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Autore: salf    23/10/2009    0 recensioni
dal primo cap: New Heaven era stato il suo sogno, da quell’estate e non vedeva l’ora di tornarci. Ora niente lo poteva allontanare da New Heaven: avrebbe aspettato il suo ritorno. Sono graditi i commenti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano seduti al tavolo: Alice, Julie e Junior, che aveva addosso solo i pantaloni del pigiama. Lionel era in piedi e guardava fuori dalla finestra.Regnava il silenzio tra loro.
“Credo che dovrei andare Julie io non c’entro tra voi. Dovete chiarivi e io sono…”
“Resta per favore”. Disse Julie i suoi occhi erano pieni di lacrime, aveva già pianto ma forse qualche lacrima la doveva ancora versare.
“Resta Alice”, gli occhi di Lionel incontrarono i suoi e sembravano dire grazie. “Junior ti rendi conto di quello che hai fatto. Ora cosa pensi di fare? Il bambino? Perché Julie non sei venuta da me a dirmi questo problema con il bambino avremo potuto cercare un medico anche all’estero. Lo sai che i soldi non sono un problema”.
“Perché è una codarda papà. Semplice. Lei non dice mai quello che le passa per il cervello, pensa solo a lei. Chissà su quante altre cose mi ha mentito”.
“Si ma tu sei andato a letto con mia madre nel nostro letto”.
Junior rimase zitto e guardò il padre. “Voglio il divorzio papà, domani vado in ufficio e preparo le carte. Credi che possiamo trovare un legale per lei, certo che con l’accordo prematrimoniale le cose sono abbastanza chiare”.
“Quale accordo prematrimoniale Junior? Quello che brucerò io stesso, e il legale lo dovrai trovare tu. Sarò io il legale di Julie, e mi prenderò io cura di lei. Sapevo che tua madre aveva il cuore di ghiaccio ma non avrei mai creduto che tu avessi preso cosi tanto da lei. Maledizione Junior.”
Julie guardò Lionel: “perché?” disse senza emozione la sua voce era senza colore come il suo viso, era diversa di come l’aveva vista la sera prima nel letto con Sam, Alice pensò che forse aveva sbagliato a portarla a Boston.
“Junior ha sbagliato tutto con te. Sapevo che avrebbe combinato qualche pasticcio ma speravo che non fosse con tua madre. Almeno non quello, la scorsa primavera sapevo che aveva l’amante ma non chi fosse. Era lei gia allora vero?” Junior non rispose ma il silenzio bastò come risposta positiva.
“Figlio di putt…” Julie si alzò con i pugni alzati verso il marito: “perché l’hai fatto?”
“Perché sei di ghiaccio”, rispose junior guardandola, “sono rimasto con te solo perché Marta non voleva che ti lasciassi mentre eri incinta. Ma dovevo farlo ho dovuto fingere di essere di nuovo innamorato di te.  Dove è Marta?” chiese guardandosi intorno
“E’ andata via” disse Alice “era di troppo in questo momento non trovi, e ha come al suo solito è scappata.” disse queste parole guardando verso quella povera donna che non solo rischiava di perdere il suo bambino ma che per colpa di una madre stronza aveva perso il marito e il matrimonio che voleva salvare.
Julie piangeva di nuovo tra le braccia di Alice.
“Andiamo” disse Lionel. “Vi porto a casa mia”, poi si girò verso il figlio e disse “domani mattina alle 10 nel mio ufficio spero che per quell’ ora tu abbia anche già raccolto le tue cose visto che sei licenziato.”
“Ma papà non puoi”
“Posso e lo faccio. Dovevo darti una lezione molto tempo fa. Se vuoi vai da tua madre e raccontale quello che vuoi, ormai la conosco. Mi aspetto di sentire i suoi avvocati nei prossimi giorni, ti chiedo di avere la decenza di non cercarmi.”
I tre uscirono dall’appartamento lasciando Junior ai suoi peccati.

