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Autore: dana    09/06/2005    1 recensioni
Felicity Evergreen, giovane donna laureata in Psicologia di poco pù di 29 anni, viene chiamata ad osservare uno strano tizio, trovato per caso su una spiaggia...
Uno strano mistero incombe alle spalle dell'uomo, il quale non parla, non scrive... ma forse sa fare qualcos'altro... che dirà più delle sue parole
Genere: Azione, Drammatico, Generale, Mistero, Romantico, Suspence, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: prima di cominciare a leggere la storia vorrei semplicemente che leggeste questa piccola premessa…
dunque… il libro è derivato da una storia vera… ne hanno parlato parecchio nei telegiornali. Ma non voglio rivelarvi
nulla.. Leggete e capirete…

Alex

Capitolo 1

Vento…
Urla…
Pianti…
Acqua…
Si svegliò di soprassalto con un singulto.
Il cuore le batteva a mille all’ora nel petto, e il respiro affannato non sembrava voler calmarsi. Si passò una mano sulla fronte grondante di sudore prima di alzarsi dal letto. Si diresse in cucina a prendere un bicchiere d’acqua, e mentre sorseggiava quest’ultimo posò gli occhi sull’orologio appeso alla parete.
Segnava le cinque del mattino.
Posò il bicchiere e fece un sospiro amaro… addio dormita!
Anche se ne aveva realmente bisogno, in ufficio la stavano continuamente tempestando. Per non parlare del capo che le assegnava sempre i compiti più facili… quasi non fosse capace di fare il suo mestiere.
Felicity Evergreen, bella donna di poco più di 29 anni, dai lunghi capelli rossi e due occhi di un verde profondo, vantava una laurea in Psicologia, lavorava presso il reparto Psicologico dell’ospedale St Catherine, Miami.
Era decisamente una delle migliori nel suo campo, anche data la giovane età. Aveva infatti da pochissimo laureata, e già era riuscita a procurarsi un posto di lavoro accettabile.
Si avvicinò alla finestra ad osservare il panorama esterno.
La luna brillava cauta nel celo, illuminando per quanto possibile quell’oscurità travolgente. Un brivido le percorse la schiena al pensiero del sogno che aveva fatto poco prima. Cosa voleva significare? Era tutto molto confuso, sfocato, quasi come un ricordo appannato dal tempo, eppure le era sembrato così vero…
Decise di non farsi tutti quei pensieri, dopotutto era solo un sogno, e di andare a sedersi sul divano a guardare qualcosa alla tv.

Il suono di un campanello la fece svegliare di soprassalto. Il telecomando era ancora stretto nella mano, e la tv accesa su un canale che non prendeva. Si guardò intorno, e si rese conto che stavano suonando alla porta.
Quando si decise ad andare ad aprire la porta. Si trovò di fronte ad un ragazzo, molto alto, con capelli biondi spettinati e due occhi di un azzurro tendente al grigio ghiaccio.
La ragazza si poggiò allo stipite della porta e lo osservò con uno sbadiglio
-- Cosa c’è? È domenica se non te ne fossi accorto, avrei voglia di dormire… -- fece con voce impastata.
-- Anche io volevo dormire sai? Ma alla centrale hanno segnalato qualcosa di strano… -- rispose l’altro
-- E io cosa centro scusa? Non faccio mica parte della polizia… --
-- Lo so. Ma questo è un caso particolare. Vestiti che dobbiamo andare alla centrale. Ti aspetto qui, ma tu muoviti..-- fece sedendosi sul divanetto in vimini posto sulla veranda il ragazzo.
In risposta la giovane fece uno sbuffo che fece sorridere il ragazzo.
Entrò in casa e si chiuse la porta alle spalle… non aveva voglia di uscire, e lui come sempre veniva a rompere le scatole. James Sanders, agente di polizia del distretto di Miami, era il migliore amico di Felicity.
Si conoscevano sin dall’infanzia, e avevano frequentato le scuole insieme, a distanza di pochi anni l’uno dall’altra. Poi lui aveva scelto di diventare agente di polizia e lei psicologa, e le loro strade si erano separate, nonostante i contatti erano rimasti tra i due.
Si vestì tra uno sbadiglio e l’altro e dopo un quarto d’ora era uscita
-- Allora sei ancora qui? --
-- Finalmente, pensavo ti fossi addormentata di nuovo… -- fece l’altro con una battuta
-- Spiritoso. Andiamo prima che cambi idea…-- chiuse lì la ragazza.
Salirono sulla macchina di lui e dopo dieci minuti erano alla centrale.

