ribattè lui - Avrà lasciato questo incarico ad
Albus…
Rose
non sapeva se ridere o innervosirsi. Aveva sempre reputato Scorpius una persona
notevolmente intelligente, anche se nei
primi anni non erano andati troppo d’accordo, ma adesso lui
stava tirando fuori delle scuse assurde.
-
Albus? - ripeté lei - Malfoy, ma ti senti quando parli? Stiamo parlando di
Albus! E’ praticamente un fratello per me, mi
appoggerebbe sempre.
Scorpius
scoccò la lingua guardando da un’altra parte.
Una
folata di vento freddo li fece trasalire. Vide Rose incrociare le braccia per
proteggersi dal freddo, ma sembrava che non avesse alcuna intenzione di mollare
la conversazione.
I
lunghi capelli rossicci le svolazzavano da una parte all’altra,
mentre Rose lo fissava in attesa di una risposta.
- Un
fratello… sì, come no… - disse Scorpius a
mezza voce, ma abbastanza forte da poter essere sentito da Rose.
- Che
vuol dire? - disse lei, confusa - Ti dispiace spiegarti?
Scorpius
comprese che non aveva più tanta scelta. Ormai era in ballo e doveva ballare.
-
Senti, Weasley… - iniziò, evitando di guardarla - Ti posso
assicurare che quando Albus ti guarda non lo fa con gli occhi di un fratello!
Rose
scoppiò di nuovo a ridere - Evidentemente lo fa con quelli di un cugino,
allora!
- Sì,
sì. Scherza pure, tu… - disse Malfoy, tirando un calcio ad una pietra
là vicino, facendola schizzare lontano.
-
Andiamo, Scorpius! - disse lei, ridacchiando. Scorpius era visibilmente a
disagio, condizione che non gli si addiceva assolutamente - Albus è il tuo
migliore amico, come puoi parlare così?
-
Proprio perché è il mio migliore amico, so quanto sei importante per lui… - lo
disse senza guardarlo, ma a Rose non sfuggì l’espressione
che per pochi attimi attraversò il volto del ragazzo.
Che
fosse…
-
Aspetta! - lo bloccò - Sei geloso!
Rose
vide Scropius strabuzzare gli occhi, dietro il ciuffo biondo che gli cadeva
sulla fronte.
-
Cosa? - le disse, tirando fuori le mani dalle tasche in un gesto di sorpresa -
Stai scherzando?
Ignorando
il freddo che stava diventando particolarmente pungente e rassegnandosi al
pensiero che ormai avevano perso la cena, Rose gli si avvicinò e gli passò le
braccia intorno al collo.
- Ho
detto che sei geloso - ripeté convinta - Ammettilo.
Rose
si alzò sulle punte dei piedi per avvicinarsi maggiormente al suo viso. Sfiorò
delicatamente la guancia di lui con il naso, sussurrandogli l’ultima
parola nell’orecchio.
Dopo
un attimo di esitazione, dovuta alla momentanea perdita di lucidità, Scorpius
reagì, circondandole i fianchi con le sue lunghe braccia…
E’ la prima Rose\Scorpius che
scrivo… probabilmente lo avrete
notato!
Ho deciso di dividerla in due parti, perché mi
sembrava troppo lunga… penso che entro domani
saprete come si concluderà la “discussione” !
Un abbraccio, Titti.