“Dorme?” chiese Lionel quando vide Alice uscire dalla stanza di Julie, era seduto su una poltrona in corridoio sembrava la stessi aspettando aveva il viso stanco.
“Si ma non è tranquilla, per la piccola è stato un duro colpo.”
L’uomo si avvicinò a lei e l’abbracciò. “Grazie per essere qui, sono contento che Julie abbia un amica come te.” Gli occhi di Lionel era un blu scuro e profondo, dello stesso colore del mare di inverno ma erano allo stesso tempo caldi come il cielo d’estate. Alice senti un brivido salire sulla schiena, erano anni che non sentiva quella sensazione, solo Thomas era riuscito a farla sentire così.
“Julie aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicino e la sua fortuna è che ero da quelle parti. Sei sicuro di voler licenziare Junior e annullare il contratto prematrimoniale? E’ sempre tuo figlio”.
“Ho gia bruciato il contratto. Alice non sai quanto dolore mi ha dato Junior in questi anni. Julie è stata l’unica cosa bella in questi anni. Non posso credere che le abbia fatto quello che ha fatto. Adesso dobbiamo pensare a cosa fare con il bambino. Tuo nipote è medico potremo chiedere a lui cosa fare magari…”.
“Credo che sia meglio di no, è complicato da spiegare ma è meglio che stia lontano da Julie”
“Un giorno mi spiegherai Alice?”, i suoi occhi la guardarono di nuovo in modo profondo lei voleva dirgli di smettere di guardala in quel modo ma in fondo le faceva piacere.
“E’ meglio che vada a letto anch’io domani dovrò parlare con Marta e non voglio sembrarle distrutta.”
“Giusto ti accompagno alla tua camera” camminarono in silenzio fino alla porta. “Alice mi piacerebbe conoscerti meglio, magari  senza dover pensare a questi casini”.
“Lionel mi stai chiedendo di uscire?” Alice lo disse sorpresa, è vero che aveva un nipote gia laureato ma è anche vero che sia lei che Iris avevano fatto in fretta a mettere su famiglia, quindi poteva essere considerata ancora una donna attraente ma lui non sembrava il tipo interessato a lei.
“A cena? Se Julie sta bene anche domani.”l’uomo le stava sorridendo voleva convincerla a tutti costi.
“Devo pensarci. Comunque grazie dell’invito.”
Alice entrò dentro la stanza e si rese conto di una cosa: forse si stava prendendo una cotta per quell’uomo. E in fondo la cosa non era così brutta come se l’era immaginata.

Quando Julie aprì gli occhi il suo primo pensiero fu dove sono. Poi il ricordo di tutto quello che è successo ieri le arrivò come un tsunami e la travolse. Le lacrime arrivarono dopo quando prese coscienza che l’amante di suo marito era sua madre.
“Come stai cara?” La voce di Alice era tranquilla, era seduta sulla sedia vicino alla finestra. “Vado a chiamare la cameriera per la colazione. Lionel è gia andato in ufficio ma ha detto che tornerà per pranzo così oggi pomeriggio andremo insieme dal medico per vedere cosa possiamo fare per il bambino. Non vogliamo lasciare nulla di intentato”.
“Non vogliamo: plurale?” Julie guardò Alice per un instante e sembrava che i suoi occhi brillassero di una luce intensa. Sembrava felice.
“Io e Lionel abbiamo parlato a colazione e abbiamo deciso di starti vicino e aiutarti qualunque cosa tu decida.” in realtà avevano parlato anche di altro ma era meglio non dire nulla a Julie, era ancora troppo presto per far sapere agli altri quello di cui nemmeno lei era sicura.
“E Sam? Lo chiamerai?” Julie non voleva vederlo non voleva pensare che lui sarebbe stato lì e l’avrebbe consolata. Lei voleva provare dolore, e doveva essere intenso e voleva essere triste. Non voleva che lui fosse buono con lei, non era stata buona con lui.
“Non l’ho ancora chiamato ma non ho intenzione di dirgli nulla se tu non vuoi, anzi avevo gia pensato che la cosa migliore era tenerlo lontano da te il più a lungo possibile.”
“Alice credo di essermi meritata tutto quello che mi è successo: voglio dire il bambino, Junior mio padre”
“Non dire sciocchezze. Tuo padre è stato ingannato da tua madre, forse non ti ha raccontato la verità ma lui non ti ha mai voluto abbandonare, anzi so per certo che ti ha sempre cercato. Ma non devo essere io a raccontarti le cose. Tra un pò devo uscire, ce la fai a restare sola? Dovrei rientrare tra un paio d’ore.”
“Vai a parlare con lei vero?”
“Si, mi ha chiamato prima voleva parlarti ma ho detto che stavi ancora dormendo, cosi mi ha chiesto di se potevamo vederci”.
“Tranquilla. Vai pure resterò qui a letto.”
“Lionel sarà qui per l’una e pure io.”

