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Autore: fiammah_grace    20/10/2009    3 recensioni
[Elena x Cloud]
Dopo l’evocazione di Meteor e la quasi distruzione del pianeta, la vita ha ripreso a scorrere di nuovo. Quello che un tempo aveva caratterizzato il passato, ora non era più nulla e così tutti cercavano la propria strada adesso. Così anche per la Shin-Ra. Il dipartimento Turk attualmente lavora in una discreta azienda, gestendo attività di ogni genere volte a migliorare Edge e salvaguardare il pianeta, per poter sanare in qualche modo i disastri da loro causati in passato.
Elena tuttavia è in qualche modo insoddisfatta da questa vita ormai priva di stimoli. Prima era troppo giovane per poter dare del suo meglio, per questo era messa da parte. Ora che invece la guerra era finita, era da mantenersi questo stato di pace.
Ma una strana missione invigorirà in lei un senso di ribellione, che la porterà ad avere a che fare con Cloud Strife, suo nemico di un tempo.
Genere: Romantico, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Elena, Reno, Rude, Tseng
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era da un po’ che mi balenava in testa l’idea di realizzare una CloudxElena, un pairing decisamente insolito che mi attira non poco. Cloud di per sé è il mio protagonista preferito di final fantasy. Mi piace da morire e penso sia uno dei più riusciti dell’intera saga. Elena è un personaggio a cui prima non avevo mai dato importanza. Da un po’ invece mi sta incuriosendo moltissimo e ora dico con fermezza che mi ha conquistata!
Naturalmente caratterizzarla non è stato facile date le sue scarse apparizioni durante il gioco e la quasi totale assenza di informazioni su di lei. Quindi ho cercato di fare mente locale e cogliere in ogni suo atteggiamento una nota di carattere. Spero solo vi piaccia e che la mia interpretazione sia grossomodo conforme anche con la vostra. Ma ripeto, nel gioco è un personaggio così vago che è impossibile trarne un carattere preciso. Per il resto, la storia non propone proprio una love story in quanto è improponibile presentare un Cloud che improvvisamente perde la testa per lei. Quindi, volendo rimanere IC, ho preferito che fosse una storia li vedesse come protagonisti e che facesse trapelare un inizio che…chissà^^ Forse un giorno li porterà ad unirsi. La storia d’amore c’è, ma non volevo fare niente di forzato. Beh…Buona lettura! XD
Ah! La soria è ambientata post Advent Children e tiene conto degli eventi (e notizie) riguardanti  solo quest'ultimo e Final Fantasy VII. Mi tengo alla larga dagli Spin Off.







Prima classificata al contest "Final Hearts Mix Contest" indetto dal FFHeroes Forum

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CAPITOLO 1.

 

 

 

 

 

Il tempo era uggioso come non lo era da molto.

Pur essendo autunno, fino a quel momento il clima si era mantenuto mite e caldo.

Poi d’improvviso il meteo aveva cominciato a prevedere pioggia, vento, freddo.

 

-Che diavolo! Fate largo!-

 

Un’esile figura dai capelli biondi a caschetto si inoltrò tra la gente e si riparò velocemente al di la delle porte di un’imponente azienda.

Sfilò il lungo cappotto e brontolò per la sciagura di essere bagnata dalla testa ai piedi.

Una persona normale si sarebbe munita di ombrello nel vedere il cielo così grigio.

Lei no, per il semplice motivo che non alzava mai gli occhi al cielo. Sempre con lo sguardo verso il basso, o verso un computer, o ancora a riflettere sui tanti problemi che aveva a casa e a lavoro.

La sua non era certo una delle vite più caotiche, eppure era sempre incasinata e per questo furente.

 

 

-Ehi, Elena! Hai portato quel fascicolo sul reattore…- disse una collega dai lunghi capelli scuri, che si interruppe non appena la vide così fradicia. - Ma che ti è successo?-

 

-Sì, ho portato il fascicolo. È nella borsa. Per il tuo ‘che mi è successo’, sono bagnata, okay!?- rispose sgarbatamente senza rendersene conto.

 

La collega si risentì, non capendo che probabilmente la bionda aveva altri grilli per la testa. Purtroppo le persone sono fatte così.  Non si accetta che al mondo non si è gli unici ad avere problemi, per questo si ci offende facilmente.

Certo, digerire il comportamento di Elena era un po’ più difficile perché lei era sempre così.

Seria, nervosa, stressata…non si capiva mai perché!

Eppure i due colleghi con cui stava solitamente erano sempre così rilassati.

