Allora.
Calme. So che dopo questo capitolo mi ucciderete. Ma devo farlo. Comunque è
raccontato in prima persona da Ryan nella parte scritta in nero. Invece
la parte scritta in blu viene raccontata in prima persona da Strawberry.
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18° capitolo: il risveglio da un sogno.
Mi
sveglio. È mattina. Anzi il sole non è ancora al massimo del suo splendore.
Mi
volto nel letto. Ti vedo. Stai dormendo. Sorrido.
Come
sei bella mentre dormi. Sembri quasi un angelo che riposa dopo un lungo volo.
Forse sto sognando.
Forse
ho sognato per tutta questa settimana. È successo tutto così velocemente.
Tu
che mi hai detto che mi hai sempre amato. Abbiamo fatto l’amore. Hai lasciato
Mark per me. E adesso che mi sveglio tu
sei qui al mio fianco. Possibile che abbia sognato tutto? Se è così, allora,
prego chi mi ha fatto fare questo sogno, di non svegliarmi mai.
Sorrido
di nuovo. Vedo che mentre dormi muovi il naso in modo strano. Decido di alzarmi.
Vado davanti alla finestra e sposto leggermente la tenda.
È l’alba. L’unico momento in cui tenebre e luce possono incontrarsi.
Credo
che noi siamo così. Io la notte, tu il sole.
Così
vicini ma ugualmente così distanti. Ma è giunta finalmente l’alba. Ci siamo
incontrati. Spero che questo momento duri per sempre…
Vengo
interrotto dal vibratore del mio cellulare. Corro a prenderlo primi che svegli
Strawberry. Un messaggio. Lo leggo: “sono nella hall dell’albergo. Scendi e
vienimi a prendere”.
E
adesso cosa faccio? Mi vesto velocemente. Scendo le scale e ti trovo davanti.
Un
gran senso di colpa si impadronisce di me. Osservo i tuoi occhi verdi. Vedo che
rispendono di un enorme affetto. Mi sento un verme, ma devo farlo. Lei lo ha
fatto. Adesso tocca a me.
Mi
avvicino. E prima che possa aprire bocca mi baci.
Non
avrei dovuto mai permetterlo. Anche perché mi accorgo che Strawberry, che nel
frattempo era scesa e adesso era scoppiata in lacrime sulle scale, ci aveva
visti. Per fortuna tu no, non l’avevi vista.
La
vedo che con coraggio, si asciuga gli occhi bagnati di lacrime e ci viene
incontro e con un amaro sorriso ti saluta…
S: ciao Lory! Ben
tornata in Giappone!
L:
fa un certo effetto essere di nuovo tutti qui, vero? Mentre disse questa frase,
si abbracciò a me.
L:
ma non sai che questo bel giovanotto è diventato il mio ragazzo?
Questo
per Strawberry fu troppo. Le lacrime volevano uscire, ma con un ultimo atto di
coraggio le trattenne il tempo necessario per risponderle.
S:
sono davvero felice per voi. Adesso, però devo andare. È stato un piacere
rivendervi.
L:
Strawberry, aspetta!!!
Ma
la ragazza era già scappata via in lacrime.
Adesso
era il momento di reagire a quella situazione di merda. Ero stato in silenzio
come un coglione per tutto questo tempo. Devo inseguire il mio vero amore…devo
essere felice!
Mi
staccai dall’abbraccio di Lory e feci per correre dietro a Strawberry,ma la ex
mew verde mi fermò di nuovo.
L:
cosa succede? Perché le stai correndo dietro? Il suo sguardo era languido.
R:
mi dispiace. Fu tutto quello che riuscii a dire, ma non le bastò.
L:
di cosa ti dispiace?
R:
Lory, io amo lei. La amo, capisci? Lasciami andare!
La
ragazza sbigottita lasciò la presa e mi fece correre verso la mia felicità.
Uscii
dall’albergo e vidi che Strawberry era appena entrata in un taxi. Presi una
moto che era parcheggiata poco più avanti e inseguii quell’autovettura
gialla. Dopo qualche minuto si fermò e lei scese. Anch’io fermai la moto e
scesi. Ero sul punto di correrle dietro e dirle che avevo lasciato Lory, ma vidi
in quale casa entrò e chi le aprì la porta. A vedere quella scena mi si raggelò
il sangue.