Usciti dalla macchina fu Felicity a prendere in mano il discorso
-- Qualche dettaglio? --
-- E’ un uomo, probabilmente sulla ventina. È stato trovato in spiaggia da due donne che facevano jogging. --
--Nient’altro? --
-- Asp… si, era fradicio, quasi si fosse fatto un bagno… cosa alquanto stupida a mio parere dato che siamo a dicembre… --
-- Si, in effetti… --
-- E indossava un vestito da cerimonia --
-- Da cerimonia? --
-- Esattamente… abbiamo provato a farlo parlare, ma sembra essere muto… -- fece il biondo velocemente mentre entravano in un ufficio.
-- Adesso tu aspetta qui, vado a dire a Trust che sei arrivata. -- fece nuovamente James facendole segno di non muoversi.
-- E dove vuoi che vada? -- lo riprese lei con sarcasmo.
-- Ok… -- fece l’altro entrando nell’ufficio. Una manciata di minuti dopo uscì a seguito del capo. Un uomo dall’aspetto burbero, con un paio di baffetti grigi sotto al naso, e una specie di aureola per capelli.
-- Finalmente è qui signorina Evergreen… ho già avvertito l’ospedale che per un po’ dovrà lavorare per noi… -- fece camminando velocemente davanti ai due ragazzi.
-- Creo che l’agente Sanders le abbia descritto brevemente la situazione, in caso contrario le dico solamente che a me sembra un caso senza speranza… -- continuò mentre esibiva il distintivo a due guardie che lasciarono libero il passaggio per una cella, che pareva essere rinforzata.
La ragazza guardò con scetticismo l’uomo davanti a lui
-- Sono una psicologa signore, provo ad aiutare quelli che lei definisce “casi disperati” -- fece duramente. -- Lo spero proprio… -- fece semplicemente l’altro mentre si spostava su un lato della cella per liberare la visuale alla giovane.
La cella sembrava completamente vuota, e solo se si spostava lo sguardo verso il perimetro della cella si poteva intravedere una figura rannicchiata in un angolo di quest’ultima.
La ragazza si avvicinò con cautela per osservarlo meglio. Era, come le aveva precedentemente detto James, un uomo, sulla ventina, indossava uno smoking blu notte, che pareva essere ancora umido del bagno fatto precedentemente. Il volto era di un bianco innaturale e i capelli, di un nero scurissimo, completamente scompigliati. Due occhi profondi e scurissimi la scrutavano attentamente in ogni movimento.
-- Ciao -- fece in un sussurro la ragazza
Silenzio.
-- Come ti chiami? -- chiese nuovamente la ragazza.
Ancora silenzio.
Fece un sospiro e si alzò in piedi per guardare i due agenti che da un angolo la osservavano nei movimenti.
-- Bhè… come primo approccio non è andato poi tanto male… -- fece in un sorriso confortante Felicity, mentre volgeva nuovamente lo sguardo al ragazzo che seduto in un angolo ricambiava imperterrito lo sguardo…
Dopo pochi minuti uscirono dalla cella fu il comandante Trust a parlare.
-- Io glielo dicevo che era un caso particolare… -- fece con calma mentre si dirigeva verso il suo ufficio.
-- Particolare glielo assicuro, ma non impossibile -- rispose con altrettanta calma la ragazza mentre si dirigeva verso l’uscita accompagnata da James.
Fuori dalla centrale fu quest’ultimo a parlare.
-- Allora? -- chiese
-- Allora cosa? --
-- Che ne pensi? --
-- Bhè, ti ripeto che è un caso particolare, ma non impossibile, e a prima vista ne ho avuti peggiori casi… -- fece con sincerità Felicity mentre entrava nell’auto dell’amico.
-- Bha… se lo dici tu -- fece lui prima di mettere in moto l’auto.

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Fine primo capitolo

Ok, non è granché… lo ammetto… ma è solamente l’inizio… ho nella mia mente tutta (o quasi) la trama della storia, che prevedo sarà di circa una 20 di capitoli… se tutto va bene…
Bacissimi
Alex
  
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