 

La bella Turk spalancò la porta del suo ufficio.

Seppur piccolo, ci aveva messo tutta se stessa per renderlo accogliente ed ordinato, e parlare di “ordine” in un’azienda come la nuova Shin-Ra era una parola grossa per via degli innumerevoli dipendenti e dei quintali di carte e fascicoli che ogni giorno erano da sistemare.

 

Il suo sguardo già furente di suo, assunse una nota disgustata nel vedere carte ovunque:

Sulle sedie, sul pavimento, scomposte sugli scaffali, sul computer, sul…ventilatore?

Non solo! I cassetti erano stati scostumatamente aperti, segno che qualcuno vi aveva rovistato dentro. Ed ecco un Reno esuberante che mangiava pizza con i piedi incrociati sulla scrivania, stracolma di altre cartelle e via dicendo.

Stava per svenire alla vista di quel caos, ma le forze non la abbandonarono e si buttò contro il rosso ragazzo strattonandolo fuori.

 

- Che hai fatto?! -

 

- Uh, Elena. - La salutò non facendo caso che lei lo stava buttando per l’aria. Ormai c’era abituato. - Pizza? -

 

Elena inorridì.

 

- Ma quale pizza? Oddio! L’hai poggiata sulla scrivania? Sei pazzo?- disse assicurandosi che i documenti non fossero unti di olio.

 

- Perchè sei zuppa?-

 

- Pioggia! Piove, non lo vedi? E comunque…possibile che non capisci? Io cerco di dare del mio meglio, di tenere in ordine questo posto e tu…- stava scoppiando.

 

La cosa che più non sopportava nelle persone era la strafottenza.

 

…e Reno era la strafottenza fatta persona.

 

Non dava mai rispetto al suo lavoro, e per di più era persino più rinomato di lei, nonostante lei sbatteva da una parte all’altra più del doppio di lui.

 

- Dai, per una pizza..!-

 

- Solo per una pizza? E queste?- disse indicando le carte appese sul ventilatore con tanto di mollette.

 

-Ah! Ehm…saranno asciutte ormai.- Disse ridendo, togliendole da lì.

 

- Sei davvero...insopportabile! Ma come faccio a condividere l’ufficio con te?! -

 

- Eh, no. Me e Rude.-

 

- E’ uguale!-

 

Detto questo, sbatté violentemente la porta alle sue spalle.

 

Lo odio. Lo odio quando fa così!!

 

- Elena.-

 

- Che c’è!?- urlò la ragazza prima di girarsi e costatare che ad averla chiamata non era Reno. Era…

 

Si portò le mani sulla bocca maledicendosi.

 

- T-Tseng!-

 

Provo un profondo senso di vergogna. Lui non doveva vederla così. Non doveva vederla sbattere le porte, prendere a calci Reno, urlare, rispondere male oppure scomposta e bagnata com’era.

 

Lui le si avvicino porgendole dei fazzolettini di carta.

 

Elena arrossì.

 

- Ho un incarico per Reno e Rude. Chiedi loro di venire nel mio ufficio.-

 

- Solo per…loro?- disse amareggiata.

 

Era da tempo che non era inserita nelle missioni, che non sentiva il brivido di vivere sulla sua pelle gli spionaggi e le battaglie a cui erano soliti imbattersi il corpo speciale Turk.

 

- Esatto.- Rispose noncurante il moro.

 

- Ehm…se va bene, vengo io in ufficio con te. Reno e Rude sono occupati quindi puoi dire a me, intanto. Gli riferirò poi tutto.-

 

- Penso vada bene. Datti prima una ripulita. Ti aspetto.-

 

Si girò e andò via. Elena fece un profondo inchino.

 

Tseng era un uomo così affascinate, serio, composto, lavorativo e…bello.

 

Per lei era il prototipo dell’uomo perfetto.

 

Sentì i suoi occhi bruciare.

Per un uomo così ci voleva una donna di altrettanta bellezza ed infatti lui…non l’aveva mai degnata di uno sguardo.

Elena non si riferiva certo ad uno sguardo qualsiasi, di quelli che grossomodo si ricevono tutti i giorni.

Lei si riferiva a quei piccoli ed eccitanti giochi di sguardi, dove anche con il solo fugace movimento degli occhi si trasmetteva passione, interesse, curiosità… Sentimenti che ti fanno trasalire e battere il cuore a mille.

Di questi tipi di sguardi lei…non ne aveva mai ricevuti.

Aveva solo potuto immaginarla la sensazione di essere unica, speciale, attraente agli occhi di un altro.

