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Autore: carlottasole    20/10/2009    2 recensioni
una scuola colpita da una tragedia, sentita anche da chi non conosceva la ragazza. Come può cambiare tutto per tutti, in una situazione del genere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stamattina sono arrivata a scuola

Stamattina sono arrivata a scuola. Tutto sembrava spento, grigio, l’atmosfera non era normale.

Ho visto delle mie compagne parlare con ragazze di altre classi: bisbigliavano. Mi avvicino, parlano sommessamente, come avessero paura di disturbare qualcuno.

Colgo poche parole: “L’avevo vista proprio ieri pomeriggio”.

Un attimo dopo una mia amica mi dice: “Sai perché piangono tutti? è morta una ragazza della scuola”.

Mi giro e mi guardo intorno: a pochi metri da me un gruppo di ragazzi che conosco solo di vista piange, si consola, esprime il suo dolore.

Loro questa mattina sono venuti a scuola con la consapevolezza di aver perso un’amica; io questa mattina mi sono lamentata perché dovevo prendere l’autobus…

Volgo lo sguardo, un altro mio compagno si è avvicinato.

“Sai che è morta una ragazza? Si chiamava Giulia”

Lui scuote la testa, sembra informato sui fatti: “Non si chiamava Giulia…”

La mia mente non coglie il resto della frase, il mio sguardo è tornato a quel gruppetto affranto.

E lo vedo.

Con una sigaretta in una mano, appoggiato ad una amica sta piangendo. Piange, piange: non avrei mai potuto immaginare proprio lui piangere.

 

All’uscita da scuola, un silenzio irreale mi accoglie.

Neanche il rumore dei pianti riesce a spezzare il sortilegio che sembra avvolgere la scuola. Sono di nuovo davanti a me i tuoi amici, i tuoi compagni di classe.

Stanno piangendo per te, per te e nessun altro.

Cercano conforto l’uno negli altri, ma nulla può davvero aiutarli a capire una morte come la tua.

E lo vedo, di nuovo.

Il ragazzo che osservo da lontano ormai da anni: sembra il più sconvolto. Mi viene quasi voglia di avvicinarmi per consolarlo. Ma ovviamente lui non mi conosce. Ma conosceva te…

Chi era lui per te? Il tuo ragazzo? Un semplice amico? Il tuo migliore amico? Ha più importanza in un momento come questo?

Chiunque lui fosse, ti voleva bene. Come gli altri ragazzi intorno a lui. Come tanta altra gente che io non conosco. Li hai segnati, per sempre.

In realtà neanche io ti conoscevo ma mi hai segnato comunque.

La morte non è così lontana da noi come vogliamo credere, è sempre più vicina di quanto siamo pronti ad accettare. Ed ogni volta che questo si manifesta veniamo colpiti nel profondo in maniera indelebile.

Mi riprendo dalle mie riflessioni: devo chiamare mio padre.

Mi allontano dalla folla di ragazzi: mi sembra irrispettoso turbare quel silenzio per la mia stupida telefonata…

 

Sono in un bar, ho davanti un giornale: ci sei tu.

Parlano di te, della tua morte, delle sue cause. Come a cercare a tutti i costi una ragione in cose che non ce l’hanno.

Ci sei tu, in una piccola foto: eri in vacanza. Non potevi immaginare…

Magari anche solo ieri stavi dicendo alle tue amiche:

“Cosa facciamo sabato sera?”

E adesso non puoi più fare progetti, mai più.

 

Nota dell’autrice:

ci tengo a precisare che questa shot è vera, tutto basato sulla disgrazia che venerdì pomeriggio ha colpito una ragazza della mia scuola. Tutti i pensieri presenti sono veritieri, gli ho trascritti di getto il pomeriggio dopo la tragedia.

 

  
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