Ecco
fatto. Avevo rovinato tutto. L’avevo ributtata tra le braccia di quello
smidollato.
Di
nuovo il fato ci aveva diviso. Ma questa volta non credo che avremmo un'altra
possibilità.
Siamo
condannati all’infelicità. O almeno, io sonno condannato. Anche se lontano da
me, spero che sia felice. Mi limiterò a guardarla essere felice da lontano.
Come ho sempre fatto.
Stavo
piangendo ormai da due ore. Non riuscivo a smettere. Il mio viso poggiava sulla
maglia, ormai umida, di Mark.
Avrei
voluto smettere. Ma le lacrime scendevano senza controllo.
Il
dolore che mi lacerava l’anima mi faceva troppo male.
La
mia anima era nera. Piena di dolore, odio e tristezza. Anzi ,a pensarci bene, ciò
che si era impadronito della mia anima era un’immensa tristezza. Solo
tristezza e più nulla.
Avrei
voluto scomparire.
Avrei
voluto morire più tosto che rimanere in quelle condizioni.
Improvvisamente
le lacrime cessarono di scendere.
M:
come ti senti?
S:
male!
Mi
accorsi che c’era anche lui. povero Mark. Prima li dico che non voglio più
sposarlo e poi vengo a piangerli a dosso per lo stesso ragazzo per cui l’ ho
lasciato.
S:
scusami. Non sarei dovuta venire.
M:
ma cosa dici? Ricorda che io ci sarò sempre per te. In qualunque momento.
Saranno
state le parole che il ragazzo disse. O forse lo stato d’animo in cui ero. Che
lo baciai.
Non
provavo amore nei suoi confronti. Solo un profondo affetto. Ma, baciandolo,
sentii che lui mi amava ancora.
Forse
avevo sbagliato tutto nell’ultima settimana.
Forse
l’amore non era tutto.
Forse
basta vivere bene non amando, che vivere soffrendo amando.
Presi
una decisione.
S:
Mark?
M:
si.
S:
vuoi ancora sposarmi?
M:
certo. Ma dimmi una cosa. Non è che adesso ti senti sola e mi vuoi sposare solo
per non esserlo più?
Il
ragazzo aveva colpito nel segno. Era quello che aveva pensato. Non lo avrebbe
mai fatto. Ma adesso aveva bisogno di qualcuno con cui essere serena e Mark era
la persona giusta.
S:
credimi, non l’ ho mai pensato. Con Ryan è stato tutto uno sbaglio. Solo
adesso me ne rendo conto.
M:
in tal caso sarò onorato di sposarti.
I
due ragazzi si abbracciarono.
Avevo
mentito troppo. Avevo detto talmente
tante falsità che mi facevo schifo da sola. Ma era forse un crimine non voler
restare sola?
Verso
le tre del pomeriggio uscii dalla casa di Mark. Dovevo andare a provarmi il
vestito da sposa.
Arrivai
al negozio e la commessa me ne fece provare così tanti che dopo circa due ore
mi venne mal di testa.
Quando
ormai avevo perso ogni speranza di trovare quello che volevo, lo vidi. Era
splendido. Dietro a tutti quei merletti e pizzi, vi era un vestito bianco,
formato da un corpetto con sopra dei fiori fatti con le paiette nella parte
desta. E questo motivo continuava
anche sulla parte destra della gonna che era larga e principesca. Lo prese e se
lo provò.
Mentre lei si ammirava allo specchio, fuori dal negozio, un ragazzo la stava ammirando estasiato. Ryan ebbe la conferma dei suoi più forti timori. Ma una strana sensazione di serenità lo avvolse. Anche se non con lui, sarebbe stata finalmente felice.
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allora
la fila per uccidermi è da quella parte. rispettate la fila prego. comunque,
anche se non vi è piaciuto scrivetemi una recensione. tanto per la cronaca il
prossimo capitolo sarà l'ultimo sinh...singh...singh queste cose mi fanno
commuovere!!!!!!!