 

Forse perché era un Turk, ed era sempre in divisa. Con i pantaloni lunghi e la cravatta.

Poi quei capelli corti ed ordinati che la facevano ancora più diligente.

 

Gli uomini non guardavano le ragazze come lei.

 

 

***

 

 

Ufficio di Tseng.

 

- E’ permesso?- La biondina entrò timidamente.

 

Aveva riacquistato il suo aspetto ordinario, asciugandosi i capelli e cambiandosi la divisa.

 

- Bene, Elena. È tutto sul tavolo. Porta il materiale a Reno, saprà cosa fare.-

 

- Oh, d’accordo.-

 

Sperava di potersi intrattenere di più.

Le piaceva così tanto stare lì, in quell’ufficio pulito, ordinato, professionale… Trasmetteva quella serietà e modernità che lei aveva cercato in tutti i modi di riportare anche nel suo di ufficio.

Senza successo, ovviamente.

Colpa di due zotici di sua conoscenza.

 

Mentre avanzava per il corridoio in cerca di Reno e Rude, la ragazza fu colta da un’idea. Un’idea proveniente dal suo lato ancora puerile.

 

Osservò la cartella affidatole da Tseng.

 

Essa conteneva i dettagli per una qualche commissione.

 

Il cuore cominciò a batterle forte.

 

E se per una volta avesse trasgredito alle regole?

E se per una maledetta volta avesse seguito il suo cuore ed avesse tentato di fare qualcosa di nuovo, di essere lei la protagonista di una qualche avventura?

 

Forse fu quella mattinata decisamente no ad eccitarla, oppure il fatto che Elena da una vita sognava di distinguersi e di vedere riconosciuto il suo valore…

Comunque sia aprì furtivamente la busta e sbirciò tra le carte.

 

Un solo nome, uno solo volto, si distinse tra tutte quelle parole.

 

-…Strife Cloud…?-

 

 

***

 

 

- Qualcos’altro, signorina?-

 

- No, la ringrazio.- Rispose Elena mentre pagava il caffé appena preso.

 

Si trovava in un piccolo bar di periferia abbastanza gradevole.

Il lungo cappotto grigio e il cappello facevano presagire che non fosse li per caso e che per qualche motivo voleva rendere meno riconoscibile la sua immagine.

Sistemò più volte il colletto.

 

Che strano…eppure le sue fonti l’avevano informata che lui passava spesso lì.

 

Erano passate diverse ore, ma a quanto pareva, aveva solo perso tempo.

 

D’improvviso il campanello suonò e ad oltrepassare la soglia del bar fu un giovane alto e smilzo, sui vent’anni, con alle spalle una grossa spada dalla lama rugginosa e tagliente.

I suoi capelli erano di un bellissimo biondo oro, un po’ lunghi, sfilzati e a punta.

 

Cloud Strife era una figura inconfondibile.

 

Nonostante la sua apparenza pallida e malaticcia, incuteva paura e subito la gente capiva che doveva starne alla larga.

 

Si sedette non curante su uno dei sgabelli liberi, indifferente a quello che lo circondava. Aveva un modo di fare molto sicuro, anche se stava solo ordinando qualcosa da bere.

Elena non si era mai soffermata ad osservarlo così attentamente.

Era davvero un ragazzo singolare.

 

Cercò di vederne il viso, ma quando si rese conto che i loro occhi stavano per incrociarsi, si girò di scatto.

 

Rimase immobile a guardare verso il basso.

 

Era in missione, non doveva farsi vedere in viso così facilmente e magari farsi riconoscere! Che le era preso?

 

Si ricompose dopo quell’attimo di smarrimento, poi prese la sua borsa e si accomodò su un tavolino più distante, in modo da continuare a scrutarlo indisturbata.

 

 

Dopo essere uscita dall’azienda, la ragazza era corsa a casa per fare una doccia.

Inutile descrivere i suoi infelici rientri a casa, in quella catapecchia insulsa e sporca, dove la madre non alzava mai un dito per renderla almeno minimamente accogliente. Mai le aveva visto in mano una pentola per cucinare o un misero straccio vecchio per la polvere.

Il suo era un disinteressamento totale.

Almeno fosse stata una donna con i soldi, avrebbe potuto farsi una ragione per quella strafottenza. Invece non era così.

La sua era una famiglia precaria dove l’unica che era riuscita ad emergere era stata lei. Con i suoi sforzi, le sue capacità, il suo talento. Era partita ed era tornata come un Turk.