Alice era seduta al tavolo di quel bar da circa 10 minuti quando vide Marta arrivare, era come al solito perfetta sembrava quasi che ieri non fosse successo nulla. La donna pensò quanto fosse crudele la sua amica, per lei contava solo se stessa.
“Ciao Alice, grazie per essere qui e per aiutare la mia bambina in nome della nostra amicizia”
“Marta non ringraziarmi perché non lo faccio per te ma solo per lei.” la voce di Alice era fredda
“Lo so e penso che sarai contenta adesso che Junior non sta più insieme a lei, Sam potrà tornare alla carica” Alice la guardò per un minuto e poi disse:
“No, Sam resterà ben lontano da Julie; adesso la tua bambina deve pensare al suo bambino e al casino che tu hai creato”.
“IO? Ma non ho voluto nulla è successo”, disse Marta passandosi le mani tra i capelli, “quel ragazzo meritava molto di più; Julie era troppo impegnata ad essere perfetta per accorgersi che se non fossi stata io sarebbe stata un’altra. E poi scusa non ho diritto ad essere felice?”
“Tu parli di diritto alla felicità? Tu  che hai allontanato il padre di Julie e l’hai fatto soffrire, tu che hai fatto la gatta morta con qualunque uomo di New Heaven e New York e forse degli Stati uniti, bastava che fosse di una certa età e fosse ricco. Tu che non sai nemmeno cosa sia la felicità pretendi il diritto di essere felice? E tua figlia lei che diritti ha?”
“Certo ho sbagliato ad accettare la  corte di Junior ma Alice non puoi capire cosa significhi passione, quel ragazzo ha sangue caliente e aveva bisogno di qualcuno come lui, ci siamo trovati, non l’abbiamo voluto ti potrei raccontare per quanto tempo ci siamo evitati e…”
“Da quanto tempo va avanti Marta, da quanto tempi ti scopi il marito di tua figlia?”
“3 anni, quando Julie rimase incinta l’ho lasciato ma la scorsa settimana abbiamo avuto un riavvicinamento, da quando ci siamo trasferiti a New Heaven per l’estate Julie era lontana e cosi lui mi ha cercato”
“E tu ovviamente non l’hai allontanato”. il tono era quello del rimprovero sapeva che Marta era un egoista ma non credeva fino a quel punto.
“Alice tu non mi puoi giudicare: l’unico uomo che hai avuto è stato Thomas e tu sai che anche lui ti ha tradito”.
“Certo e sappiamo benissimo di chi è la colpa vero Marta?” Alice la guardava furiosa, nonostante quello che Marta gli aveva fatto l’aveva perdonata adesso pretendeva di nuovo il perdono. Finì il caffé e si alzò Devo andare mi aspettano per pranzo.
“Ho bisogno di vedere Julie devo chiedere di perdonarmi e di perdonare Junior, sai se lei lo facesse magari Lionel chiuderebbe un occhio e tutto tornerebbe come prima”.
“Lionel pensa con la sua testa. Parlerò con Julie ma la risposta credo sarà negativa”.

Julie aveva fatto una lunga doccia e poi colazione era seduta sul divano a guardare fuori quando il cellulare di Alice si mise a squillare, l’aveva dimenticato lì. Senza pensarci rispose pensando che fosse lei.
Nonnina cara sono io, il tuo caro nipotino: mi hai abbandonato e il frigo è vuoto. Quando torni?” Sam parlava come un bambino piccolo che faceva i capricci.
“Ciao Sam, sono Julie tua nonna è uscita e ha dimenticato il telefono qua.”
“Ah scusa….io…Julie…noi… dobbiamo parlare. Volevo chiamarti ieri ma non avevo il tuo numero e non sapevo come rintracciarti. Come stai? Hai parlato con Junior?”
“Sam non ho voglia di parlarti in questo momento io…” Julie voleva avere la forza di piangere di dirgli quello che era successo ma non era ancora pronta.
“Aspetta Julie non chiudere anche se non mi vuoi parlare ti chiedo di ascoltarmi”;
La donna era in preda a sentimenti contrastanti: la batosta del giorno prima e la felicità di sentire la voce di Sam, calda e rassicurante come sempre, ma doveva pagare per la presunzione che aveva avuto era sicuro che tutto quello che era successo, il bambino e il tradimento del marito, erano delle punizioni per quello che aveva fatto a Sam
“Lo so che tu ami tuo marito”, a quelle parole gli occhi di Julie si riempirono di lacrime ma non poteva raccontargli quello che era successo.“E so anche che il tuo bambino è molto più importante di un tuo ex che non riesce a dimenticarti, ma volevo dirti che nonostante tutto io ti aspetterò, perché ti amo con tutto me stesso e preferisco vederti felice adesso tra le sue braccia. Non ti cercherò, non ti scriverò, ma sappi che sarò qui e per qualunque problema non farti paranoie e vieni da me”
“Grazie ma credo che…Sam per favore dimenticami” e chiuse la comunicazione anche se aveva sentito Sam dire mai



Angolo dell'autrice

Questo dovrebbe essere il penultimo capitolo a meno che non cambi completamente l'ultimo capitolo. Vi lascio alla letura.
Ringrazio ancora tutti quelli che hanno letto la storia fino ad ora e in particolare ringrazio Dolce mony che ha recensito il capitolo precedente.
Stefy


  
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