Nuovo giorno, nuovo
account, nuovo capitolo <3
Ringrazio per le nuove recensioni, mi rendete lietissima *^*: Red S
i n n e r (Le
tue recensioni sono meglio delle fan fiction – pentisciti! XD
Grazie *^*), Ai_Sellie
(Salve
donna XD, mi dispiace che lei faccia fatica a interpretare le shot,
m’impegnerò
per renderle più comprensibili °^° Mi auguro
questa possa piacerti ^^) e BloodNyar
(Cara
collega, mi fa piacere sapere che lei risorgerà per il
progetto comune XD, mi
piange il cuore di fronte ad una recensione ‘sì
accorata *^* Grazie, grazie,
grazie <3); grazie anche a chi ha inserito fra i preferiti e a
chi ha solo
letto.
Questa shot è particolare, l’argomento trattato
è molto particolare e, alla
stessa maniera, ho temuto a lungo di esser andata OOC.
A quanto pare (XD), è anche poco Nonsense...!
Mi ritiro, la pappa mi aspettaa~
Buona lettura.
Prompt: Esteriorità [005].
Pairing: Halle centric.
Citazione: «Dracula Opera Rock».
Paranoid
android,
«Via
da me il vostro
specchio inutile, miserabile complice di umane sciocche
vanità».
La pelle viene nascosta, coccolata da una crema color latte –
ha uno strano
odore, fra il chimico e il cetriolo.
Gli occhi azzurri brillano, rimandano silenziosamente la luce sporca
della
lampada.
Lo specchio sorride; non le sono mai piaciute simili smancerie,
interrompe
quindi il contatto aprendo lo sportello del mobile.
Vaglia i prodotti e i tubetti, ordinatamente allineati, sempre ai loro
posti,
sempre ai loro stramaledetti posti,
uno
dopo l’altro, uno accanto all’altro, sempre in
ordine, sempre allineati, i nomi
nati solo per esser ricordati bene in vista.
Non le importa
– non davvero
–, afferra lo
spazzolino e il dentifricio con uno scatto irato.
[Dov’è il muffin ai
mirtilli?
Ecco il muffin ai mirtilli!]
Strofina velocemente le setole ammorbidite dall’uso su denti,
lingua e palato –
tutto per eliminare quel sapore come di malattia.
Forse ha bisogno di tornare a casa, ha bisogno di una vacanza degna di
questo
nome con i genitori, e se il tempo è buono potrebbe andare
anche a trovare
Jenny, abita proprio in fondo alla strada.
Come quand’era bambina, come quand’erano due
bambine che sognavano di fare la
maestra di PE e la casalinga. Avrebbero vissuto insieme, ancora da
capirsi chi
avrebbe lavorato e chi avrebbe fatto la mantenuta.
[Certo, l’aspetto non è
dei migliori,
però non è fatto certo per esser guardato.]
Lo specchio le fa cambiare idea: le sorride ancora, la malizia
dell’Invidia ad
illuminare gli occhi truccati con delicata eleganza.
Una caramella per la gola, una spruzzata di profumo sui capelli
accuratamente
stirati, un’ombra a risaltare il colore dell’iride.
Lo specchio continua a ghignare – lei continua a ignorarlo.
Un’ombra
di donna, un’ombra di trucco, un’ombra riflessa.
Buio, nel bagno.
[Lui non è te.]
«Salve
Ridner».