Ne aveva vissute tante nonostante la giovane età. Da allora la madre non faceva che vederla come un blocchetto di assegni e se non portava soldi a casa non era degna si solcare quella porta. La porta di quella maledetta casa che d’altronde era in piedi solo grazie a lei, Elena.

Era per questo che non facevano altro che urlare tra di loro. Dopo che la Shin-Ra era crollata, Elena non lavorava più come un tempo.

Faticava tanto, tornava tardi, mangiava poco, cercava di risparmiare. Ma non portava i soldi necessari a casa.

E i soldi erano l’unica cosa che tenevano unita la sua famiglia. Senza di essi il padre era sparito, la madre era diventata isterica e la sua unica ragione di vita sembrava essere quella di urlare contro la sola figlia che aveva, nonché l’unica persona che si stesse impegnando seriamente in qualcosa.

 

Elena non aveva mai avuto gratitudine da niente e da nessuno. Aveva studiato sodo, e le veniva detto che aveva fatto solo il suo dovere. Lavorava e gli altri non facevano caso a lei. Portava soldi e mangiare a casa e nessuno mai le rivolgeva uno sguardo riconoscente. Poi diceva di avere avuto problemi e la incolpavano spietatamente.

 

Per questo si era messa a studiare la sua nuova inaspettata missione chiudendosi in camera sperando di isolarsi dal mondo.

Era consapevole che non avrebbe avuto alcun riconoscimento visto che si era immischiata in un lavoro che non le spettava.

Ma, ciononostante, era tutto così allettante. Si sentiva davvero stimolata da questo agire di nascosto. Elena aveva bisogno degli stimoli della vita che sembravano sfuggirle continuamente.

 

Si era presa addirittura qualche giorno proprio per dedicare tutta se stessa a questo compito.

 

Perché? Perché la sua missione era pedinare Cloud Strife.

Il vecchio nemico della Shin-Ra, colui che aveva sconfitto Sephiroth, colui che aveva lottato e salvato il pianeta da Meteor.

 

A dirlo sembrava ancora strano visto come si presentava.

Magrolino, appena muscoloso e disordinato.

Non era nulla di eccezionale, come poteva essere un “eroe”?

Cloud era considerato così e molti lo ammiravano.

Personalmente Elena non aveva mai capito perché.

Okay le sua gesta, ciò che aveva vissuto, tutto!

Però lui non aveva la faccia da eroe. Anzi. Era troppo gracile e dall’apparenza debole. L’unica cosa che poteva apprezzare era l’altezza. Cloud era abbastanza alto ed aveva dei bellissimi occhi.

 

Nel pensare queste ultime parole si voltò immediatamente.

Aveva incrociato lo sguardo del ragazzo ancora una volta. Non andava bene.

Sapeva che era un tipo sveglio e l’avrebbe riconosciuta facilmente.

 

Lo vide alzarsi ed uscire.

Probabilmente non si era accorto di lei, sospirò rilassandosi.

 

Aspettò giusto qualche secondo, poi si apprestò a seguirlo.

 

Uscì velocemente cercando di coprire bene il volto.

Si lasciò prendere dal panico quando, girandosi intorno non lo vide più.

Era scomparso? Possibile? Eppure non poteva essere lontano.

Girò più volte, rimproverandosi il fatto che avesse esitato troppo prima di seguirlo.

Osservò un vicolo lì vicino, ma niente. Nei dintorni del bar anche. Oltre la strada…nemmeno!

 

Aveva fallito.

Ora avrebbe dovuto aspettare un’altra occasione per…

 

-Ehi, tu.-

 

La bionda si voltò.

 

- Ho l’impressione che tu mi stai seguendo, ho ragione?-

 

La voce calma e profonda di Cloud le penetrò nella mente come se avesse ricevuto un lacerante colpo alla testa.

I suoi occhi azzurri risplendevano nel buio per l’effetto del Mako. Un marchio tanto inquietante quanto irresistibile e seducente.

Elena rimase immobile non riuscendo a sfuggire a quel contatto visivo che prima aveva cercato di evitare in tutti i modi.

 

- Sto parlando con te. Rispondi.- Ripeté calmo pronto ad attaccar briga.

 

Elena si fece coraggio e rispose.

 

- Non so do cosa tu sia parlando. - come prima mossa, aveva deciso di provare a mentire.

 

- Bugiardo. Ho visto come mi guardavi.-

 

- Come ti guardavo?- Elena arrossì di colpo per quella affermazione.

 

Cloud, con uno scattò, le fu di fronte e le sfilò il cappello per rivelare definitivamente l’identità della persona che aveva di fronte.

 

Vide dei biondissimi capelli lisci scomporsi per quell’improvviso gesto. Poi degli enormi occhioni cristallini, impauriti ma decisi.

 

- Ma…tu sei una ragazza.-

 

Elena, ancora agitata per quel contatto, di colpo sbarrò gli occhi e si pietrificò.

Poi, in una frazione di secondi, realizzò che le aveva dato del maschio.

 

- Perché? Non si vede!?- disse menandogli addosso la valigetta che aveva in mano.

 

- Ouch!-

 

Girò i tacchi ed andò via furente!

 

Questo non lo tollerava. Okay i capelli corti, il fisico gracile, il poco seno, i pantaloni lunghi, il cappotto che la copriva da sotto il collo fino alle caviglie, il cappello infilato bene in testa e…si fermò.

 

Oddio. Ma sembro davvero un uomo!

 

Mentre osservava nel vetro di una macchina la sua immagine femminile ridotta in quello stato da se stessa, sentì dei forti rumori e lo slittare fastidioso delle gomme di delle vetture.

Non fece nemmeno in tempo a girarsi che vide una mano afferrarla violentemente per il polso e trascinarla via.

 

La presa era molto forte e non poté divincolarsi in nessun modo. Si ritrovò a dover correre molto velocemente, molto più delle sue effettive capacità. Le forze la stavano abbandonando, il fiato non le bastava più, aveva bisogno di fermarsi, ma la figura che la precedeva non accennava a bloccarsi.

Alzò lo sguardo e distinse l’inconfondibile capigliatura dorata con cui aveva parlato pochi attimi fa.

 

- S..Strife..?- disse appena.

 

Lui non rispose. Si girò appena e vedendola ormai priva di forze si apprestò ad entrare in un vicolo.

Nel buio si distinse una scurissima moto. Levò via il telo che la copriva e prese Elena tra le braccia. Elena si sentì terribilmente confusa, spaesata…

Nessuno l’aveva mai sollevata con tanta semplicità e noncuranza, come fosse una bambola.

Si ritrovò a cavallo della grande moto. Il giovane ragazzo dai capelli aurei si portò d’avanti a lei mettendosi in posizione di guida.

Lei istintivamente si poggiò sulla sua schiena e partirono.

 

Vide sfrecciare velocemente case, palazzi, vie, alberi, persone...senza rendersi minimamente conto di cosa stesse succedendo.

Si accorse che erano seguiti.

Cloud aumentò ancora di più la velocità fino ad impennare la moto. Elena sobbalzò più volte.

 

Il giovane capì che per seminare i suoi inseguitori c’era un solo modo.

 

Scrutò la zona e distinse un vicolo strettissimo.

Girò di colpo proprio per avere l’effetto sorpresa sui nemici. La biondina comprese le intenzioni di lui e urlò.

 

-Non ci passerai mai là dentro!-

 

Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che si inoltrarlo dentro, buttando all’aria bidoni e quant’altro fosse lì posto.

 

 

***

 

Commento dei giudici del contest Stuck e Taiga.
Anche tu hai scelto il tema dei crack pairings e ci hai sbalordite XD. Insomma, qualcosa con Elena sì, ma non una CloudXElena! Ci hai sorpresa, ragazza! XD
Ma passiamo alla fiction in sé ^^.
In tre capitoli hai saputo organizzare molto bene una storia plausibile. Elena è abbastanza in IC, anche se pensiamo che avrebbe riflettutto maggiormente nel contravvenire ad un ordine di Tseng che ama e riverisce. Però, come hai detto tu stessa, del personaggio di Elena si sa davvero poco e niente, quindi alla fine è solo una questione di interpretazione non combaciante alla nostra ^^. Cloud, invece, è molto attinente al Cloud di FF VII sebbene hai scelto di trattare la storia nel periodo di AC. E' molto più vivo di quel Cloud XD, però fa un po' strano che si prenda a cuore una sconosciuta come Elena. Ma tutto sommato la storia lascia spazio all'immaginazione alla fine, il che è davvero ottimo per fantasticare su eventuali risvolti =)
La correttezza non è piena perché ci sono diversi errori di battitura e tempi senza accento. Tutto derivante da distrazione, pensiamo ^^. Poi una cosa: se ti riferisci solo ad Elena, devi scrivere Turk, non Turks al plurale =)
Il tema è stato soddisfatto in maniera più che buona, e non abbiamo dato il massimo per via delle perplessità sopra citate.
Bé il CloudXElena ci ha stuzzicate moltissimo, e ce lo hai fatto apprezzare! Non è cosa da poco, credici *-*
  
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